Pistoia, volantini su Bresci e vicende processuali

Nella giornata di ieri Pistoia è stata fatta oggetto di un pesante volantinaggio operato dalla rete antifascista, cominciato la mattina al mercato e proseguito la sera alla festa dell’ANPI. Il volantino distribuito ripercorre gli ultimi risvolti legati alle note vicende dell’11Ottobre 2009.

Stamani la città si è poi svegliata trovando affissi sui propri muri, decine di volantini che ricordavano il sublime atto di Gaetano Bresci a 110 anni da quel 29 Luglio, in cui Umberto primo riceveva il ben servito -a mezzo piombo- da parte del tessitore pratese.

Di seguito le immagini ed i testi dei volantini.

 

 

 


 
L’11 Ottobre 2009 ignoti
danneggiavano la sede pistoiese di Casa pound; a seguito di quei fatti la
questura pistoiese, guidata dal questore Manzo  coadiuvato dalla DIGOS mise in piedi una montatura
giudiziaria fatta di deportazioni in questura, arresti e denunce, il tutto
volto a dimostrare da un lato il coinvolgimento di persone totalmente estranee
ai fatti ma che andavano comunque colpite -ognuna per motivi diversi- e
dall’altro per dimostrare l’efficienza del nuovo corso della questura pistoiese
(Manzo si era da poco insediato).

In questi mesi abbiamo assistito
alla costruzione di testimoni, allo stravolgimento degli eventi, alla
fabbricazione di prove e all’utilizzo della bugia e della mistificazione
sistematica come strumento d’indagine.

 

Il 19 Luglio il rampante e
carrierista PM Luigi Boccia, dopo essersi in ogni modo accanito contro i
compagni imputati, richiedendo addirittura per una vetrina infranta, il reato
di devastazione e saccheggio (la stessa pena comminata per la strage del Vajont
che fece migliaia di morti), si è dimesso dal ruolo di inquisitore del processo
da lui stesso imbastito ed orchestrato con l’ausilio della DIGOS e del
confidente di polizia il fascista Massimo Dessì, a causa -questo quanto
dichiarato- delle fortissime pressioni subite in questi mesi.
"Casualmente" quattro giorni dopo il tribunale delle Libertà di
Firenze sconfessava di fatto le tesi dell’accusa e l’operato del giudice
Costantini del tribunale di Pistoia eliminando le misure restrittive nei
confronti di tutti gli imputati per i fatti del 19 Ottobre: come si dice, i
topi sono i primi ad abbandonare la nave che affonda.

Solo poco tempo fa il giudice
Costantini, per pavidità o incompetenza, rifiutava di restituire la libertà
agli inquisiti, disattendendo anche la sentenza del tribunale fiorentino che
aveva giudicato illegittimi gli arresti. Una domanda sorge spontanea: come mai
Questo giudice si è comportato così? Ci viene da pensare che anch’egli sia
stato vittima delle medesime pressioni che hanno portato all’abbandono del
processo  da parte di Boccia, che
non sono da individuare -come scritto dai giornali- nelle tantissime iniziative
di solidarietà svolte dai compagni in questi mesi, ma bensì sono da ricercare
sia negli uffici del questore che in quelli della DIGOS.

Ma le questure e gli sbirrami
vari non mollano il colpo tanto facilmente e dunque lo stesso giorno della
bella notizia delle scarcerazioni a casa di 9 solidali che in questi mesi si
sono mobilitati costantemente a fianco degli arrestati e dei denunciati attraverso
decine di iniziative di solidarietà e controinformazione sono giunte 9 denunce
a altrettante multe (da 2600 euro!) per manifestazione non autorizzata.

E’ palese come quest’ultima
vicenda si configuri come un’ ulteriore intimidazione bella e buona, il messaggio
è chiaro: "smettetela di metterci i bastoni fra le ruote". Ebbene
come nei mesi scorsi la denuncia della montatura poliziesca e la volontà di
ristabilire la verità per i compagni non è stata fermata dagli arresti, non
saranno certo queste nuove denunce che ci faranno gettare la spugna.

