[Ud] Presidio per Massimo sotto il carcere di Tolmezzo | Aggiornato

08/09/2012 – 16:00
08/09/2012 – 19:30

Nonostante il trasferimento di Massimo da Tolmezzo (UD) alla sezione “Alta Sorveglianza” del carcere di Alessandria, abbiamo deciso di confermare il presidio.

La prima e banale ragione è che Massimo è ancora detenuto e un presidio di solidarietà non necessita di vicinanza fisica per far giungere il proprio messaggio e il proprio calore.

In secondo luogo, nel carcere la situazione è pessima, e lo stesso Massimo in questi pochi giorni ha constatato e denunciato pestaggi ai danni dei detenuti. In tal senso non basterà il suo trasferimento a far calare il silenzio su questa situazione.

Come NoTAV abbiamo intrapreso un percorso di lotta che, dalla difesa di un territorio, ci ha portato a scoprirci incapaci di assistere passivamente agli abusi del potere, e anche in questo caso non abbiamo intenzione di girarci dall’altra parte.

Infine siamo fermamente convinti che la miglior solidarietà sia dare nuova forza alle lotte intraprese da compagn* e da persone che da esse vengono allontanate con misure cautelari. La lotta contro il carcere quale strumento di controllo sociale e repressione del dissenso è una di queste e in tal senso questo presidio vuole essere un modesto contributo.

Ribadiamo ancora una volta la nostra solidarietà a Massimo e ai NoTAV ancora detenuti o colpiti da altre misure repressive.

Comitato NoTAV Udine


Il 27 agosto la procura di Trento ha ordinato l’arresto di Daniela e Massimo, oltre che decine di perquisizioni e l’inquisizione di altre sei persone, con l’accusa di associazione sovversiva.
Se il mondo in cui viviamo e dominato dal profitto ad ogni costo, dalla quotidiana devastazione ambientale causata da Grandi Opere dispendiose quanto inutili, dal lavoro come ricatto, da caste di politici corrotti e corruttori, da leggi fatte ad uso e consumo di chi ha potere e privilegi e non ha intenzione di vederli intaccati, allora sovvertire tutto non è solo giusto: è imprescindibile.
Siamo al fianco di Massimo e di tutti coloro che si battono contro il TAV.
Siamo al fianco di chi ha deciso di riprendersi la libertà di disobbedire e resistere per costruire un domani diverso.
Cominciando dall’oggi.

Sabato 8 settembre dalle 16 alle 19.30
presidio al carcere di Tolmezzo

MASSIMO LIBERO!
TUTTI LIBERI!

Comitato NoTAV Udine

CASELLI A CASA, NO TAV DAPPERTUTTO, Sabato 8 Settembre

Sabato 8 settembre
Marcia della Giustizia Agliana-Quarrata
avremmo contestato Caselli, ma quest’anno ha preferito
(o gli è stato “consigliato”?) disertare questo suo annuale
appuntamento  da primadonna.
ci saremo ugualmente con le bandiere No Tav.
faremo azioni di presenza senza dover partecipare alla marcia.
APPUNTAMENTO: Agliana parcheggio ex Coop ore 17.00
portare bandiere No Tav 
dimostriamo al disertore Caselli che i No Tav non disertano
la Lotta e saranno sempre dappertutto
ORA E SEMPRE NO TAV
volantino che distribuiremo in piazza ad Agliana

Sono 22 anni che il popolo della valle di Susa si oppone alla devastazione del proprio territorio ad opera del Tav. Una valle già attraversata da una linea ferroviaria Internazionale (rinnovata per il trasporto anche dei camion ma sfruttata solo al 30 % delle proprie capacità) una Autostrada e due statali.

Venti anni di Manifestazioni, Presidi, Marce, Battaglie vere e proprie.

Dopo le vittorie al Ponte del Seghino (Ottobre 2005) a soprattutto a Venaus (dicembre 2005) il Movimento No Tav si è rafforzato ed ha coinvolto sempre più persone, militanti, resistenti da tutta italia. Diventando il simbolo di tutte le LOTTE per la salvaguardia dei territori, contro le speculazioni delle grandi opere inutili e dispendiose per il popolo, ma ben rifocillanti le casse dei partiti e della mafia.

Il Movimento No Tav è divenuto in questi venti anni di RESISTENZA il simbolo di tutte le Lotte e di tutti i Movimenti lungo tutto lo stivale. E con la Libera Repubblica della Maddalena (maggio-giugno 2011) è stato capace di dimostrare nella pratica come deve essere il Nuovo Mondo che vogliamo, ha dimostrato che: UN MONDO DIVERSO E’ POSSIBILE.

