Ci è stato comunicato che a Peppe è stata tolta la censura dalla corrispondenza. Solidarietà e complicità.
FUOCO SU CHI RINCHIUDE!
Per scrivergli:
Giuseppe Sciacca
C.C. Montorio
Via S. Michele 15
37033 Verona
Ci è stato comunicato che a Peppe è stata tolta la censura dalla corrispondenza. Solidarietà e complicità.
FUOCO SU CHI RINCHIUDE!
Per scrivergli:
Giuseppe Sciacca
C.C. Montorio
Via S. Michele 15
37033 Verona
1° febbraio 2009
dalle 22.30 alla Riottosa
4 dischi e un po’ di whisky
dalle 22.30 puri vinili:
*ober knights (beat e calci nei denti con el climatico, millelemmi, johnny boy, miyazaki, bobby kebab)
*margot (breakbeat)
la riottosa è al galluzzo, ci si arriva e la si lascia scavalcando il
guardrail che vi trovate tre metri dopo il Ponte Bailey sulla sin. (è
l’unica strada!).
bus 37 o 68 da p.za santa maria novella, dietro la stazione.
autostrada, esci firenze certosa, passa il monastero sulla sin., poi
parcheggia nello spiazzo alberato davanti alla certosa e vai verso il
ponte di ferro (ponte bailey), scavalca il guardrail a dx.
lariottosa@insiberia.net
LAMPEDUSA – Una rivolta è scoppiata questa
mattina nell’ex Cpa ora trasformato in Cie (Centro di identificazione
ed espulsione) di Lampedusa, che attualmente ospita oltre 800
immigrati, in gran parte tunisini. Nel complesso si è sviluppato anche
un incendio di vaste proporzioni. Le forze dell’ordine, che hanno
chiamato rinforzi, sono intervenute con i lacrimogeni per cercare di
riportare la calma all’interno della struttura. Ci sono stati scontri e
ci sarebbe un numero imprecisato di feriti e ustionati tra gli
extracomunitari, i poliziotti e i vigili del fuoco. "La colpa è del
governo che ha trasformato il centro in un lager – ha denunciato il
sindaco, Bernardino De Rubeis – Gli immigrati sono esasperati".
"Nube tossica verso il paese". "Una nube tossica sprigionata
dall’incendio dei pannelli coibentati del centro di identificazione sta
raggiungendo il paese" ha aggiunto De Rubeis. "Rischiamo anche che si
inquini l’acqua. Chiedo l’immediata evacuazione della struttura. So che
ci sono poliziotti ricoverati al Poliambulatorio per le esalazioni.
Potrebbero esserci intossicati anche tra gli extracomunitari".
Scontri provocati dai tunisini. La tensione covava da giorni. I
tafferugli sono scoppiati dopo che ieri un gruppo di circa 300 tunisini
aveva cominciato lo sciopero della fame per protesta contro il
trasferimento di 107 loro connazionali a Roma, in vista del rimpatrio
coatto. Proprio questo gruppo di tunisini, secondo il questore di
Agrigento, Girolamo Fazio, avrebbe innescato gli scontri.
Rogo nel Cie, distrutta una palazzina. Ad appiccare l’incendio
sarebbero stati gli stessi immigrati. Un centinaio di tunisini hanno
prima cercato di sfondare dall’interno i cancelli della struttura senza
riuscirci e poi hanno ammassato materassi, cuscini e carta straccia
appiccando le fiamme. Una palazzina del centro sarebbe interamente
distrutta. Le operazioni di spegnimento del rogo sono rese difficili,
oltre che dal forte vento, anche dal difficile accesso e dai pochi
mezzi a disposizione.
Centro privo di certificato antincendio. La struttura dell’ex Cpa è
stata realizzata con materiale Isopam, altamente infiammabile. Anche
per questo il centro è privo di certificato antincendio e di
abitabilità. La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta per
indagare sulle condizioni di vita e di salute al centro di accoglienza.
