Livorno: sabato 16 gennaio, la Digos provoca i manifestanti.

La manifestazione tenutasi sabato 16 a Livorno è
stata un dimostrazione di civiltà e di democrazia.

Ai
margini della bellissima manifestazione colorata e pacifica purtroppo si sono
verificati episodi di intimidazione da parte delle forze dell’ordine nei
confronti dei partecipanti al corteo.

Prima di tutto bisogna far notare che Livorno è stata
militarizzata con centinaia di agenti in tenuta antisommossa (stile Genova
2001).

Nonostante non vi fosse nessun motivo di pensare o
prevedere alcun problema di ordine pubblico visto il carattere pacifico della
manifestazione, la
Polizia e i Carabinieri si sono presentati provocatoriamente
armati di tutto punto e pronti alla
guerriglia.

E’
evidente dunque che una manifestazione di civiltà e democrazia viene
interpretata dallo stato come una manifestazione pericolosa e ad alto rischio,
questo fatto la dice lunga sulla “democraticità” di chi ci governa e
sull’interpretazione che questi danno della Costituzione
Italiana.

Come se non bastasse, nonostante il corteo si snodasse
pacificamente tra le strade della città salutato dagli applausi della gente alle
finestre, agenti della Digos si sono infiltrati nel corteo per filmare i
partecipanti.

Questo atteggiamento mette in evidenza che per
la Digos
partecipare ad un corteo democratico rappresenta di per se un motivo per
ritenere una persona pericolosa tanto da dover indispensabilmente filmarla e
schedarla.

Facessero tutto questo con i mafiosi e dei loro
frequentatori!

La
Digos
di
Livorno però a pensato proprio a tutto, non bastava filmare, schedare e
militarizzare Livorno, ai manifestanti è stato dato anche un “arrivederci”
particolare alla stazione, chi veniva riconosciuto come partecipante alla
manifestazione veniva infatti “gentilmente” fermato per un controllo di
“routine”, come è accaduto ad un gruppo di 20 antifascisti di Massa Carrara e ad
altri manifestanti.

Di
fronte alle proteste e alla richiesta di spiegazioni la polizia ha fatto
intervenire i rinforzi che si trovavano “stranamente” proprio dietro l’angolo
della stazione.

Questi individui (supponiamo poliziotti), tra i quali il
“regista” infiltrato con la telecamera nel corteo, rifiutandosi di mostrare i
loro distintivi, con manganelli e minacce di arresto hanno circondato il gruppo,
soltanto dopo attimi di tensione e di parapiglia il gruppo è riuscito a salire
sul primo treno.

Questi fatti dimostrano quanto sia stata importante la
manifestazione di sabato e quanto sia necessario continuare con questa lotta, le
intimidazioni avvenute ai margini della manifestazione, sempre più diffuse nel
nostro paese, fanno da sfondo alle uccisioni di Stefano, di Carlo, di Federico
di Marcello e di tutti quelli giovani e innocenti come loro, italiani o
immigrati, uccisi senza pietà dal braccio violento dello stato
borghese.

Per
questo motivo ringraziamo le madri che hanno promosso la manifestazione di
sabato, a loro chiediamo di andare avanti con coraggio e determinazione nella
lotta per la verità e la giustizia. Saremo sempre al vostro fianco come sabato a
Livorno, insieme costruiremo un mondo giusto e
libero!

Questa è la “vendetta” che
vogliamo!

 

Basta omicidi di
stato!

Libertà per tutti i proletari rinchiusi nelle carceri
borghesi!

Libertà per tutti gli
immigrati!