Lo stato non poteva tollerare una simile esperienza e il 27 giugno con una operazione militare e un uso spropositato della forza cancella questa bellissima esperienza ed occupa parte del territorio del comune di Chiomonte. Si costruisce un fortino militare oltre i confini di quello che doveva essere il cantiere. Cantiere che dopo un anno ancora ha difficoltà a nascere. Un’occupazione militare che costa a noi contribuenti circa 90.000 euro al giorno. Fate un po’ di conti. Dal 27 giugno 2011 90.000 euro al giorno per mantenere sotto occupazione militare una porzione di territorio della Val di Susa (occupate le vigne più alte d’Europa ed ai proprietari si impedisce il lavoro; occupata e DISTRUTTA una zona archeologica neolitica).

 Ma anche a questa occupazione militare la Valle ha saputo rispondere. Si sviluppa un assedio che perdura sino ad oggi. Una RESISTENZA che utilizza tutte le armi a propria disposizione.

La risposta dello stato al Movimento che perdura da venti anni e si rafforza sempre più non è il dialogo, il confronto, l’accettazione della opposizione popolare. NO! Niente di tutto ciò.  Unica risposta alle legittime richieste del popolo valsusino da parte di uno stato che continua ad autodefinirsi “democratico” è la REPRESSIONE!

Manganelli, gas lacrimogeni (circa 3.000 -TREMILA- (sic!) nella sola giornata del 3 luglio 2011), gas proibiti (C.S.), tortura, denunce, “fogli di via”, carcere.

La Procura di Torino diretta dal sig. Caselli si mette a disposizione della casta politico-mafiosa per criminalizzare il Movimento, per dirigere la Repressione. Oramai non si contano più le indagini in corso. Solo il 26 gennaio: 26 in carcere ed altri 16 con altri provvedimenti. Reati: Resistenza, lesioni a pubblici ufficiali. E per il giovane (Yuri – 16 anni) che ha rischiato di perdere l’occhio sinistro per un candelotto nel dicembre 2011? Niente!  E per il fotografo (Alessandro) ricoverato il 24 luglio 2011 col setto nasale rotto da un candelotto? Niente! E per tutti i No Tav ricoverati con ferite varie (anche con mesi di degenza)? Niente! Giustizia (ma difficile chiamarla così)  a senso unico.

Caselli e la sua Procura si sono messi a disposizione della Speculazione politico-mafiosa  di questa opera inutile, devastante e di sperpero di denaro pubblico.

Soprusi, accanimento giudiziario, protezione per le torture perpetrate (e dimostrate anche in video; vedasi: “operazione Hunter” sui siti No Tav o su youtube) dalle c.d. forze dell’ordine (o: ordine della Forza!!!)

Con un teorema talmente ridicolo, perverso e abominevole si mette in carcere persone solo per aver ritirato indietro un candelotto lacrimogeno e per questo la Procura diretta da Caselli lo ha portato al processo ed accusato del ferimento di circa 40 agenti. Neppure nelle repubbliche delle banane, neppure nelle dittature sudamericane di vicina memoria. Senza contare che molti agenti feriti dichiarano malori alle vie respiratorie. Per i gas venefici da loro stessi usati. Si arriva al ridicolo di chi (Sovrintendente Sartori Gabriele- DIGOS) che dichiara un mal di denti guaribile in 1 giorno.

E’ normale che il sig. Caselli abbia dovuto molto presto interrompere la presentazione pubblica del suo libro perché ovunque contestato (anche in Svizzera!)….ed oggi ha disertato questo suo appuntamento annuale. Troverà sempre persone di buon senso che respingeranno la sua perversione, arroganza e prepotenza, basata solo sull’uso indiscriminato (e legittimo?!?!) della VIOLENZA di Stato.

Ma se Caselli se ne deve stare a casa non  altrettanto fanno i No Tav.

Perché se Caselli rappresenta la Forza noi siamo la Ragione. Sappiamo di combattere una battaglia di Libertà, per la GIUSTIZIA, per il futuro del Pianeta e dei nostri nipoti

 

ORA E SEMPRE RESISTENZA ORA E SEMPRE NO TAV                                 

BASTA REPRESSIONI

Coordinamento NO TAV – Pistoia

Lezioni Mediatiche di Autolesionismo

Pubblichiamo questo scritto, che ci pare interessante sulla vicenda dei minatori sardi:

Fa male vedere un minatore ridotto a doversi ferire davanti le telecamere di media che ne spettacolarizzano la disperazione.

Fa male ma non stupisce vedere sui caschi dei minatori la sigla della cgil. Un portavoce ha anche l’adesivo dei ds sul casco.
Segno evidente di una lunga vicinanza alla sinistra neoliberista italiana.

