SGAMATI! – Vietato parlare su una panchina di D’Azeglio

 Dal blog della rete dei collettivi:

Dopo averci cacciato a suon di manganellate e divieti dalla scuola dove
ci riunivamo, i nostri vecchi e cari tutori dell’ordine c’hanno di
fatto vietato di FARE UNA CAZZO DI CHIACCHERATA IN SANTA PACE su una panchina di D’Azeglio.

Infatti nel pomeriggio di oggi appena usciti da scuola abbiamo deciso
di fare la nostra assemblea nella Piazza del centro, ed è così che
intorno alle 3 del pomeriggio ci troviamo, chi seduto su una panchina
chi in terra su un casco, a ragionare di possibili volantini e progetti
per il nuovo anno scolastico.

Peccato che dopo qualche minuto viene notato a una notevole distanza un sospetto figuro con telecamera alla mano puntata verso di noi,
il quale con fare molto ma molto losco inizia ad allontanarsi e ad
abbassare la telecamera  non appena ci accorgiamo della sua presenza.

Inutile dire che come qualcuno di noi si avvicina per chiedere spiegazioni, spuntano, nascosti dietro alberi e fraschi, altri 4-5 digossini con atteggiamenti minacciosi,
e che solo un affrettato allontanamento, che mostra poi la presenza di
altri 3 digossini in un altro punto della piazza, evita il fermo degli
studenti presenti all’assemblea.

Questo è uno dei casi in cui le parole sono difficili da esprimere; è
invece molto più facile provare una strana sensazione dentro di sè, di stupore, ormai sempre meno in realtà, di assurdità, (8 persone pagate – da noi – per guardare quanti siamo belli e ascoltare i cazzi nostri!), di rabbia,
perchè ormai viviamo in un paese dove non è più possibile trovarsi un
pomeriggio in una panchina di una piazza in più di 3 persone e parlare
di quello che ci succede attorno, senza gli aguzzini del regime che
cercano di spiarci pronti per colpirci e eliminarci.

L’invito a questi signori è quello di iniziare a pensare un pò di più
alla loro famiglia, ai loro hobby e alla loro vita, invece di
continuare a scavare nelle nostre, o cambiando lavoro o, la prossima
volta che un ordine del genere gli verrà dato dai loro capi, andando a
prendere un buon caffè e poi raccontando loro che siamo sempre noi e
che le vostre continue persecuzioni non c’hanno fermato.

L’invito agli studenti invece, a questo punto, è quello di continuare a informare, continuare a incontrarsi, continuare ad agire, sempre però mostrando attenzione per
queste merde che oggi per esempio non hanno trovato nulla di meglio da
fare che passare un pomeriggio a nascondersi dietro le frasche a
guardare quel cazzo che facevamo, probabilmente mentre a casa loro
qualcuno più furbo stava a scoparsi le loro mogli.