intervista a Kostas Gournas

INTERVISTA DEL SOCCORSO ROSSO INTERNAZIONALE A KOSTAS GOURNAS, PRIGIONIERO POLITICO, MEMBRO DELL’ORGANIZZAZIONE GRECA “LOTTA RIVOLUZIONARIA”.

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1) Che ci puoi dire sulla situazione generale attuale in Grecia?

Attualmente in Grecia è in corso la maggior crisi dai molteplici aspetti che il paese storicamente abbia visto in tempi di pace. Negli ultimi 5 anni e mezzo sono successi tali profondi sconvolgimenti che ci si potrebbe aspettare solo in tempi di guerra. La crisi finanziaria globale del 2008 ha portato la Grecia ad avere il primato rispetto alla crisi del debito in Europa e porre l’insolvenza selettiva come modello per far valere misure d’estrema austerità nell’eurozona. In nessun altro paese è stata imposta in così breve tempo una tal “terapia d’urto”, la quale ha prodotto tali disastrosi effetti per la società, come nemmeno durante i primi esperimenti della scuola neoliberista in America Latina. Provvedimenti che hanno devastato l’economia facendo sparire il 25% del Pil del paese, creando circa 2 milioni di disoccupati e costringendo la maggioranza della popolazione a una vita al di sotto del livello di sussistenza.

La società greca sta subendo una doppia insolvenza. Quella finanziaria si è sviluppata come segue: un enorme deficit fiscale del governo ha gonfiato i differenziali dei titoli di stato a 10 anni, così che lo stato greco non ha potuto coprire il debito. I diktat della Troika (FMI, UE e EIT) riguardanti il controllo dell’economia, non solo del paese, hanno aumentato il debito in modo tale da divenire insostenibile. Con il processo di ristrutturazione del debito (Private Sector Involvement – coinvolgimento del settore privato, ndt), l’esposizione degli istituti di credito esteri è stata sostituita da titoli greci che successivamente sono stati scaricati su chi aveva contratto nuovi mutui tramite gli istituti transnazionali EFSF (fondo europeo di stabilità finanziaria) e ESM (meccanismo europeo di stabilità), ovvero fondi salva-Stato.

La seconda insolvenza è politica. Sin dalla seconda metà del 2008 il sistema politico del paese dava segni di crollo. Il sistema del potere bipartitico che ha governato il paese per 35 anni si avvicinava alla fine del suo ciclo vitale. Il saccheggio della ricchezza sociale ad opera delle èlite economiche greche strettamente connesse con il potere politico, tramite l’assoluta corruzione di funzionari, ha portato la credibilità della classe politica al punto più basso. Per la prima volta alle elezioni del 2012 non è emerso un governo di maggioranza e i poteri tradizionali hanno governato pur avendo perso un’elevata percentuale del loro elettorato. Contemporaneamente si è verificata una forte crescita di voti per la sinistra istituzionale e per il partito d’estrema destra nazi (Alba Dorata, ndt).

Il governo emerso dalle elezioni del 2012 ha visto come forza di maggioranza il partito di destra Nuova Democrazia, guidato da un premier e il suo gabinetto di ultra-destra. Soggiogato dai diktat della Troika che ha prodotto sempre più distruzione al paese, il governo ha varato pesanti programmi di destra, portando feroci attacchi contro le lotte sociali e per il lavoro e contro i gruppi politici che hanno resistito all’assalto neoliberista. Questo orientamento tendeva a garantire la realizzazione “soft” dei Memorandum con repressione violenta e terrorismo, per mantenere un profilo di estrema destra, che destabilizzasse il monopolio del partito nazi, distogliendo i suoi votanti e, infine, per spingere chi contesta il potere da sinistra (SYRIZA) ad arretrare e adottare politiche più conservatrici.

Negli ultimi sei mesi, in cui la Grecia ha presieduto il Consiglio della UE, tutto ha ruotato sulle elezioni del 18 maggio e del 25 maggio, il governo è stato costretto a fare un passo indietro abbandonando temporaneamente le sue iniziative retoriche e legislative molto di destra contro i prigionieri politici, quando sono stati rivelati i diretti collegamenti esistenti con il partito nazi, e a concentrarsi nel promuovere un positivo progresso degli indicatori economici come un proprio successo. Tramite un’iniziativa elettorale guidata in modo coordinato per i paesi che adottano i memorandum, il Direttivo europeo ha presentato il successo dei programmi imposti alla Grecia ed ha emesso un titolo annuale coperto dai mercati. Questi sviluppi hanno puntato a presentare il governo come la sola opzione affidabile per il popolo greco.

