Distruggiamo la macchina, ciclo d’incontri sulla critica alla societa’ tecno-industriale

LA CIVILIZZAZIONE CI HA CONDOTTO AD UNA SOCIETÀ ALTAMENTE EVOLUTA ED IN CONTINUA ESPANSIONE, MA IN COSA CONSISTE QUESTA CIVILIZZAZIONE?
In strutture sociali gerarchiche ed autoritarie, congestione in città velenose, colonizzazione di territori e sterminio dei popoli tribali, guerre di dominazione, costrizione ne l’unico modello sovraproduzione/consumo, distruzione degli ecosistemi terrestri e marini, ingiustizie, disuguaglianze, depressioni e nevrosi sociali.

LA TECNOLOGIA COME GRAN PARTE DELLA NOSTRA CIVILTÀ È UN BENE UNIVERSALE A BENEFICIO DI TUTTI?
La tecnologia non è mai neutrale ma strumento ne e mani del potere e del profitto. Essa entra ne e nostre esistenze, le trasforma. Quello che ci può apparire come un beneficio o una necessità è in realtà un bisogno indotto, totalitario e repressivo. Una popolazione eccessivamente tecnologizzata costruisce da sola il proprio carcere fatto di strumenti di controllo.

L’ UTILIZZO DI ENERGIE “VERDI” RISOLVE IL PROBLEMA?
Mantenendo inalterato l’attuale sistema socio-economico anche le pubblicizzate fonti rinnovabili non fermerebbero la devastazione dei territori né l’aggressione a e popolazioni a cui assistiamo giorno dopo giorno. I nostri problemi ecologici provengono dai nostri problemi sociali.

LE LOTTE RIFORMISTE SALVERANNO IL MONDO IN CUI VIVIAMO?
Le lotte di delega che cercano di addolcire le devastazioni e lo sfruttamento senza pensare un reale cambio dei desideri e de e necessità umane, saranno sempre facilmente recuperate da un sistema che mostra il suo lato gentile e che continua la sua opera micidiale tesa a sfruttare gli umani e la natura. Il futuro sta ne e nostre mani, la preoccupazione va tradotta in lotta. Individuare i problemi del territorio e pensare le soluzioni con l’autorganizzazione e la diffusione di una vera resistenza, evitando di delegarle a falsi oppositori e agli stessi che i problemi li hanno generati.

È QUESTO L’ UNICO MODO DI VIVERE DI CUI SIAMO CAPACI?
Quello che vogliamo è una società liberata dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla natura, liberata dal lavoro nel senso di liberazione dalla schiavitù del salario. Finché prevarrà questo stile di vita alienante e oppressivo e la riproduzione interminabile delle gerarchie e del potere non conosceremo mai il significato di una vita autentica.

Sfregio gagliardo a Pontida

Ieri mattina all’alba è stato un traumatico risveglio per la terra padana. Nella notte profanato da mano ignota e scaltra il “Sacro Suolo della Libertà”, come il Senatur, seppure con le evidenti difficoltà espressive, ama definire il terreno di Pontida. Un brutto risveglio per chi, gettando l’occhio sul prato del raduno fondativo, ha scoperto alla mattina la gagliarda correzione: al posto del ben noto slogan “padroni a casa nostra” un ben più adatto alle circostanze “ladroni a casa nostra”. Quella grande scritta, su quella grande murata che ogni anno accoglie il popolo piadino per il consueto raduno, è ora uno sfregio vergognoso.
Il nostro pensiero va (ovvero il nostro “va pensiero”) alla vicenda che vede indagato l’amico Boni per un giro di allegre tangenti, ma anche ai conti off shore in Tanzania e al fallimento della banca padana “CrediEuroNord”, con cui i risparmi della base leghista si sono volatilizzati. Anche il prato di Pontida è patrimonio comune del Carroccio, visto che la Lega Nord ne sollecitò l’acquisto attravverso i cosiddetti BTP, che significa Buoni Terreno Pontida (sembra uno scherzo ma è vero). Anche in quel caso fu una catastrofe economica, in cui fu provvidenziale l’intervento di salvataggio del “buon” banchiere-faccendiere Fiorani.
Insomma, che dire.. Buona Padania a tutti e tutte!