Tra la pentola d’oro e la polveriera – Un invito a Firenze

"Gli anarchici, questi imbecilli che
non vanno mai in vacanza"

Enrico Aimi, consigliere regionale di Modena

Raccogliamo con gioia la sfida. Per chi
ricerca la libertà e lotta contro ogni oppressione, quest’estate è
troppo importante per abbandonare il campo.
Firenze, estate 2010.
L’intera città è all’asta. Il sindaco Renzi ha messo in vendita tutto il
patrimonio pubblico, offrendo ricchi affari a chi lo ha messo sulla
poltrona che occupa. Rinviato a lungo,  a ottobre verrà approvato il
Piano Strategico Strutturale, che sancirà una volta per sempre la
Mercificazione Finale della città. Vengono eseguiti, tentati e a volte
impediti circa 70 sfratti di abitazioni al mese, il più alto numero in
Italia. I cantieri della stazione Foster, snodo del Tav di rilievo
nazionale che rischia di far crollare circa 280 edifici, sono già
aperti.
Si parla di costruire il CIE entro la fine dell’anno.
Firenze, una pentola d’oro che rischia di trasformarsi in polveriera.

Per
avere mano libera, politici e capitalisti vogliono sgombrare il campo
da tutti i loro nemici e i loro critici. Partendo dai più caldi e
incazzati, per arrivare ai più tiepidi e concilianti. Così, se tutte le
occupazioni sono più o meno dichiaratamente sotto sgombero, numerose
sedi di associazioni (dalla Casa dei Diritti Sociali all’Archivio ’68)
sono
minacciate di sfratto. Così, nell’afosa mattinata del 23 luglio,
19
anarchici sono stati rinviati a giudizio per associazione sovversiva

Eh
no. Non possiamo andare in vacanza durante la tempesta. Il nostro
piacere non può essere confinato in quelle tre settimane d’aria che il
capitale ci concede dopo un anno di lavoro e d’obbedienza. Il nostro
piacere è tutt’uno con la guerra sociale, che se ne frega delle scadenze
imposte, che brucia ogni regolamentazione del godimento, che vuole
farla finita con chi ci rende la vita un inferno.

"Quest’agosto
non andrò in vacanza, resterò a Firenze per completare la mia
rivoluzione" ha detto Matteo Renzi, quel boy scout megalomane che si
crede Napoleone. Bene, sindaco, ci troverai sulla tua strada. Anche noi
resteremo
a Firenze, per continuare nella lotta e nella rivolta, verso la nostra
rivoluzione.

Tra la Riottosa e Villa Panico, tra le piazze e le
strade, tra l’inferno e ciò che può non esserlo, a Firenze ci saranno
delle iniziative. A tutte le compagne e gli amici l’invito a passare, a
discutere, a incontrarsi, a lottare assieme.