fonte info-action.info
Ieri è stata un’ottima giornata: oltre alla fuga dal CIE di Gradisca e alla bocciatura del provvedimento che allungava a 180 giorni la detenzione nei CIE molte lotte coordinate si sono svolte in molti altri CIE.
Da il Piccolo
GIOVEDÌ, 09 APRILE 2009
Gradisca, fuga notturna di 21 algerini dal Cie
Oltre 40 nordafricani hanno tentato di scavalcare il muro di cinta. Uno si è rotto la gamba
di STEFANO BIZZI
GRADISCA Fuga di massa la scorsa notte dal Cie di Gradisca. Ventitré immigrati d’origine nordafricana sono riusciti a scavalcare il muro di cinta della struttura di via Udine: ventuno sono scappati nei campi e hanno fatto perdere le proprie tracce. Due, invece, si sono procurati delle ferite alle gambe nell’impatto con il terreno e sono stati subito ripresi dalle forze dell’ordine.
L’azione è iniziata attorno le 3.30 della notte tra martedì e ieri. Secondo la ricostruzione effettuata dalla Questura di Gorizia a tentare la fortuna eludendo il controllo degli operatori dell’ente gestore Connecting People sono stati oltre quaranta stranieri, ma una ventina di persone ha desistito dallo scavalcare il primo dei due muri di contenimento dell’ex caserma Polonio quando ha visto arrivare gli agenti di guardia allertati dal sistema di allarme.
I fuggitivi sono soprattutto di nazionalità algerina.
Dopo aver ricevuto le prime cure, i due feriti sono stati trasferiti all’ospedale San Giovanni di Dio di Gorizia. Uno di essi ha riportato la frattura di una gamba.
Le ricerche degli immigrati da parte di polizia,carabinieri e guardia di finanza sono andate avanti per gran parte della giornata. «La nostra priorità – ha spiegato il portavoce della Questura di Gorizia – è stata quella di intercettare eventuali feriti. Ricordo che nel centro di Gradisca il regime a cui sono sottoposte le persone è di trattenimento e non di detenzione. L’esperienza insegna che chi riesce a scavalcare le recinzioni prende in fretta il largo. chi però si fa male nel tentativo di fuga, per paura di essere preso di nuovo, non va a farsi curare. Ci siamo concentrati su questi soggetti. Non dimentichiamo che stiamo parlando di esseri umani che come tali vanno trattati»m m.
La scorsa notte il numero degli ospiti era appena sotto la capienza massima prevista
Dal Messaggero Veneto
GIOVEDÌ, 09 APRILE 2009
Gradisca. Gli extracomunitari hanno sfondato il controsoffitto in cartongesso dei bagni. Uno è stato intercettato a Romans
Fuggono in massa dall’ex Cpt
Venti clandestini si sono dileguati nella notte, altrettanti ripresi: due in ospedale
GRADISCA. Sfondano la controsoffittatura di cartongesso dei bagni e, muovendosi attraverso le intercapedini, raggiungono agevolmente un’apertura del sistema di aerazione accedendo al tetto e, di lì, il salto della recinzione e la fuga. Non è il copione di un film, ma il resoconto dell’ultima “evasione” dal Cie di Gradisca che, nella notte fra martedì e mercoledì, ha visto 20 immigrati clandestini far perdere le loro tracce, mentre altrettanti (due dei quali trasportati al pronto soccorso con fratture agli arti inferiori rimediate nella caduta) sarebbero stati ripresi dalle forze dell’ordine subito dopo.
È bastato il ritorno del bel tempo, insomma, per riportare agli onori della cronaca il Centro d’identificazione ed espulsione di Gradisca, che in febbraio (in coincidenza con la soppressione, decisa dal ministero dell’Interno, della sezione Cda, Centro di accoglienza) ha visto praticamente raddoppiata la sua capienza, salita da 136 a 248 posti.
Stando alle prime ricostruzioni, il “piano” sarebbe stato messo in atto, verso le 3.30 di martedì, da una cinquantina di clandestini che, recatisi nei bagni liberamente accessibili dalle camerate (e sprovvisti di telecamere), hanno sfondato a mani nude e con “utensili” di fortuna il controsoffitto di cartongesso, spesso circa due centimetri.
Di lì la “processione” verso l’apertura sul tetto e il salto della recinzione, altra circa 4 metri. Allertate dalle prime “apparizioni” sul tetto della sezione Cie, immediato l’intervento delle forze dell’ordine preposte al servizio di vigilanza della struttura e la cui risposta avrebbe fatto immediatamente desistere dal loro intento una decina di ospiti.
Una quarantina di ospiti, tuttavia, era già riuscita a superare le recinzioni e guadagnare la limitrofa campagna, dove i pattugliamenti di carabinieri e polizia hanno comunque portato all’intercettazione di una ventina di immigrati.
Immediatamente soccorsi, invece, due tunisini che, in seguito alla caduta, erano rimasti a terra doloranti.
Subito trasferiti al pronto soccorso dell’ospedale di Gorizia, ai due sono state riscontrate fratture a piedi e talloni, subito ridotte dal personale medico, che ha provveduto anche ad applicare tutori di gesso ai due sventurati. Entrambi, poi, sono stati ricondotti, su sedie a rotelle, già nel tardo pomeriggio di ieri nel Cie di via Udine.
Stessa sorte anche per un tunisino, intercettato da una pattuglia dei carabinieri nell’abitato di Romans e ricondotto nella struttura poco dopo le 18.
«Risultano fuggiti dal Cie 20 immigrati clandestini – ha confermato in serata il vicecapo di gabinetto della Prefettura di Gorizia, Massimo Mauro –, 17 tunisini e 3 marocchini. Circa venti, invece, sono stati ripresi subito dopo la fuga e due di loro sono stati trasferiti e già dimessi dal pronto soccorso di Gorizia».
Nuova fuga arrivata proprio nel giorno in cui era programmato un sopralluogo tecnico della commissione sicurezza per il Centro e i tecnici della ditta incaricata di effettuare i lavori di potenziamento dei sistemi di sicurezza del Cie. «La fuga della scorsa notte ha evidenziato in maniera chiara che esistono criticità nel sistema generale di sicurezza del Cie, che presenteremo immediatamente al ministero dell’Interno».
Marco Ceci