La sinistra degli f35 la sinistra

dei lager di stato la sinistra di tutte le guerre e le missioni di guerra. La sinistra dei soldi ala vaticano e alle scuole private del vaticano. La sinistra dei sstemi enati e di tutti i saccheggi del bene pubblico.

La differenza dai minatori asturiani è lampante: questi hanno attaccato lo stato e licenziato i sindacati mentre i sardi si son rinchiusi sotto terra minacciando di farsi esplodere mentre fuori fan sventolare le bandiere della cisl e della cgil: sindacati il cui operato è stato molto importante per il capitale. Sindacati che da decenni collaborano in modo infame con il neoliberismo più assassino.

Il capitale liquida questi lavoratori come inutili. Al profitto non servono più.
Gli operai non trovano risposta migliore che praticare un nichilismo invertito che vede se stessi come bersaglio da ferire.

Un nichilismo invertito che conferma ancora una volta che loro vogliono solo lavorare. Vogliono solo sopravvivere.
Per questi operai è questa la giustizia sociale: i padroni continuino a spartirsi le torte insieme ai loro sindacati complici.
Il capitale continui le sue guerre le sue stragi i suoi arresti contro chi invece questo stato lo vorrebbe rivoltare.
I partiti che votano continuino a saccheggiare il loro bene pubblico.
Basta non gli tolgano pure il tozzo di pane.

Perderanno questi autolesionisti: quando si è sottomessi e complici allo stato delle cose non si ha la forza ne la libertà di pensiero e azione per attaccare chi ti vuole morto dopo averti sfruttato.
Ci si fa male da sè.

Il Refrattario.

Op. Ixodidea – Massimo trasferito nel carcere di Alessandria

Apprendiamo che Massimo è stato trasferito dal carcere di Tolmezzo presso la sezione Alta Sicurezza 2 (AS2) del carcere di Alessandria, dove i prigionieri anarchici vengono tenuti separati dal resto della popolazione detenuta.

Per scrivergli:

Massimo Passamani
Carcere San Michele strada Casale 50/A
15122 Alessandria

Operazione Thor – Perquisizioni a Ravenna

1 settembre 2012, la procura di Bologna prosegue con il proprio contributo alle manovre repressive che in questi mesi estivi hanno colpito il “movimento” anarchico in Italia. Nelle prime ore della mattina, diverse abitazioni sono state perquisite annunciando a 13 compagni e compagne l’inscirzione tra gli indagati dell’operazione denominata “Thor”… in quanto una delle azioni prese in considerazione, riguarderebbe un bancomat preso a martellate. Da quanto appreso non vi sono stati arresti.
I vari strumenti giuridici accordati per l’occasione comprendono gli articoli 110, 112 e 270 bis del codice penale; l’associazione sovversiva, secondo gli inquisitori, sarebbe costituita attorno al gruppo “Ravenna AUT”, mentre le azioni specifiche riguarderebbero attacchi contro un bancomat e una filiale Unicredit, contro auto aziendali di ENI e CMC, contro veicoli di lusso come SUV e limousine, il tutto con finalità di eversione dell’ordine democratico.
Solidarietà con tutti i compagni e le compagne indagati e i perquisiti.

Comunicato riguardo al presidio NO TAV di Sabato 1 Settembre sotto il carcere di Prato

PRATO – Sabato 1 settembre

Circa 50 giovani (e non solo) hanno partecipato al Presidio di Solidarietà con Alessio, in carcere dal 26 gennaio scorso come anche Maurizio.
Trasferito nel carcere “punitivo” di Prato, dove si trova anche una sezione di “massima sicurezza” perchè per lo stato il compagno Alessio è incoercibile.
E per questo ha ed avrà sempre tutta la nostra stima.

…L’unica risposta …che lo stato c.d. “democratico”, gestito da una casta politico-mafiosa sa dare a tutti i Movimenti, ed in particolare oggi al Movimento No Tav è la Repressione. Criminalizzazione, manganelli, gas lacrimogeni (gas C:S: proibiti dalle convenzioni internazionali), tortura, carcere: questa la risposta che solo sa usare lo stato contro le legittime richieste delle popolazioni.
Con questo Presidio abbiamo voluto portare anche sotto il carcere della Dogaia di Prato le bandiere No Tav come simbolo di RESISTENZA.

La risposta dei detenuti è stata molto positiva: bandiere, stracci, magliette, federe sventolavano dalle finistre; grida e brevi battiture hanno accompagnato la nostra battitura e i nostri slogan per la Liberazione di Tutti/e, per la distruzione di tutte le carceri.

Basta Repressioni!!!
ORA E SEMPRE RESISTENZA!!!
ORA E SEMPRE NO TAV!!!
ALESSIO e MAURIZIO LIBERI SUBITO!!!
LIBERI/E TUTTI/E