Bari – In seguito agli arresti del 14 marzo

riceviamo e pubblichiamo

Sabato 14 marzo eravamo in presidio presso il CPT di Bari-S.Paolo per portare solidarietà ai migranti in sciopero della fame.

Terminato
il presidio al CPT, strategicamente collocato nell’estrema periferia
della città e isolato in modo da annullare qualunque contatto con
l’esterno, dieci di noi si sono spostati verso il centro della città.

Qui, nel centro dello shopping barese, abbiamo aperto lo striscione e cominciato a distribuire volantini.

Dopo
10 minuti veniamo avvicinati da due porci in divisa, vigili urbani, che
ci contestano la mancata autorizzazione per il volantinaggio.

Al
nostro rifiuto di consegnare striscione e volantini siamo stati
aggrediti dai vigili, che nel frattempo si erano moltiplicati.

Dopo
svariati minuti di strattonamenti, spintoni, tentativi di liberarsi,
sequestro di volantini, giubbotti strappati e minacce, quando la strada
era diventata ormai un’arena, cinque di noi vengono fermati e portati
in caserma.

Durante l’attesa veniamo a sapere che i vigili coinvolti sono al pronto soccorso in attesa di essere refertati.

Dopo diverse ore due dei cinque ragazzi fermati vengono rilasciati con denuncia a piede libero.

Gli
altri tre vengono trattenuti in caserma, senza che giungano notizie,
finchè verso le ore 24.00 abbiamo la certezza del loro arresto con
l’accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

A breve ci sarà il processo per direttissima.

E’
inutile dire il disprezzo che proviamo verso questa gente che
aggredisce e arresta per un volantinaggio, reprime il dissenso e la
libera informazione, mentre nei lager della stessa città persone
sequestrate senza alcun motivo portano avanti uno sciopero della fame
da svariati giorni, qualcuno di loro è arrivato anche a cucirsi la
bocca.

Una
società che si regge sui pilastri della burocrazia, dell’ignoranza, del
menefreghismo, dell’autoritarismo non può che essere disprezzata e
combattuta!!!

Ai nostri compagni, ai migranti e a tutti i reclusi in lotta va tutta la nostra solidarietà!!!

Ai nostri tutori della legge non può che essere indirizzato tutto il nostro odio!!!

15/03/2009: Torino – Confermato carcere per Luca

Il gip ha confermato la custodia cautelare in carcere
per Luca, anitfascista arrestato in seguito agli scontri avvenuti il 9
marzo presso l’università di Torino (Palazzo Nuovo). Secondo quanto
riferito dall’avvocato, dopo aver subito un pesante trattamento in
questura, non gli è stato ancora concesso di essere visitato dal medico
del carcere.

Luca libero! Liberi tutti!

Per scrivere a Luca o inviargli telegrammi:

Luca Germano.

Casa circondariale "Lo Russo Cotugno"

via pianezza 300

10151 Torino

Per inviare telegrammi dal telefono fisso il numero è 186

http://www.autprol.org/

11/03/2009: Roma – Azioni in solidarietà con la mobilitazione dei prigionieri contro l’ergastolo

Questa mattina è stato affisso uno striscione
accompagnato da alcuni fumogeni a Porta Maggiore (piazza molto
trafficata di Roma) in solidarietà con i detenuti e le detenute in
sciopero della fame contro l’ergastolo.
In seguito sono stati
occupati gli studi radiofonici di "Radio Rock" e "Radio Rock Italia" in
cui è stato letto al microfono il seguente comunicato:

