Torino – Comunicato sulla neo-storia scritta dall’askatasuna a cura della Torino Squatter

In seguito agli incidenti della sera di martedì
27 Gennaio 09, il giornale padronale “La Stampa” e l’organetto fascista
“Torino Qui”, escono con vistose locandine che accusano squatter e
migranti di avere attaccato la polizia e di aver – tanto per cambiare –
devastato la città, rovesciando una panchina.

In realtà la manifestazione era organizzata dal centro sociale
Gabrio e dal centro sociale Askatasuna che dal novembre del 2007 si
interessano dei diritti calpestati dei rifugiati politici, prima con
l’occupazione di Fenix2 (sgomberato dagli squatter nell’Agosto di
quell’anno) poi con la recente occupazione della clinica S.Paolo di
c.so Peschiera. Ma come al solito i media si sono impegnati nell’opera
di disinformazione e non hanno rinunciato all’occasione per rinnovare
la criminalizzazione degli squatter, anche se poi negli articoli si
parla di autonomi.

Evidentemente irritati dall’equivoco sull’etichetta i dirigenti
dell’autonomia torinese del centro sociale Askatasuna hanno pensato
bene di rilasciare pesanti dichiarazioni dove si afferma il falso al
fine di sminuire il movimento delle occupazioni torinese degli squatter
e l’anarchismo in generale, rivendicando il loro protagonismo.

Pensiamo che per ristabilire un elementare senso del giusto sia il
caso di dare una risposta a queste vergognose (per chi le fa)
affermazioni, perché ci colpiscono direttamente e perché, vediamo che è
diventato un ritornello dei “portavoce” di Askatasuna, evidentemente a
corto di argomenti e in piena fase di revisione politica.

Si erano già esibiti, Lele Rizzo per primo, in un’intervista sul
Manifesto del 13-09-08 sfoggiando notevoli capacità di invenzione
letteraria. Si trattava di un’esilarante Neo-storia delle occupazioni a
Torino, in chiave involontariamente demenziale, che voleva far
scomparire gli squatter, mirando in definitiva all’eliminazione dalla
storia dell’esperienza degli squat di Torino, per mettere al centro
dello spettacolo mediatico se stesso ed il suo centro sociale. Una
bella operazione di censura e di pulizia-politica. L’articolo di
disinformazione iniziava così: “Askatasuna, El Paso, Gabrio sono gli
spazi occupati autogestiti Torinesi”, e gli altri?… Sole e Baleno erano
“Anarchici frequentatori di squat”, non gli occupanti della casa di
Collegno, e così via, mentendo e censurando. Di fronte alle barzellette
snocciolate su una testata ideologica che nel corso degli anni, in modo
sistematico, aveva ignorato ed in certi casi apertamente censurato o
denigrato le vicende delle occupazioni di Torino, in quanto
prevalentemente anarchiche, pensammo che non valesse la pena muovere un
dito. Un caso pietoso, un misero sfogo.

Ma ora insistono e rincarano la dose, mandando avanti, stavolta, il
simpatico Lodovico Poletto, giornalista che ha iniziato la sua carriera
infamando Baleno fin dalla prima volta che finì in carcere ad Ivrea,
che ha cercato il riciclaggio scrivendo – quasi – a favore dei No-Tav e
si è trovato ad essere il portavoce della propaganda dell’Askatasuna,
che lo considera ormai un giornalista “organico”.

In un articolo su “La Stampa” di Giovedì 29-01-09 dedicato alla
risposta degli “antagonisti” alle accuse di aver strumentalizzato la
manifestazione dei migranti, Poletto cita puntigliosamente le parole
dei leader dell’Askatasuna. Dopo aver aperto affermando che “Askatasuna
ormai passa per essere l’ultimo centro sociale della città” altrettanto
gratuitamente, ma inesorabilmente, nella logica della propaganda
tardo-stalinista che ha accettato di veicolare, arriva ad affermare:

“Gli anarchici, per dirla con le parole di qualche autonomo,
rappresentano il : pochi e isolati da tutto. Gli squatter, un tempo
attivissimi, sono ormai semi-scomparsi.” I soliti vecchi luoghi comuni
sugli anarchici avulsi, gli stessi utilizzati anche da assessori e
sindaci sgomberatori. Si nota che la sinistra è ancora una grande
famiglia.

