Ho reperito il seguente articolo in rete; pur non condividendone in toto il linguaggio ho deciso di pubblicarlo sia per il fatto grave che denuncia e che sui militantissimi siti di controinformazione movimentista non è passato. Un fatto che per l’ennesima volta mette a nudo la deriva che parte degli anarchici italiani stanno prendendo, quella del politicantismo cittadinista in salsa fronte unico che sta portando ad una morte per soffocamento quello che è(ra?) l’ideale Anarchico.
da La locomotiva:
“CARRARA – Anarchico rischia il linciaggio per avere sorretto uno striscione rossonero ad un corteo di apolitici. Dopo le accuse di alto tradimento, attentato all’assemblea permanente, spionaggio e infiltrazione, sempre più crescente è il malcontento nei confronti del povero Alex. E mentre i suoi compagni si affrettano a prendere le distanze da un atto così riprovevole (del resto portare una bandiera anarchica ad un corteo di apolitici è il gesto più grave che possa compiere un libertario), il movimento anarchico tocca il fondo proprio nella città che più di ogni altra lo ha rappresentato. Una domanda, però, sorge spontanea: ma non è che il problemino sorge dal fatto che l’anarchico de qua è realmente apolitico mentre gli “apolitici” de là sono tutto fuorché tali? I cappi del primo giorno, purtroppo, non se ne sono mai andati, sono rimasti lì e alla prima “occasione” vengono alzati. Che immensa stronzata, che immensa dittatura l’apoliticità quando non si è apolitici! Se c’era qualcuno che aveva tutte le carte in regola per farsi “garante” della voluta apoliticità, potevano essere proprio gli anarchici, ma hanno accettato di essere definiti politici, istituzionali, hanno accettato di stare sullo stesso piano dei grillini e di deporre le bandiere. Si è scelta l’apoliticità perché non ci fossero favoritismi politici (visto che si chiedono le dimissioni di un sindaco e dopo un sindaco se ne fa sempre un altro), ma chi poteva mai favorire, a tal proposito, la a cerchiata? Sarebbe stato meglio giocare a carte scoperte: ognuno portava le sue bandiere, ognuno sapeva chi aveva di fronte, ognuno faceva la sua lotta, pacificamente, insieme agli altri. Nell’ombra ci sarebbero stati soltanto i fascisti, perché se un’assemblea cita articoli della costituzione e ne esige il rispetto, inevitabilmente esige anche il rispetto della legge Scelba, che ne attua il primo comma della XII disposizione transitoria e finale. E allora leggetevi la vostra legge e poi ditemi, voi che siete democratici ed apolitici, se vietare l’uso della bandiera anarchica in una pubblica piazza non equivale a sopprimere una libertà garantita dalla vostra costituzione, se non equivale a denigrare quei valori della Resistenza di cui però sembrate tanto farvi portatori quando utilizzate la faccia della partigiana Francesca Rolla per rappresentarvi. Ma forse quella che volete non è l’apoliticità ma l’anonimato, perché l’apoliticità non è una questione di facciata: o sei apolitico o non lo sei! Non puoi essere grillino e al tempo stesso apolitico! L’anonimato, invece, serve proprio a fare la politica che si vuole senza avere tra le palle qualcuno che ti dice “tu vuoi questo perché sei questo”. Tutta la mia solidarietà umana al povero Alex, l’ultimo anarchico rimasto a Carrara (fino a prova contraria), “martire” dei nostri sciocchi ed ipocriti tempi moderni.”