Marco Camenisch: E la controinformazione negata a Locarno

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Ricevo da Marco e diffondo:

Notizie teletext TV regionale Ticino-Grigioni del 28/02/2013

Camenisch, niente stand a Locarno

Il Municipio di Locarno non ha dato il permesso di posa di uno stand informativo chiesto dal Circolo Carlo Vanza (CCC) per sollecitare la scarcerazione dell’ecoterrorista Marco Camenich.

Il valposchiavino, che ha ormai scontato i due terzi della pena ed è disponibile ad accettare “percorsi di risocializzazione” ai fini di una sua liberazione, sarebbe oggetto di un accanimento repressivo della giustizia zurighese, si legge nella nota del CCC.

Camenisch si rifiuta tuttavia di rinnegare le proprie convinzioni politiche, motivazione questa per il rigetto della liberazione condizionale.

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Le/i compas del Circolo Carlo Vanza hanno inoltrato questa richiesta per il 5.2.2013 e su negazione sbirresca richiesto ordine scritto che hanno ricevuto in questi giorni con la motivazione per questioni di “ordine pubblico”. Più che palese il pretesto del comune, organico al regime democratico, per oscurare al pubblico delle informazioni scomode sulla repressione contro il dissenso radicale.

Tuttavia è, di nuovo, da riconoscere gratamente l’intelligenza ed il merito repressivo del regime, ora nelle vesti del comune di Locarno, nel fornire, oltre ad un’ottima lezione civica sulla natura dello Stato, un’eccellente risonanza alla controinformazione che intende sopprimere.

Un caloroso abbraccio solidale e rivoluzionario alle/ai compas del CCV ed a tuttx i/le solidali!!!

Marco Camenisch, lager Lenzburg, 28 febbraio 2013

Prigioni greche: Dichiarazione congiunta di prigionieri del carcere di Koridallos

Oggi, 29 Marzo, noi i prigionieri del primo braccio del carcere maschile di Koridallos rifiutiamo di entrare nelle celle a mezzogiorno come un minimo segno di protesta contro l’invasione in stile militare dell’unità repressive speciali antiterrorismo (Ekam) che hanno condotto ispezioni a sorpresa e perquisizioni nella notte del 28 Marzo fino alle prime ore del mattino.

Se la polizia greca vuole fare un colpo di stato nelle carceri picchiando e torturando i detenuti, dovrebbe sapere che questa provocazione non rimarrà senza risposta.

Allo stesso tempo, il ministero della “Giustizia” attraverso il suo attuale capo Antonis Roupakiotis, e sotto gli ordini del ministro dell’Ordine Pubblico Nikos Dendias, promuove legislazioni fasciste contro di noi, che includono normative in materia di limitazione del nostro diritto ai giorni di congedo dal carcere e l’introduzione dell’uso di braccialetti elettronici di rilevamento per i detenuti. Incontreranno la nostra opposizione combattiva laddove ci si ritiene necessario, al di fuori delle celle, nei corridoi, sui tetti.

Risponderemo alla violenza dei sbirri con la violenza della dignità.

Per quanto riguarda la fuga di 11 prigionieri dal carcere di Trikala (il 22 Marzo, 2013): nessuna legge o istituzione possa impedire l’inalienabile diritto dei detenuti alla loro libertà. Buona fortuna ai fuggitivi.

Forza e solidarietà a tutti i prigionieri di Trikala che sono stati picchiati dalla polizia.

Prigionieri del 1° braccio del carcere maschile di Koridallos

(Dichiarazione co-firmata da 350 detenuti)

Prigionieri – Sulla sezione per anarchici nel carcere di Ferrara

Riceviamo e diffondiamo un breve resoconto del prigioniero anarchico Giuseppe Lo Turco sulle condizioni detentive del carcere di Ferrara:

Pare che i giornali avessero già preannunciato il nostro arrivo, con relativo mugugno delle guardie.

In tutto ci sono sei celle. Al momento non c’è neanche il frigo. Non esistono spazi comuni, eccetto un cortile di circa 12×6 m. Quindi, se non vai all’aria, te ne resti in cella. Assente ogni minima forma di palestra o attrezzatura. Solite due o tre battiture al giorno e frequenti perquisizioni in cella. Ovviamente impossibile ogni contatto con altri detenuti. Anche se non la chiamano sezione Alta Sicurezza 2, chiaramente lo è a tutti gli effetti.

Così almeno tutti si possono fare un’idea della situazione.