Nella frase citata si identifica l’anarchismo torinese unicamente
con gli squatter, mostrando che verso di loro è rivolto l’attacco, cui
abbiamo deciso di rispondere perché in circolazione non rimangano solo
menzogne diffuse in modo industriale.

Riteniamo gravissimo che le affermazioni – a detta di Poletto – ,
inserite nella logica dell’eliminazione della “concorrenza”, indichino
alla repressione un preciso settore degli anarchici da colpire.

E’ arrivata a questo punto, la frustrazione pluridecennale di vivere
nell’unica città italiana dove, nonostante una repressione feroce, le
occupazioni sono in prevalenza anarchiche, da 25 anni a questa parte
(Cine Diana prima occupazione del 1984). Una prevalenza quantitativa,
ma soprattutto qualitativa. Proprio la radicalità degli anarchici,
definiti “puristi della marginalità”, ha consentito ai “compagni”
dell’Aska di mantenere la loro radicalità, mentre nel resto d’Italia
l’autonomia si ammorbidiva, scendendo a compromessi anche sostanziali.

Suona fessa anche la sorprendente nuova rappresentazione di se
stessi come pacifici militanti che usano la “forza per difendere gli
altri e per difenderci”. “Non abbiamo mai aggredito nessuno a freddo”,
frase stonata in bocca ai teorici accaniti dei “rapporti di forza” che
tutto risolvono, scorciatoia autoritaria per imporre la propria
“linea”, che strega anche qualche anarchico, poco anarchico. E’
singolare che provenga dalla dirigenza di un collettivo che non
rinuncia a proporsi, soprattutto a Torino, più velatamente in Val Susa,
come “avanguardia rivoluzionaria” (leninista), e che in quanto tale ha
nel suo metabolismo la tendenza ad egemonizzare le lotte – ovunque – e
con qualunque mezzo necessario, anche quelli eticamente più abbietti,
come le aggressioni fisiche personali a freddo e la calunnia e la
censura usate come arma politica. Sistemi antichi, utilizzati peraltro
senza risparmio da tutti i politicanti autoritari, ma particolarmente
cari agli stalinisti.

Pensiamo inoltre che, le miserie così bene espresse da “qualche
autonomo” siano dovute ad un processo di revisione delle idee
“rivoluzionarie” dei dirigenti che stanno trascinando rapidamente
l’Aska dalle barricate all’urna (elettorale) all’insegna
dell’opportunismo e della real-politik. Come spiegava il giornalista
Maurizio Tropeano sulla “Busiarda” del 02-01-09, dopo aver parlato con
Lele Rizzo, “i comitati stanno lavorando per presentare liste civiche e
candidati sindaci che ”. Peccato che i comitati abbiano deciso
nell’assemblea di Condove del 19 Dicembre di non presentare liste
civiche No-Tav.

Comunque si rassicurino i “compagni” dell’Askatasuna e con loro,
tutti quelli che ci vorrebbero veder scomparire e lavorano per questo.

Nonostante la ferocia della repressione, a 10 anni dalla morte di
Sole e Baleno, e nonostante le decine di sgomberi che ne seguirono
colpendo, salvo eccezioni, l’area anarchica, il movimento squatter gode
di ottima salute anche se, effettivamente siamo “isolati” dai
protettori della sinistra istituzionale, troppo impegnati ad aprirvi le
porte. Preferiamo così, continuare senza santi in cielo. Questa è la
strada di chi ha iniziato ad occupare 25 anni fa a Torino.

