Grecia, ammazzato compagno.

 Da culmine:

LAMBROS CADUTO IN COMBATTIMENTO!

Quella
che segue è la ricostruzione di un giornale greco, unica fonte
utilizzata è quella degli sbirri. Non ci sono altre
ricostruzioni, ma è più che evidente che si è
trattato di un agguato teso ad eliminare i pericolosi "terroristi"
interni.

Nonostante
la criminalizzazione dei giornalisti-sbirri, ribadiamo il nostro:

ONORE
ALL’ANARCHICO LAMBROS, MORTO IN COMBATTIMENTO!


Culmine –

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Sparatoria
di Dafni: emergono vincoli terroristici

fonte:
Ekathimerini,
11 marzo 2010

Fonti investigative segnalano che l’uomo, di 35
anni, che ieri mattina è rimasto ucciso in seguito ad un
conflitto a fuoco con la polizia nel quartiere di Dafni, nel sud-est
di Atene, possa esser stato coinvolto nello scenario del terrorismo
interno greco.
Lambros
Fountas
è stato
ucciso mentre lui e un complice sono stati visti da due agenti di
polizia in pattuglia alle 4.40. I due stavano cercando di rubare
un’auto.

Fountas era
noto alla polizia da quando era stato arrestato durante disordini
presso il Politecnico di Atene, nel 1995. In seguito, avrebbe avuto
contatti con membri del movimento anarchico di Exarchia ed era stato
per lungo tempo nella lista della squadra anti-terrorismo.

Il
sospetto è che l’uomo che con Fountas stava cercando di rubare
una macchina e che sarebbe sfuggito all’arresto, sulla base di test
medico-legali effettuati sugli elementi trovati sul posto, avrebbe
partecipato ad recente attacco realizzato da
Lotta
Rivoluzionaria
.
Il
gruppo di guerriglia urbana ha effettuato una serie di attentati
negli ultimi anni, tra cui il lancio di un razzo-granata contro
l’Ambasciata degli Stati Uniti, l’omicidio di un responsabile della
protezione dei testimoni e l’esplosione di un’autobomba fuori dalla
Borsa di Atene.
Le stesse fonti suggeriscono che i due uomini
stessero rubando l’auto per poterla utilizzare in un attacco
imminente.

Gli
agenti hanno sostenuto che i due sospettati erano già nella
Seat Ibiza quando la pattuglia s’è fermata a breve distanza.
Non appena un poliziotto ha azionato la sirena, Fountas ed il
complice sono saltati fuori dal veicolo ed hanno iniziato a sparare
contro gli agenti. I poliziotti hanno trovato la protezione dietro la
pattuglia e nel conflitto a fuoco il 35enne è rimasto ucciso.


Una pistola Zastava, con
due proiettili mancanti nel percussore, ed una granata d’assalto sono
stati trovati in suo possesso. Aveva con sé anche un
walkie-talkie e due paia di guanti di pelle.
La polizia ha
anche sottoposto a perquisizione la casa di Fountas, ma non ha
rivelato se sono stati trovati degli indizi.

 

Comunicato di solidarietà ai Compagni Ravennati

La Rete Antifascista Pistoiese è solidale con i compagni Ravennati ,
 processati per la manifestazione popolare di massa a Lido Adriano (Ravenna) il 15/06/2008.
Imputati 2 compagni appartenenti all’epoca dei fatti a proletari comunisti (Diano è anche il
coordinatore provinciale Slai Cobas per il sindacato di classe)
.
Come a Ravenna , a Pistoia , a Torino gli apparati repressivi dello stato
sono impegnatissimi a sedare e a soffocare le poche voci antifasciste e fuori dal coro,
mentre
il dilagare del razzismo, dei Lager/C.I.E.  da una parte , l’ultra
violenza cementificatrice del T.a.v. stanno sempre più affondando il
paese!
Siamo vicini a tutte le lotte antifasciste/razziste e a tutte
le Battaglie dal basso ,perchè la stessa  repressione che c’è a Ravenna,
c’è stata a Pistoia , a Torino ,Siena  ecc!
La repressione attacca gli uomini che non accettano l’ingiustiza dello stato e del capitale!
Non li lasciamo soli!

Un abbraccio Resistente di Libertà!!!
l’antifascismo
non siprocessa!nessuno spazio ai fascisti!
NO PASARAN!

