Palermo: rioccupato oggi il Laboratorio Zeta

Il centro sociale Laboratorio Zeta di
Palermo é stato rioccupato questa mattina dopo che mercoledì scorso era
stato violentemente sgomberato dalle forze dell’ordine.

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In
quella occasione le violenti cariche della polizia contro i
manifestanti e gli immigrati che avevano trovato rifugio nello storico
centro sociale avevano provocato cinque feriti e tre arresti.
Questa mattina i promotori del centro, che ospitava 32 sudanesi che
avevano fatto richiesta di asilo politico, hanno picconato il muro di
mattoni costruito mercoledì scorso per evitare che qualcuno potesse
rientrare.
La struttura, occupata nel 2001, è formalmente di proprietà
dell’Istituto delle case popolari di Palermo e recentemente era stata
affidata, dopo lo svolgimento di un bando, ad una associazione, la
Aspasia, che si occupa di recupero di minori.

Ecco il comunicato diffuso dagli occupanti:

"Lo diciamo oggi, all’indomani del lungo corteo che ha manifestato
solidarietà al Laboratorio Zeta per le strade di Palermo dopo lo
sgombero del 19 gennaio, a conferma di tutto il sostegno e la
condivisione che moltissime realtà e cittadini hanno messo in campo sin
dalle prime minacce di sfratto quasi un anno fa.
Lo comunichiamo alla signora Anna Ciulla, paladina dell’associazione
Aspasia, che ha retoricamente invocato il rispetto della legalità
mentre pochi giorni fa sotto il suo vigile occhio venivano murate tutte
le porte e le finestre del Laboratorio Zeta che veniva barbaramente
espropriato alla città. Uno sgombero meschino e violento contro persone
inermi: uomini e donne picchiati, trascinati per i capelli,
manganellati sulla testa, sul viso, sulla bocca.
Persone arrestate per nulla, poi ovviamente assolte, ma dopo una notte
passata in galera. La signora Anna Ciulla, e ne ripetiamo oggi il nome
perchè non sfugga ancora una volta in futuro, sottoposta a inchiesta
per corruzione e concussione insieme all’ex assessore Giuseppe Scoma,
ha tolto pochi giorni fa, non a un collettivo politico, non a una
comunità di rifugiati politici sudanesi, ma a tutta la comunità dei
cittadini di Palermo, un bene comune, prezioso, unico.

Il laboratorio Zeta è nato in uno spazio abbandonato che abbiamo
restituito alla città, quando nove anni fa ce lo siamo preso,
attorniati dai bambini del quartiere. Non è un caso che gli abitanti
dei palazzi intorno a Via Boito 7, diventata negli anni strada
d’incontro di politica e di socialità, abbiano risposto allo sgombero
nella maniera più visibile per ribadire che Zetalab non si tocca!

Ai balconi sono apparsi lenzuoli bianchi con la zeta al centro che ora
fanno da lumicino per chi in questi giorni ha tenuto e ancora mantiene
un presidio lungo, difficile e al freddo, ma con la solidarietà di una
città che ha portato musica, vivande, appoggio e calore.
La stessa città che ieri ha dato vita a un lunghissimo corteo partito
da via Boito e arrivato in Prefettura: più di 5000 persone a dire che
il Laboratorio è una storia comune. Un storia così potente da rendere
evidente che la legalità slegata dalla giustizia è solo vuota retorica,
che la sentenza di un tribunale che affida un luogo come lo Zeta a
un’associazione più che losca, per farci un asilo privato, non può
pretendere rispetto.

Dopo questo straordinario corteo, come da anni non se ne vendevano a
Palermo, il prefetto è stato costretto a convocare finalmente un tavolo
"istituzionale" per lunedì alle 17:00, con lo IACP, la Questura, il
Comune e i Consiglieri comunali e i Senatori che hanno espresso in
questi giorni assoluta contrarietà allo sgombero del Laboratorio Zeta.

Si apre così una nuova trattativa, anche se lo Zeta è stato per quasi
un anno impegnato in un tavolo dal quale non è emersa alcuna proposta,
mentre tutte le istituzioni hanno ammesso la loro incapacità nel
trovare una soluzione, affermando anche che il Laboratorio zeta era già
una risposta concreta a bisogni e difficoltà reali di questa città. La
convocazione di lunedì (che comunque non ci vede tra gli invitati) è
certamente un risultato, ottenuto anche grazie all’intervento della
politica istituzionale. Da questo tavolo ci aspettiamo che venga
revocata l’assegnazione degli spazi del Laboratorio zeta
all’associazione Aspasia, per essere formalmente riconsegnati alla
città che ieri era in piazza.
Intanto noi, oggi torniamo a casa. Ci Siamo ripresi lo Zeta."