Catalogna – Grande esproprio per finanziare i movimenti anticapitalisti

Da informa-azione:

Enric Duran, da molti anni impegnato in lotte
anticapitaliste in Catalogna, ha pubblicamente annunciato un bottino
complessivo di 492.000 euro provenienti da 39 diverse banche, quindi
l’inizio della sua latitanza.

Enric ha accumulato la cifra attraverso diversi prestiti
fraudolenti. La maggior parte dei soldi è stata destinata al
finanziamento dei movimenti anticapitalisti e per un progetto
editoriale, una parte per finanziare la propria clandestinità. La
pubblicazione in 200,000 copie di un numero unico di una rivista in
Catalano chiamata CRISI. La rivista pubblica la rivendicazione degli
espropri e contiene numerosi articoli di critica radicale alle origini
della attuale condizione economica di crisi, attaccando banche e
sistema capitalistico, colpevoli di furti per più dannosi per la
società nel suo insieme, contiene in oltre discussioni
sull’organizzazione di alternative al capitalismo. Le 200.000 copie
sono state distribuite in un giorno, il 17 settembre, attirando
l’attenzione di tutti i media che ovviamente si sono concentrati più
sulla figura di Enric che sul contenuto di Crisi.

Crisi è su 17-s.info o su polaris.moviments.net:8000/ in lingua araba, castigliana, catalana, inglese e basca.

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tratto da: The Guardian

Enric Duran sarebbe riuscito a truffare banche ottenendo prestiti
per circa 500mila euro: che cosa avrebbe fatto di tutto quel denaro
questo Robin Hood moderno? Lo avrebbe investito finanziando attivisti e
un giornale, “Crisis”, stampato e diffuso in circa duecentomila copie
in Spagna, in cui avrebbe spiegato proprio il modo in cui era riuscito
a gabbare gli istituti bancari di terra iberica.
Se vogliamo provarci anche noi, ecco come Enric ci era riuscito: aveva
creato una società fasulla, una finta casa di produzione televisiva. A
quel punto aveva iniziato a chiedere qualche finanziamento, in giro per
banche: poca roba, che pagava, creandosi così un minimo di fiducia che
nel milieu bancario ha sempre la sua importanza. Poi, di lì in poi,
iniziava la truffa vera e propria.
Servendosi di prestanome – visto che nel frattempo aveva smesso di
pagare le rate che inizialmente pagava – chiedeva mutui sempre più
ingenti. Fino ad arrivare ad oltre mezzo milione di euro. Al momento il
buon Enric si è dato alla macchia, e le stesse autorità spagnole non
hanno ancora iniziato a braccarlo: stanno aspettando che gli istituti
bancari facciano una richiesta formale.