Pistoia – 10 marzo presidio in solidarietà a Marco

Marco Tonarelli, compagno anarchico di Pistoia, mercoledì 10 marzo sarà sottoposto a processo.

L’11 ottobre scorso a Pistoia venne danneggiata una sede fascista.
La
questura scatenò una vera e propria rappresaglia, facendo irruzione in
una assemblea regionale contro le ronde, che si stava svolgendo a poche
centinaia di metri da dove era avvenuto il fatto. 7 compagni, pur in
mancanza di prove, hanno dovuto subire mesi di arresti.
Adesso si
stanno svolgendo i processi. Marco ha subito per tre mesi gli arresti
domiciliari, ed ora è ancora sotto forti restrizioni.

L’appuntamento per amici e compagni è per mercoledì alle ore 9,30 davanti al Tribunale di Pistoia – Piazza Duomo

 

 

il Testo del volantino che sarà distribuito:

 

MARCO
LIBERO! LIBERI TUTTI!

Molto è stato già detto e scritto a
proposito – e spesso a sproposito – dei fatti dell’11 ottobre
2009, quando ignoti devastarono la sede dei neofascisti di Casa Pound
Pistoia.

Molte cose sono già emerse dalla prima
fase del processo, in particolare le contraddizioni dei testimoni e
degli stessi “aggrediti”, il palese accanimento della Questura di
Pistoia verso gli antifascisti, la ridicolezza delle accuse fin qui
mosse agli accusati.

Oggi a Pistoia il tribunale è chiamato
a giudicare la posizione del nostro amico e compagno Marco,
pistoiese, coinvolto con gli altri antifascisti toscani nella
montatura poliziesco-giudiziaria ordita dalla locale questura.

Marco non può essere colpevole di ciò
di cui è accusato, per il semplice motivo che quel giorno, a
quell’ora, si trovava ad una riunione in cui si sarebbe parlato di
come opporsi al fenomeno delle ronde, argomento scottante in quei
giorni (forse per questo quella riunione è stato l’unico ambiente
su cui si sono soffermate le indagini? Mah!)

Perché, quindi, Marco deve sedersi di
fronte al giudice?

Perché antifascista, come tutti gli altri sotto processo,
in un’epoca in cui invece si assiste ad una riabilitazione di
quella cosa schifosa chiamata fascismo e che permea, a tutt’oggi,
talvolta in maniera subdola, altre volte palesemente, la nostra
società.

Perché impegnato nel campo
dell’antirazzismo, in un Paese in cui le parole d’ordine
sono clandestino, respingimento, irregolare.

Perché impegnato nella lotta contro
l’inceneritore di Montale (quello sì irregolare) ed in tutte
le lotte contro le nocività figlie dello sciagurato modello di
sviluppo a cui ci siamo venduti.

Perché schieratosi apertamente, e
spesso fianco a fianco, con le comunità resistenti che, sparse per
l’Italia, continuano a rivendicare il diritto a scegliere sull’uso
del proprio territorio, delle proprie risorse, delle proprie
coscienze e dei propri corpi.

Ancor prima di essere giudicato, ha
subito oltre due mesi di arresti domiciliari, e solo da
un mese circa può uscire di casa, a patto di non uscire dalla
propria frazione (ma qualcuno l’aveva mai sentita questa?) e
vedere amici e conoscenti, che vengono seguiti fin sotto casa da
agenti in borghese. Alla faccia del principio della presunzione
d’innocenza!!!

MERCOLEDì
10 MARZO ore 9.00

PRESIDIO DAVANTI IL
TRIBUNALE DI PISTOIA

Anarchici Toscani

Certo bisogna farne di strada da una
ginnastica d’obbedienza,
fino ad un gesto molto più umano
che ti dia il senso della violenza,
però bisogna farne altrettanta
per diventare così coglioni,
da non riuscire più a
capire che non ci sono poteri buoni.

F.de André, “Nella mia ora di
libertà”

CIE in Toscana, Prato da la sua disponibilità.

L’assessore comunale alla sicurezza di Prato, l’ex spia Aldo Milone ha dichiarato in un intervista che stante la grande criminalità che affligge la Toscana (e Prato in particolare), ovviamente legata ai clandestini, è necessaria la realizzazione di un CIE, auspicando che chiunque vinca le regionali si impegni a realizzarlo velocemente (i candidati PD e PDL sono favorevoli). Questo secondo l’ex spia servirebbe a dare maggior sicurezza alla regione e ad abbatere i costi delle reclusioni, visto che ora i migranti arrestati in Toscana vengono deportati in altre regioni. Milone ha dato la disponibilità del comune di Prato ad accogliere il CIE. Da voci circolanti in città sembra che l’area individuata per l’eventuale costruzione sia quella degli ex macelli.