Conoscendo le condizioni degli edifici, alcuni giovani che lavorano nel
centro sono fuggiti quando hanno visto divampare le fiamme.
Il sindaco: "Dieci poliziotti intossicati". "Gli immigrati hanno
dato fuoco al centro di accoglienza. Le fiamme sono alte dieci metri"
ha detto il sindaco De Rubeis. "In mattinata – ha raccontato – ci sono
stati scontri fra forze dell’ordine e immigrati. Poi gli immigrati
hanno appiccato il fuoco nella palazzina centrale e le fiamme hanno
invaso le palazzine vicine". "L’immobile centrale del Cie è andato
distrutto" ha proseguito il sindaco, "molti migranti sono stati messi
al sicuro, ma una decina di poliziotti sono rimasti intossicati e sono
stati portati al poliambulatorio. Non ci risultano immigrati ricoverati
al poliambulatorio, ma non sappiamo se ci sia qualcuno dentro
l’immobile distrutto dalle fiamme".
Acnur: "Evacuare subito i migranti". "Evacuare immediatamente tutti
i migranti e gli operatori che si trovano nella struttura di Lampedusa
in modo da evitare intossicazioni e ustioni". E’ quanto chiede l’Alto
commissariato delle Nazioni Unite (Acnur) per i rifugiati che sta
seguendo la rivolta scoppiata all’interno del Cie a Lampedusa. L’Acnur
è in contatto con il Viminale a cui ha chiesto di intervenire al più
presto per evitare il peggio. La struttura è stata trasformata nelle
settimane scorse da Centro di soccorso e prima accoglienza (Cspa) in
Centro di identificazione ed espulsione (Cie) provocando la protesta
dei migranti e quella della popolazione.
Un altro incendio nei giorni scorsi. Un paio di settimane fa un
incendio era scoppiato nella base Loran di Lampedusa, che ospita un
centinaio di donne extracomunitarie che erano state trasferite nell’ex
base militare per il sovraffollamento del centro principale dove oggi è
scoppiata la rivolta.
(18 febbraio 2009)
Varie perquisizioni operate dalla digos di Torino e Viterbo per ordinanza del pm. Tatangelo in riferimento a un’azione della FAI R.A.T
del 5 marzo 2007: un ordigno esplosivo in un cassonetto del quartiere
Crocetta di Torino. Hanno sequestrato vario materiale cartaceo,
corrispondenza epistolare, supporti informatici e campioni di DNA. Non
tutti i perquisiti sono direttamente indagati e, al momento, non
sappiamo se vi siano stati arresti.
A presto aggiornamenti
Individualità anarchiche perquisite a Pisa
Il 18 febbraio 2009 alcune individualità anarchiche sono state sottoposte a perquisizione da parte della sbirraglia digos agli ordini del sostituto procuratore Tatangelo. Non siamo indagati, ma sospettati di essere "in stretto contatto con gli indagati" di "attentato con ordigni esplosivi".
Sequestrati computer, materiale informatico e cartaceo, in particolare
la corrispondenza che da anni intratteniamo con i prigionieri anarchici
Marco Camenisch e Gabriel Pombo da Silva. I fedeli servi della repressione vorrebbero spezzare il forte legame che unisce i ribelli anarchici, dentro e fuori le galere.
Questo nuovo atto repressivo giunge pochi giorni dopo il rinvio a
giudizio di alcuni di noi per 270bis, 270ter, 81 e 100 c.p. da parte
della procura di Firenze, agli ordini dell’Impero Benetton.
Pare proprio che a questa seguiranno altre sgradite visite, visto
l’interesse che stanno mostrando nei confronti del nostro impegno
solidale verso i prigionieri anarchici in lotta, in Italia come in
Cile, in Svizzera come in Germania…
Pare proprio che i ridicoli CSI nostrani continueranno a collezionare
materiale biologico con ogni mezzo. Peccato che gli ultimi slip
sequstrati non siano "made in United Dolors of Benetton"!
Morte allo Stato!
