[Fi] Corteo contro il terrore di Stato

Il 16 aprile, presso l’Aula Bunker di Firenze, il GUP Michele
Barillaro
deciderà se rinviare a giudizio 19 anarchici per "associazione
sovversiva
con finalità di terrorismo". Un’inchiesta che ruota attorno a una serie
di
azioni dimostrative, cortei non autorizzati e occupazioni di edifici,
che
nel novembre del 2007 portò allo sgombero dell’Asilo Occupato, di Villa
Panico (poi rioccupata) e a diverse perquisizioni domiciliari.

A questo ennesimo tentativo di zittire e reprimere, risponderemo
denunciando con forza il terrore di Stato, in tutte le sue forme.

anarchici

FIRENZE, SABATO 10 APRILE

CORTEO CONTRO LA SICUREZZA DEI PADRONI,
IL CONTROLLO SOCIALE, IL TERRORE DI STATO

Concentramento in Piazza della Repubblica ore 15
(il luogo del concentramento è a due passi dalla Stazione di Santa Maria
Novella)

Seguiranno aggiornamenti e il manifesto del corteo

Scarica
il volantino (doppio)

Omicidi di stato – Archiviata la nuova inchiesta sulla morte di Marcello Lonzi

da "bello come una prigione che brucia" [trasmissione di radio
Blackout]

Apprendiamo da Maria, madre di Marcello,
che la procura di Livorno ha scelto di archiviare l’indagine sulla morte
del figlio conseguente al pestaggio subito nel luglio 2003 in una cella
del carcere delle Sughere di Livorno. Un’archiviazione di cui la madre è
venuta a conoscenza in seguito alle telefonate di alcuni giornalisti,
un’archiviazione che, quanto le altre mosse della procura di Livorno, è
funzionale alla prescrizione di eventuali reati imputabili agli aguzzini
in divisa che hanno massacrato e ucciso Marcello.

La lotta per la verità sulla morte di Marcello Lonzi non è una
sterile causa da tribunale, è una lotta sociale che non può essere
fermata dalle scadenze o dai dictat degli ingranaggi della stessa
"giustizia" che ha macinato la vita di Marcello. E’ una lotta contro gli
omicidi di stato, contro l’ipocrisia di un capitalismo autoritario che
costantemente uccide attraverso una facoltà di condannare a morte a
discrezione dei suoi vari piccoli servi in divisa, per poi farsi
promotore di campagne contro la pena di morte in sedi internazionali.

In Italia esiste la pena di morte. Un’esecuzione non inflitta da un
tribunale, ma dalla libera iniziativa di un qualunque membro delle forze
dell’ordine. Un’esecuzione per la quale non esistono appelli o ricorsi,
perchè avviene, per la maggioranza dei casi, nei luoghi dell’esclusione
o della segregazione: nelle carceri, nelle camere di sicurezza delle
questure, negli stanzini delle caserme dei carabinieri.
Per questo, oggi più che mai, è importante portare il contrasto a queste
pratiche fuori dai tribunali, fuori dai luoghi del privilegio e
dell’autoassoluzione dello stato.

Per Marcello, contro tutti gli omicidi di stato e la violenza del
regime democratico

Livorno: No al rigassificatore!

volantino che sarà distribuito dal
collettivo anarchico libertario domani al corteo contro il
rigassificatore

 

 

NO AL
SACCHEGGIO – NO ALLO
SFRUTTAMENTO

NO AL RIGASSIFICATORE

 

Saccheggio dei territori a danno della
salute di tutti, sfruttamento dei lavoratori, repressione nei
confronti di chi lotta. Così governi e padroni mantengono il potere
e si assicurano profitti.

Il rigassificatore offshore che è in
costruzione tra Livorno e Pisa, sarà un ulteriore atto di saccheggio
e di sfruttamento. Viviamo in un’area avvelenata, dove numerosi
impianti industriali costituiscono un costante pericolo per la salute
della popolazione. Viviamo in un’area in piena emergenza sociale,
economica ed abitativa: cresce il numero dei cassintegrati, dei
disoccupati, cresce lo sfruttamento nei confronti delle lavoratrici e
dei lavoratori, sia nativi che migranti.

