Renzo Novatore – Verso il nulla creatore

 

 

Renzo Novatore, pseudonimo di Abele Ricieri Ferrari (Arcola, 12 maggio 1890Genova, 29 novembre 1922), è stato un anarchico, poeta, filosofo e uomo d’azione italiano.

Refrattario ad ogni disciplina, il Ferrari frequentò la scuola
soltanto per alcuni mesi prima di abbandonarla definitivamente ed
essere costretto dal padre a lavorare nei campi. Il suo profondo
desiderio di conoscenza, unito ad una notevole forza di volontà, lo
spinse però ad un personalissimo studio da autodidatta che lo portò a
leggere Max Stirner, Friedrich Nietzsche, Georges Palante, Oscar Wilde, Henrik Ibsen, Arthur Schopenhauer, Charles Baudelaire.

Non rinunciò comunque ad elaborare una visione autonoma, che costruì giorno dopo giorno, come ricorda il suo amico Auro D’Arcola, attraverso una costante attività elucubrativa.

Si sposò con Emma Rolla e con lei ebbe tre figli, uno dei quali morto in tenera età. Gli altri due, Renzo
e Stelio, proseguirono sulle orme paterne una personalissima
riflessione esistenzialista che svilupparono nell’ambito della
produzione artistica e letteraria.

La prima volta in cui le cronache s’interessarono di lui fu nel 1910, quando un incendio distrusse la chiesa della Madonna degli Angeli
nella notte tra il 15 e il 16 maggio: le indagini dei regi carabinieri
portarono infatti a identificare i responsabili del gesto in un gruppo
di giovani anarchici del posto, tra i quali anche Abele Ferrari.

Contrario alla guerra, nel 1918 venne richiamato sotto le armi ma si rese irreperibile. Venne dunque imputato di diserzione e condannato in contumacia alla pena di morte. Sarà poi arrestato e scarcerato in seguito ad amnistia.

  « E
le rane partirono… Partirono verso il regno della suprema viltà
umana. Partirono verso il fango di tutte le trincee. Partirono…. E la
morte venne! Venne ebbra di sangue e danzò macabramente sul mondo.
Danzò con piedi di folgore… Danzò e rise… Rise e danzò… Per
cinque lunghi anni. Ah, Come è volgare la morte che danza senza avere
sul dorso le ali di un’idea… Che cosa idiota morire senza sapere il
perché… »
 
(Dal poema Verso il nulla creatore)

Anarchico individualista, fu protagonista con i suoi compagni Dante Carnesecchi e Tintino Persio Rasi di alcuni dei più importanti episodi della lotta operaia del biennio rosso nella Provincia della Spezia.

Episodi la cui importanza non si comprende se non tenendo conto che
allora La Spezia era una delle più importanti roccaforti militari
italiane, circondata da una serie di forti e polveriere che ne
dominavano il golfo, e caratterizzata dalla presenza di un Arsenale
militare e di alcune delle più importanti industrie belliche. E che in
quel periodo molti lavoratori anelavano a "fare come in Russia",tanto
che era in molti la convinzione che la rivoluzione fosse dietro
l’angolo e bastasse dare solo una spallata decisa.

Coerente fino alla fine nella lotta al nascente fascismo, fu ucciso il 29 novembre 1922 in un’imboscata dei Regi Carabinieri, che miravano alla cattura del bandito piemontese Sante Pollastri, alla cui banda il Ferrari si era unito per sfuggire alle camicie nere.

*da vedere il sito di Novatore:  http://www.novatore.it/Una_biografia.htm

 *quì alcune sue straordinarie opere:

 Nel_regno_dei_fantasmi.pdf

Fiori_Selvaggi.pdf

Ballata_crepuscolare.pdf

Il_sogno_della_mia_adolescenza.pdf

Verso_il_nulla_creatore.pdf

Verso_l’Uragano.pdf

One thought on “Renzo Novatore – Verso il nulla creatore

  1. (rif.della 1° guerra mondiale)
    (..) E come falciava -danzando – i superflui. Tutti coloro che c’erano di più.
    Quelli per cui fu inventato lo Stato.
    Ma, ohimè! NOn soltanto quelli che falciava . .
    Falciava anche quelli che avevano negli occhi raggi di sole ,che avevano nelle pupille le stelle!
    (..)
    (rif .avvento del fascismo)
    Il fascismo è impotente perchè è forza bruta. è materia senza spirito: è notte senz’ alba!
    Il fascismo è l’altra faccia del socialismo. L’uno e l’altro sono due corpi senz’anima.
    Perché, nel campo volitivo dei valori morali e spirituali, i due nemici si equivalgono…
    E si noti che, se il fascismo è nato, solo il socialismo ne è il complice diretto ed il padre
    responsabile.
    Perché, se quando la nazione, se quando lo Stato, se quando l’Italia democratica, se
    quando la società borghese fremeva di spasimo e di agonia fra le mani nodose e poderose
    del “proletariato” in rivolta, il socialismo non ne avesse impedito vilmente la tragica stretta
    mortale — perdendo i lumi della ragione innanzi agli sbarrati occhi di lei — certo che il
    fascismo non sarebbe neppure nato, oltre a non avere vissuto.
    Ma il goffo colosso senz’anima si è invece lasciato prendere — per tema che i vagabondi
    dell’idea spingessero il movimento di rivolta oltre il segno prestabilito — in un volgarissimo
    giuoco di bieca pietà con-servatrice, e falso amore umano.
    Così l’Italia borghese invece di morire ha partorito…
    Ha partorito il fascismo!
    Perché il fascismo è una creatura tisica e deforme, nata dagli amori impotenti del
    socialismo colla borghesia.
    (..)
    “Noi volevamo ascendere nel ciclo del libero sole…
    Noi volevamo ascendere nel ciclo della libera vita…
    Noi volevamo ascendere lassù, dove un giorno si fissò lo sguardo penetrante del pagano
    poeta:
    Dove sorgono e stanno come inviolabili querce tra gli uomini i grandi pensieri; dove
    scende, invocata dai puri poeti, e serena tra gli uomini sta la bellezza; dove l’amore crea la
    vita e respira la gioia!”.
    Lassù, dove la vita tripudia e si espande in piena armonia di splendore…
    E per questo, per questo sogno lottammo, per questa grande sogno morimmo…
    E la nostra lotta fu chiamata delitto.
    Ma il nostro “delitto” non deve essere considerato che come virtù titanica, che come sforzo
    prometeaco di liberazione.
    Perché fummo i nemici di ogni dominazione materiale e dì ogni livellazione spirituale.
    Perché noi, al di là di ogni schiavitù e di ogni dogma, vedemmo danzare libera e nuda la
    vita.
    E la nostra morte deve insegnare a voi la bellezza del vivere eroico!”
    Oh morti, oh morti! Oh morti nostri…
    (..)
    Noi abbiamo ucciso la “pietà” perché siamo barbari capaci al grande amore.
    Noi abbiamo ucciso l’ “altruismo” perché siamo egoisti donatori.
    Noi abbiamo ucciso la “solidarietà filantropica” acciocché l’uomo sociale scavi il suo “io” più
    segreto e trovi la forza dell’ “Unico”.
    (..)
    Noi distruggeremo ridendo.
    Noi incendieremo ridendo.
    Noi uccideremo ridendo.
    Noi esproprieremo ridendo.
    E la società cadrà. La patria cadrà. La famiglia cadrà.
    Tutto cadrà, poiché l’Uomo libero è nato.
    (..)

    Avanti, avanti, avanti, o giocondi distruttori.
    Sotto il labaro nero della morte, noi conquisteremo la Vita!
    Ridendo!
    E la faremo nostra schiava.
    Ridendo!
    E l’ameremo ridendo!
    Poiché gli uomini seri sono soltanto coloro che sanno operare ridendo.
    E il nostro odio ride…
    Ride rosso. Avanti!
    Avanti, per la totale distruzione della menzogna e dei fantasmi!
    Avanti, per l’integrale conquista dell’Individualità e della Vita!
    (
    tratto dl” Verso il nulla creatore” REnzo Novatore)

    Nota:
    Nella tempesta sociale fluttuano vorticosamente guerra, democrazia, socialismo e fascismo.
    Renzo Novatore, fermo come una montagna di granito, tratteggia il suo bellissimo e personale manifesto di vergine ribellione.

    Nota: per la presente edizione, probabilmente unica in rete, si ringrazia calorosamente il Circolo anarchico Carlo Vanza di Locarno.

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