Lecce – Minacce via sms all’avvocato degli anarchici

fonte: la Gazzetta del Mezzogiorno

Lecce, minacciato con un sms
difensore gruppo di giovani anarchici

LECCE – È stato minacciato con un messaggio al suo cellulare, perchè
abbandonasse l’incarico a pochi giorni dal processo di appello,
l’avvocato leccese Marcello Petrelli, di 53 anni, difensore del gruppo
di giovani anarchici presunti responsabili di una serie di azioni
compiute negli anni scorsi contro l’ex Centro di permanenza temporanea
di San Foca, ‘Regina Pacis’, oltre che contro la Curia leccese, e
alcune multinazionali. Il messaggio, inviato probabilmente da una
cabina telefonica di Lecce, riportava la frase «Avvocato stai attento
che quando vuoi capisci.

Non difendere più gli anarchici che non ti conviene. Firmato Gli
amici». Poi due sigle: Rfi e Msi. Petrelli ha denunciato l’accaduto in
questura alla Digos che ha avviato le indagini.

Il processo di Appello agli anarchici si terrà il 9 ottobre davanti
ai giudici della Corte d’Appello di Lecce. I giovani furono arrestati
nel 2005 dalla Digos nell’operazione ‘Nottetempò. In primo grado, il 12
luglio dello scorso anno, ne furono assolti otto, con l’assoluzione per
tutti dal reato di associazione eversiva.

7/10/2008

Rovereto: Sinti in lotta

 
Mercoledì 8 ottobre, i Sinti del campo di Rovereto hanno
organizzato un presidio davanti all’ufficio per le politiche sociali.
Pretendevano un incontro – loro promesso da mesi – sulla questione
delle microaree. Stufi di attese infinite, esasperati dalla vita in un
campo collocato tra una discarica e una fabbrica di prodotti chimici,
in mezzo al fango, in strutture dove manca l’acqua calda, dove
l’elettricità va e viene, hanno deciso di cominciare una lotta. Di
fronte all’ennesimo muro di gomma, hanno spiegato le loro ragioni con
cartelli e megafono pretendendo un incontro con il sindaco. Dopo alcune
ore si sono spostati nella piazza del Municipio. Con loro, fin dalla
mattina, una decina (e poi una ventina) di antirazzisti. Dopo aver
occupato l’androne del Comune, i Sinti hanno dichiarato che, in assenza
di risposte precise, avrebbero bloccato tutto. Venti minuti dopo è
partito il blocco del traffico. Quando un automobilista ha minacciato
di investire i manifestanti urlando "zingari di merda", è esplosa la
rabbia. Un agente della DIGOS, che si è messo in mezzo, ha rimediato
qualche pugno in faccia. La gestione di polizia e carabinieri si è
fatta subito molto tranquilla, con il traffico deviato dai vigili
urbani. Dopo due ore e mezzo di occupazione della piazza, i Sinti e gli
antirazzisti presenti se ne sono andati, dal momento che i primi
avevano ottenuto un incontro con il sindaco per il 22 ottobre. Quel
giorno ci sarà un nuovo presidio, che si potrebbe trasformare – hanno
ribadito al megafono – in un accampamento permanente. Lo striscione
esposto sotto il Comune diceva: "Se al campo si sta bene, perché il
sindaco non ci viene?".

Un’importante giornata di lotta che ha fatto assaporare il gusto – oltre che la necessità – dell’autorganizzazione.

Operazione “Tramonto” – Due prigionieri pestati dalla pol.pen.

