Comunicato di solidarietà dalla Rete Antifascista Pistoiese

La Rete Antifascista Pistoiese intende esprimere tutta la sua solidarietà
al compagno Anarchico Simone e alla signora duramente colpiti nella notte di
mercoledì 17.

La giusta lotta che i valsusini portano
avanti da anni contro lo scempio della loro valle, ma anche contro lo sperpero
di denaro pubblico per un’opera inutile e solamente costosa (leggasi forti
guadagni dei soliti noti) non può essere fermata dalla violenza dello
stato.

Vogliamo essere vicini a voi, alla
vostra lotta, alla vostra battaglia. Perché la vostra lotta è la lotta di tutti
noi.

La violenza bestiale messa in campo
nella notte di mercoledì 17, come la violenta Rappresaglia con la quale
la Questura
di Pistoia ha colpito l’11 ottobre 2009 l’antifascismo toscano (7 antifascisti
arrestati), che attualmente si trova sotto un processo farsa non potrà mai
sconfiggere la nostra Resistenza che sia contro la fascistizzazione della società,  che sia contro i disastri
ambientali perpetrati nel nome del profitto.

                                                                                                                  
                                                                                               
               
               
               
               
               
             

Iniziative Anarchiche a Livorno

IL COLLETTIVO ANARCHICO
LIBERTARIO ED IL CSA GODZILLA ORGANIZZANO PER DOMANI VENERDI’ 26 UN
PRESIDIO CONTRO I CENTRI DI IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE.

IN PIAZZA GRANDE ALLE ORE 16:30
NO LAGER – NO CIE
NE’ QUI NE’ ALTROVE!

SARA’ DISTRIBUITO IL SEGUENTE VOLANTINO:

Il
Governo ha intenzione di costruire, entro il 2010, un Centro di
Identificazione ed Espulsione (C.I.E.) anche in Toscana. La stampa
locale aveva riportato la notizia, assieme alla possibilità di
costruire una struttura di questo tipo nella zona di Biscottino, tra
Pisa e Livorno, nel comune di Collesalvetti.

Il ministro
dell’interno Maroni ha dichiarato che la struttura dovrà essere
distante dall’abitato, possibilmente in edifici statali dismessi,
sicuramente vicino ad un aeroporto per facilitare i rimpatri forzati.
Il ministro ha inoltre dichiarato che una decisione precisa sulla
località che ospiterà il centro, sarà presa solo dopo le elezioni
regionali, con la nuova giunta.

La questione è quindi divenuta
elettorale. Oltre alla posizione ovviamente favorevole del
centrodestra, si è chiarita anche la posizione della lista PD di Rossi,
che con il sostegno di Sinistra e Libertà, Rifondazione Comunista,
Comunisti Italiani e Verdi, appoggia la creazione di questi centri.

La
cosa non ci stupisce, come non stupisce la posizione favorevole del
sindaco di Livorno Cosimi. Dopotutto è stata la sua parte politica, nel
1998, a creare con la Turco-Napolitano i Centri di Permanenza
Temporanea, i CPT, successivamente trasformati in CIE dall’attuale
governo con il “Pacchetto Sicurezza”. Queste strutture, dal 1998 ad
oggi, nonostante le trasformazioni, hanno sempre mantenuto lo stesso
ruolo. Quello di veri e propri lager, campi di concentramento, nei
quali si viene rinchiusi per la sola colpa di non avere documenti in
regola. Luoghi di segregazione nei quali si viene per mesi privati di
ogni libertà, in condizioni disumane, subendo spesso abusi da parte
della polizia. Non devono essere aperti nuovi centri, né a Livorno, né
in Toscana, né in altre località. Tutte le strutture già esistenti
devono essere chiuse. Per questo è necessario l’impegno e la
mobilitazione di tutte e di tutti.

CSA GODZILLA
COLLETTIVO ANARCHICO LIBERTARIO


 SABATO 27 ORE 20:30 PRESSO LA F.A.L.
CENA DI SOTTOSCRIZIONE PER MARCO TONARELLI
per comunicare la presenza: 3311519806

L’11 ottobre scorso a Pistoia venne danneggiata una sede fascista.
La questura scatenò una vera e propria operazione repressiva, facendo irruzione
in una assemblea regionale contro le ronde  che si stava svolgendo a poche
centinaia di metri da dove era avvenuto il fatto. 7 compagni, pur in
mancanza di prove, hanno dovuto subire 3 mesi di arresti.
Adesso si stanno svolgendo i processi. Marco, compagno
anarchicodi Pistoia ha subito per tre mesi gli arresti domiciliari ed ora è ancora sotto forti restrizioni.

Collettivo Anarchico Libertario
Federazione Anarchica Livornese-FAI

 

Torino – Scriviamo agli arrestati !!!