Inoltre, ci pare che nella nostra città e nella provincia anche le
altre componenti dell’anarchismo godano di ottima salute e siano in
espansione. Ci rallegriamo nel comunicarvelo.

FENIX, OSSERVATORIO ASTRONOMICO CONTRO LA REPRESSIONE + OSSERVATORIO ECOLOGICO VOLANTE

ASILO SQUAT PRINCIPE DI NAPOLI, Torino


BAROCCHIO SQUAT GARDEN, Grugliasco – Torino


MEZCAL SQUAT, Collegno – Torino


BOCCIA SQUAT, Torino

 

Documento sulla crisi redatto dai militanti dell’ U.S.I.

Ecco un documento scritto qualche tempo fa dai compagni dell’U.S.I Liguria sulla crisi che sta arrivando e che già in parte si fa sentire (ma "il bello" ha ancora da venire); "in chiaro" pubblichiamo la premessa, chi fosse interessato a leggere tutto lo scritto può scaricarlo cliccando il link poco sotto.
 
PREMESSA
Le avvisaglie per una fase di aspro scontro sul piano sociale e sindacale sembrano esserci tutte. Dopo la spallata di luglio con il decreto Brunetta, che prefigurava un pesante attacco ai lavoratori pubblici e altrettanto pesanti tagli ai servizi, i proconsoli di Berlusconi si sono messi tutti attivamente all’opera.
Ultima, ma non per la gravità del suo intervento, la ministra Gelmini: dal punto di vista occupazionale verranno infatti tagliati 70mila posti di insegnanti e 43mila di ATA che sommati ai 47mila della Finanziaria- Prodi danno un totale di 160 mila posti in meno; per quanto riguarda le risorse è previsto un taglio di 8 miliardi di Euro per i finanziamenti delle scuole pubbliche nei prossimi 4 anni, il taglio dei fondi alle università (con il progetto della loro privatizzazione) e infine per quanto riguarda la qualità del servizio c’è il ritorno al maestro unico alle elementari. Poco da commentare, i numeri parlano da soli, se non rilevare l’ennesimo regalo all’istruzione privata.
C’è stata poi la questione Alitalia, dove sono saltati migliaia di posti di lavoro e tagliati gli stipendi dei lavoratori, con tutto il suo corollario di vicende apparentemente surreali, ma molto materialmente interpretabili: dall’esplodere della crisi, alla trattativa con Air-France per finire alla cordata di imprenditori italiani che rilevano la parte sana della compagnia di bandiera. In tutto questo campeggia la drammaticità della situazione dei lavoratori: gli esuberi, il taglio degli stipendi (30-40%), l’aumento degli orari di lavoro, ecc.
Infine, è entrato in campo il ministro Sacconi con un progetto di decreto di legge che tende a limitare ancora di più l’esercizio degli scioperi nei servizi.
Siamo dunque di fronte ad un quadro assolutamente devastante, che si situa in un contesto internazionale colpito dalla crisi finanziaria, dal crollo delle borse e dalla conseguente crisi economica e produttiva.
Al di là della drammaticità della situazione internazionale, della quale non è facile prevedere gli sviluppi e l’impatto che avrà sulla nostra situazione, vengono spontanee alcune riflessioni: -l rapporto finanza- economia reale non è totale, tuttavia le crisi finanziarie si traducono inevitabilmente in crisi generali. Anche in questo caso gli effetti del crack finanziario, in particolare la crisi di liquidità e la stretta creditizia si sono riversate su un’economia già in fase depressiva e ne hanno amplificato la tendenza ad una vera e propria profonda recessione. Questo negli USA, come in
Europa e, potenzialmente, nel resto del mondo, compreso gli iper-produttivi giganti asiatici (India e Cina).
– il liberismo selvaggio si è suicidato. Le teorie della libera iniziativa e del libero mercato come unici regolatori dell’economia mostrano tutti i loro limiti e la loro impotenza ad arginare le crisi cicliche del capitalismo. Si ricorre perciò alle nazionalizzazioni e all’intervento diretto dello Stato nell’economia, che sembravano ormai solo un retaggio del socialismo reale. Il capitalismo però sopravvive… alla faccia di quelli che vedevano nel neoliberismo il nemico assoluto e non c’è motivo di pensare che diventerà più “umano”.
– la mondializzazione mostra – in negativo – tutte le sue potenzialità di volano di crisi devastanti. Alla
libera circolazione delle merci si possono opporre dazi protettivi; a quella degli uomini, confini militarizzati, a quella della forza-lavoro, leggi; a quella dei capitali, regole; ma a quella delle crisi nulla si può opporre… vera e propria merce virtuale globale, viene esportata in abbondanza.
Se questo è quanto, oltre all’ovvio riconoscimento della necessità di una immediata e radicale risposta da parte della working class a livello internazionale, ci sembra anche importante rafforzare il nostro patrimonio di conoscenze, le nostre armi critiche e i nostri strumenti analitici, ovvero ottenere la massima chiarezza possibile sulle dinamiche e gli sviluppi che hanno portato alla situazione attuale.
A questo scopo pubblichiamo nel seguito due scritti del compagno R.S. di Torino, militante del sindacalismo di base, che da anni si occupa con impegno e competenza di questioni che l’opinione comune relega all’attività di “esperti” e “specialisti” di parte.
 

