Napoli – Assalto a Casapound

fonte: repubblica

CasaPound, esplode la tensione pietre contro l’assalto antifascista

Nuovi scontri nella notte tra i militanti di estrema destra di
CasaPound, asserragliati nell´ex convento di Materdei, e i ragazzi
della Rete antifascista che occupano una ex scuola a poca distanza. Un
focolaio di tensione

Bottiglie incendiarie e lancio di sampietrini. Urla, assalti e
scontri. Materdei diventa un campo di battaglia. E il quartiere è
esasperato: «Basta. Destra o sinistra ci interessa poco. Vogliamo
vivere tranquilli».
Chi abita in salita San Raffaele, a ridosso del
ex convento occupato, infatti, ora ha paura: «Liberateci da questa
situazione che rischia di esplodere».

Ieri pomeriggio inaugurazione del centro di CasaPound in salita San
Raffaele con festicciola per i residenti. Contemporaneamente trecento
persone si sono riunite per un presidio antifascista in piazzetta
Materdei. Un faccia a faccia a distanza, con una piazza aperta e una
strada chiusa, dopo lo scontro avvenuto nella notte tra venerdì e
sabato.
A sorvegliare sulla serata, oltre cento poliziotti in tenuta antisommossa e in borghese.

«Stanotte siamo stati presi d´assedio – racconta il responsabile di
CasaPound Italia Napoli, Giuseppe Savuto, ricostruendo la notte passata
– Sessanta persone appartenenti all´area della sinistra antagonista
armati di caschi, mazze, pietre e molotov hanno attentato alla nostra
vita, cercando di entrare con la forza nel convento». E Savuto mostra
il portone con segni di martello. Secondo l´esponente dell´associazione
di estrema destra «gli appartenenti ai gruppi della sinistra
antagonista, hanno sferrato il loro attacco lanciando dapprima pietre
alle finestre, poi hanno tentato di forzare il portone dell´ex convento
lanciando bottiglie molotov». Savuto chiede al sindaco e alle
istituzioni «di manifestare il proprio dissenso rispetto alle vili
aggressioni di cui sono vittime, da più di due settimane».

CasaPound ricostruisce un "assalto" e dice di avere un video «in cui
si vede poco, ma si sente bene quello che è accaduto». La Rete
antifascista parla, invece, di provocazione, di saluti fascisti e di
una sassasiola, in cui sono stati coinvolti, senza pensare alle
conseguenze, anche i residenti. «Eravamo un centinaio. Siamo andati
sotto il convento, per
attaccare i nostri manifesti, perché non
possono esistere quartieri di Napoli dove imperversano aggressioni
fasciste come se fossimo nel ventennio. Ma una volta sotto il portone
siamo stati provocati e aggrediti. Saluti romani. E subito dopo una
pioggia di cubetti di porfido. Ci hanno lanciato contro di tutto,
dardi, televisioni, rottami. Sono state sfondate tre auto di residenti,
parcheggiate. Per miracolo non è rimasto ferito nessuno di noi, questa
volta». Ancora la Rete: «Non è assolutamente vero che abbiamo cercato
di entrare o di forzare il portone. Se avessimo voluto farlo, l´avremmo
sicuramente fatto, visto che eravamo in tanti. Avremmo portato arnesi
per aprire l´ingresso, ma sarebbe stata una cosa
del tutto
insensata. È vero, però, che eravamo tantissimi a fare l´attacchinaggio
per dimostrare che non esistono zone off-limits perché "fasciste" e che
non accettiamo ne accetteremo più aggressioni».

Al centro della guerriglia e dello scontro ideologico, i residenti.
«Siamo morti di paura stanotte. Sembrava la guerra civile», racconta un
gruppetto di donne, radunate davanti a un basso di salita San Raffaele.
«A noi non interessa la destra o la sinistra, siamo stanche. Questi
ragazzi vivono asserragliati e abbiamo paura anche a far giocare i
nostri figli per strada». Interviene un uomo: «Stanotte ho chiamato le
forze dell´ordine, ma sono venuti con comodo quando era tutto finito.
Ora abbiamo paura. Non ci protegge nessuno e se qui si scatena al
guerra, noi che facciamo?».

Dopo la notte di scontro, ieri sera c´è stata la festa di
inaugurazione della struttura occupata da CasaPound il 12 settembre
scorso. Il portone è rimasto sbarrato fino alle otto. Poi si è aperto,
ma a presidiare l´ingresso sono rimaste sempre squadre di ragazzi, con
magliette nere. Timido il via vai di amici e qualche residente, per
l´aperitivo di benvenuto e di inaugurazione della palestra e delle aule
per il doposcuola. Il servizio d´ordine era coordinato da Alfredo Goia.
Presenti anche esponenti del movimento di Roma e di Salerno.