Non lasciamoli soli

Ricordiamo
l’importanza di sostenere anche con lettere, telegrammi, cartoline etc
i ragazzi arrestati ieri, tanto più perchè si trovano in isolmento.
Ricevere
anche un minimo attestato di solidarietà da fuori è molto importante,
riempe il cuore di gioia e di coraggio e fa vedere alle guardie che i
nostri amici non sono soli.

Ecco gli indirizzi:

 

Luca Ghezzi

Andrea Ventrella

Fabio Milan

Via Pianezza 300

10151 Torino

Scriviamogli tutti !!!!!

Torino – cronache varie di repressione.

TORINO 23 FEBBRAIO 2010. OPERAZIONE DI POLIZIA CONTRO L’ANTIRAZZISMO E LA SOLIDARIETÀ

Questa
mattina, 23 febbraio 2010, la Digos di Torino, su ordine del PM
Padalino, ha effettuato decine di perquisizioni in città e in altre
località del Nord Italia. Sei compagni sono stati tratti agli arresti
(tre in carcere e tre ai domiciliari) e altre decine hanno visto
irrompere all’alba agenti in divisa che hanno portato via computer,
telefoni, volantini, e scatoloni di materiale cartaceo. L’accusa alla
base di questa mega-operazione di polizia è, come al solito, un reato
associativo, che consente così arresti e obblighi cautelari per
compagni accusati di nient’altro che del loro …  IMPEGNO ANTIRAZZISTA!

Già,
proprio così, perché a leggere gli stessi atti dell’indagine i reati
contestati non sono nient’altro che iniziative pubbliche, presidi,
azioni di strada e di piazza, volantinaggi, che negli ultimi mesi hanno
cercato di rompere il silenzio attorno al dilagante razzismo e delirio
sicuritario che sta trasfigurando il volto alle nostre città.

Per
chi ancora non se ne fosse accorto, infatti, nelle nostre città
incombono campi di concentramento, in cui si rinchiudono uomini e donne
il cui unico reato è esser riusciti a fuggire dalle loro terre senza
affogare nel Mediterraneo come centinaia di loro fratelli. Ogni giorno
rastrellamenti e deportazioni costringono gli abitanti dei quartieri
poveri alla clandestinità e, soprattutto, alla rassegnazione, ad
accettare condizioni di vita e di lavoro sempre più miserabili. Gli
“italiani”, dal canto loro, sembrano non far altro che aggrapparsi ai
miseri privilegi che un capitalismo in agonia non ha ancora strappato
loro, rincoglioniti dalla propaganda razzista che giorno dopo giorno
soffia sul fuoco della guerra tra poveri e della paura.

Questa
operazione di polizia non è che l’ennesimo tentativo, questa volta in
grande stile, di mettere a tacere chi non si è rassegnato alla paura,
chi ha ancora il coraggio di praticare la solidarietà tra sfruttati e
di urlarlo, a testa alta, nel silenzio… I capi d’accusa, infatti, non
parlano d’altro che di solidarietà, quella che gli indagati sono
incolpati di aver dato agli immigrati in lotta, una lotta accanita nei
CIE di tutt’Italia e, nello specifico, nel lager di corso Brunelleschi.

Non
è un caso, quindi, che nell’ambito di questa indagine, stamattina, la
polizia ha fatto irruzione anche nella sede di Radio Black out (105.250
fm), l’unica radio libera dell’etere torinese, dai cui microfoni erano
soliti parlare diversi degli antirazzisti arrestati e che, negli ultimi
mesi in particolare, si è fatta voce per le tante battaglie che
nonostante tutto insidiano la passività torinese, dagli immigrati agli
studenti, dai lavoratori ai notav, ecc. Non stupisce dunque il fastidio
e la paura dei potenti torinesi e dei loro sgherri, che di fronte ai
rumori di battaglia cercano di colpire chi non ha mai fatto segreto di
voler soffiare sul fuoco, per alimentare i pochi, sparuti ma
orgogliosi, segnali di vita in una città morente …


NON SARÀ CERTO UN MISERABILE PUBBLICO MINISTERO E LA SUA CRICCA A
FERMARE LA SOLIDARIETÀ, L’ANTIRAZZISMO E LA VOGLIA DI DARE BATTAGLIA …


Antirazzisti senza patria

sugli arresti a torino

Torino: raid poliziesco contro gli antirazzisti, 23 perquisizioni, 6 arresti, un obbligo di dimora.

Una testimonianza da una redattrice di radio blackout sulla perquisizione e il sequestro di materiale nei locali della radio.

Di seguito una breve analisi a caldo di un compagno del Centro di Documentazione Porfido.