Individualità anarchiche
fonte labusiarda
Perquisizioni in tutta Italia per gli ordigni alla Crocetta
Nel marzo 2007 erano stati fatti esplodere tre
cassonetti. L’azione era stata rivendicata dal gruppo anarco
insurrezionalista Fai-Rat
La Digos di Torino sta eseguendo, in collaborazione con i colleghi
delle zone coinvolte, 22 perquisizioni in tutta Italia nel’ambito
dell’inchiesta sui tre ordigni che il 5 marzo 2007 fecero esplodere dei
cassonetti nell’elegante quartiere torinese della Crocetta.
In particolare, le perquisizioni, che riguardano soprattutto
abitazioni, sono 9 tra Torino e provincia, una rispettivamente a
Milano, Lecco, Lucca, Roma, Avellino e Oristano, due a Pisa e Viterbo e
tre a Pescara.
Il provvedimento riguarda persone che nel corso delle indagini sono
emerse come vicine alla sigla che aveva rivendicato l’azione, ossia il
gruppo anarco insurrezionalista Fai-Rat.
fonte repubblica.it
Una bomba a orologeria e’ stata disinnescata dagli artificieri della
polizia greca davanti alla sede ateniese del gruppo creditizio
americano ‘Citibank’: lo hanno riferito fonti vicine agli inquirenti,
secondo cui si trattava di un ordigno di fabbricazione rudimentale ma
molto potente, costituito da bombole di gas collegate a esplosivo; era
stato nascosto nel bagagliaio di un’auto rubata, lasciata poi in sosta
accanto all’edificio, nel quartiere settentrionale di Kifissia. A dare
l’allarme e’ stata una guardia giurata, che ha visto tre uomini
irrompere nel parcheggio della banca con la vettura, lasciandovela per
darsi quindi alla fuga. Si tratta dell’ennesimo episodio estremistico
registrato di recente ad Atene, nel clima di estrema tensione scatenato
dalla morte di un giovane manifestante, il quindicenne Alexis
Grigoropoulos, ucciso il 6 dicembre scorso da un proiettile vagante
sparato da un agente.
(18 febbraio 2009)
fonte il tempo.ilsole24ore.com/adnkronos
Atene, 18 feb. (Adnkronos) – Un gruppo di uomini armati ha fatto
irruzione la scorsa notte nella sede di un’emittente televisiva privata
in Grecia. A bordo di due motociclette, gli uomini sono entrati nel
parcheggio dell’edificio che ospita la Alter tv sparando colpi
all’impazzata e lanciato un ordigno rudimentale, senza provocare
feriti. "Abbiamo contato almeno 13 colpi – ha detto il giornalista
dell’emittente, George Stergiopoulous – poi si sono fermati e sono
scappati via". Non vi sono state rivendicazioni per l’azione, che si
inserisce in una serie di attacchi di estremisti avvenuti nella
capitale greca nelle ultime settimene. Il ministro degli Interni,
Prokopis Pavlopoulos ha condannato l’irruzione, precisando che un
attacco contro i media e’ un "attacco contro la liberta’ di espressione
e la democrazia".
(Ses/Ct/Adnkronos)
18-FEB-09 10:27
UNIONE SINDACALE ITALIANA
Viale
Bligny, 22 20136
Milano
Tel e
Fax 0258304940
Martedì
17/02 alle ore 12 presso il Giudice di Pace di via F.sco Sforza (giardini della
Guastalla) si svolgerà la IV udienza del processo per l’occupazione dello
stabile di via Bligny, 22 che vede l’Università Bocconi ed il Comune di Milano
schierati contro l’Unione Sindacale Italiana (USI).
Più di 80 anni prima, fu il fascismo (tramite decreto Prefettizio del
7/1/25) a sciogliere l’USI devastando e confiscando le sue sedi e Camere del
Lavoro (per prima quella di Milano), arrestando e mandando al confino i suoi
militanti.