Tratto da informa-azione:

Segue un articolo di giornalaccio sul
pestaggio avvenuto nel corso delle cosiddette "procedure di
trasferimento", di due degli arrestati nel corso dell’operazione
repressiva del 12/02/07.

fonte: il giorno milano

I detenuti denunciano un pestaggio
"Due di noi picchiati dalle guardie"

Gli imputati rendono nota un’aggressione che sarebbe avvenuta nel
carcere di Rebibbia e affermano: "Non possiamo consentire che questa
udienza cominci". Fuori dal palazzo un presidio di solidarietà

Palazzo di giustizia di milano Milano, 6 ottobre 2008 – I detenuti
del processo milanese a carico di 17 presunti brigatisti hanno
denunciato un pestaggio che due di loro avrebbero subito alcuni giorni
fa nel carcere romano di Rebibbia. ”Non possiamo consentire che questa
udienza cominci – hanno detto dalle gabbie – in quanto due di noi sono
stati selvaggiamente picchiati dalla guardie”.

Il presidente della corte, Domenico Luigi Cerqua, non ha consentito
che gli imputati proseguissero e ha invitato loro a denunciare tutto
per iscritto. La corte, su richiesta dei difensori e con il parere
favorevole del pm Ilda Boccassini, ha acquisito la documentazione
riguardante la situazione carceraria degli imputati, detenuti in vari
istituti italiani, ”qualcuno anche a 1200 chilometri da Milano”.

Il procedimento prosegue con la testimonianza di alcuni funzionari
della Digos di Torino e Milano che collaboravano alle indagini, mentre
fuori dal Palazzo di giustizia di Milano si sta tenendo un presidio di
solidarietà con gli imputati.

Palermo – Giovani in rivolta contro la polizia

fonte: lasicilia.it

PALERMO – Auto incendiate e sassaiole contro le forze dell’ordine
sono state segnalate ad Albergheria, il quartiere di Palermo in cui
vivevano due ragazzi di 17 anni morti mercoledì scorso in un incidente
stradale mentre cercavano di sfuggire a volanti della polizia.

Un gruppo di giovani ieri sera ha incendiato alcuni cassonetti
dell’immondizia e due automobili parcheggiate. La situazione è stata
tenuta sotto controllo da polizia e carabinieri che però, al momento di
intervenire, sono stati bersagliati con sassi e bottiglie. Mezzi delle
forze dell’ordine sono stati danneggiati dalla sassaiola, scatenatasi
in gran parte in via Mongitore. Gli agenti hanno bloccato due giovani
per identificarli.

Già nel pomeriggio decine di scritte con insulti contro la polizia,
definita "assassina", e contro gli agenti chiamati "bastardi" e
"infami", erano comparse sui muri del quartiere popolare palermitano.
In una era scritto: "Peppe e Pasquale siete nei nostri cuori".

Il giorno dei funerali dei due ragazzi, che avevano cercato di
scappare perché viaggiavano su uno scooter non assicurato e senza
patente, molte persone avevano urlato insulti contro gli agenti.

Il sacerdote che aveva celebrato le esequie, padre Cosimo Scordato,
durante l’omelia si era chiesto se l’inseguimento fosse proprio
necessario. Le volanti avevano cercato di fermare i ragazzi per
controllare se fossero i responsabili del furto di una moto segnalato
al 113.

Canada – Quartiere in rivolta contro la polizia

24 settembre Canada, Montreal

Fredi Villanueva, un ragazzo, è fuori con gli amici e il fratellino.
Dal nome si intuisce l’origine ispanica. Un poliziotto si sente
minacciato e punta l’arma sul gruppo. I ragazzi continuano a gridare al
poliziotto che spara a Fredi uccidendolo sul colpo. La notizia arriva
alla madre, la notizia arriva al padre, la notizia arriva alla sorella,
la notizia arriva al quartiere, che insorge.
Fuoco a decine di auto e furgoni. Centinaia di persone per le strade,
contro la polizia. L’antisommossa circonda il quartiere, i pompieri
hanno grosse difficoltà a entrare.
Una madre del quartiere dice: dopo oggi ho spiegato a mio figlio, quando vedi un poliziotto non ti fidare, scappa!

fonte: nationalpost.com

CONTRO OGNI OMOLOGAZIONE – CONTRO OGNI AUTORITARISMO (testo volantino manifest 30 sett 2008)