Due parole anche sul camerata
Massimo Dessì: come sa chi ha seguito le vicende pistoiesi questo personaggio è
uno dei tre testimoni fondamentali dell’accusa a carico dei compagni. Dessì il
fascistà dichiarò in un primo momento di non aver riconosciuto nessuno dei
partecipanti alla visita al circolo Agogè salvo poi, due giorni dopo, tornare
in questura e descrivere nei minimi dettagli anche l’abbigliamento dei presunti
ri-arredatori del covo fascista. Ebbene il probo testimone Camerata Massimo
risulta avere numerosi debiti in giro per la città, tanto da essere stato
citato in tribunale -Lunedì 26 Luglio- da un creditore che dal nostro pretende
la restituzione di una cospicua somma…Insomma pare ovvio che il repentino lampo
di memoria avuto dal Fascista Dessì in quei giorni sia legato ad una necessità
personale di recuperare fondi (il nero camiciato ha già chiesto ad un compagno
-ed ottenuto dal tribunale- un risarcimento di 2500 Euro per lesioni) per
pagare i propri debiti; di quì l’accordo con la questura di Pistoia che
evidentemente fornì le generalità delle persone che per vari motivi era
interessata a coinvolgere.

Il 17 settembre riprenderanno le
udienze a carico dei compagni, è necessario essere in tanti quel giorno davanti
al tribunale di piazza del Duomo ed invitiamo quindi tutti coloro che credono
nella necessità di ristabilire la verità sui fatti di quel 11 Ottobre a
partecipare al presidio che dalle 9,30 si terrà sotto il tribunale durante
l’udienza.

 


 

 110 Anni fa a Monza l’Anarchico Gaetano Bresci giustiziava
Re Umberto primo, complice e simbolo della repressione che in quegli anni stava
colpendo, con una violenza inaudita, la popolazione italiana rea soltanto di
volere la possibilità di vivere dignitosamente. Nel 1898 il prezzo di un chilo
pane era arrivato a cifre esorbitanti, pari alla meta dello stipendio
giornaliero di un lavoratore.

In quell’anno a Milano, alle persone che chiedevano la
riduzione del prezzo del pane, il generale Bava Beccaris rispondeva a cannonate
uccidendo più di 200 manifestanti e “meritandosi” vari riconoscimenti pubblici
e la manifesta gratitudine del sovrano. Due anni dopo un tessitore pratese
restituiva il resto, consistente in tre palle di piombo, al Re assassino
Umberto primo.

 

Noi oggi vogliamo ricordarlo ma il nostro sguardo non è
rivolto al passato; Bresci è un simbolo che oggi -in un contesto di crisi
economica nerissima e di repressione violenta- acquista nuovo valore,
ricordando a tutti che in ogni istante può esserci qualcuno che alle
ingiustizie reagisce prendendo direttamente in mano il proprio destino. Gaetano
è a fianco dei rivoltosi greci che non ci stanno a pagare sulle proprie spalle
lo scotto di una crisi nata all’interno del ventre profondo  della bestia chiamata capitalismo, ed è
a fianco di chiunque decida di opporsi all’oppressione violenta dei mercati e
delle oligarchie che ci vorrebbero chini schiavi ubbidienti.

 

VIVA BRESCI!

 

“(…) Oltre a vendicare gli altri, ho voluto vendicare me
stesso, costretto, dopo una vita di miseria, ad emigrare. I fatti di Milano in
cui si adoperò il cannone, mi hanno fatto piangere di rabbia e pensare alla
vendetta. Ho pensato al Re perché costui, oltre a firmare i decreti, premiava
gli scellerati che avevano compiuto le stragi…”

 

25 Luglio 1900 – 25 Luglio 2010