All’indomani della Liberazione dal nazifascismo, l’U.S.I. si è
ricostituita e, dopo avere avuto sede a Milano presso il leggendario Ponte della
Ghisolfa, poi nel centro sociale di Via Conchetta e dopo in quello di via
Torricelli, dal 1989 è da quasi venti anni in Viale Bligny n. 22, che è
diventato oggi uno storico punto di riferimento organizzativo per tutto il
sindacalismo di base e la cultura libertaria e autogestionaria.
In questi anni l’U.S.I. ha sempre rivendicato la restituzione del
patrimonio immobiliare devastato dal fascismo e ha chiesto al Comune di
Milano l’assegnazione di una sede.
Per tutta risposta il Comune ha svenduto a poco più di 4 milioni di euro
l’intero stabile di Viale Bligny n. 22 all’Università Bocconi e l’ha agevolata a
tal punto sulle concessioni edilizie, da equipararla a scuola pubblica
Nella sede di viale Bligny, hanno spazio i diversi sindacati di settore
(sanità, poste, commercio, imprese di pulizie, precari), progetti di solidarietà
internazionali (Progetto Libertario Flores Magon, che si occupa di assistenza
sanitaria alle comunità indigene in Chiapas), un laboratorio teatrale, attivo
tutti i giorni, che ha permesso la realizzazione di numerosi e diversi
spettacoli in teatri nazionali ed internazionali.
L’Unione Sindacale Italiana, nello spazio di viale Bligny ha dato vita a
numerose attività di interesse per la cittadinanza ed ha organizzato, tra le
altre, iniziative di solidarietà nazionale ed internazionale, culturali,
ricreative e teatrali il tutto senza fine di lucro, oltre alla normale attività
di consulenza sindacale gratuita ed assemblee pubbliche su tematiche sociali
quali salute, sicurezza sul lavoro, diritti civili, immigrazione ed
integrazione, precariato, diritti delle donne.
Il comune di Milano, dopo una iniziale disponibilità ad assegnare una
sede ad U.S.I. e a seguito di numerosi incontri, ormai propone delle soluzioni
in immobili fatiscenti e situati in estrema periferia e, addirittura, si nega ai
contatti telefonici.
A fronte di tutto ciò un sindacalista di U.S.I. dell’Ospedale San Paolo e
persona conosciuta nell’ambito dei Centri Sociali, Martedì 17 febbraio avanti il
Giudice di Pace di Milano subirà un processo penale per occupazione abusiva ed
un altro avviso di garanzia è stato notificato ad un altro compagno.
Non vorremmo che la sindaca Moratti,
dopo aver sfilato in corteo il 25 aprile di alcuni anni
fa mostrando tutto il suo essere antifascista, adesso si comportasse
esattamente come il prefetto fascista che ha decretato di sciogliere USI e
appropriarsi di tutti i suoi beni, che sono beni dei
lavoratori.
Oggi continuare a negare la restituzione di una sede, espropriata dal
regime fascista e chiedere che i suoi militanti vengano processati per aver
rivendicato la dovuta restituzione è continuare ad attuare una politica "fascista" in linea con il revisionismo storico ed il revanchismo del
ventennio.
Ieri
come oggi, non faranno di noi un sol "bocconi"!
Milano
17/02/09
segreteria
USI Milano
14 febbraio. È da una settimana che a Porta
Palazzo circola una voce insistente: la mattina del 14 febbraio
Borghezio, Carossa e la Maccanti – le primedonne del nazi-leghismo
torinese – dovrebbero fare una comparsata tra le bancarelle del mercato
per festeggiare la quasi-legalizzazione delle ronde padane. La notizia
non è affatto certa, ma gli antirazzisti si mettono comunque al lavoro:
tra la gente della piazza oramai sono di casa, e di avere i leghisti
tra le palle non ne vogliono proprio sapere. Chiodi, martelli, vernice…
qualche nottata di lavoro frenetico e per il giorno della sfida tutto è
pronto: già in mattinata, uno strano luna-park contro il pacchetto
sicurezza fa mostra di sé e occupa con le sue attrazioni una bella
fetta del mercato. I razzisti, di qui, non passeranno. C’è il "calcio
all’alpino", come al solito, ma anche "colpisci lo sbirr(ill)o" – un
bowling con birilli in divisa -, "fionda la ronda" e, soprattutto,
"spacca la faccia… alla feccia" – un tiro a segno con le facce dei
potenti più odiosi del momento. I passanti si fermano, la gente si
addensa, grandi e piccini vogliono colpire chi Borghezio, chi
Berlusconi, chi Maroni, oppure Bossi o Carossa… il tifo è alle stelle.