Questo è il testo del volantino distribuito dallo spezzone anarchico libertario presente al corteo del 30 settembre per il 31° anniversario dell’uccisione di Walter Rossi

CONTRO OGNI OMOLOGAZIONE – CONTRO OGNI AUTORITARISMO

Partecipare al corteo del 31° anniversario dall’uccisione di Walter Rossi per noi non è solo la commemorazione di un compagno ucciso per mano fascista, ma è un momento per analizzare la situazione attuale cercando di trovare delle risposte efficaci. Se rivolgiamo lo sguardo verso il passato vogliamo ricordare che in questi luoghi ci sono stati momenti importanti per la vita del movimento rivoluzionario romano fin dalla sua nascita. Non dimentichiamo che i primi gruppi anarchici romani facenti riferimento alla Prima Internazionale si formarono qui vicino, tra i fornaciari di Valle Aurelia, come non è da dimenticare che nelle strade del quartiere Trionfale agì uno dei nuclei principali degli Arditi del Popolo, la prima organizzazione di reazione alle violenze squadristiche dei Fasci di Combattimento, supportata dagli anarchici e dalla base dei partiti comunista e socialista. Un quartiere che anche durante la marcia su Roma del 28 ottobre 1922 ha impedito ai fascisti di entrare e che, nel palazzo che sovrasta Piazzale degli Eroi, ha ospitato negli ultimi anni di vita l’anarchico Errico Malatesta, "apostolo della libertà" morto nel 1932, come recita la lapide in loco.
Partendo da questa breve e certo non esaustiva panoramica delle lotte che hanno animato le strade del Trionfale, la situazione oggi appare completamente diversa; nonostante ciò non rinunciamo alla nostra prospettiva rivoluzionaria. Aspiriamo a creare rapporti sociali basati sul mutuo appoggio, tendenti ad una società egualitaria ed orizzontale, dove stato, esercito, galere, scuola, lavoro, denaro e tutte le istituzioni coercitive siano distrutte, ovvero in una direzione completamente opposta a quella verso cui ci si sta muovendo. Viviamo in una società sempre più atomizzata, in cui si sono rotti quei legami che anni di lotte (ma anche le normali modalità di vita popolare di quartiere) avevano creato, una società basata sullo spettacolo e sul controllo, in cui da tempo si è insediata la dittatura tecnologica, ogni senso di solidarietà è in via di estinzione, la competizione e la guerra tra poveri sono la regola, il diverso è messo al bando e la deriva autoritaria appare sempre più generalizzata.
Il tutto nella cornice della tanto sbandierata democrazia, alla quale ormai si appella anche ampia parte dell’ex arcipelago rivoluzionario. L’odierno sistema democratico, con le sue innumerevoli gabbie, si regge sulla paura individuale e collettiva e sul ricatto lavorativo, dispone ad accettare ogni vessazione pur di difendere il "privilegio" di possedere quelle rate, mutui e prestiti con cui la società capitalista tiene a galla i suoi ritmi di consumo. Nel terrore di perdere le briciole di una vita di fatica, è facile convincersi che i veri nemici siano i barbari che di volta in volta si presentano ai confini del "fortino Europa".
E per difendere un fortino, cosa è meglio di un esercito? Ormai non fa più scandalo vederlo in azione, e qualsiasi opposizione politica e sociale appare assopita. Ci hanno ormai abituato all’esercito professionista che nel nome della pace e della patria viene impiegato in interventi "umanitari", in realtà coperture per le operazioni armate di controllo geopolitico delle materie prime e delle vie di rifornimento, vedi Iraq ed Afghanistan. Il consenso generale, pianificato negli anni e mesi precedenti e costruito con l’apporto fondamentale dei giornalisti, è sfruttato oggi per propagandare la necessità dei militari armati anche nelle nostre città, volendo convincerci che le migliaia di nuovi sicari armati in strada aumentino la nostra "sicurezza".
Tutta questa propaganda della paura ha creato le condizioni per far sedimentare e crescere nelle periferie metropolitane di gruppi razzisti e fascisti che si ergono paladini della storia cristiana europea, gruppi non necessariamente politici in senso formale, ma più simili a bande di quartiere. A questa situazione vanno date risposte individuali e collettive col fine di smascherare la grandi menzogne della destra cosiddetta sociale, consapevoli di quanto ogni connessione con il potere e il piagnisteo democratico diano più argomenti a chi sfodera una retorica identitaria vuota e semplicistica, vendendo per ribellismo ciò che è in realtà la difesa servile dello stato di cose attuali. Tornare a rispondere colpo su colpo a qualsiasi attacco, sia in maniera militante che sotto l’aspetto "culturale", senza richiami alla tutela del diritto ma con l’azione diretta dagli indelebili contenuti rivoluzionari e antistatali, è il minimo per respingere l’avanzata del pensiero totalitario.

