Fuoco!

Le manifestazioni (blande) dell’italico stivale, gli arresti di decine di “pericolosi” anarcoinsurrezionalisti e gli sgomberi, gli scontri di Madrid e la violenza che la polizia opera con malcelata gioia dimostrano due cose…la prima, se ci fosse bisogno di ribadirlo,  è la natura ed il ruolo dello stato, gendarme a protezione degli interessi del capitale (negatelo, se potete);  la seconda, e questo dovrebbero cominciare a capirlo anche quegli smidollati che si definiscono “democratici”, è che il mestiere di birro non è un lavoro come tutti gli altri, chi decide di indossare una divisa è sicuramente affetto da una patologia metale non ancora studiata, poiché se il politicante o il potente nel giocare al padrone e lo schiavo ricevono dei benefici diretti in termine di redditività, il subumano che decide di indossare una divisa si pone a difesa acritica del privilegio normato, che lui chiama legge e ordine, acquisendo come unico privilegio quello dell’utilizzo indiscriminato della violenza pagando la moneta dell’avocare totalmente il proprio libero arbitrio nella parvenza di acquisire lustro e posizione personale mentre nella realtà non si pone in nessun’altra maniera se non a guisa di cagnetto cui, ogni tanto, viene gettato qualche osso da chi, osservandolo da dietro e ridendo, gode della sua protezione. Il birro è la più bassa forma intellettiva che esiste.

Di fronte a queste figure, quelle nei palazzi, e quelle nelle strade, c’è bisogno di un salto di qualità/lucidità/realtà…ogni forma di dissenso, da oggi in poi, verrà attaccata con furore, ogni dissenziente, trasformato volente o nolente in ribelle, deve organizzarsi per la difesa e l’attacco, munitevi di fionde, di tutto il necessario per non perpetrare ancora il ruolo della vittima sacrificale sull’altrare dell’ordine degli oligarchi…smettetela con le bandiere arcobaleno, con quelle dei partiti e con quelle dei sindacati collusi, rendetevi conto che il sistema non va riformato, va distrutto. L’unica possibilità sono i rapporti orizzontali non mediati da strutture di dominio…sostituire padrone a padrone vorrebbe dire soltanto lucidare le proprie catene…RIVOLTA! E’ l’imperativo. Che lo vogliate o meno.

Lettera di Massimo Passamani a Radio Blackout


carcere2

Alessandria, diciotto giorni di settembre 2012

Cari compagni e compagne,

con questa lettera voglio raccontarvi qualcosa che mi sta a cuore e mettervi a parte di un’intenzione. Quando sono stato portato, il 27 agosto scorso, nella sezione di isolamento del carcere di Tolmezzo ho conosciuto alcuni ragazzi lì rinchiusi. Sono stato accolto in modo non solo solidale, ma anche fraterno. Sia pure per una settimana ( poi sono stato trasferito nella sezione di Alta Sorveglianza qui ad Alessandria) abbiamo condiviso cibo, caffè, sigarette, urla e battiture. Quello di Tolmezzo è un carcere punitivo, dove quotidiani sono gli abusi e i pestaggi.
Al gip, di fronte a cui mi sono avvalso della facoltà di non rispondere, ho denunciato tutto questo.

Tra gli altri ho conosciuto Maurizio Altieri, in carcere ormai da diciotto anni senza aver mai goduto dei giorni di liberazione anticipata per aver sempre lottato a testa alta. Da oltre tre mesi in isolamento per le tante denunce di pestaggi che ha raccolto e fatto uscire, viene di continuo minacciato ( l’ultima volta come ritorsione verso il presidio di solidarietà organizzato lì a Tolmezzo dai compagni: negazione del colloquio telefonico, consiglio di disciplina per lui e gli altri ragazzi). La capacità e la fraterna gentilezza di Maurizio mi sono andate dritte al cuore. Lo stesso vale per i compagni e le compagne con cui Maurizio è in contatto, più forte e deciso di prima. Minacciano, dopo averglielo fatto subire a lungo, di sottoporlo di nuovo al regime di 14 bis (niente tv, blindo sempre chiuso, restrizioni sulla’aria ecc.).