In questo contesto affaristi ed
amministrazioni locali, con il ricatto dello sviluppo, del lavoro,
della crescita economica, cercano di arraffare quanto possono. La
centrale a biomasse, lo sviluppo dell’industria e della ricerca
bellica, le enormi speculazioni edilizie, sono altri tasselli di
questo quadro. La lotta contro il rigassificatore ha avuto un certo
ruolo nel portare l’attenzione su questo tipo di dinamiche, è
importante quindi adesso continuare ad opporsi senza compromessi alla
costruzione di questo impianto.

Attraverso la lotta e l’azione diretta,
rifiutando di delegare attraverso il voto qualsiasi gestione del
territorio, è possibile far crollare i disegni di chi sulla nostra
pelle governa e fa profitti.

 

AUTOGESTIONE!

 

Collettivo Anarchico Libertario

Firenze – Udienza per associazione sovversiva

Ci siamo. Il 16 aprile prossimo, il gip michele barillaro deciderà se
rinviare a giudizio 19 compagni dell’area anarchica fiorentina,
accusati di una serie di piccoli reati (in particolare un’interruzione
di pubblico servizio, l’occupazione del Panico anarchico di Piazza
Ghiberti e alcuni scritte sui seggi delle primarie PD) tenuti insieme
dal reato di
associazione sovversiva con finalità di terrorismo ed eversione (il
famigerato 270 bis). L’inchiesta ha preso le mosse dalla perquisizione e
sgombero di Villa Panico (poi rioccupata) e dell’Asilo Occupato di via
Bolognese, nel novembre 2007. Comandava le operazioni un certo Alfredo
Pinto, allora capo della Digos e…coniugato con la PM Angela
Pietroiusti, firmataria di questa e altre indagini contro anarchici (in
particolare
contro i compagni pisani di via del Cuore).

Due novità di rilievo: il procuratore capo di Firenze, Giuseppe
Quattrocchi, affiancherà Angela Pietroiusti nella pubblica accusa (forse
per sopperire alla sua nota incapacità); l’ex assessore di polizia
Graziano Cioni (quello dell’ordinanza contro i lavavetri) si è
costituito parte civile, irritato per il suo prestigio di tirannello di
provincia,
intaccato, a suo tempo, dalla rabbiosa ironia dei sovversivi.

I giornali come al solito fanno la loro parte. Tempestivamente
informati da giudici e sbirri, Quotidiano Nazionale e Repubblica hanno
immediatamente riportato i deliri giudiziari della repressione, sotto il
marchio infamante del "terrorismo". Come sempre, glielo rispediremo al
mittente. Se pensano di pronunciare l’ultima parola su questa misera
vicenda nei loro tribunali e dalle loro fetide colonne, si sbagliano di
grosso. Diremo presto la nostra, con le parole e con i fatti.

anarchici e antiautoritari

PS per una magggiore comprensione di questa vicenda leggi l’opuscolo "Per farla finita con i fantasmi" e "Da
chi e per chi lotta contro la repressione
", entrambi scaricabili qui

Cie | Urgente – La deportazione di Joy è prevista per giovedì 18 marzo

riceviamo e diffondiamo:

Aggiornamento 17 marzo. Questa mattina un funzionario dell’Ambasciata nigeriana ha “fatto visita” a Joy
e le ha annunciato che sarà deportata domani mattina, con un volo che
arriverà apposta da Londra. Abbiamo contattato per l’ambasciata
nigeriana di Roma, ma ci è sembrato che la funzionaria con la quale
abbiamo parlato non si sia resa ben conto della gravità di questa
deportazione. Vi lasciamo qui sotto i numeri contatti, prova e riprova
magari si convince…

Ambasciata Nigeria – Roma, via Orazio 14
Email: nigerian.rome@iol.it

* * * * * *

LA POLIZIA STUPRA… LA QUESTURA DEPORTA!!