Grecia – Scontri e nuove occupazioni

raduzione da infoshop.org

Occupazione del Teatro dell’Opera di Atene

Ribellando il teatro dell’opera

La rivolta di dicembre, traendo forza da tutte le precedenti lotte
sociali, ha aperto la strada a una resistenza generalizzata contro
tutto ciò che offende e schiavizza le nostre esistenze. Ha innescato
una lotta per la vita, screditata su base quotidiana.
Come risposta a coloro che intendono la rivolta come un petardo dalla
vita breve, che la scartano e la minano dicendo semplicemente "la vita
continua", diciamo che non solo la lotta continua, ma ha già posto le
nostre vite su una base differente. Nulla è concluso; la nostra rabbia
persevera. La nostra agonia non si è attenuata; siamo ancora qui.
Rivolta nelle strade, nelle scuole e università, nei sindacati, edifici
municipali e nei parchi. Rivolta anche nell’arte.

Contro l’arte come uno spettacolo che viene consumato da spettatori passivi.
Contro l’estetica che esclude il "diverso".
Contro una cultura che distrugge parchi e spazi pubblici in nome del profitto.
Uniamo le nostre voci a tutte quelle in lotta.
Against a culture that destroys parks and public space in the name of profit.
In solidarietà con Konstantina Kouneva e con gli arrestati durante la ribellione.
Con la nostra lotta e la nostra cultura, rispondiamo all’oppressione di
stato, all’esclusione sociale e ai tentativi dei mass media di
terrorizzare e disinformare.
Con questa iniziativa che ha avuto origine nelle "Arti" (considerando
arte la vita di ogniuno), ci riappropiamo di uno spazio per esprimere
l’arte di vivere di ogniuno e di tutti e per esplorare una riforma
della cultura. Aspiriamo a un arte non mediata; aperta e accessibile a
tutti.
Liberiamo l’Opera Nazionale Greca perchè, per definizione, appartiene a tutti noi.
Sentiamo il bisogno di prendere le cose dal principio e reinventare il ruolo dell’arte.
Attraverso sviluppi autogestiti, proponiamo libere azioni creative di
tutti e per tutti coloro che considerano la cultura un prodotto della
creatività collettiva.
Per recuperare e riappropiarci della cultura che ci è stata sottratta.