In piazzetta Materdei, intanto, almeno 300 persone si sono riunite
per denunciare «il carattere neo-fascista razzista e squadrista di
CasaPound e per denunciare gli episodi di violenza degli ultimi
giorni». Durante il presidio sono stati distribuiti agli altri abitanti
di Materdei l´opuscolo di denuncia delle attività di CasaPound.
All´iniziativa ha partecipato
anche il comitato di cittadini di Materdei.


fonte: il messaggiero

Napoli, nuovi scontri per CasaPound guerriglia neofascisti-sinistra antagonista

Raid notturno contro l’ex convento S.Raffaele occupato dagli attivisti di destra. Sei giovani feriti. Occupata una scuola media

NAPOLI (28 novembre) – Ancora tensione e paura a Napoli dove da
tempo si ripetono aggressioni e incidenti in seguito all’occupazione di
un ex convento, in salita San Raffaele, nella zona di San Carlo
all’Arena, da parte degli attivisti di estrema destra di CasaPound che
sostengono di volerlo far diventare un centro al servizio del
quartiere. Attività
avversata decisamente dalla rete antifascista
napoletana. Secondo la ricostruzione fornita dalla polizia, la scorsa
notte, alle 2, un gruppo di una cinquantina di persone a volto coperto,
armate di mazze hanno tentato di sfondare il portone d’ingresso.

Ne è seguito un lancio di oggetti tra le due parti. La polizia,
intervenuta sul posto con le volanti, ha sequestrato i sanpietrini
trovati sul posto. Nella giornata di ieri l’ultimo di una serie di
momenti di guerriglia tra le due fazioni che si scambiano accuse
reciproche sulla responsabilità degli incidenti. Sei le persone che
sono rimaste ferite nei due schieramenti.

«A poche ore di distanza dall’aggressione subita nel primo
pomeriggio dai ragazzi dell’H.M.O., si è consumato un altro vile
attacco». Lo afferma, in una nota, il responsabile di CasaPound Italia
Napoli, Giuseppe Savuto in merito agli incidenti della scorsa notte.
«Lo stabile occupato da militanti dell’associazione CasaPound Italia
stanotte è stato sotto
assedio. Sessanta persone – sostiene Savuto –
appartenenti all’area della sinistra antagonista armati di caschi,
mazze, pietre e molotov hanno attentato alla vita dei militanti
presenti all’interno della struttura.
Gli abitanti del quartiere
Materdei, terrorizzati dalla folla armata, hanno chiamato di continuo
le forze dell’ordine: poco dopo è arrivata una pattuglia all’imbocco di
Salita San Raffaele, che, intimidita dai manifestanti, si è dileguata».
Secondo l’esponente dell’associazione di estrema destra «gli
appartenenti ai gruppi della sinistra antagonista, liberi di agire,
hanno sferrato il loro attacco lanciando dapprima pietre alle finestre
per poi forzare il portone dell’ ex convento lanciando bottiglie
molotov». Savuto chiede al sindaco e alle istituzioni «di manifestare
il proprio dissenso rispetto alle vili aggressioni di cui sono vittime,
da più di due settimane, i ragazzi dell’H.M.O. È sconcertante –
continua Savuto – che lo Stato permetta a questi loschi personaggi di
compiere veri e propri atti di guerriglia urbana rischiando di ferire
non
solo gi occupanti, ma soprattutto le famiglie che abitano a pochi metri di distanza dall’H.M.O».

Il presidio della Rete contro il neofascismo il razzismo e il
sessismo per protesta ha occupato in serata la scuola media Schipa, in
via Salvator Rosa. I manifestanti contestano il carattere «neofascista
razzista e squadrista di Casapound», sostenendo, fra l’altro, che si
tratta di un gruppo che «gode di un’incredibile connivenza
istituzionale».

Il presidio ha distribuito agli altri abitanti di Materdei
l’opuscolo di denuncia delle attività di Casapound, nel quale compare
anche il Manifesto del turbodinamismo, dove si «esalta il gesto
gratuito, violento e sconsiderato» e si legge: «Agli anestetizzati del
buonismo annunciamo che faremo sistematicamente a pezzi tutto quanto
solo per il gusto di farlo». La Rete lancia un appello a leggere il
manifesto «per avere un’interpretazione degli agguati consumati anche a
Napoli a partire dal giovane studente del Margherita di Savoia, o i
manifesti inneggianti all’esperienza di Salò, o ancora gli incontri coi
protagonisti della stagione delle stragi…».