Spagna: Scritto di Monica Caballero sull’ultima ondata repressiva

Se potessi scegliere una vita diversa non la cambierei per nulla.

Ricordo perfettamente cosa ho provato quando cominciai a interrogarmi sull’autorità, ricordo le molte contraddizioni e domande. In questo susseguirsi di idee incontrai molte che facevano delle idee pratiche materiali nelle loro biblioteche, pubblicazioni, università, etc… vivere qui ed ora le idee. Non passo molto tempo perché altre facessero lo stesso.

Ricordo l’angoscia che sentii venendo a conoscenza delle molte compagne incarcerate per mettere in pratica l’idea di libertà; sorelle di idee in ogni angolo del mondo nelle fauci della bestia panottica. Questo sentimento di angoscia non cambiò mai, però lo accompagna il gesto solidale.

Siamo molte anarchiche a trovarci dall’altra parte del grande muro, questa lista martedì 16 dicembre è diventata più lunga.

I tentacoli del potere si lasciarono cadere in spazi anarchici, atenei libertari, case occupate e domicili di vari anarchici della Catalogna e Madrid. La battuta di caccia catturò 11 compagni, di questi, 7 sono rimasti in prigione, accusati di appartenenza a banda armata di stampo terrorista. Non c’è nessuna coincidenza che le detenute siano a me vicine, in più, più della metà mi facevano visita frequentemente in carcere. Le maglie giuridiche/poliziesche hanno punito la solidarietà.

Non posso fermarmi davanti a tanta miseria, la vendetta repressiva statale sfiora il delirio. I media di informazione (portavoce dei dominatori) parlano di capi e subordinati, ricordo a questi e a chiunque ancora ha dei dubbi che siamo antiautoritari, nessuno sta sopra di me, né io sono sopra a nessuno!

Gli spazi attaccati in Catalogna, per niente furono arbitrari, da un lato, la Kasa della Muntanya è un importante simbolo di occupazione, con i suoi 25 anni lontani dalla logica del capitalismo hanno lasciato il loro contributo a moltissime generazioni di dissidenti di questo sistema di terrore. Gli atenei libertari e gli spazi anarchici colpiti mai hanno nascosto le loro idee, offrendo un terreno fertile ai semi della libertà.

Il prezzo in questa lotta per il recupero delle nostre vite è molto alto, nessuno dice che sarà facile, però senza dubbio la scelta di una vita diversa non la cambierei per niente. In questa lotta contro il dominio non c’è gabbia né muri che possano far tacere le nostre voci, però senza di voi compagni si trasformerebbero in echi.

Se una volta voi amate compagne recentemente rinchiuse potesse leggere queste parole, vi dico che sono certa che si rimarranno incorruttibili e al di sopra delle circostanze come sempre è stato.

Ricordo tutte le volte che lessi o ascoltai che la solidarietà è un’arma necessaria per le anarchiche. Oggi spero che questi ricordi si facciano realtà… fare delle nostre idee, azione.

Centro Penitenciario de Brieva, diciembre de 2014.

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