AREZZO, Riunione dei fascisti di Casa Pound e il mercenario Franco Nerozzi – ONLUS POPOLI

Giovedì 17 dicembre alle ore 20,30 presso la libreria Spazio Lacerba, in via San Lorentino 51

Alla conferenza intervanno volontari che hanno
partecipato a missioni di solidarietà a sostegno della popolazione,
come l’autore del libro Fabio Franceschini della Onlus Popoli e Alberto
Palladino del Blocco Studentesco.

Per chi non sapesse di cosa si tratta l’Onlus Popoli.

Tra
le notizie che sono recentemente apparse nel forum di Indymedia, c’è
anche una sorta di “inserzione pubblicitaria”, firmata da una non
meglio identificata “Lina”, che tesse le lodi della “Comunità
Solidarista Popoli”, un’associazione che si dedica a portare aiuti
(soprattutto medicinali, in collaborazione con i Farmacisti Senza
Frontiere) ed ha, nei suoi piani di lavoro, la solidarietà con l’etnia
Karen di Birmania e con i Montagnards del Vietnam. Questa associazione,
molto ben vista dal Partito Radicale, fa capo al giornalista veronese
Franco Nerozzi, ed è a questo punto che intendiamo rendere noto, a chi
non lo conoscesse, l’altro volto di questo attivista della
“solidarietà”.

Franco Nerozzi, oggi giornalista di guerra
free-lance, nei primi anni ‘90 era giornalista e reporter della Rai;
tra i vari servizi fu inviato durante la guerra in Afghanistan. Nel
1993 entrò in contatto con la sua concittadina Nidia Cernecca, esule
istriana, che si era convinta che il responsabile della morte di suo
padre Giuseppe, ucciso nel settembre 1943 durante la jacquerie
istriana, fosse Ivan Motika. Nerozzi, stando a quanto racconta la
stessa Cernecca , si mostrò interessato e disponibile ad intervistare
Motika per un servizio sul TG Sette, ed accompagnare Cernecca che
voleva incontrare l’anziano dirigente. Il 17/3/93 Nerozzi si recò
quindi a Zagabria per intervistare Motika, assieme ad un operatore.
Motika acconsentì a farli entrare in casa a condizione che non fossero
fatte riprese, ma l’operatore le fece ugualmente, di nascosto. Nidia
Cernecca si trovava in quei giorni in Slovenia per lavoro ed il giorno
dopo Nerozzi le fece vedere le riprese. Due giorni dopo la donna andò
assieme a Nerozzi ed all’operatore Capuozzo, sempre con la telecamera
nascosta, all’ospizio di Rovigno per incontrare un certo Tomissich,
allora novantenne e cieco, per interrogarlo.
Se tutto questo
corrisponde al vero, non ci sembra che Nerozzi abbia tenuto un
comportamento professionalmente corretto nei confronti delle persone
che è andato ad intervistare in collaborazione con Cernecca.
Nel
2001 Nerozzi fondò la ONLUS “Popoli”, che individuò come prima
popolazione da “aiutare” quella dei Karen, abitanti sulle montagne
della Birmania orientale, al confine con la Thailandia, in lotta contro
il governo di Rangoon. Sul quotidiano triestino “Trieste Oggi”,
leggiamo che < “Popoli” ha sposato la causa del movimento di
liberazione dei Karen >, che si oppongono al governo di Rangoon e
che < agendo in collaborazione con l’organizzazione “Farmacisti
senza frontiere” >, portavano gli aiuti < direttamente ai
soggetti bisognosi, recandosi nella regione dalla confinante Thailandia
>, cioè attraversando illegalmente il confine birmano .
Nello
stesso anno furono organizzate tre “missioni”, alla terza delle quali
parteciparono anche altri due giornalisti, ambedue reporters di guerra:
Monica Maggioni, della RAI e Gian Micalessin, che aveva fondato negli
anni ’80, assieme a due altri ex militanti del Fronte della gioventù
triestino (Almerigo Grilz, poi deceduto in Mozambico mentre faceva da
cronista ai guerriglieri antigovernativi finanziati dal Sudafrica, e
Fausto Biloslavo), i quali realizzarono poi un servizio messo in onda
tra gli “speciali” del TG1 dal titolo “Medici in prima linea”.
Nel
dicembre 2002 invece Nerozzi salì agli onori delle cronache perché il
suo nome era tra quelli coinvolti nelle indagini condotte dalle Procure
di Verona e di Torre Annunziata su un sospetto traffico di “mercenari”
(alcuni anche triestini), finiti in un giro di mercanti d’armi e di
armati da mandare in varie parti “calde” del mondo a destabilizzare – o
ristabilire l’ordine, a seconda del committente dell’incarico – in zone
come le isole Comore, ma anche la Bosnia, il Ruanda, la Birmania. Si
ventilò dunque il sospetto che l’attività “umanitaria” e
“solidaristica” di Nerozzi fosse servita come copertura per altre
attività illecite.
L’inchiesta era nata < quasi per caso >,
come spiegò il PM veronese Guido Papalia ai giornalisti, in seguito
alle indagini su alcune scritte antisemite comparse a Verona. Da
intercettazioni telefoniche erano emersi dei contatti tra Nerozzi e
l’anziano ex “mercenario” francese Bob Denard, che aveva combattuto in
Congo e che era stato ritenuto dagli investigatori interessato a
portare a termine un golpe nelle isole Comore perché vi aveva investito
capitali ingenti in un progetto turistico, che il governo in carica gli
avrebbe impedito di portare avanti.
Nerozzi aveva conosciuto Denard
nel corso della sua attività di reporter di guerra, il che non provava
alcuna sua “collaborazione” con le presunte attività illegali del
francese. L’inchiesta si chiuse con la richiesta di rinvio a giudizio
da parte della Procura per Nerozzi e per altri indagati. Nel maggio
2005 davanti al GIP veronese < il triestino Fabio Leva (…) ha
patteggiato una pena a un anno e dieci mesi di reclusione. Ha
patteggiato la stessa pena anche il giornalista (…) Franco Nerozzi
>, leggiamo sul “Piccolo” (6/5/05).
Mentre era ancora indagato,
nell’ottobre del 2003, Nerozzi partecipò a Trieste ad un convegno
organizzato dall’Associazione “Novecento”, il cui portavoce, Angelo
Lippi, militante di destra in gioventù, nel ‘92 si era candidato nella
“Lega delle leghe”, fondata dal più noto Stefano Delle Chiaie (uno
degli esponenti di spicco della strategia della tensione), che nel
corso della campagna elettorale aveva sbandierato orgogliosamente il
fatto di essere riuscita ad accomunare nelle proprie fila, oltre a
persone chiaramente di destra anche fuoriusciti della sinistra. Nel
corso di questo convegno, dedicato ai “crimini” dei “regimi comunisti”,
dove erano relatori oltre a Lippi e Nerozzi, anche due degli allora
candidati alle suppletive per la Camera: la radicale Christina Sponza e
Renzo Codarin della Casa delle liberta, Nerozzi, tanto per mettere
subito le cose in chiaro, si è autodefinito < bieco e delirante
anticomunista >.
Noi non abbiamo alcuna intenzione di entrare nel
merito dell’attività di Nerozzi, non siamo certo in grado di stabilire
se la sua è solo un’innocente attività di aiuto alle popolazioni con le
quali ha contatti ed i contatti che ha con persone come Bob Denard sono
del tutto innocenti e nulla hanno a che fare con le presunte attività
illecite di questo, ci limitiamo a prendere atto di quello che è stato
reso noto dalla stampa, quindi per noi Nerozzi è semplicemente un
indagato che ha patteggiato una pena asserendo di essere stato vittima
di un equivoco. Però le sue posizioni politiche non ci piacciono,
quindi riteniamo che, in ambito di associazioni di volontariato e di
aiuto a popolazioni colpite dalla guerra, ce ne siamo molte altre alle
quali si possa dare una mano, dato che i loro rappresentanti non si
presentano come “biechi e deliranti”, non importa di quale colore
politico.