Luglio 2009: Joy, una ragazza nigeriana rinchiusa nel centro di
identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano, subisce un
tentativo di stupro da parte dell’ispettore capo di polizia Vittorio
Addesso.
La sua determinazione e quella della sua compagna di stanza, Hellen, riescono ad allontanare l’uomo.

Agosto: scoppia una rivolta nel CIE, a cui partecipano tutti i
detenuti. Vengono arrestati nove uomini e cinque donne. Tra queste
anche Joy ed Hellen, dopo essere state umiliate e picchiate dal solerte
aguzzino e stupratore Addesso.
Dopo sei mesi di carcere, e la deposizione della denuncia per tentato
stupro da parte di Joy, tutte le ragazze vengono rinchiuse un’altra
volta in un CIE, in attesa del rimpatrio coatto verso i paesi d’origine.

Il 15 marzo Joy ・stata trasferita dal CIE di Modena a quello di
Ponte Galeria a Roma, insieme a molte altre donne nigeriane. Ieri il
console nigeriano ・entrato nel CIE per identificare una decina di
ragazze. Sappiamo bene cosa significa questo: l’espulsione a brevissimo
termine. Domani tornerà per finire il loro lavoro mercenario,
identificazione e espulsione in cambio di soldi.
Entro un paio di giorni le vogliono espellere tutte: una vera e propria deportazione di massa.

Già da giorni giravano voci riguardo alle pressioni da parte della
questura di Milano perché Joy venisse espulsa. Pur di proteggere
Vittorio Addesso, i suoi colleghi sono disposti ad agire nelle maniere
più vili.

Come il 25 novembre scorso quando, manganelli alla mano, hanno più
volte caricato,un presidio di donne che volantinavano alla stazione
Cadorna di Milano per denunciare che i CIE sono luoghi di tortura per
tutti i reclusi, e che se i reclusi sono donne tortura vuole dire anche
abusi sessuali da parte dei guardiani.

O come quando, nella notte fra l’11 e il 12 febbraio, la questura ha
deciso di far “sparire” le cinque ragazze dalle carceri in cui erano
rinchiuse per riportarle nei CIE, solo per non far loro incontrare i
numerosi solidali che già dalla mattina attendevano la loro
scarcerazione.

Oggi la questura spinge per l’espulsione di Joy; e con lei si libera
anche di quella fastidiosa denuncia che porterebbe alla luce tutte le
nefandezze che ogni giorno avvengono, con l’avvallo e la complicità di
polizia e croce rossa, in questi moderni lager per immigrati chiamati
CIE.

La storia di joy ci dimostra come gli apparati repressivi e di
controllo dello stato esigano soprattutto che i ricatti sessuali che
ogni donna e trans subisce dentro i CIE rimangano taciuti.
La forza che hanno dimostrato Hellen e Joy fa paura, perché è la forza
che smaschera la verità di quello che accade dentro le mura di quei
lager per migranti. Gli aguzzini che li controllano stanno facendo di
tutto per impedire che questo precedente apra un varco o una breccia in
quelle mura.

Che nessuno/a ci venga più a dire che in Italia ci sono leggi contro
la violenza sessuale e lo stalking e che è necessario denunciare.
Chiunque ancora lo pensa, da oggi in poi si ricordi bene questo: le
forze dell’ordine hanno licenza di stuprare, anche grazie alle
coperture di cui godono e grazie a un apparato istituzionale connivente.

I cie sono luoghi di tortura fisica e psicologica per tutti i
reclusi. Dove le persone vengono picchiate, costrette a prendere
psicofarmaci, private della loro libertà solo perchè non provviste di
un regolare pezzo di carta chiamato permesso di soggiorno; e dove le
donne subiscono continue molestie sessuali fatte di battute sessiste,
sguardi obliqui delle guardie uomini, fino ai veri e propri tentativi
di stupro.
Nessuna pace per chi stupra e molesta le donne e con chi gestisce
questi CIE,tanto più se lo fa forte della divisa che indossa e delle
connivenze di cui gode!!!

Pistoia – Basta morti sul lavoro!

