Il vero fine dell’op. Brushwood: arrestare l’att. politica di M. Fabiani!

Michele Fabiani è detenuto da otto mesi, in regime EIV, con assurde accuse di terrorismo…

LA COSTRUZIONE DELLA SCENOGRAFIA.
Basta leggere le prime pagine della RICHIESTA PER L’APPLICAZIONE DELLE
MISURE CAUTELARI, per farsi un’idea delle intenzioni politiche dei
mandanti della cosiddetta operazione Brushwood.
Dopo una sommaria descrizione del piccolo incendio mattutino del 9
marzo, sono introdotti quelli che vengono chiamati "i significativi
elementi che riconducono a Fabiani Michele e a Di Nucci Andrea". Una
intercettazione telefonica in data 22 maggio, formalmente inserita a
"provare" che Michele e Andrea sono stati nella città di Vicenza il
giorno 17 febbraio alla manifestazione contro la Dal Molin., in
considerazione del fatto che l’innesco per l’incendio sia consistito (
pensate un po’ !) in una copia del giornale "Il Vicenza" del 17
febbraio.
In realtà i brani scelti delle intercettazioni riportate negli atti
sono relative ad una intercettazione in cui si parla della
manifestazione dell’Aquila contro il 41 bis per il successivo 3 giugno
( che nulla c’entra con Vicenza ) e una successiva, dello stesso
giorno, in cui si parla sempre della manifestazione dell’Aquila, in cui
si dice la frase: "sarà più dura come temi ma non sarà come quella di
Vicenza", frase che se dovesse dimostrare che i due ragazzi spoletini
sono stati a Vicenza, come chiunque conosce la lingua italiana capisce,
non lo dimostra neanche.
Appare evidente quindi che questi brani servono solo a creare la
scenografia adatta a costruire i personaggi ( Michele e Andrea );
mentre per sapere se erano stati a Vicenza bastava chiederglielo,
magari quando con la scusa della droga si sono inventati la prima
perquisizione e Michele non è stato, così la sua casa, neanche
perquisito, mentre in caserma gli sono state fatte domande solo di
natura politica. Avrebbero saputo che erano stati a Vicenza così come
altri, come minimo 500 umbri, noi compresi.
Anche il quotidiano La Nazione che ha parlato continuamente con gli
stessi argomenti dei reparti speciali dei carabinieri e della
magistratura, inserisce non casualmente notizie che ha avuto quello
stesso giorno se non prima, che riguardano l’attività politica di
Michele.-

Il 24 di ottobre, quindi scritto il giorno stesso degli arresti, il
giornale fiorentino tra i tanti articoli di quel giorno su Brushwood,
tra amenità e informazioni che in quel momento non avrebbe dovuto avere
visto che non le avevano neanche gli avvocati dei ragazzi, scrive una
cosa gravissima a firma di Erika Pontelli, che fa capire il senso di
quello che stava succedendo più di tante altre cose. Elenca tra le
"attività di eversione dell’ordine democratico" che segnano l’attività
di Michele e Andrea. "L’adesione alle manifestazioni di lotta: da
quelle contro il 41 bis davanti al carcere dell’Aquila a quella di
protesta a Vicenza per l’ampliamento della base militare USA."
Un qualsiasi onesto cittadino si domanderebbe se siamo in Italia o nell’Argentina degli anni settanta.
Il giorno dopo il progetto repressivo e i veri obiettivi
dell’operazione sono leggibili sullo stesso giornale, con gli articoli:
I "viaggi" di Michele l’anarchico di Erika Pontelli e, Fabiani: la via
filosofica alla rivoluzione di Ilaria Bosi.
Michele perciò è individuato fin dal primo momento come l’obiettivo da colpire.
Tutti i capi di imputazione che riconducono alla coop-fai sono privi di
fondamento ma di questo abbiamo già parlato, ci interessa sottolineare
invece l’accanimento pregiudiziale contro Michele che si sostanzia
anche con l’attribuirgli ogni responsabilità, anche quando sono gli
stessi inquirenti a dire che non ci sono prove, come ad esempio per il
tentato danneggiamento del quadro elettrico del cantiere del cosiddetto
"ecomostro", scrive il Pubblico Ministero: " Se è vero che per questo
episodio non si è in possesso degli stessi schiaccianti elementi
probatori per i fatti di cui ai punti predenti, è altrettanto
inconfutabile l’esistenza di gravi indizi ( sufficienti in questa sede
!!!???? ) che derivano dall’analogia dell’azione !!!????, e
dall’omogeneità dell’obiettivo !!!???
Questo si chiama processo politico, processo alle idee, processo all’anarchia.
Ciò è ancor più avvalorato dagli stessi dati temporali, veri: " all’
1,45 del 24 luglio 2007, personale del comando dei Vigili del fuoco di
Spoleto interveniva presso il cantiere edile denominato "La
Posterna"…….."il 24 7 2007, ore 1;31,51 Michele risponde al telefono, a
domanda di un suo amico risponde di trovarsi davanti al bar della festa
dei Comunisti; in poche parole in 13 minuti e 9 secondi Michele sarebbe
dovuto partire da via Matteotti, arrivare al cantiere distante oltre un
chilometro ( è falso che sia poco distante dai giardini) saltare
dentro, appiccare il fuoco, ripartire. Poi qualcuno si sarebbe dovuto
accorgere dell’incendio, avvertire i vigili del fuoco, che sarebbero
dovuti partire da Cortaccione e arrivare sul posto all’1,45. Chiunque
conosce Spoleto sa che ciò non è, neanche lontanamente, possibile.
Oltre al dato fondamentale e inconfutabile, che Michele era con noi
quella notte alla Festa dei Comunisti, come in tutti gli altri giorni
della festa, fino a tardissima ora, almeno le tre di mattina.
Abbiamo riportato questo episodio non per dimostrare la verità contro
un’accusa palesemente falsa, ma per dire di come si sono mossi gli
inquirenti, nel loro "teorema" ogni tessera del puzzle deve stare nel
posto stabilito, anche se è evidente che non c’entra. La logica è la
solita. Tutto quello che è stato fatto contro i cantieri spoletini che
hanno devastato l’ambiente deve essere attribuito a Michele, che le
prove ci siano oppure no, non conta.