Interrompiamo
le trasmissioni di Radio Rock per leggere uno scritto in solidarietà
con tutti quei detenuti e quelle detenute che ora, in questo preciso
momento, si trovano in sciopero della fame per l’abolizione
dell’ergastolo.
Viviamo in un mondo in cui l’unica legge che vige
è quella del profitto, dove l’1% degli abitanti del pianeta detiene più
del restante 99%, in un sistema governato da banche e multinazionali,
dove i politici sono le marionette di una minoranza di privilegiati,
dove siamo costretti a produrre incessantemente per poi non riuscire ad
arrivare a fine mese, consumati dalla frenesia e dal lavoro, non
abbiamo neanche più il tempo per fermarci a riflettere, di godere della
vita e dei rapporti umani.
Ogni giorno pensiamo e parliamo come ci
viene proposto, anzi imposto, dai mass-media senza renderci conto che
ogni notizia è studiata a tavolino per offuscare le nostre coscienze e
per dividerci.
Guardati intorno: sei spiato 24 ore su 24 da migliaia
di occhi elettronici, ogni tua conversazione può essere potenzialmente
ascoltata. Le tue aspettative, i tuoi desideri, i tuoi sogni sono
relegati nei limiti e nei confini imposti dall’autorità e regolati dal
denaro.
L’ossessione per la sicurezza fomenta il razzismo e la
repressione mentre il terrore che serpeggia crea l’humus adatto per
l’introduzione di ulteriori norme di controllo e assoggettamento.
Questa
società infame assomiglia sempre di più ad un carcere dove i blindati
dei militari, le ronde degli "onesti" cittadini, le volanti in giro di
ricognizione pattugliano e sorvegliano la tua libertà di acquistare
questo prodotto piuttosto che quell’altro.
Ma c’è chi la gabbia
reale la vive tutti i lunghi giorni e le interminabili notti, c’è chi è
torturato, ucciso o condannato a passare il resto della sua vita tra 4
mura, a morire ogni giorno, piano piano, democraticamente.
Dal 1° dicembre migliaia di detenuti e detenute sono in sciopero della fame contro l’ergastolo.
La
solidarietà si è allargata a macchia d’olio e i detenuti e le detenute
di altri paesi europei e non, hanno aderito a questa lotta
autodeterminata.
"Dateci la morte ora piuttosto che una lenta agonia
disumana", scrivevano gli ergastolani in una lettera provocatoria in
antitesi all’ipocrita moratoria internazionale sulla pena di morte…
La democrazia tortura, uccide e ingabbia.
Lo
Stato con il bene lecito dell’indifferenza totale dei più, reprime e
mette a tacere qualsiasi espressione di lotta e di critica radicale a
questo marcio esistente.
Il carcere si erige, spavaldo ed orrido
mostro del capitalismo, a ricordarci che un mondo fatto di gabbie c’è
sempre stato, ci sarà per sempre e per sempre ci imporrà le sue scelte.
Ma
finchè ci sarà il potere ci sarà chi non chinerà la testa alle sue
luride macchinazioni, così come finchè ci sarà il carcere ci sarà chi
vi loterà contro, anche se ridotto allo stremo o privato di tutto…

SOLIDARIETA’
AI DETENUTI E ALLE DETENUTE IN SCIOPERO DELLA FAME CONTRO L’ERGASTOLO E
A TUTTI I RECLUSI CHE IN OGNI PARTE DEL MONDO ORGANIZZANO LA PROPRIA
RABBIA.
LIBERTA’ PER TUTTI E TUTTE

individualità anarchiche

http://www.autprol.org/

Operazione Ardesia – Esito cassazione

In merito all’Operazione Ardesia,
la Corte di Cassazione si è pronunciata annullando la decisione del
Tribunale del Riesame relativa agli arresti domiciliari per gli 8
indagati/e, rinviando il tutto nuovamente al Tribunale del Riesame di
Firenze perché decida in altro modo applicando alcuni principi di
diritto che la corte ha individuato. Quindi per ora tutti e tutte
libere gli/le 8 indagati.Rimangono in carcere Daniele e Francesco, ormai da un anno e nove mesi, mentre a Paola,
a Febbraio, è stata concessa una misura restrittiva più attenuta (firme
tre volte a settimana), Leo rimane ancora fortunatamente in libertà
anche se lontano da noi, dalla lotta, dai propri cari.La saga
dell’Operazione Ardesia quindi non accenna a fermarsi, in attesa di
qualche altro escamotage della PM , in cerca di pubblica
gratificazione. Nonostante attualmente sotto processo, nonostante
nuovamente indagati in altre inchieste, nonostante la repressione
ininterrottamente da cinque anni cerchi di annullare la nostra capacità
di resistenza, ancora una volta vogliamo dire che tutto questo non
frenerà le lotte e il desiderio di un mondo diverso.Vogliamo esprimere
la nostra più cara solidarietà ai compagni e alle compagne di Firenze,
indagate per associazione sovversiva, e accusati fra l’altro, di aver
partecipato ad un’azione in solidarietà nei confronti degli arrestati/e
dell’Operazione AntiCorPi, a dimostrazione di quanto la solidarietà sia
perseguita e condannata.
LIBERTA’ PER DANI E FRANCESCO, FORZA LEO!!!,
SOLIDARIETA’ A TUTTI I RIBELLI
Anarchici/che di via del cuore – Pisa
anarchicisolidali@virgilio.it

Bologna – Blitz anarchico contro il Cie (ex-Cpt)