Peppe

Per scrivere ai compagni anarchici prigionieri a Ferrara:

Sergio Maria Stefani,
Stefano Gabriele Fosco,
Alessandro Settepani
Giuseppe Lo Turco
Nicola Gai
Alfredo  Cospito
C.C. Via Arginone, 327
44122 Ferrara

Prigionieri – Aggiornamenti su Madda e sentenza processo

Riceviamo e diffondiamo alcuni aggiornamenti su Madda:

18 marzo. Oggi c’è stata l’udienza definitiva di 1° grado del processo contro la compagna Madda che è stata condannata ad 1 anno e 4 mesi di reclusione dopo la richiesta di 3 anni fatta dal pm.
L’ avvocato adesso rifarà la richiesta di scarcerazione e, visto che Madda ha già passato quasi 9 mesi in carcere (la maggior parte del tempo in isolamento punitivo per gesti di solidarietà verso altre detenute, atti di resistenza contro le guardie e per il suo rifiuto e disprezzo verso il carcere e il mondo che lo produce), c’è la possibilità che le vengano dati i domiciliari o, purtroppo opzione remota, che venga scarcerata. Intanto il 27 marzo si terrà il riesame del tribunale della “libertà” riguardo alla sua scarcerazione.
Eravamo presenti all’udienza e, nonostante i tentativi delle guardie di impedirci contatti con la compagna, siamo riusciti a salutarla ed esprimerle solidarietà.

Nessuna denuncia, condanna o punizione assopirà mai la nostra voglia di lottare e distruggere qualsiasi tipo di sfruttamento e oppressione, niente spegnerà mai la nostra voglia di libertà!

Solidarietà per Madda!
Libertà per tutti/e!
Delle galere solo macerie!

Il contatto per sostenere la compagna:

Maddalena Calore
CC di Agrigento
Contrada Petrusa
P.zza P. di Lorenzo 4
92100 Agrigento

Cassa Antirepressione Sud

Grecia: Aggiornamenti sulla condizione di salute di Panagiotis Argirou

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Lunedi ‘, 11 marzo il compagno anarchico membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, Panagiotis Argirou, è stato trasferito dall’ospedale generale di Nikaia all’ospedale della prigione di Koridallos. Il suo trasferimento è stato effettuato perchè il suo stato di salute è molto migliorato.

Panagiotis ha ormai pienamente recuperato dal suo infortunio grave e ha parlato con i suoi compagni al telefono. Rimarrà sotto cura dell’ospedale del carcere Koridallos per farlo riprendere del tutto dopo che a causa di suoi due mesi di ricovero in ospedale e la durata del tempo in cui era sotto sedativo ha problemi di mobilità. Per ora, si sta riprendendo e “divide” la stessa cella con il suo amico Spyros Dravilas , che sta bene dopo lo sciopero della fame concluso con successo.

Sappiamo che non abbiamo fornito aggiornamenti sulla condizione di salute di Panagiotis per lungo tempo, ma questo non è stato fatto a caso: ogni volta che abbiamo pubblicato notizie positive sulla salute del compagno, le forze dell’anti-terrorismo forza e le guardie armate esterne che controllavano il compagno mettevano  sotto pressione il personale dell’ospedale per consentire l’immediato trasferimento di Panagiotis al carcere per «motivi di sicurezza»(il suo fascicolo portava l’indicazione’ pericoloso di fuga ‘).

Un grande grazie a tutti i compagni e gli amici che sono stati interessati a Panagiotis, e che hanno inviato lettere, donazioni di sangue, e sostenuto la O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Infine, un abbraccio di fuoco ai fratelli e le sorelle della cellula Argirou / International Conspiracy for Revenge / FRI-FAI dall’Indonesia, nonché la Cellula Insurrezionale Anti- Autoritaria Panagiotis Argirou/ FAI-Ven dal Cile, che hanno fatto della solidarietà tra gli anarchici una prassi attraverso i loro attacchi incendiari.

 

Solidali con la O.R. CCF

fonte

Prigionieri – Solidarietà per Sergio

riceviamo e diffondiamo:

SOLIDARIETA’ PER SERGIO

Da più di 40 giorni un compagno molto determinato è in sciopero della fame per ottenere i colloqui con la sua compagna. All’interno di un carcere è chiaramente più difficile che fuori far sentire la propria voce per ottenere le proprie rivendicazioni, ancora di più in una sezione AS2, creata apposta per confinare chi si batte contro questo mondo infame ed evitare che si organizzi con tutti gli altri detenuti per creare delle lotte all’interno di una prigione. Una delle poche forme di scontro che restano ai ribelli in regime Alta Sicurezza è utilizzare il proprio corpo come campo di battaglia, la rinuncia al cibo come mossa per mettere in crisi l’avversario e sperare che ceda. Continue reading