Ancora il caso della Onlus POPOLI: I mercenari del XXI secolo vere multinazionali
Al
giorno d’oggi nel mondo ci sono oggi almeno cinquanta conflitti fra
stati o all’interno di stati, in entrambi i casi per svariati motivi
politici, territoriali, etnici ecc.. è facile trovare a fianco di uno o
di ambedue i contendenti dei gruppi di soldati mercenari; ossia del
personale bellico che non appartiene allo schieramento cui si affianca
durante i conflitto, ma che invece, è stato ingaggiato da questa
fazione dietro pagamento il più delle volte di laute somme di denaro.

L’attività
mercenaria è senza dubbio il secondo dei mestieri più antichi al mondo,
il fenomeno è vecchio come la guerra. E fin dai tempi antichi nella
storia dei conflitti militari civili ed internazionali, si è fatto
ricorso spesso a truppe non regolari, assoldate per rispondere a
necessità contingenti e in seguito scaricate una volta terminata
l’esigenza bellica. Del resto la stessa etimologia della parola
“soldato” lo lascia intuire. Anche se di seguito per indicare chi
forniva i propri servigi bellici a pagamento si è utilizzato il termine
mercenario, dal latino mercenarium, che deriva da merces-ìdis “mercede,
paga”, cioè chi presta la propria opera a pagamento.

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3 pensieri su “AREZZO, Riunione dei fascisti di Casa Pound e il mercenario Franco Nerozzi – ONLUS POPOLI

  1. giusto millantare…i karen d altronde si battono per la propria identita’ e contro il traffico di droga..cose che per voi sono lontane anni luce..dopo questa valanga di cazzate che avete detto ammetto di sentirmi veramente razzista…si mi sento spinto dal razzismo ideologico nei confronti di persone che come sempre stanno a guardare dalla finestra chi vive davvero! AVETE VERAMENTE PERSO E DI VINCERE UN C è VERSO!

  2. tengo a specificare che Fabio Franceschini non è membro dell’associazione Popoli

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