Blitz anarchico ieri pomeriggio di fronte al Cie di via Mattei (l’ex
centro di permanenza temporanea). Un gruppo di attivisti si è
arrampicato, bombolette alla mano, sul muro di cinta esterno. Sul
plexiglas che si trova al di sopra del muro sono state lasciate delle
scritte al contrario in modo che le persone rinchiuse all’interno
riescanoa leggerle.Con la vernice nera è stato scritto “Basta lager”
seguito da un numero di cellulare, “Tutti liberi” e insulti alle forze
dell’ordine. Verso le 18.00 a Porta San Vitale poliziotti in assetto
antisommossa, Carabinieri e Digos occupavano gran partedell’incrocio
con uomini e mezzi: l’intervento era però finalizzato ad identificare
quattro ragazzi ritenuti parte del gruppo che ha tracciato le scritte.
Le loro posizioni sono ora al vaglio della Digos.

cariche e arresti all’ universita’

uesta mattina all’ interno di Palazzo
nuovo sede delle facolta’ umanistiche, c’e’ stata una contestazione
contro un banchetto del FUAN (sezione giovanile di alleanza nazionale).

Durante
la mattinata un centinaio di studenti antifascisti hanno contestato la
presenza degli studenti fasciti che erano presenti all’interno dell’
ateneo con un banchetto.

Dopo vari slogan e il lancio di un paio di uova c’e’ stata la
violentissima e sproporzionata carica delle forze dell’ ordine contro
quegli studenti che protestavano.

Le cariche hanno portato al fermo di alcuni studenti e all’arresto
di altri due. In questo momento il movimento studentesco e quello
antifascista si stanno radunando all’interno del rettorato per chiedere
la liberazione dei compagni e la motivazione di tale violenza.

Seguiranno aggiornamenti su Radio Blackout, e infoaut


autore:
Info Aut

Con
l’incombere delle prossime elezioni universitarie tornano a farsi vivi
nei locali dell’università di Torino anche i fascisti del Fuan,
componente giovanile di Alleanza Nazionale che non ha mai digerito lo
svolta, più di facciata che reale, di Fiuggi. Perseverano
nell’ostentazione di simboli fascisti, richiamandosi nostalgicamente
nelle pratiche e nelle parole d’ordine al ventennio mussoliniano.

Questa mattina hanno quindi fatto la loro comparsa, con un
banchetto, a Palazzina Einaudi, sede dislocata dell’università, dove
hanno trovato come ogni volta l’opposizione degli studenti e delle
studentesse antifascisti. Nonostante la solita presenza di forze
dell’ordine a protezione dei fascisti si è creato un presidio
antifascista dell’Onda che è cresciuto di numero man mano nella
mattinata, ritenendo intollerabile la presenza del Fuan.
Dietro lo striscione "Fuori i fascisti dall’università" oltre una
cinquantina di studenti ha mantenuto il presidio di contestazione di
fronte ai cancelli della sede delle facoltà di Scienze Politiche e
Giurisprudenza, ingentemente presidiati da un forte schieramento di
polizia. Nel momento in cui il presidio è avanzato, lanciando uova
contro fascisti e polizia, la celere ha caricato, non riuscendo però a
far sciogliere il presidio.

Anche quest’oggi gli studenti, l’Onda, hanno dato una risposta
doverosa di fronte al tentativo di riemergere di questi personaggi.
Nessuno spazio, nessuna agibilità, nè in città nè tantomeno
all’università. Un antifascismo genuino quello espresso quest’oggi come
negli anni scorsi a Torino, che non può essere intaccato nemmeno dalle
"condanne esemplari" propinate dalla magistratura.


Ancora una volta polizia ed i carabinieri hanno
caricato gli studenti che protestavano contro i fascisti. Ancora una
volta assistiamo all’inutile teatrino dei poliziotti che si fanno
refertare in ospedale nonostante scudi, manganelli e tenute da robocop
incontrino solo mani alzate. A pochi giorni dalle cariche
all’università di Pisa la polizia torna ad occupare gli spazi degli
atenei e, con la complicità dei rettori, ad usare la violenza, quando
per una non ben chiara "difesa" di una porta di ingresso, quando per
una chiarissima difesa di amici politicamente vicini. Ci chiediamo
quanto durerà questa ondata repressiva "anti crisi", quando qualcuno
alzerà la voce per fermare i manganelli, i tonfa e l’eccitazione delle
divise blu, e quando il movimento tutto proverà a difendersi e a non
accettare più violenze, provocazioni, soprusi e repressione.

Ulisse Ognistrada