Nuovamente il lavoro torna a uccidere, stamani un lavoratore è morto schiacciato da un carrello in un vivaio.
Certamente sentiremo parlare di faltalità, disgrazia, sicuramente la responsabilità verrà fatta ricadere sui lavoratori stessi, meglio ancora su quello morto: “non doveva trovarsi li”. Sicuramente nessuno, nemmeno i sindacati, diranno quella che però è una verità incontrovertibile, che a uccidere sono i carichi di lavoro massacranti cui spessissimo sono soggetti i lavoratori, costretti a turni estenuanti, a caricare oltre l’inverosimile camion e trattori per diminuire i tempi lavorativi e massimizzare il profitto; in questo contesto “l’errore umano” è non solo una possibilità, ma una certezza.
Basta morti sul lavoro, basta lacrime di coccodrillo!

 Rete Antifascista Pistoiese.

 

 

 

 

FI – VENERDI’ 19 PRESIDIO ANTIELETTORALE E CONTRO I C.I.E.

A FIRENZE DALLE 17 IN P.ZZA SANT’AMBROGIO

 

Continue violenze, abusi,
maltrattamenti. Questa è la quotidianità di chi è internato in un
Centro di Identificazione ed Espulsione (C.I.E.), in uno dei 12 campi
di prigionia per migranti senza documenti che sono attivi in Italia.
Sono ormai moltissime le testimonianze e frequenti sono le notizie di
scioperi della fame, proteste e rivolte all’interno di queste
strutture.

I C.I.E. nascono come Centri di
Permanenza Temporanea (C.P.T.) nel 1998, con la legge
Turco-Napolitano durante il governo D’Alema. Fin da subito si
caratterizzano per la funzione di lager per clandestini, che negli
anni resterà immutato. Dall’estate 2008 all’estate 2009, l’attuale
governo ha sfornato nuove norme sulla sicurezza, trasformando, tra le
altre cose, i C.P.T. in C.I.E., ed ha innalzato fino a 180 giorni il
limite massimo di detenzione. Con queste nuove leggi inoltre, si
istituisce il reato di clandestinità e si apre la strada ad una vera
e propria stretta repressiva che non colpisce solo chi lotta, ma
tutti gli sfruttati.

Strutture come i C.I.E. sono proprio
questo: hanno una chiara funzione repressiva come strumenti per
rendere ancora più ricattabile la massa di sfruttati di origine
straniera.

Uno di questi centri, ha dichiarato il
Ministro degli Interni Maroni, sarà costruito anche in Toscana entro
il 2010. Le decisioni vere e proprie saranno prese, pare, subito dopo
le elezioni regionali, con la nuova giunta. Intanto quello della
costruzione di un C.I.E in Toscana è divenuto uno dei temi della
campagna elettorale ed oltre alla ovvia posizione favorevole del PDL,
si è chiarita anche la posizione della sinistra istituzionale.

Sinistra e Libertà, Rifondazione
Comunista, Verdi, Italia dei Valori e coloro che appoggiano il
candidato del PD Enrico Rossi, sostengono infatti la costruzione di
C.I.E. piccoli e volti all’integrazione. Una posizione di pura
facciata, visto che i C.I.E. devono seguire le leggi nazionali e non
possono avere una funzione diversa da quella stabilita dal governo.
Ma anche una posizione che chiarisce da che parte stiano certe forze
politiche. Non possono infatti esistere dei C.I.E. “umani”, sono
strutture disumane, rispetto alla quali si può solo prendere una
posizione chiara e netta. Non ci sono sfumature possibili.

Queste posizioni confermano
l’importanza dell’astensionismo, del rifiuto del voto e della delega.
Solo attraverso la lotta e l’azione diretta è possibile incidere
sulla realtà, solo con la lotta è possibile fermare la costruzione
di un C.I.E. In Toscana e chiudere tutti gli altri lager già
presenti sul territorio.

 

Saremo in Piazza Sant’Ambrogio a
Firenze, venerdì 19 marzo, dalle ore 17.

Sono invitate a partecipare tutte le
realtà che lottano contro i C.I.E. Senza compromessi.

