Grecia: Lettera del compagno anarchico Spyros Mandylas

4 Settembre 2013

“Alcuni senza pensarci seguono i percorsi imparati una volta per tutte, verso il loro lavoro e la loro casa, verso il loro futuro prevedibile. Per loro il dovere è già diventato una abitudine, e l’abitudine un dovere. Essi non vedono la carenza della loro città. Ritengono che la carenza delle proprie vite sia naturale. Noi vogliamo rompere questo condizionamento, (…) alla ricerca di nuove passioni.”
Guy Debord

Una breve cronaca del mio arresto

Nella notte di Giovedi 11 Luglio 2013, gli agenti dell’unità antiterrorismo hanno fatto nuovamente irruzione nello squat anarchico Nadir, a Salonicco. Sono stato arrestato e subito trasferito agli uffici dell’antiterrorismo ad Atene dove mi è stato detto che, tre ore prima del mio arresto, era stato catturato fuori dalla sua abitazione nel quartiere di Stavroupoli a Salonicco il mio compagno e amico Andreas Tsavdaridis. Mi è stato chiesto di dare le impronte, un campione di DNA e le foto ma mi sono rifiutato, cosi le hanno avuto con la forza. Poco dopo, mi hanno notificato l’accusa in merito al Progetto Fenice (azioni #1#2#3#4). Mi sono rifiutato di firmare qualunque cosa o di dire nulla. Sei giorni dopo, ho potuto comunicare con Andreas, che mi ha raccontato le stesse cose che erano successe a me. In più, la polizia ha annunciato che i dieci membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco sono accusati come istigatori del Progetto Fenice.

Operazione “Gioia Armata”

Dal trasferimento ad Atene fino alle prime ore del giorno dopo, gli agenti hanno perquisito il Nadir… Hanno confiscato i server dello squat, tra le altre cose. Comunque, si sono concentrati sulla libreria, dove hanno “scoperto” il testo “La gioia armata” con una pistola raffigurata in copertina (edizione in greco di La gioia armata di Alfredo M. Bonanno stampata dallo squat Nadir in Giugno 2013, i cui ricavati erano benefit per gli anarchici prigionieri). Cosi c’è stata una grande perquisizione, nella libreria e nel resto dello squat. Hanno preso impronte, cicche di sigarette per il dna, bottiglie di birra vuote e altri piccoli oggetti dalla libreria, nel tentativo di cercare la stessa pistola raffigurata sulla copertina del libro…

“Sorveglianza discreta”

Il Progetto Fenice è iniziato il 7 Giugno 2013. È stato un appello della Cospirazione delle Cellule di Fuoco/Bande di Coscienza/Nucleo Sole–Baleno/FAI-FRI per l’intensificazione dell’azione guerrigliera urbana. Da quel giorno fino al 12 Luglio (giorno della mia formale accusa), varie cellule della rete FAI-FRI hanno rivendicato attacchi.

In questo stesso periodo, sono stato sorvegliato dagli agenti dell’antiterrorismo. Questa infame “sorveglianza discreta” dell’antiterorrismo era tutto tranne che segreta. Ben prima del mio arresto, gli agenti avevano “avvertito” i miei compagni del Nadir che “la polizia era sulle loro tracce”, “ditelo a Spyros”, eccetera. Come dato di fatto, durante una sorveglianza “discreta” nella centrale strada Aghiou Dimitrou a Salonicco, gli agenti hanno bloccato più di cinque veicoli per farmi sapere che avevano scoperto “cosa volevo fare”, insinuando cose e mostrando quanto volevano mettermi fuori gioco. Questo è stato dimostrato anche da un altro evento. A metà Giugno sono andato ad Atene per far visita al membro della CCF Christos Tsakalos nella prigione di Koridallos. Il ministero della giustizia è intervenuto e mi ha vietato la visita, con una decisione dell’ultimo minuto. Da quel momento la sorveglianza è stata ancora più stretta, e spesso ho notato agenti in borghese proprio fuori dal Nadir.

Sto dando rilievo a questi eventi per dimostrare che per una persona che agisce pubblicamente (in quel periodo uscivo spesso per attacchinaggi, ho parlato a presentazioni librarie, e altro) ed è monitorata cosi da vicino (come gli stessi agenti hanno ammesso) sarebbe quasi impossibile prendere parte a quattro attacchi esplosivi. Sia la pista accusatoria che il senso comune implicano che ciò non può accadere. Inoltre, il giorno dell’invio del pacco incendiario a Chorianopoulos (1 Luglio 2013) io ero ad Atene per il colloquio a Koridallos. Il fatto che la mia custodia preventiva sia stata decisa senza lo straccio di una prova non mi sorprende, né dovrebbe sorprendere qualcun altro. Lo stato riconosce una guerra tra due parti e agisce di conseguenza, e noi dobbiamo essere consapevoli che esso conduce la guerra senza alcuna moralità. È l’altro lato che deve ancora capirlo. Io non voglio che il mio caso venga presentato come è stato fatto con altri, con prigionieri etichettati come “combattenti innocenti”. Mi riferisco ovviamente ai casi nei quali il cosiddetto movimento fa qualunque cosa necessaria per il rilascio di un compagno innocente, tralasciando chi ha rivendicato le proprie azioni ed è ostaggio dello stato.

