[Livorno] sab Presidio per Marcello lonzi

SABATO 11 LUGLIO, ORE 17: PRESIDIO DAVANTI AL CARCERE "LE SUGHERE"

gli Anarchici non dimenticano

ci scrive Maria Ciuffi, madre di Marcello Lonzi, ucciso dalle Guardie Penitenziarie nel carcere delle Sughere di Livorno

CHE VERGOGNA!

Sono Maria Ciuffi, madre di Marcello Lonzi e voglio fare questo appello prima del racconto della
giornata di ieri in Procura di Livorno. Credo che con la nostra
presenza al presidio di sabato 11 luglio 2009 dalle ore 17 alle ore 21,
dove ricorderemo a 6 anni esatti la morte di Marcello per mani dei
secondini, davanti al carcere delle Sughere di Livorno, anche
dedicandogli un concerto fino alle ore 21, dobbiamo sottolineare che la
verità sull’assassinio di Marcello non può essere fraintesa o nascosta
con mezze verità e non capisco le difficoltà a chiudere l’indagine
quando tutto è rintracciabile: gli orari di servizio, la presenza del
personale, le dichiarazioni dei detenuti, i cambiamenti accomodanti
dell’ora esatta della morte di Marcello, le coperture rivelatesi
ambigue ed inconsistenti della direzione del carcere ed infine lo
scandaloso referto medico-legale di infarto o stress. I colpevoli sono
certamente individuabili ma nessuno li vuole incolpare. "non ho fiducia
nella giustizia che vede con gli occhi dello stato" Ciao a tutti all’11
luglio alle ore 17 davanti al carcere di Livorno. Questo è un resoconto
dell’incontro in Procura del l’8 luglio 2009. "Sono stata 50 minuti
nell’ufficio del Procuratore capo della Procura di Livorno Dott. De
Leo, per avere notizie relative agli ultimi sviluppi dell’inchiesta
sulla morte di Marcello. Dopo una chiacchierata -incontro
sull’inchiesta in generale ho chiesto certezze relative
all’individuazione dei colpevoli della morte di mio figlio e lo
smascheramento delle coperture istituzionali dei colpevoli. Alla mia
determinazione nel sospetto di forti perplessità sulla paura di toccare i colpevoli, cioè i secondini, riferendomi anche alla morte di Aldrovandi, abbiamo parlato anche del fatto che per i suoi genitori si siano comunque individuati dei colpevoli, il dott. De Leo ha annuito con la
testa. A questo punto io ho proprio detto: "non è che c’è qualcuno che
ha paura dei secondini?" Il dott. De Leo mi ha risposto " Io no, non ho
paura della polizia penitenziaria " Io ho ribadito le mie perplessità
relative alla lungaggine pretestuosa dell’indagine che non è, ad oggi
dopo 6 anni dalla morte di Marcello, arrivata a nessun risultato.
Nonostante che le foto del suo corpo martoriato parlino molto
chiaramente delle cause reali che hanno provocato la sua morte. Il
dott. De Leo comprendeva le mie perplessità ma ribadiva le vie ed i
tempi dell’inchiesta che forse chiuderà a dicembre dopo aver acquisito
la consulenza medico legale richiesta, che è basata sull’esame delle
fotografie.Dovrebbe essere facile!. Vi faccio un riassunto del percorso
relativo alle consulenze medico-legali dell’inchiesta. Il dott. Bassi
Luciani Alessandro ha effettuato la prima autopsia richiesta dal dott.
Pennisi Roberto della Procura di Livorno che fece scattare
l’archiviazione visto il referto di morte naturale per infarto o
stress, con il riscontro di 2 costole rotte. Alla riesumazione della
salma il Prof. De Ferraris di Brescia, nominato dalla Procura di
Livorno dal Dott. Giaconi e il dott. Marco Salvi di mia nomina
riscontrarono 8 costole rotte ed altre gravi incongruenze con il primo
referto medicolegale.
Mi domando a cosa può servire questa nuova consulenza basata sulle fotografie che tra l’altro parlano da sole anche a chi non sa niente di infarto o stress.
Fotografie che parlano di un corpo martoriato e pestato a sangue fino
alla sopraggiunta morte. A questo proposito riporto anche questa mia
diretta testimonianza. Ero presente alla testimonianza di un allora
detenuto nella sezione dove è successo il fatto alle Sughere. La sua
dichiarazione afferma che tra le 15,30 e le 17 i secondini hanno chiuso
i blindati (I portoni delle celle) e nella sezione si sentivano voci
sconosciut e e rumori distinti di tramestii e passi veloci che facevano
intuire , meglio capire, che stava succedendo qualcosa di grave a
qualche detenuto della sezione. Solo l’indomani mattina del 12 vennero
a sapere della morte di mio figlio. In quella occasione il dott.
Giaconi immediatamente mi ha fatto entrare nella stanza e il testimone
dopo la lettura con me presente ha confermato tutto firmandola e il
dott. Giaconi ha aggiunto " A questo punto entra la signora Maria
Ciuffi " Anch’io apponevo la mia firma sul verbale. Se si procedesse
con la logica dei riscontri processuali le vere cause e i veri
colpevoli dell’omicidio di Marcello avrebbero già un nome e anche un
cognome. Che vergogna! Quando la verità indica quello che succede
all’interno di una istituzione come il carcere non la si vuole ammettere!
Ciao a tutti i solidali.
Maria Ciuffi.