Con questa mia lettera dichiaro anticipatamente – di modo che ognuno si assuma le proprie responsabilità- che se la direttrice del carcere di Tolmezzo dovesse applicargli tale misura vendicativa e vigliacca, comincerò subito uno sciopero della fame. Non ho una grande simpatia per gli scioperi della fame ( per il principio che, se sono gli oppressori a commettere le ingiustizie, non vedo perché dovremmo essere noi a soffrire….), ma altre forme di lotta per il momento voglio riservarle per eventuali questioni che riguardino anche gli altri compagni rinchiusi con me in Alta Sorveglianza.
Questa forma di protesta servirebbe innanzitutto per mantenere vivi il pensiero e la vicinanza con Maurizio. Questa sezione ha lo scopo di isolarci non solo dal resto del mondo e dalle lotte, ma anche dagli altri detenuti e, più in generale, dalla nostra classe. Il mio sforzo vuole andare in direzione ostinata e contraria. Parliamo spesso, nei nostri volantini e nei nostri testi, di gioventù selvaggia, di classe pericolosa, di ribelli sociali quali nostri complici “naturali” nella rivolta e nella riscossa. In fondo il potere, con le sue pretese “associazioni”, attacca preventivamente la nostra disposizione, in una società che è un “formicaio di uomini soli”, a condividere idee, sogni, bisogni, pratiche, vita. Proprio come ha fatto un rapinatore di nome Maurizio con uno sconosciuto quale ero io.
Chiedo a chi condivide sentimenti e visione della vita simili di mobilitarsi affinchè questo 14 bis – carcere nel carcere – non passi. Per essere un po’ più liberi. Per non dimenticare chi ha continuato a lottare, anche in carcere, anche solo.
Approfitto di questa lettera – visto che la precedente mai giunse – per ringraziare tutti per la calorosa solidarietà che rischiara le mie giornate.
Un abbraccio giunga ai compagni detenuti, ai miei fratelli rinchiusi in isolamento a Tolmezzo, alla Valle che resiste e a coloro che si battono per la libertà di tutti, anche a rischio di giocarsi la propria.

Massimo Passamani
Per scrivere a Maurizio: Maurizio altieri – c.c. via paluzza 77 – 33028 Tolmezzo (Udine)
Anche lettere e cartoline alla direttrice sarebbero utili

Prigionieri – Aggiornamenti su Nicola e Alfredo [22/9/2012]

riceviamo e diffondiamo:

Torino 22 settembre 2012

Alfredo e Nicola sono tuttora alle Vallette, non si ha ancora notizie di trasferimenti. Sono sottoposti a tutte le misure di rito  isolamento, censura della corrispondenza, sono in cella  singola con annesse microspie, non possono avere colloqui con familiari e conviventi. Possono ricevere posta, giornali, riviste, libri.

Per scrivere ai compagni:  
Nicola Gai
Alfredo Cospito

C.C. Lorusso e Cotugno
via  Pianezza 300
10151 Torino

Prigionieri – Resoconto del presidio davanti al carcere di Alessandria [15/9/12]

Riceviamo e diffondiamo questo resoconto del presidio tenutosi davanti al carcere di Alessandria, sabato 15 settembre 2012, in solidarietà con tutti i prigionieri e con i compagni anarchici rinchiusi nella sezione AS2:

Ore 15:00 -Già allo sbocco dell’autostrada iniziano i blocchi alle auto; si capisce subito che il clima è teso.
Arriviamo al carcere che si trova fuori dal paese, per raggiungerlo con i mezzi pubblici esiste solo un autobus a chiamata.
Alle 16:00 il gazebo è montato e la musica inizia ad arrivare oltre le mura del carcere di Alessandria. Ci aspettavano in alto i secondini, sulla torretta ad angolo, e la DIGOS stava già filmando.
I primi volti coperti, i primi lanci di pietre. La sterpaglia tra  la rete esterna e la strada di cemento adiacente le mura era secca, dalla nostra parte. Il fuoco ha bruciato per parecchio tempo mentre le persone vicino alla rete urlavano, salutavano chi poteva vedere aldilà delle sbarre e tiravano pietre, petardi, pannocchie e zucchine; tutto quello che si trovava nella campagna. I botti ed i sassi arrivano fino ai secondini, su, sulla torretta. Dopo svariati ( ed inutili ) tentativi di spegnere le fiamme la situazione non sembrava cambiare. È partito il blocco stradale, all’entrata del carcere. Molte sono le scritte di solidarietà, ma era palpabile il desiderio di fondo di aprire ogni gabbia ed abbattere qualsiasi muro. La polizia penitenziaria lancia una manciata di gas CS, ma poca roba. Ci spostiamo qualche metro più avanti ed il blocco continua, insieme al lancio delle pietre, per circa un’ora. Sono ormai le 19, gli ultimi botti fluorescenti vengono sparati sopra al carcere e i detenuti ci salutano.
I giornali parlano poco, omettono (per quanto sia stato un intervento minimo e ridicolo) il fatto che l’unico modo per spostarci dall’ingresso sia stato gettare dei lacrimogeni sulla folla che stava bloccando, da poco, il traffico. I giornali locali parlano di 200 persone.
Lunedì Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha affermato che una prima soluzione potrebbe essere quella di impiegare i militari per i servizi di vigilanza esterna degli istituti penitenziari per “garantire, oltre a quella interna, anche la sicurezza esterna delle strutture carcerarie”.
Niente di nuovo nelle sue parole. Questo presidio è stata l’ennesima dimostrazione che più il collare stringe e più l’animale abbaia, si ribella, è furente.
Un abbraccio ai carcerati e a tutte le vittime della repressione.