In conclusione alcune nostre brevi note

http://radiocane.info/cronache-dal-fronte/1013-torino-c….html

Related Link: http://www.radiocane.info


 

Aggiornamenti da Torino

 

Questa mattina alle 6.30 una forte azione repressiva nei confronti dell’assemblea antirazzista torinese, ha visto una ondata di perquisioni, arresti, notifiche di denunce e sequestri.

I capi di imputazione sono dei più disparati, degni dei più
pericolosi "criminali" atti a giustificare le manovre sbirresche di
questa mattina: stalking nei confronti dei responsabili dei cie,
lesioni personali e del patrimonio, imbrattamenti e scorregge alla
volta dei politici.

Il risultato di questo forte attacco rimane (per ora):

– tre persone arrestate: Andrea, Fabio e Luca

– tre persone ai domiciliari: Maya, Marco e Paolo

– ventitre persone indagate e perquisite

– un obbligo di dimora

– tre persone perquisite perchè "amici" degli indagati

– una forte perquisizione dei locali di radio blackout, che in
questa mattinata ha comportato lo stop del segnale per un’ora, lo stop
delle trasmissioni che tutt’ora prosegue e il sequestro di moltissime
attrezzature necessarie alle trasmissioni (pc per lo streaming e
l’editing dell’audio).

Tutto a cura del prefetto xenofobo e razzista Andrea Padalino e della sottoposta Emanuela Pedrotti, che conosciamo e poco stimiamo…

Il senso per ora, sembra una semplice manovra di censura nei
confronti di radio blackout e dei suoi redattori, e per questo l’invito
è di rimanere informati, un’occasione potrebbe essere la campagna: "Spegni la censura, accendi blackout."

Solidarietà ai perquisiti, agli arrestati e a tutti quelli che si battono per una libera informazione.

Libertino Scicolone

Per mandare telegrammi i riferimenti sono (186 da telefono fisso)

Andrea Ventrella, Fabio Milan e Luca Ghezzi

Via Pianezza 300, 10151 Torino (To)

Radio blackout fa sapere che vi sarà una redazione aperte dalle 19.00 nei locali di radio blackout, in via cecchi 21


 

Aggiornamenti dalla radio, Dimesso Simone dall’ospedale :

Aggiornamenti
da Blackout, il numero di cellulare è nuovamente operativo, per chi
vuole conttatare la radio può nuovamente utilizzare il numero di
cellulare 3466673263.

Altra notizia importante di oggi, è stato dimesso Simone
dall’ospedale dopo i pestaggi polizieschi avvenuti a Coldimosso, dopo
la manifestazione di opposizione alla TAV.

www.radioblackout.org


24.02 Firenze: presidio NOTAV NOSTATO

 
Mercoledì 24 febbraio alle 16,30 alla stazione di Santa Maria Novella
 
DOVE CORRI?

«Non siamo noi a correre sulla strada ferrata: è lei che corre su di noi»

Qui in Italia, in Piemonte, c’è un’intera valle che da anni si batte contro la menzogna del Progresso, quel connubio di ambizioni di potere e di interessi economici che viene fatto  passare per modernità e benessere. È la Val Susa, già colpita nel suo territorio, che ha deciso di opporsi all’ultima abiezione che lo Stato vuole imporle: il TAV.
I suoi abitanti non vogliono che alla loro valle accada quel che è successo al Mugello, irrimediabilmente devastato e prosciugato dai cantieri dell’Alta Velocità.
Per difendere la propria terra, i valsusini hanno bloccato strade ed  eretto barricate. Per difendere il proprio tornaconto, l’intera classe dirigente ha scagliato loro contro i suoi mazzieri. Sui valsusini, e su chi è accorso in solidarietà, sono piovute le manganellate delle forze dell’ordine e la pavida propaganda dei giornalisti. L’ultima volta è accaduto lo scorso 17 febbraio, quando i manifestanti giunti per protestare contro i lavori sono stati caricati dagli agenti — fra cui si è distinto l’8° Reparto Mobile di Firenze — guidati dal massacratore della scuola Diaz di Genova.
Diversi manifestanti sono rimasti feriti, due in modo grave.

Ma quanto accade in Val Susa non è un affare privato piemontese. Il TAV è ovunque, e ovunque lo Stato — governato dalla destra o dalla sinistra poco importa — cerca di imporre i propri
mortiferi progetti (sotto forma di inceneritori, discariche, centrali nucleari…) ed incassa cospicui introiti. Se la Val Susa non intende imitare il Mugello nella sua rassegnazione, il resto d’Italia potrebbe prendere spunto dalla Val Susa e dalla sua rivolta.