Riguardo alle operazioni repressive dell’antiterrorismo contro lo squat Nadir, per me è chiaro che hanno un solo obiettivo. Cercare di abbattere il ponte che sta tra “pubblico” e “clandestino”. Negli ultimi anni, lo squat al quale ho preso parte si è occupato tra gli altri del caso della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, e ha chiaramente supportato la tendenza di una nuova anarchia, realizzando attività, dibattiti, presentazioni librarie, interviste e benefit, ospitando eventi in cui sono intervenuti i compagni prigionieri, verso una prospettiva di costanza insorgenza anarchica. Questo è anche il motivo perché questo squat anarchico è stato più di una volta bersaglio dei media, dei partiti e della polizia.

Squat, repressione e “anarchia formale”

Ultimamente la questione degli squat è stata in primo piano a causa delle operazioni repressive statali. Gli squat sono strutture-progetti che possono essere un valido strumento insurrezionale se usati in chiave offensiva. Se diventano un fine in se stessi, diventano laboratori di alienazione e sottocultura alternativa, relegando il “movimento” ad un livello di mediocrità. Gli squats sono le basi dell’operazione verso l’insorgenza, piuttosto che un posto dove “studenti” e “lavoratori” possono avere rifugio. È vergognoso e degradante rivendicare il proprio status di studente o lavoratore come identità ideologica. Gli occupanti non hanno bisogno di cercare di rassicurare la società se l’anarchia non è questo o quello, arrivando addirittura a offrire garanzie su “ciò che verrà dopo”. La verità è che la rivoluzione non garantisce nulla…

Inoltre, si può facilmente osservare l’insieme di anarco-detentori nello stesso movimento. Nessun anarco-paternalista dovrebbe poter utilizzare gli squat e le assemblee col fine di creare un circolo di persone da poter sfruttare alla prima occasione per creare un “bar del movimento”, o una cooperativa con clientela “anarchica”. Questo è il metodo favorito da altre persone, con altre esperienze. Questi pr anarco-paternalisti dovrebbero mettere da parte l’anarchia, e preoccuparsi seriamente delle pubbliche relazioni. L’anarchia può fare a meno di loro.

Negli ultimi anni il “movimento” ha avuto i peggiori rapporti con la nozione di solidarietà offensiva, preferendo divagare nella miseria delle assemblee affollate, andando negli auditorium universitari a piagnucolare sulla repressione. Come dato di fatto, nel caso degli squat è risaputo che alcuni “anarchici” hanno iniziato a svuotare i propri squat dopo che il ministro dell’ordine pubblico, Nikos Dendias, ha annunciato i primi mandati di sgombero.

Nel corso degli ultimi quattro anni, e dopo che i membri delle organizzazioni anarchiche principali dell’ultimo decennio (la Cospirazione delle Cellule di Fuoco e Lotta Rivoluzionaria) sono stati arrestati in Grecia, la maggioranza del “movimento” ha dimostrato la propria pochezza in modo incredibile. In verità, la gente del “contesto anarchico” ha rilasciato dichiarazioni di legittimità prendendo le distanze, o anche isolando, dalle formazioni armate. Finché quelli che si identificano col “movimento” penseranno in termini giuridici, finché le loro risposte saranno definite dalla repressione, finché cercheranno di separare la natura inscindibile della teoria e della pratica, sicuramente continueranno a perdere potenziale pericolosità, infrastrutture, e persone che partecipano… Alcuni anarchici atterrano su un terreno accidentato quando cadono dalla loro nuvola del “appello alla società” – persi nel sogno di una “rivoluzione popolare”, cosi come oggi il “movimento” dichiara mentre adotta la visione della sinistra con un pizzico di presunto antistatalismo, restando come un tipo di opposizione.

Contro questa parodia, la tendenza della nuova anarchia parla della diretta e costante insorgenza anarchica, della diffusione anarchica; del qui e ora; un’insurrezione senza compromessi o tregue. La nuova anarchia non offre garanzie o un accettabile ruolo sociale, ed è chiaramente lontana anni luce dalla codardia e della rigidità di un movimento anarchico/antiautoritario che ha a che fare solo con lo stile di vita.

I miei saluti agli indomiti combattenti del Negativo

Forza al compagno Andreas Tsavdaridis, ai membri della CCF e alle dozzine di cellule FAI-FRI

PS. Alcuni giorni fa, alcuni ignoti fratelli e sorelle della Cospirazione Internazionale per la Vendetta in Indonesia, e la Cellula Ryo/Cospirazione delle Cellule di Fuoco ci hanno dedicato i loro attacchi. Compagni, sappiate che i vostri gesti ci hanno dato grande forza.

RABBIA E CONSAPEVOLEZZA

Spyros Mandylas
Dikastiki Filaki Koridallou, A Pteryga, 18110 Koridallos, Atene, Grecia.

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