“Fuori tutti dalle galere! dentro nessuno, solo macerie.”

Aggiornamenti su Nicola e Alfredo

Da Informa Azione:

Torino18 settembre – Alfredo e Nicola ad oggi rimangono alle Vallette. Non è dato di sapere se e quando saranno trasferiti, intanto mantengono il divieto di incontro tra loro e con altri anarchici. L’udienza a Perugia del 25 settembre, della cosidetta op. Shadow in cui anche Alfredo è imputato, è stata rinviata dal 25 settembre al 30 ottobre. Per scrivere ed inviare telegrammi ai compagni:

NICOLA GAI
ALFREDO COSPITO

C.C.VIA PIANEZZA 300
10151 TORINO

Attacco Adinolfi – Due arresti e perquisizioni [aggiornamento]

Un’operazione repressiva organizzata dalla procura di Genova in merito al ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, ha sguinzagliato ROS e Digos in diverse abitazioni e tratto in arresto due compagni anarchici torinesi, Alfredo e Nicola; Anna sarebbe indagata, ma non inprigionata. Le veline diffuse dai media di regime riportano di perquisizioni in corso nel Cuneese, a Pistoia e a Bordighera.
Potendoci basare, per il momento, esclusivamente su quanto diffuso dalle veline delle questure e riportato dai media di regime, invitiamo chiunque avesse maggiori notizie su fermi e perquisizioni a scrivere alla mail del sito.

Alfredo, Anna e Nicola, da mesi hanno reso pubblici i dispositivi di sorveglianza a cui erano sottoposti: dal ritrovamento di microspie ai continui pedinamenti da parte dei segugi in borghese. Oggi, sui peggiori giornali-gogna tra cui spicca la penna di Massimo Numa (La Stampa), possiamo leggere di una casa di famiglia al mare, in cui passare i fine settimana, che si trasforma in covo dove “alleggerire eventuali pressioni investigative e sparire dall’area torinese per un po’ di tempo”; mentre l’abitazione/domicilio nel quartiere torinese di San Salvario, diventa “La Base”.
Nel complesso, sotto il profilo mediatico, i soliti meschini tentativi di trattenere sotto il proprio ovile, con spettacoli e menzogne, quei sudditi che iniziano a dubitare che i facinorosi e gli anarchici siano più pericolosi e truci dello Stato e del Capitalismo.

La “repressione tecnica” doveva dimostrare la propria efficenza producendo prontamente dei responsabili per il ferimento di Adinolfi, al termine di un’estate che tra “Ardire“, “Mangiafuoco“, “Thor” e “Zecca“, ha visto gli anarchici balzare al primo posto tra i nemici interni da sterilizzare per evitare pericolosi e virulenti contagi di ostilità e di lotta.

Solidarietà agli arrestati e ai perquisiti, Nicola e Alfredo liberi!

Presidio anticarcerario in solidarietà con i prigionieri anarchici in AS2

15/09/2012 – 15:00
15/09/2012 – 19:00

“Galere e C.I.E. non ne vogliamo più,
colpo su colpo li tireremo giù”

Sabato 15 settembre a partire dalle ore 15.00 sotto il carcere di San Michele (Alessandria) in via Casale 50, si svolgerà un presidio di solidarietà per i compagni prigionieri in seguito alle operazioni repressive “Ardire”, “Shadow” e “Ixodidea”.

Libertà per Stefano Gabriele Fosco , Alessandro Settepani, Sergio Maria Stefani, Giuseppe Lo Turco, Massimo Passamani (da poco trasferito anche lui ad Alessandria) e per tutt* i/le Compagn* detenut*!!!

Anarchici Alessandrini

Prigionieri No Tav – Lettera di Alessio dal carcere di Prato

riceviamo e diffondiamo questa lettera del compagno Alessio del Sordo, recentemente trasferito dal carcere di Torino in quello di Prato:

23/8/12

Ciao a tutti.