Assemblea generale aperta tutti i giorni alle 21.00

I NOSTRI TEATRI LE STRADE, LA NOSTRA ARTE LA RIVOLTA

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Perchè occupare l’opera

Rispondendo a coloro che si chiedono il perchè della presa e
occupazione dell’edificio storico della Lyriki Scene (casa dell’opera)
proponiamo i seguenti eventi storici:

29-09-1941 – Viene presentato lo "Zingaro Barone" di Strauss alla
Lyriki. Lo stesso giorno 2000 innocenti della regione di Drama vengono
giustiziati dagli occupanti fascisti in rappresaglia contro i
resistenti greci.

20-02-1942 – La "Carmen" di Bijet viene inscenata durante la
terribile carestia che colpì il 63% della popolazione uccidendo più di
100.000 abitanti.

30-05-1945 – "Il ratto del serraglio" di Mozart viene presentato lo
stesso giorno dell’omicidio di Triantafylos Triantafylou a Pouri in
Tessalia. Una delle 56 vittime del terrorismo para-statale prima della
guerra civile. Allo stesso tempo, venivano presi 18.708 prigionieri
politici tra la Grecia e le isole.

17-06-1948 Il "Godchild" di Sakelarides viene inscenato lo stesso
giorno del battesimo delle bombe al napalm al Mt. Grammos, apice degli
eventi della guerra civile greca.

22-11-1973 – Cinque giorni dopo gli eventi al politecnico di Atene e
due giorni dopo la fine della legge marziale in Grecia, la Lyric
annuncia la continuazione dei suoi programmi per il pubblico.

QUANDO MICHAEL KALTEZAS E’ STATO UCCISO,
QUANDO LE ARMI DELLA POLIZIA SPARANO,
QUANDO KONSTANTINA KOUNEVA VIENE COSTRETTA A BERA ACIDO SOLFORICO,
QUANDO A OGNI POLIZIOTTO VIENE ORDINATO DI SPARARE SU MANIFESTANTI DISARMATI,
QUANDO GLI ARRESATI DURANTE LE RIVOLTE DELLO SCORSO DICEMBRE SONO ANCORA PRIGIONIERI,
QUANDO TUTTI CAPISCONO CHE STANNO PERDENDO IL PROPRIO LAVORO,
la Lyriki è qui per intrattenervi!

Questo non è certo il momento per trattare con chi gestiva,
produceva e assisteva tutti questi spettacoli, per tutti questi anni,
durante guerra civile o dittatura.

Razzisteria: destra fascista in Italia e nella “rossa” Toscana

Riceviamo e pubblichiamo:

Domenica 15 Febbario al
Circolo ARCI Ho Chi Minh
di 
Porta al Borgo – Pistoia (dalle 19:00 in poi)

Presentazione della Videoinchiesta
Razzisteria: destra fascista in Italia e nella "rossa" Toscana
Di Saverio Tommasi e Ornella De Zordo. Sarà presente Saverio Tommasi

Cena di finanziamento
Osservatorio sulle Nuove Destre – Pistoia
Fondi destinati alla realizzazione di opuscoli, un video ed una nuova
mostra/inchiesta sul razzismo, la xenofobia, l’omofobia, il sessismo,
l’immigrazione, la crisi di identità della società italiana con i suoi
risvolti mediatici e politici

Menù:

– Crostini misti

– Pasta coi broccoli ‘rriminati (broccoli, acciughe, uvetta, pinoli, porro)

– Insalata mista

– Fritto misto carne/verrdura

– Placinto (colde rumeno)
Menù vegetariano a richiesta
15 Euro
X prenotazioni:
osservatoriodestrept@gmail.com
circolo 057320300

CLICCA L’IMMAGINE PER INGRANDIRE IL FLIER

Pistoia, volantinaggio contro il revisionismo galoppante

Sabato mattina, al mercato di Pistoia, alcuni militanti della rete antifascista hanno svolto un volantinaggio per ricordare agli smemorati quello che fu l’operato degli italiani brava gente durante l’occupazione della Jugoslavia: una vessazione ed un accanimento inumano da parte delle truppe e dei simpatizzanti fascisti ai danni della popolazione slava di quelle terre, dall’italianizzazione forzata dell’area alle deportazioni di massa la presenza delle truppe del pelato di predappio si configurò come qualsiasi altra occupazione, una vera e propria barbarie.