NELLE SENTENZE SI EVIDENZIA IL PERCHE’ MICHELE E’ IL SOLO AD ESSERE
IMPRIGIONATO NEL SUPERCERCERE DI SULMONA IN REGIME DI EIV ( ALTO INDICE
DI VIGILANZA ).

La colpa che emerge è avere personalità, cultura politica ( scritti, letture ), militanza politica.

Scrive il tribunale del riesame nella sentenza del 12 novembre 2007 il seguente teorema:
"Il tribunale ritiene in proposito che le indagini hanno fatto emergere
l’esistenza di un gruppo sovversivo nella fase di esordio,
caratterizzato da collegamenti con gruppi affini e dalla adesione al
programma ideologico di tipo eversivo del movimento anarchico
clandestino, che si richiama alle teorie dell’ideologo Alfredo Maria
Bonanno."

"E’ lo stesso Fabiani Michele che, nello scritto "Sperimentiamo
l’Anarchia", cui è stata data ampia diffusione nei siti web del
‘movimento’, teorizza l’approccio’dinamico’ e ‘sperimentale’ alla
rivolta finalizzata alla totale trasformazione della
realtà"……………………………………………………
"Per la realizzazione di tale programma eversivo il Fabiani ha
aggregato intorno a se almeno tre coindagati ( Di Nucci, Polinori e
Corrias ) dando vita di fatto ad un gruppo – seppure si ribadisce ,
organizzato in modo rudimentale – comunque adeguato alla realizzazione
degli obiettivi avuti di mira, in considerazione non tanto dei mezzi a
disposizione, quanto piuttosto dell’indiscusso ascendente culturale ed
ideologico del Fabiani nei confronti degli altri indagati……………….."
"Si è inoltre evidenziato come lo stesso – in forza del suo "carisma"
personale e del suo costante attivismo – sia da considerare il, vero e
proprio centro propulsore del gruppo che va ad identificari nella sigla
COOP-FAI, di cui appare contemporaneamente il fondatore e l’ideologo.
Si richiama , sotto tale profilo, ancora una volta lo scritto "
Sperimentiamo l’Anarchia", dove sono teorizzate le modalità
dell’insurrezione anarchica, che dovrebbe raccogliere – dando loro
un’esternazione in forma eclatante – i sentimenti diffusi di avversione
verso il sistema di tutte quelle persone che non possono o non vogliono
inquadrarsi in un partito armato."
"Occorre evidenziare poi che il Fabiani non ha palesato alcun intento
collaborativo, avendo negato gli addebiti più gravi, e non ha dato
alcun segno di voler sottoporre il suo operato ( neppure in riferimento
alle condotte sostanzialmente ammesse ) ad un processo di rivisitazione
critica e, tanto meno, di volersi dissociare dal ricorso al metodo
violento per l’affermazione del progetto di sovvertimento dell’ordine
politico, economico e sociale dallo stesso propugnato."
Sintetizzando: Secondo il Riesame del 12 novembre 2007 Michele e suoi
compagni sono un gruppo eversivo all’esordio, rudimentale, che non ha
mezzi a disposizione, ma che può aver fatto ciò di cui sono accusati
per l’indiscusso ascendente culturale del Fabiani, per i suoi scritti,
per le sue letture, per il suo costante attivismo. Per tutto questo e
perché non confessa i reati di cui è accusato e non si pente delle sue
idee, deve restare in galera.
E LE PROVE ? SIAMO AL PREGIDIZIO IDEOLOGICO ALLO STATO PURO. SIAMO AL PROCESSO ALLE IDEE.