Repressione antirazzisti Torino – Trasferiti Fabio e Andrea

Fabio è stato trasferito da giovedì scorso presso il carcere di
Vercelli. Andrea il giorno successivo a Cuneo. Per scrivere e inviare
loro telegrammi:

Fabio Milan
Casa Circondariale di Vercelli – Via Del Rollone 19 – 13100 Vercelli

Andrea Ventrella
C.C. via Roncata 75 – 12100 Cuneo

Luca resta alle Vallette di Torino

Luca Ghezzi
C.C. Lorusso e Cotugno – Via Pianezza 300 – 10151 Torino

Festa dell’8 marzo: 43 licenziamenti alla SerIn di Pistoia, sono tutte donne


Proprio nel giorno della festa della donna hanno saputo ufficialmente
che la loro azienda chiuderà a fine mese e che nei 12 mesi successivi
avranno la cassa integrazione a zero, poi saranno tutte quante messe in
mobilità. Sono le 43 dipendenti della SerIn, azienda pistoiese
specializzata nella fornitura di servizi alle imprese per al quale da
dicembre scorso è stata aperta la procedura di mobilità.

La SerIn, 49 addetti, è una delle aziende a maggior concentrazione
di manodopera femminile in provincia di Pistoia. Nell’incontro svoltosi
lunedì mattina in Provincia fra la direzione della SerIn e i sindacati,
alla presenza di una delegazione di lavoratrici e di un rappresentante
della Direzione provinciale del Lavoro, è stato convenuto di
trasformare la prevista procedura di mobilità in cassa integrazione
straordinaria a zero ore per 12 mesi.

“Certo – ammette la Filcams Cgil all’Ansa – avremmo voluto regalare
un altro 8 marzo alle donne della SerIn, ma a fronte dell’immediata
procedura di mobilità che avrebbe dovuto scattare già oggi, la cassa
integrazione ci sembra un buon risultato”.

Al tavolo, l’azienda ha ribadito l’impossibilità di proseguire
l’attività, essendo già state disdette le commesse superstiti. I
sindacati hanno quindi ritenuto impraticabile la soluzione offerta da
gruppi disponibili a rilevare le commesse senza assicurare
l’assorbimento di personale ed è tramontata anche l’ipotesi di
costituzione di una cooperativa di dipendenti che rilevasse le
attività.

“Non è un accordo esaltante dal punto di vista occupazionale – si
legge nella nota della Filcams Cgil Pistoia – ma consente, attraverso
gli ammortizzatori sociali, la garanzia di mantenimento economico di
almeno un altro anno”.

http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/festa-dell8-marzo-43-licenziamenti-alla-serin-di-pistoia-sono-tutte-donne-275649/

Livorno: ancora un detenuto morto alle Sughere

Secondo morto al carcere Le Sughere dall’inizio dell’anno, il 14° in dieci anni.

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Il
cadavere del 30enne Snoussi Habib è stato trovato ieri pomeriggio
all’interno della cella dove era recluso. Stando alla ricostruzioni
ufficiale della direzione penitenziaria, il giovane sarebbe morto di
infarto dopo aver inalato una bomboletta del gas, una pratica molto in
voga tra i detenuti e molte volte al centro di episodi gravi (vedi il
caso di Marcello Lonzi), indicativa del livello di disperazione cui
sono costretti a convivere.

Habib era arrivato da poco al penitenziario livornese ed era ospite nel
sovraffollatissimo reparto transiti che al momento ospita 70 persone a
dispetto di una capienza massima di 40. Da quanto si è appreso, prima
di morire il giovane avrebbe avuto un colloquio con il responsabile del
settore chiedendo informazioni sui colloqui e altro.

Sebbene formalmente non si escludano altre ipotesi e siano in corso
indagini per stabilire le reali cause della morte, è chiaro che anche
questo omicidio-suicidio verrà archiviato come tutti gli altri (si è
voluto occultare l’omicidio di Marcello Lonzi di fronte a prove
schiaccianti facendolo passare per una disgrazia, figuriamoci che
volontà possa esserci di far emergere un’eventuale verità altra sulla
morte di un "clandestino").