Vi scrivo dal carcere di Prato dove sono stato trasferito ieri sera. Era un po’ di giorni che fiutavo puzza di trasferimento e quindi mi ero preparato all’eventualità. Nei giorni precedenti c’erano stati un po’ di casini con un brigadiere che aveva dovuto abbandonare la sezione tra insulti e battiture.

Era scontato quindi che mi deportassero e quindi mi ero preparato.

Sono venuti alle 5.30 ero sveglio e ho detto che non avevo problemi a farmi il viaggetto. Ho guadagnato del tempo per andare in bagno, bermi un caffé (mai tarantelle senza caffé) e prepararmi al meglio per resistere. Alle 6.30 è tornata una sola guardia a dirmi che era ora di andare. Ho risposto che non mi sarei mosso. La guardia era sbigottita e gli ho suggerito di chiamare rinforzi. A quel punto ho allertato amici e compari in sezione dicendo che mi preparavo a resistere. Al mio nuovo concellino ho detto di non mettersi in mezzo.

Più o meno un’ora dopo sono venuti in otto credendo che la stazza potesse impressionarmi e che avrei ceduto.

Ero pronto, invece. Ben unto di olio di semi, un foglio con tutti gli indirizzi e tre francobolli attaccato all’uccello con lo scotch.

Per darmi un piccolo vantaggio ho riempito il pavimento dell’entrata della cella di olio. All’ennesimo rifiuto sono entrati, lo slancio ne ha fatti scivolare due sull’olio, un brigadiere ha sbattuto contro lo sgabello ed è rimasto stordito. Non ho potuto infliggere un altro colpo mi sono volati addosso. È cominciato un corpo a corpo. Grazie all’olio e a qualche nozione appresa all’aria ne ho prese ma ho resistito. Sono stato sopraffatto come previsto ma quando non puoi vincere allora devi rendere la sconfitta degna di essere raccontata.

Mi hanno trascinato di peso per tutta la sezione tra urla, insulti mischiati a saluti e in bocca al lupo.  Della mia roba non so nulla.

In matricola ho continuato a sfidare le carogne, invitandole ad entrare nella celletta di isolamento. I vigliacchi non sono entrati.

Dovevo partire alle 7.00. Ho lasciato Le Vallette alle 10.00 o poco prima. Dal blindato ho intravisto dei compagni venuti a volantinare all’uscita del carcere. Il viaggio è stato una sauna. I rottinculo della scorta si sono fermati a mangiare in Autogrill lasciandomi ad arrostire per un’oretta.

Quando siamo entrati a Prato ho visto una scritta rossa su un muro giallo vomito: “VIVA BRESCI”. E che cazzo, compagni, viva Bresci.

Sono entrato in sezione alle 19.00 dopo i trattamenti classici per chi entra.

III sezione, media sicurezza, telecamere ovunque nei corridoi.

Siamo in tre in cella, due ragazzi con me sono appena rientrati dall’isolamento. Ho detto “buonasera prigionieri si può”, mi è stato risposto “hai ragione siamo carcerati non detenuti. Certo che si può”. Mi hanno accolto preparandomi il letto e rifocillandomi. Per i racconti abbiamo atteso stamane. Ammetto che ieri ero un po’ stanco.

Ora so che in questo carcere siamo 700, 3/4 in media sicurezza e la restante parte in alta sicurezza. Mi dicono che Prato è un istituto punitivo. Intanto stamattina dopo che si era sparsa la voce che era arrivato un nuovo pellegrino sono venuti a salutarmi. In molti conoscono “Olga” e hanno una corrispondenza. Qualcuno ha cacciato un opuscolo c’era un mio scritto sopra quindi mi hanno accolto a pacche sulle spalle.

Ora cerco di risistemarmi al meglio, mi ambiento un po’ e vediamo cosa se ne cava.

Dopo mesi in XII a Torino posso trarre un primo bilancio e credo che si possa fare molto organizzandoci tra prigionieri. Posso sfruttare mesi di esperienza e una determinazione accresciuta.

Sono sereno, con il morale alto e consapevole che l’unica difesa possibile contro il potere è l’attacco diretto.

So che molti compagni considerano la mia scelta di non avvalermi della difesa giuridica una scelta poco intelligente, poco furba e che mina l’unità del movimento NO TAV. Pensatela come volete compagni posso solo rispondervi che userò l’intelligenza, la furbizia di cui dispongo per unirmi agli uomini ed alle donne che combattono contro questo esistente per sferrare colpi sempre più precisi e per ribadire che continuerò a battermi ovunque e nonostante tutto.

E fanculo qualunque accomodamento da politicanti.

Detto ciò sto bene anche se sono sprovvisto praticamente di tutto.

Riscrivo presto.

Fuoco e rivolta.

Alessio