A dimostrazione di ciò basti leggere cosa scrivevano gli squadristi a Dignano, cittadina vicino Pola:

 

 

 

Lo schifoso revisionismo che destrorsi di ogni latitudine e sinistrorsi frettolosamente impegnati a ripudiare il passato stanno portando avanti, i tentativi di riconoscere le "ragioni" delle merde della repubblica sociale e quelli di equiparare la loro memoria a quella dei partigiani fanno tutti parte di un più generale piano di giro di vite autoritario della società italiana, progetto di cui fanno parte anche gli allarmismi nei confronti dell’immigrazione, utilizzata come capro espiatorio per avallare leggi liberticide come quelle contenute nel pacchetto sicurezza. Noi diciamo no al revisionismo strumentale di questi figuri, lo combattiamo e lo combatteremo, come combatteremo i nuovi progetti autoritari portati avanti da potere e capitale, anche a mezzo (come sempre) dei piccoli nostalgici in camicia bruna. NO PASARAN!

di seguito il volantino distribuito al mercato:

 

 

Il Governo si prepara a imbavagliare Internet

fonte: ZEUS News 05-02-2009

 

Con il pacchetto sulla sicurezza approvato dal Senato, Berlusconi dà al ministro degli Interni il potere di chiudere siti Internet, filtrarli e multarli pesantemente.
Berlusconi si era proposto di voler dare a Internet una costituzione mondiale; certo se il modello è quello che sta introducendo in Italia c’è da far venire i brividi.
Il pacchetto sulla sicurezza appena approvato dal Senato (dovrà ancora tornare alla Camera) infatti prevede che il ministero dell’Interno potrà ordinare l’oscuramento dei siti Internet sui quali si commette il reato di apologia o si istiga a delinquere.
Lo stesso ministero potrà chiedere che vi vengano apposti filtri adeguati.
Gli internet provider "disobbedienti" dovranno pagare una sanzione dai 50mila a 250mila euro.
Nel testo del ddl si legge infatti: "In caso di accertata apologia o incitamento, il ministro dell’Interno dispone con proprio decreto l’interruzione dell’attività indicata, ordinando ai fornitori di servizi di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine, applicando sanzioni pecuniarie per gli inadempienti".
In pratica il governo si arroga un potere che solo nei Paesi totalitari appartiene alla polizia mentre nei Paesi democratici può essere esercitato solo dall’autorità giudiziaria e mai dal governo per via amministrativa.
La misura è stata inserita all’ultimo momento grazie a un emendamento del senatore Gianpiero D’Alia (UDC), che prende ispirazione dalle recentissime polemiche sui gruppi di Facebook a favore degli stupri o della mafia.
Il senatore D’Alia ha commentato: "In questo modo diamo concretezza alle nostre iniziative per ripulire la rete, e in particolare il social network Facebook, dagli emuli di Riina, Provenzano, delle Br, degli stupratori di Guidonia e di tutti gli altri cattivi esempi cui finora si è dato irresponsabilmente spazio."
Imbavagliare Internet, ecco qual è il vero scopo.
Forse non siamo ancora al nazismo contro il quale Di Pietro grida, ma certamente il fascismo in Italia iniziò in un modo molto simile.

 

Migranti – Approvato in senato l’art.39 per la delazione negli ospedali

(AGI) – Roma, 5 feb. – Con 154 si’, 135 no ed un astenuto l’Aula del
Senato ha approvato l’art. 39 del ddl sicurezza che da’ la possibilita’
ai medici di denunciare i clandestini che si rivolgono per cure alle
strutture sanitarie pubbliche, che inoltre prevede il carcere fino a 4
anni per i clandestini che rimangono sul territorio nazionale
nonostante l’espulsione e che fissa da 80 a 200 euro la tassa per il
permesso di soggiorno".

