DUE PAROLE SU SOLIDARIETA’, VIOLENZA, ANTIFASCISMO

Sapevamo che nessuna realtà pistoiese aveva ufficialmente
aderito alla manifestazione di sabato per chiedere la liberazione degli
antifascisti arrestati ed il ritiro delle 8 denunce. Abbiamo constatato in
piazza la pressoché totale assenza di militanti, attivisti o semplici
frequentatori di queste realtà. Al di là dei punti di vista, dei vizi di forma,
delle antipatie e chi più ne ha più ne metta (sicuramente non sono
sciocchezze…), riteniamo assurda la diserzione del corteo –fortunatamente
partecipatissimo grazie alla SOLIDARIETA’ di moltissime realtà antifasciste
toscane e non – data l’ESTREMA GRAVITA’ di ciò che è avvenuto domenica 11 Ottobre. Occorre forse ricordare, a chi si affida ai canoni di una certa
giustizia, l’ormai stranota estraneità degli arrestati e dei denunciati ai
fatti avvenuti a casa pound? La domanda che invece ci siamo posti è: quale
solidarietà è stata mostrata da queste realtà nei loro confronti? La risposta
che ci è stata data è: NESSUNA! Proprio per questo ci preme sottolineare che chiunque
dei militanti, degli attivisti o dei semplici frequentatori delle altre realtà
pistoiesi avrebbe potuto (ed in alcuni casi lo ha effettivamente fatto) partecipare per interesse, curiosità, o persino per caso a
quell’assemblea e ritrovarsi in carcere con capi d’accusa fino a 15(!!!) anni
grazie ALLE INFAMIE DI FASCISTI E POLIZIA.

Noi riteniamo e non ci stancheremo mai di ripetere che la
solidarietà è un’arma, un mezzo concreto per combattere la repressione, rompere
l’isolamento e ricreare quel tessuto necessario da cui ripartire, che è inutile
nascondersi o avere paura tanto quanto mostrarsi buoni agnellini di fronte al pastore che, chi prima chi dopo, scopriremo essere
anche il sapiente ammaestratore dei lupi che quotidianamente ci sbranano.

Si è fatto fin troppo parlare e si è sprecato fin troppo
inchiostro per condannare l’azione violenta di alcuni ignoti contro casa pound.
Beh, ci risulta incomprensibile che lo stesso fiato e lo stesso inchiostro non siano
stati usati giustamente per condannare l’abominevole violenza a cui sono state
sottoposte 25 persone. Il carcere non è forse violento? Quale detenuto non
preferirebbe uno schiaffo o persino una scarica di legnate rispetto a 1, 2 o
più anni squallidamente privato della propria libertà? Chiunque! Come si fa a
non considerare nello stato, con le sue polizie e i suoi giudici, la forma
suprema e ineguagliabile di violenza? Due graffi, due vetri rotti e un tavolo
rovesciato sono cazzate.

Se l’antifascismo è una bandiera da sventolare solo in caso
di colpi subiti; forse meglio ammainarla.

Se essere antifascisti si ritiene una provocazione nei
confronti dei fascisti; forse meglio ammainarla.

Se riteniamo che i fascisti siano compagni che sbagliano,
con cui magari dialogare, o bulli oppure malati di una qualche demenza
giovanile (che talvolta permane fino alla senilità); forse meglio ammainarla.

Se si cade nel trabocchetto democratico, per cui negare la
parola e l’azione ai fascisti è fascismo, fino a che la democrazia non si
tramuta in dittatura; forse meglio ammainarla.

Noi crediamo semplicemente che l’antifascismo sia la pratica
di opposizione e liberazione da quella che si manifesta come la forma di oppressione
suprema. Senza se e senza ma abbiamo scelto da che parte stiamo.

La solidarietà è un’arma, lo ripetiamo, puntarla contro noi
stessi è ciò che ci chiedono.

Nella stessa settimana “carne da macello” rumena di 24 anni
veniva ucciso nella caserma dei carabinieri di Montecatini con la complicità
del 118. In un silenzio ormai assordante. Questa è violenza.

Rete Antifascista Pistoia.