 

Anarchici Toscani

 

 

[Fi] Cena benefit indagati

wow!
torna la bruca (era da luglio che non), cena popolare vegana
mensile e riottosa il terzo lunedì del mese alla Riottosa Galluzzo, Firenze ore 21

^lunedì 15 marzo benefit Ale e Sergio arrestati a Luglio e ancora prigionieri con l’accusa di "associazione sovversiva"

Torino – Otto reclusi evadono dal C.I.E

onte: indymedia piemonte

Confermata da più parti la notizia della fuga di otto immigrati dal CIE di Torino, avvenuta nella notte tra giovedi e venerdi.

Ci sono versioni discordanti. Sembra che ci abbiano provato in
dieci, ma due siano stati beccati ancor prima di riuscire a valicare il
muro.

Splendida notizia che deve dare coraggio alle lotte dentro e fuori questi lager

FUOCO AI C.I.E.!

Contestata l’apertura del salone dell’immobiliare a Firenze

 
Insolita inaugurazione per il salone dell’immobiliare a Firenze

a tutti gli organi di informazione Firenze 11-3-2010*
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*CONTESTATA L’APERTURA DELLA VETRINA IMMOBILIARE*
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*Insolita inaugurazione della mostra mercato del "mattone fiorentino" in programma da oggi sino a domenica 14 marzo al Teatro "Saschall" a Firenze.
una cinquantina di compagne e compagni del movimento di lotta per la casa, dei collettivi unibversitari, del CSA next emerson hanno DISTURBATO dapprima esternamente poi internamente (tramite un corteo) le schifezze del mercato della compravendita di un mercato immobiliare che parla il limguaggio del saccheggio e della devastazione del territorio. Tutto questo mentre tre sfratti al giorno sono il corollario imposto nella città della merce.*
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*L’arrivo di decine di poliziotti, in borghese e in divisa, e il successivo fermo di una quarantina di persone non fermano la protesta contro le tante mafie esistenti el terriotorio fiorentino.*
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*LA CASA E’ UN DIRITTO NON UNA MERCE !!!*
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*MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA – "ABITARE NELLA CRISI"*
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*Venerdì 12 marzo ORE 10 – VIA CAVOUR PRESIDIO DEGLI INQUILINI OCCUPANTI DELLE CASE POPOLARI*
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* 12-13-14 MARZO CSA NEXT EMERSON, VIA DI BELLAGIO – VIALE MATTEOTTI 15 INCONTRO NAZIONALE DEI MOVIMENTI PER IL DIRITTO ALL’ABITARE*

Related Link: http://www.abitarenellacrisi.noblogs.org


NIZIATIVA NON PREAVVISATA DEL MOVIMENTO LOTTA PER LA CASA E DI ALCUNI ANARCHICI AL SASCHALL
25 persone non identificate saranno denunciate per furto e manifestazione non preavvisata
Nel primo pomeriggio circa 25 persone appartenenti al Movimento “Lotta
per la Casa”, affiancati da alcuni esponenti dell’area anarchica
locale, hanno improvvisato una iniziativa di protesta presso il
Saschall, dove è in programma l’iniziativa “La prima fiera immobiliare
di Firenze”. I manifestanti, dopo aver scandito alcuni slogan contro
l’evento, hanno sottratto uno striscione allestito dagli organizzatori
del Saschall per pubblicizzare la Fiera, per poi esporre tre striscioni
di protesta, recanti le scritte “La casa è un diritto ad abitare nella
crisi. Noblogs Org.”; “La casa è un diritto non unanime”; “A voi le
tangenti a noi gli sgomberi” e “Speculatori giù le mani da Firenze”.
Sul posto sono intervenuti in breve tempo equipaggi della Digos, delle
Volanti della Questura e dell’VIII Reparto Mobile. Tutti i manifestanti
sono stati identificati e saranno denunciati per furto e manifestazione
non preavvisata. Lo striscione sottratto, del valore di 500 euro, è
stato poi rinvenuto dagli uomini della Digos e restituito agli
organizzatori della Fiera.
11/03/2010 17:23
Questura di Firenze