Torino – Infarinato presidente circoscrizione

da macerie

Mario Cornelio Levi infarinato 4 febbraio

Una decina di giovani, stanchi delle parole dei politici che si
divertono a prendere di mira sempre i poveri e gli stranieri – parole
cui seguono sistematicamente aggressioni agghiaccianti – si sono
tranquillamente introdotti nella sede della Circoscrizione 8 a San
Salvario per tirare alcune pagnotte e diversi sacchetti di farina al
presidente della Circoscrizione Mario Cornelio Levi e, per non
sbagliare, un po’ a tutti i consiglieri. Il gruppetto si è quindi
rapidamente dileguato prima dell’intervento delle forze dell’ordine.
Questa "infarinatura" può essere interpretata come una risposta alle
ultime velenose dichiarazioni del presidente, che ha invitato la
polizia municipale a prendere provvedimenti contro i venditori di pane
abusivi di via Nizza. Se il sig. Levi non nasconde di voler essere
anche lui "cattivo con i clandestini", ebbene noi ci auguriamo che sia
celiaco.

Ringraziamenti 1 febbraio

Mario Cornelio Levi, presidente dell’Ottava circoscrizione, scrive
al comandante dei Vigili Urbani pretendendo «provvedimenti urgenti»
contro lo smercio abusivo di pane sotto ai portici di via Nizza,
«intollerabile» attacco ai negozianti della zona. La crisi galoppa,
difatti, e non sono pochi gli abitanti di San Salvario che per
risparmiare due lire sono diventati clienti fissi di quei vecchietti
maghrebini che se ne stanno tutta la sera impalati al freddo, con le
loro buste e i loro trolley, a vendere pane, menta ed esotici salami di
pollo. E così, se oltre alla crisi, in questi giorni ci saranno pure le
nerborute guardie comunali a galoppare – ma dietro ai venditori di pane
– si saprà bene chi ringraziare.

Aggiornamenti dalla Grecia – scontri a Pireo al corteo agricoltori; scontri al Comune. Nuove occupazioni

 Da DallGrecia:

26
Gennaio 2009

Medici, infermieri, Anarchici hanno occupato la sala ticket di un ospedale di Atene,
imponendo prestazioni gratuite.

Scontri
di quartiere ad Atene contro la distruzione di un parco.

Nelle
prime ore della mattina di Lunedì 26/01/09 operai del Comune si sono
presentati nel piccolo parco che si trova tra via Patision e Chipre,
ad Atene, con l’intenzione di sradicare gli alberi e cominciare i
lavori per un nuovo parcheggio. In poco tempo gli abitanti del
quartiere, reagiscono a quest’ennesima sopruso. La rabbia della gente
si scontra con le forze antisommossa presenti da subito per
sorvegliare la distruzione del parco, e presto incominciano gli
scontri nelle strade attorno. Più tardi, un gruppo attacca il
commissariato di Áyios Panteleímonas con pietre e molotov.

Nella
notte gli abitanti hanno ripiantato piccoli alberi nel parco.

Le
stesse forze antisommossa che hanno protetto l’albero di Natale in
piazza Syntagma per più di tre settimane ieri hanno garantito la
distruzione di una delle ultime zone verdi della città di Atene.

Venerdì
30 Gennaio

Manifestazione
nel quartiere di Kipséli, in difesa del piccolo parco distrutto
pochi giorni fa per costruire un altro parcheggio.