CONTRO OGNI FASCISMO

PER L’AUTOGESTIONE DELLE PROPRIE VITE – PER LA RIVOLUZIONE SOCIALE

ANARCHICI

Messico – Scontri e arresti alla manifestazione sul 1968

fonti: agenzie messicane

Città del Messico – Diversi arresti ed oltre una decina di poliziotti feriti è il saldo della manifestazione che si è svolta a Città del Messico per ricordare il massacro di Tlatelolco (2 ottobre 1968). Gli incidenti si sono verificati quando stava per concludersi la manifestazione e sono stati causati da "un piccolo gruppo di persone che sono venute con il solo fine di provocare e di danneggiare tutto ciò che era alla loro portata".
Quando la polizia messicana ha cercato di fermare i compagni che stavano scrivendo con gli spray sono iniziati gli scontri.

Diversi studenti, tutti vestiti di nero, hanno distrutto le vetrina di un fast food mentre davano fuoco alle bombolette spray per non far avvicinare coloro che cercavano di fermare il vandalismo. In seguito hanno distrutto le vetrine di un negozio della catena "Seven Eleven", cercando di sottrarre la merce e di lanciarla all’esterno.
Colpiti anche ristoranti e banche, con bastoni e petardi.

Molti agenti di polizia hanno ricevuto sputi in faccia, colpi, scritte con gli spray e calci.

Il quotidiano messicano "El Universal" informa che ancora oggi, 3 ottobre, ci sono 24 detenuti per gli scontri di ieri. Si trovano nell’agenzia 50 del Ministerio Publico, all’esterno un presidio in loro solidarietà.

Immagini degli scontri sul sito: eluniversal.com.mx

Genova – Comunicato dei denunciati antifascisti per fatti del 19 maggio 2007

Da informa-azione:

Il 19 maggio del 2007, il partito neofascista
Forza Nuova ha sfilato per le vie del centro cittadino, protetto dalle
forze dell’”ordine”.
Il presidio antifascista spontaneamente riunitosi per impedire la
triste parata è stato caricato dopo alcune ore e costretto ad
abbandonare piazza Verdi, luogo d’arrivo della manifestazione di Forza
Nuova, ed a formare un piccolo corteo che ha percorso via XX Settembre.
Dopo alcuni mesi 15 antifascisti sono stati perquisiti nelle loro abitazioni e denunciati per resistenza ed altri reati.
Recentemente sono state notificate loro 15 ingiunzioni di pagamento di
duemila euro circa come risarcimento per la mutua/infortunio di un
poliziotto.

Noi denunciati, che per gran parte non abbiamo nemmeno accesso ala
mutua a causa dei nostri infami contratti di lavoro, ci rifiutiamo di
tirare fuori un solo centesimo.
Rivendichiamo il nostro ANTIFASCISMO e la nostra presenza quel giorno nelle vie della città.

Esprimiamo inoltre la nostra solidarietà ad Alessandro ed Alessio
che, dal 2 ottobre, saranno sotto processo per rapina (!) per aver
allontanato da un presidio nel quartiere di Bolzaneto un gruppetto di
giovani provocatori fascisti, uno dei quali avrebbe perso una catenina
di scarso valore.

