Miserie del Garantismo
In questi sei mesi non ho scritto molto perché non amo fare la parte del prigioniero che tempesta il web e le riviste specialistiche di lettere.
Scrissi un breve comunicato nel quale spiegavo che la galera non avrebbe certo smussato la mia fierezza rivoluzionaria, rifiutavo ogni ipotesi di servizio sociale e chiedevo all’universo plurale e multiforme delle persone che mi sono solidali a non cadere nel vittimismo.
Torno a scrivere perché mi giunge voce di alcuni scritti che sarebbero girati in rete e sul giornale “il garantista” nei quali vengo descritto niente meno che “pacifista”, “spaventato a morte”, etc.
Faccio notare che questo atteggiamento è, in primo luogo, offensivo nei miei confronti e nei confronti dei miei compagni e delle mie compagne che lottano ogni giorno senza mai tremare di fronte alla minaccia della repressione. In secondo luogo è totalmente inutile: lo Stato ci spia di continuo, ascolta i nostri discorsi, ci fotografa e ci filma mentre ci scontriamo in piazza con i suoi servi. Insomma pensare che un camuffamento tardivo possa farmi risparmiare mesi di galera è mera utopia, nonché poco dignitoso.
I miei compagni a Spoleto hanno avuto il merito di organizzare 3 conferenze negli ultimi 5 anni nelle quali si è analizzato con precisione e spietatezza il cancro del giustizialismo di sinistra e poi l’ascesa della feccia grillina. Oggi mi accorgo che abbiamo fatto un errore a non dedicare altrettanto spazio ad un fenomeno del tutto speculare: la mistificazione garantista. Il giustizialismo ed il garantismo nascono dalla stessa menzogna, quella volta a rimuovere la natura intrinsecamente classista della giustizia sociale. E’ la smisurata e pervertita sete di profitto che porta allo sfruttamento, alla devastazione ed alla galera per chi si ribella. Invece per i manettari del “Falso Quotidiano” il problema sono i ladroni mentre per le pietose anime del “Garantista” gli abusi di potere.
Per loro un regime capitalista senza ladri e senza accanimenti giudiziari andrebbe benissimo. Ma noi sappiamo che lo Stato avrà sempre “guardie e ladri”. Lo Stato non è altro che il braccio armato delle classi dominanti e la sua funzione è eminemente repressiva.
E per tirare giù queste mura gli appelli non bastano…
Con Damiano e Fabrizio nel cuore
Michele Fabiani.
_
Per scrivergli:
Michele Fabiani
Carcere di Ferrara
Via Arginone 327
44122 Ferrara