Al completamento dell’Alta Velocità in Toscana manca solo un tassello, un’altra stazione ferroviaria a Firenze. Una follia nella follia, da anni rimandata perché impossibile da realizzare senza causare nuovi disastri, ma sempre sollecitata perché foriera di lucrosi guadagni da spartire.
Sostenere la Val Susa, fermare lo Stato, è anche il miglior modo per vendicare l’assassinio del Mugello. Ed è il solo modo per salvare Firenze da un nuovo sventramento che ne decreterebbe la definitiva morte.

Per rifiutare un presente e un futuro di alienazione senza ricadere nella difesa di un passato di servilismo, affermiamo un No senza mediazioni, per smettere di scandire Signorsì a destra e a manca.

NOTAV NOSTATO

individualità anarchiche

 
Clicca l’immagine sotto per scaricare il volantino:
 

 

ORA: PERQUISA A RADIO BLACKOUT!! AGGIORNATO

IN QUESTI ISTANTI LO SBIRRAME STA PERQUISENDO RADIO BLACKOUT DI TORINO!! CHI PUò VADA SUBITO LA!!

Dal giornalaccio corriere della sera edizione on line:
 
TORINO – Sei uomini e una donna
ritenuti appartenenti all’area anarco-insurrezionalista sono stati
raggiunti da provvedimenti giudiziari a Torino. Tre le misure cautelari
in carcere, tre gli arresti domiciliari, per una settima persona è
stato disposto il divieto di dimora. Sono accusati di associazione per
delinquere finalizzata a vari reati. La procura ha disposto anche 23
perquisizioni a Torino, Mantova, Trento e Cuneo, coinvolta anche Radio
Blackout, storica radio di riferimento dell’autonomia. Sono contestati
episodi commessi negli ultimi due anni, tra cui l’incursione con lancio di letame al ristorante Il Cambio,
i danneggiamenti in piazza Castello ai banchetti della Lega Nord,
numerose incursioni nelle sedi di partito e le proteste davanti al
Centro identificazione espulsione di Torino e alla Croce Rossa.

Solidarietà ad una valle in lotta

Mercoledì 17 Febbraio, in Val Susa lo stato ha mostrato per l’ennesima volta qual è il suo vero ruolo –quello di mastino a difesa del capitale- e quali sono i reali interessi che difende; In una notte d’inverno la violenza statale ha colpito per mezzo dei suoi cani in divisa uomini e donne, la cui unica colpa era quella di difendere il proprio territorio dalla devastazione portata avanti in nome del profitto e nel totale disinteresse della volontà degli individui.
Il risultato della cieca violenza sono due persone finite all’ospedale in gravi condizioni.
Questa vicenda ci convince sempre più che è necessario lottare con ogni mezzo contro le devastazioni ambientali e quelle sociali, rifiutando deleghe e gerarchie, impegnandoci direttamente per trasformare questo presente il libertario in un futuro in cui l’unità di misura delle cose diventino i reali bisogni degli individui e non il loro portafoglio.
Come Anarchici toscani esprimiamo il massimo della solidarietà alle popolazioni resistenti della valle,  siamo con voi! Contro ogni autorità e gerarchia, contro la violenza dello stato, per l’Anarchia.

Anarchici Toscani.

Seravezza: Sabato 20 febbraio, “Spagna 1936: l’utopia si fa storia”

Sabato 20 Febbraio, dalle 17, presso il CRO di Riomagno (Seravezza) presentazione del video "Spagna 1936: l’utopia si fa storia", nuova edizione con il commento di Pino Cacucci.

“Spagna 1936: l’utopia si fa storia” è un film girato da aderenti alla CNT, sindacato anarchico spagnolo che nel 1936 contava un milione e mezzo di iscritti. Quando il 18 luglio di quell’anno le truppe fasciste insorsero, per instaurare una dittatura, fu proprio grazie alle donne ed agli uomini iscritti a questo sindacato che esse vennero battute. Poi, grazie agli aiuti di Mussolini e di Hitler al generale Franco, al boicottaggio delle “democrazie” occidentali e al tradimento della rivoluzione che Stalin e gli stalinisti di tutta Europa attuarono, la rivoluzione fu sconfitta con una guerra che fece un milione di morti. Fu così instaurata in Spagna una dittatura sanguinaria che durò quasi quarant’anni.

Oggi in pochi ricordano la rivoluzione sociale spagnola e le sue realizzazioni pratiche. Comunità agricole e industriali in cui almeno tre milioni di persone dimostrarono con la pratica che si poteva autogestire la propria vita, che si poteva vivere senza stato e senza padroni.

In questi tempi bui di pericolosa involuzione autoritaria è estremamente necessario togliere dal dimenticatoio questa vicenda storica rivoluzionaria e senza precedenti, sbattendola in faccia a chi è interessato solo alla conquista del potere politico ed ai privilegi che dal governo si ricavano.


circolo anarchico FUORI RIGA

via Delatre 35 Seravezza (LU)