L’ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA!
ORA E SEMPRE RESISTENZA!

I compagni denunciati per l’iniziativa del 19 maggio 2007 contro Forza Nuova

FERMIAMO LA VIOLENZA FASCISTA. SUBITO

 Da Coordinazione Anarchica:

Sabato notte, a Rovereto, un gruppo di fascisti ha prima insultato e minacciato, poi picchiato un ragazzo semplicemente perché di sinistra.
I fascisti – tra cui un candidato e un responsabile di Fiamma Tricolore – avevano partecipato, il pomeriggio, al corteo del “popolo delle libertà” “contro la corruzione” e per le dimissioni del presidente della Provincia Dellai.
L’episodio è estremamente grave. Nell’esprimere la nostra solidarietà al ragazzo picchiato, vogliamo sottolineare che simili aggressioni potrebbero colpire, se non fermate con fermezza, chiunque abbia anche solo un aspetto alternativo, come purtroppo sta accadendo in varie parti d’Italia. Le aggressioni squadriste sono ormai settimanali. La cronaca è uno stillicidio di pestaggi, accoltellamenti, attacchi incendiari, fino all’omicidio di un ragazzo a Verona. Il bombardamento mediatico sull’“allarme sicurezza” e le leggi apertamente razziste sono un terreno estremamente favorevole per la violenza fascista. Quest’ultima viene giustificata non solo da una rete di alleanze istituzionali (la Fiamma Tricolore in Trentino, ad esempio, è nella coalizione che sostiene il leghista Divina), ma riflette un clima che tutti i partiti – dal centrodestra al centrosinistra – hanno contribuito a creare (lager per immigrati, pacchetti sicurezza, bombardamenti umanitari, ecc.).
Non vale neanche la pena, ormai, criticare l’antifascismo istituzionale e democratico: è semplicemente scomparso.
Abbiamo sonoramente contestato, sabato pomeriggio, il corteo della destra. Il senso della nostra opposizione in piazza era ben riassunto dallo striscione “Né Dellai Né Divina. Il potere corrompe sempre”. Lo scandalo emerso in seguito alla recente inchiesta giudiziaria sugli appalti truccati nasconde il fatto inconfessabile che la corruzione è la normalità del capitalismo (e che non sarà certo la magistratura a risolvere il problema). Quella di sabato ci sembrava un’importante occasione non soltanto per calare le nostre idee antielettorali nel contesto dei progetti di potere locali, ma anche per non lasciare alla destra la possibilità di cavalcare il malcontento in chiave reazionaria. Ovviamente eravamo in piazza anche per non lasciare sgombro il campo ai fascisti di Fiamma Tricolore, ma ridurre il nostro discorso all’antifascismo sarebbe stato un errore. Ci ha piacevolmente sorpreso la risposta della città. Non solo il corteo dei razzisti era sparuto e osservato con indifferenza, ma i nostri interventi al megafono hanno raccolto attenzione e simpatia, con diverse persone – tra cui alcuni immigrati – che si sono unite a noi. In piazza abbiamo ribadito più volte che le parate di Fugatti, De Eccher e camerati sono la giustificazione diurna delle violenze notturne. Purtroppo la conferma è giunta la sera stessa.
Di fronte al pericolo che anche in Trentino i fascisti comincino ad organizzarsi, si può forse affermare – come nel comunicato del centro sociale Bruno – che l’unica risposta efficace è “un’offensiva culturale”? Non saremo certo noi a negare l’importanza dell’approfondimento culturale (dipende quale, ovviamente). Ma di fronte a quello che sta accadendo in tutta Italia, non basta di certo. Primo Levi lo abbiamo letto tutti a scuola. Eppure i campi di concentramento esistono ancora.
Alla violenza squadrista bisogna opporre anche la violenza autorganizzata. Prima che sia troppo tardi.
L’indicazione dell’autodifesa ci sembra una base minima quanto necessaria.

Anarchici roveretani

http://www.autprol.org/