NELLA NEGAZIONE DELL’ISTANZA DI REVOCA FABIANI MICHELE DIVENTA FABIANI MASSIMO.
Il GIP il 24 12, non si prende neanche pena di articolare il rigetto
dell’Istanza di revoca della Difesa ma richiama i risultati del PM come
superiori a quelli delle indagini della Difesa, indica come soluzione
ai problemi dovuti all’isolamento il trasferimento in un supercarcere e
giudica che il ruolo dell’indagato non appare in alcun modo sminuito
anche per la particolare disinvoltura con cui si è difeso. Se l’umana e
vibrante reazione di Michele negli interrogatori è rappresentabile
nella rabbiosa reazione di chi innocente si vede accusato attraverso
"indizi" privi di credibilità e a causa di un pregiudizio di idee, cosa
dire della disinvoltura di chi lo giudica e lo indica negli atti, solo
e ripetutamente come Fabiani Massimo ?
Da l’idea di una cosa già decisa comunque, di disattenta e rituale
trascrizione del lavoro di altri. Se no quale altra spiegazione ?

L’APPELLO ALLA DECISIONE DEL GIP, DEL 16 FEBBRAIO: LA COMPLICITA’ DEI PARENTI NELLE AZIONI DI MICHELE.
Il copione è lo stesso del primo riesame. Trascriviamo alcune frasi rivelatrici:
""Un gruppo organizzato seppure in modo rudimentale e privo di
strutturazione verticistica – in conformità all’ideologia anarchica "……
"l’esistenza di numerosi e consolidati rapporti del Fabiani con altri
(!!!!) esponenti dell’area anarchico insurrezionalista ( !?!?!? ) e
della sinistra antagonista"……..
"E’ lo stesso Fabiani Michele che nello scritto "sperimentiamo
l’anarchia", cui è stata data ampia diffusione nei siti web del
‘movimento’ teorizza l’approccio ‘dinamico’ e ‘sperimentale’ alla
rivolta finalizzata alla totale trasformazione della realtà’"……
"Gli appunti riassuntivi del contenuto di uno scritto di Alfredo Maria Bonanno, dal titolo, La Rivoluzione illogica".
"L’indiscusso ascendente ideologico esercitato dal Fabiani nei confronti degli altri indagati".
"In forza del suo "carisma personale e del suo costante attivismo- sia
da considerare il vero e proprio centro propulsore del gruppo…… di cui
appare contemporaneamente il fondatore e l’ideologo".
"lo scritto ‘sperimentiamo l’anarchia’ dove sono teorizzate le modalità dell’insurrezione anarchica….."
Sono frasi estrapolate dalla sentenza che nell’insieme copia precisamente quanto già scritto dal riesame.
Il salto di qualità i giudici d’appello lo realizzano nel penultimo
capoverso della sentenza quando scrivono : " Le esigenze cautelari
ravvisate e tuttora attuali, anche in questa fase, non possono essere
salvaguardate con misure graduate rispetto a quelle della custodia
inframuraria, anche in considerazione della comprovata inidoneità dei
familiari (i quali si sono mostrati tutti, compresi i nonni, ben
consapevoli, se non addirittura partecipi, delle azioni e delle
"strategie difensive" del giovane) ad esercitare un valido controllo e
a favorire un percorso di ripensamento da parte dell’odierno appellante.
Considerazioni analoghe verso i famigliari di un detenuto le abbiamo
trovate solo in sentenze di Mafia e in quelle del Tribunale Speciale
Fascista nel corso del ventennio.
QUESTO GIUDIZIO COME LO CHIAMIAMO ? E LA COSTITUZIONE DELL’ITALIA DEMOCRATICA ?

RIASSUMENDO, MICHELE E’ PRIGIONIERO NEL SUPERCARCERE DI SUlMONA PERCHE’:
1) Ha partecipato alle manifestazioni di Vicenza e dell’Aquila
2) Ha scritto "Sperimentiamo l’Anarchia"
3) Ha studiato il libro di Bonanno "La Rivoluzione Illogica"
4) Ha un forte ascendente culturale ed ideologico sui suoi amici
5) Ha intrattenuto rapporti con il mondo anarchico e antagonista
6) Perché (pure innocente), non confessa
7) Perché da Anarchico non si pente delle sue idee
8) Perché i parenti (compresi i nonni) sono partecipi delle sue azioni

LA DETENZIONE DI MICHELE ACCUSATO COME I SUOI AMICI CON IL 270 BIS HA
QUINDI NATURA POLITICA. I FATTI SPECIFICI A FIRMA COOP-FAI, CHE
DOVREBBERO SOSTANZIATRE IL TEOREMA SONO STATI INCOLLATI, COME PIU’
VOLTE ABBIAMO DIMOSTRATO CON SILLOGISMI, RAGIONAMENTI APODITTICI,
ALTERAZIONI SEMANTICHE E PRETESE AFFINITA’ LESSICALI. INOLTRE NON
ESSENDO MICHELE IL SOLO AD ESSERNE ACCUSATO, IL DIVERSO TRATTAMENTO
CONFERMA LA NATURA POLITICA DELLA SUA DETENZIONE.
PER QUESTO TORNIAMO A CHIEDERE L’IMMEDIATA SCARCERAZIONE DI MICHELE E
CHIEDIAMO AD OGNI UOMO LIBERO E DEMOCRATICO DI UNIRSI A QUESTA
RICHIESTA.

Comitato 23 Ottobre