Prevale la stagnazione a livello sociale e cinematico. Un effetto di questa crisi è il crollo psicologico della società. Disperazione e pessimismo hanno assestato dei colpi a ogni dinamica politica e sociale dal basso. Le profonde trasformazioni in corso hanno creato una particolare “situazione di limbo”. Qualunque speranza che un regime di sinistra possa cambiare le cose è destinata a svanire in anticipo e questo è divenuto coscienza comune. Lo strato sociale che spera in un governo di sinistra vuole solo evitare il peggio piuttosto che sperare di migliorare la qualità della sua vita. Nel frattempo l’estrema destra sembra rafforzarsi significativamente pur essendo i dirigenti del partito nazi perseguiti dal governo, e viene dimostrato ancora una volta che storicamente in tempi di crisi la società prende una svolta conservatrice.

Il più vasto movimento radicale sembra essere incapace di comprendere la profondità della crisi e dello sconvolgimento sociale attorno ad essa. Avendo perso importanti e tradizionali strumenti di lotta a causa della repressione, sta cercando di scoprire la sua identità politica per trovare la propria collocazione in questa trasformazione. È il momento in cui si deve riscoprire tutto di nuovo daccapo per concepire nuovi strumenti di lotta che rapportandosi ai vecchi permetteranno il rovesciamento dei rapporti di forza a noi sfavorevoli.

 

2) Qual è il contesto più generale di questo progetto “Guantanamo”?

Il disegno di legge per la realizzazione di carceri di massima sicurezza e il progetto di inasprimento delle condizioni detentive sono parte dell’intensificarsi dello stato di emergenza, imposto sottoponendo il paese al controllo della Troika. In tal senso si inserisce anche lo sforzo continuo da parte dello Stato greco per creare una situazione di eccezione contro i prigionieri politici. Segue esattamente l’applicazione dei programmi di estrema destra del governo. Al centro del disegno di legge sta lo sterminio dei prigionieri politici nel momento in cui si abbia una ripresa della guerra di guerriglia urbana.

Le stesse condizioni si è tentato d’imporre nel 2002 dopo gli arresti del gruppo “17 Novembre” e anche dopo, alla fine dei processi ai suoi militanti, quando sono stati trasferiti in una sezione d’isolamento speciale. Misura adottata per parecchi mesi e interrotta con scioperi della fame e mobilitazioni solidali. Dieci anni fa nessun consenso sociale avrebbe legittimato tale programma. La Grecia non aveva spazio per “celle bianche”. La grande mobilitazione contro la loro adozione è stata molto importante e, collegata alle azioni militanti, ha bloccato il progetto.

 

3) Non è il primo tentativo di imporre le carceri di massima sicurezza; perchè non ci erano riusciti la prima volta?

Lotte contro il disegno di legge promosso dal governo sono partite in origine dai prigionieri politici, con la partecipazione di molti altri in varie carceri del paese, durante i due ultimi mesi. Dall’annuncio del disegno di legge ad oggi, quando il processo legislativo ha rallentato per la tornata elettorale, c’è stata una guerra di trincea in previsione degli sviluppi. Certamente ci occorrerà una sostanziale campagna di lunga durata da parte dei prigionieri e dei gruppi della solidarietà, per impedire l’applicazione di queste leggi, che il governo considera una scelta strategica.

 

4) La resistenza comincia a muoversi … quali sono i progetti?

La Grecia ha una lunga e importante tradizione riguardo alla lotta armata. Questo fenomeno particolare nel continente europeo, che continua ad alimentare chi resiste, ha molto a che fare con la legittimazione sociale di cui gode. Da un lato sussistono ragioni che producono queste espressioni di resistenza, specialmente nelle condizioni della crisi attuale, dall’altro non ci sono segnali di disapprovazione da parte del popolo greco.

 

5) Come può la solidarietà internazionale divenire un’arma in questa lotta?

La crisi in Grecia ha contribuito a imporre il regime di quarantena sui prigionieri politici già in vigore in molti paesi europei. I capi della UE vogliono presentare il popolo greco come cittadini modello, fedeli alle politiche d’austerità neoliberista per terrorizzare altri paesi-membri. Perciò, per il movimento e il popolo greco si tratta di una sfida e di organizzare la resistenza a questa violenza. La solidarietà rivoluzionaria internazionale è un legame essenziale nella lotta contro il nuovo disegno di legge sulle prigioni. È importante pubblicizzare quanto più possibile questa lotta e far pressione sullo Stato greco. Al momento gli sviluppi in Grecia sono ancora alla ribalta nel mondo perché mettono a repentaglio il futuro dell’eurozona. Per i rivoluzionari nel mondo si crea una possibilità per rafforzare questa prospettiva, approfittando della situazione mutevole nel nostro paese.

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Giugno 2014

Kostas Gournas

Carcere di Korydallos, Atene, Grecia.