Proprio sul più bello in piazza compare Carossa – quello vero!. Dà
un’occhiata furioso a quello che sta succendendo e quando partono i
primi insulti è costretto a cambiare aria, scortato dalla polizia.
Borghezio decide di non farsi nemmeno vedere, «per non creare problemi
alle forze dell’ordine». Della Maccanti nessuna notizia. Mentre
antirazzisti e passanti continuano la festa, i tre leghisti passano il
resto della mattina a piangere con i giornalisti – ma ben lontani da
Porta Palazzo.
Le foto delle attrazioni su macerie
Sabato 14 Febbraio alcuni interessati si sono ritrovati davanti al palazzo della provincia di Pistoia per sensibilizzare la popolazione sull’assordante silenzio delle istituzioni nei confronti della presa di posizione dell’ordine dei medici della città contro l’impianto d’incenerimento montalese.
Una quindicina di militanti, che da anni lottano contro l’impianto di morte di Montale hanno srotolato uno striscione contro provincia e ASL, letto documenti vari con l’ausilio di un megafono, chiedendo la chiusura e la riconversione del termodistruttore, e distribuito un certo numero di volantini. L’iniziativa, tra la curiosità e l’interesse dei passanti, è durata circa un’oretta, fino all’arrivo della digos che, dopo aver identificato alcuni dei presenti, ha pensato bene di sciogliere il piccolo capannello, poiché la manifestazione non era autorizzata. Poco danno visto che i volantini erano finiti e l’obbiettivo era stato raggiunto.
Uno che c’era, sette mesi a presidiare i cancelli, Sabato sotto la provincia.
Riceviamo e pubblichiamo:
20 FEBBRAIO CORTO STUDENTESCO REGIONALE-FIRENZE ORE 9:30 STAZIONE SMN
PARTENZA DA LIVORNO IN TRENO ORE 7:45 STAZIONE CENTRALE
APPELLO PER UN CORTEO STUDETESCO REGIONALE IL 20 FEBBRAIO A FIRENZE
Per info ed adesioni: corteo20febbraio@hotmail.it
il 17 gennaio si è svolto a Firenze un incontro tra alcune realtà
studentesche autorganizzate. Hanno preso parte all’incontro la Rete dei
Collettivi Fiorentini, il Coordinamento Studentesco Livornese e il Collettivo
Studentesco Autonomo di Prato.
Durante l’assemblea è stata condivisa la necessità di individuare una
giornata di mobilitazione a livello regionale, lanciata realmente dal basso ed
autorganizzata, capace di rilanciare nel territorio le mobilitazioni
anti-133/137 dello scorso autunno, e la lotta più ampia per una scuola
autogestita e libera, contro una scuola sempre più legata alle necessità delle
aziende e del mercato del lavoro.
Abbiamo individuato la data del 20 febbraio per un corteo studentesco regionale
a Firenze.
Lanciamo un appello a tutte le realtà studentesche della toscana ad attivarsi
nel proprio territorio per promuovere la più ampia partecipazione.
Rete dei collettivi fiorentini
Coordinamento Studentesco Livornese
Collettivo Studentesco Autonomo-Prato
link del corteo: http://corteo20febbraio.noblogs.org/
link alla piattaforma:
http://corteo20febbraio.noblogs.org/post/2009/02/01/piattaforma