Sabato
31 Gennaio

Circa
700-800 persone hanno manifestato questa mattina a Pireo (porto di
Atene), in solidarietà con Kostantina Kuneva, sotto una fortissima
pioggia. Durante il corteo sono state fatte molte scritte, sono state
distrutte molte telecamere e altrettanti bancomat. All’altezza del
Ministero del Commercio Marino i manifestanti hanno lanciato
sacchetti di vernice contro l’edificio e contro l’antisommossa che lo
sorvegliava

Inoltre:
Dalla metà di Gennaio la Facoltà di belle Arti nella città di
Nafplio è occupata dagli studenti.

Fin
dall’inizio dell’occupazione sono state autorganizzati “anticorsi”
non gerarchici e di vari temi, relazionati con gli studi e non.

Le
richieste degli occupanti sono:

Libertà
per tutti i detenuti della rivolta; diritto all’insubordinazione con
ritiro dei carichi penali; il ritiro della legge antiterrorista; il
ritiro della riforma studentesca; la dissoluzione dei reparti
antisommossa (MAT).

Da
alcuni giorni, la “Scena Lirica nazionale” di Atene (teatro
dell’opera) è occupata da teatranti e musicisti. Questa notte una
festa di strada spontanea con più di 300 persone ha attraversato e
chiuso via Akadimias (la strada che da Exarchia va fino al
Parlamento), una delle strade centrali di Atene.

Continua
ad essere occupata, dal 6 Dicembre 2008, la facoltà di Cinema
dell’Università Aristotele di Salonicco.

Lunedì
2 febbraio

Scontri
questa mattina nel porto di Pireo, dove 1400 agricoltori di Creta
sono arrivati con più di 300 trattori con l’intenzione di dirigersi
coi mezzi fino al Ministero dell’Agricoltura manifestando contro la
politica governativa che porta ogni giorno sempre più agricoltori in
miseria.

Appena
sono usciti dai traghetti coi loro trattori sono stati attaccati dai
reparti antisommossa.

Gli
scontri tra i MAT e gli agricoltori si sono rapidamente allargati in
tutto il porto con gas lacrimogeni e cariche in cui tre persone sono
rimaste ferite e alcune arrestate.

Poco
dopo, agricoltori rimasti nella città di Iraklio (Creta), hanno
occupato la camera del Commercio di Creta esigendo la libertà per
tutti gli arrestati e dichiarando che se non avessero liberato e
lasciato manifestare i loro compagni ad Atene, avrebbero bruciato
l’edificio, come già avevano fatto nel 1991.

Da
parte loro, quelli bloccati al porto di Pireo hanno intenzione di non
lasciar uscire alcun traghetto in direzione di Creta. Nell’isola la
situazione è molto tesa. Gli agricoltori han chiamato ad unirsi
nella lotta studenti, lavoratori e disoccupati. Di fronte a questa
situazione, e con la paura che nella notte altra gente si spostasse
da Creta a Pireo, la compagnia navale ANEK LINES ha cancellato tutti
gli itinerari dai porti di Iraklio, Janià e Rezimno per Pireo e
viceversa.

Da
poco, più di 150 agricoltori di Ierapetra si sono mossi verso
Iraklio, mentre altri arrivano dalle provincie.

Nella
città di Janià la sede Comunale è occupata da questa mattina, e
alle 18.00 ci sarà una manifestazione nel centro cittadino.

Alle
17.00 altra chiamata a Pireo, da parte di gruppi di estrema sinistra
in appoggio degli agricoltori.

Nel
frattempo, ad Atene:

Scontri
con feriti questa mattina al Comune di Atene, dove si doveva
discutere sul parco distrutto giorni fa e la costruzione del
parcheggio in Patission street.

Molta
gente di tutte le età presente per protestare contro la decisione
del Comune.

Molti
manifestanti sono riusciti ad entrare da una porta secondaria e
distruggere una telecamera interna. Allo stesso tempo sono iniziati
gli scontri all’esterno del Comune, con gran uso di lacrimogeni. I
manifestanti si sono ritirati verso piazza Omonia, inseguiti e
caricati dai MAT.

Ci
sono due feriti, di cui uno grave, trasportato all’ospedale.