Torino – Sulla sentenza contro Marco “Boba” per i fatti del primo maggio 2014

Ma quanto vale la testa di uno sbirro?

Vi ricordate il 1° maggio di lotta di quest’anno a Torino? La giornata era cominciata con le cariche in Piazza Vittorio finalizzate a garantire l’agibilità politica al PD in un clima di “pace sociale”, in cui anche solo la verbale contestazione non è consentita. E così volarono le manganellate, ma anche le sedie dei dehors. Successivamente, in Via Roma, per impedire allo  spezzone sociale di raggiungere piazza san Carlo, dove, di nuovo, politici e sindacalisti dovevano poter fare i loro comizi in una piazza suddita e silente, la polizia si schierava e caricava pesantemente il corteo; rimase a terra una giovane manifestante, che venne trascinata via dalla Digos; in tanti cercarono di sottrarre la compagna al fermo, seguendo con un piccolo corteo la compagna circondata da sbirraglia varia. Durante il percorso verso i cellulari e subito dopo aver caricato nelle macchine la compagna fermata, la sbirraglia reagì un paio di volte nel tentativo di sottrarsi alla pressione dei manifestanti, ed in una di queste occasioni Marco colpì con una barottata in testa un digos che tentava di fermare altri compagni. Arrestato immediatamente ha trascorso gli utimi mesi in custodia cautelare ai domiciliari. Oggi nelle aule del tribunale di Torino si è svolto il rito abbreviato; i reati sociali dalla procura torinese vengono perseguiti con particolare solerzia, ed il giudice Trevisan aveva  già fatto intuire il suo essere fedele servo come Gip per i compagni arrestati il 3 giugno scorso per le lotte contro gli sfratti, ed infatti il teatrino delle parti si è concluso con una condanna a 18 mesi, oltre al pagamento di 5000 euri per le lesioni inflitte. Marco rimane dunque ai domiciliari. Solidarietà con chi lotta e resiste, Liberi tutt*