Aggiornamenti sui compagni fiorentini fermati

I cinque compagni fermati sono della Rete dei Collettivi Studenteschi
fiorentini e tra qualche ora li dovrebbero rilasciare…Comunque sono
stati seguiti e portati di peso alla questura perchè, secondo gli
sbirri, si stavano recando a Viareggio e quindi erano potenzialmente
pericolosi.

Nelle prossime ore ci saranno tutti i dettagli.

G8 L’Aquila – Fermati 5 francesci con bastoni sul furgone | Disordini e fermi a Roma

L’Aquila, 7 lug. (Adnkronos) – Sono stati
denunciati a piede libero per detenzione e porto di oggetti atti ad
offendere, i cinque giovani francesi fermati dai carabinieri a Pettino,
alle porte dell’Aquila, non lontano dalla ‘zona rossa’ che ospiterà da
domani il G8. L’operazione è stata condotta dai carabinieri della
compagnia di intervento operativo e dal reparto operativo del comando
provinciale dell’Aquila, impegnati in questi giorni nelle attività di
vigilanza all’esterno dell’area interdetta al traffico e alla
circolazione.

A bordo di un furgone Renault con targa francese, i militari
dell’Arma hanno trovato mazze e bastoni. "Il furgone -dice
all’Adnkronos il tenente colonnello Giovanni Di Niso, comandante del
reparto operativo dei carabinieri dell’Aquila- è stato fermato mentre
transitava lungo una strada di Pettino. In questi giorni è alto il
livello di vigilanza intorno all’area che ospiterà il vertice".


Roma, 7 lug. – (Adnkronos) – Ventisette ‘No global’ sono stati
fermati per l’identificazione dalla Digos questa mattina tra San
Giovanni e via Ostiense a Roma. I no global, tutti a volto coperto,
erano stati visti dai cittadini incendiare cassonetti e copertoni in
via Cilicia. Il gruppo era composto da circa 150 persone alcuni
indossavano caschi. Un centinaio di no global si sono invece rifugiati
all’interno dell’università Roma Tre.

Ferrara – Blitz anarchico al processo Aldrovandi

fonte: estense

Blitz di un gruppo di anarchici nell’aula B del tribunale di
Ferrara, questa mattina alle 10.20, durante la 32ma udienza del
processo per la morte di Federico Aldrovandi. Gli anarchici hanno fatto
improvvisamente irruzione durante l’udienza – dedicata alle repliche
dell’accusa e all’eventuale verdetto – lanciando volantini con la foto
di Federico morto all’obitorio e i nomi dei quattro poliziotti imputati.

Gli stessi volantini recavano anche una scritta che recitava così:
”Per la legge colpevoli o innocenti di eccesso colposo per avere
ecceduto nelle proprie legittime funzioni causando la morte di Federico
Aldrovandi. Per noi sempre, solo e comunque assassini”. Il gruppo di
anarchici è stato fermato dai Carabinieri del servizio di vigilanza del
tribunale. Cinque persone sono state subito identificate.

Un gancio al mento – Sull’arresto di Sergio e Alessandro

Nelle prime ore del mattino di venerdì 3 luglio, i carabinieri del
R.O.S. irrompono in una quarantina di abitazioni di altrettanti
compagni e compagne in varie regioni d’Italia, per perquisirle e
notificare l’art. 270 bis (associazione sovversiva). Nel contempo due
compagni vengono arrestati con l’accusa di aver progettato di sabotare
la linea ferroviaria Orte – Ancona. Alessandro e Sergio, infatti, erano
stati fermati mesi prima a bordo di un’autovettura che, stando agli
inquirenti, risultava rubata e all’interno della quale sarebbero stati
trovati due ganci che, sempre secondo le accuse, sarebbero serviti per
il sabotaggio. Questa è la sintetica ricostruzione di quella che è
stata denominata operazione “Shadow”, nella quale è stata accorpata
un’altra inchiesta della procura romana che prende il nome di “Crocevia
2”, riguardante le città del Lazio in cui c’è una ripresa o un
continuum della lotta anarchica. Probabilmente la necessità di unire le
due indagini nasce dall’esigenza del R.O.S. di non fare crollare nel
vuoto il suo castello di carte e trovarsi così, tra le altre cose,
nella difficile situazione di non poter giustificare l’enormità di
soldi spesi. Ciò avrebbe provocato come in passato guerre intestine tra
polizie (come quando il R.O.S., di fronte all’eventualità di un suo
scioglimento, tornò alla ribalta con una serie di inchieste
diversificate, ultima delle quali la “Cervantes”).

Ci preme fare alcune considerazioni in merito ai tempi e ai modi in
cui si sta svolgendo l’inchiesta. Una delle prime cose che salta agli
occhi è il fatto che i due compagni siano stati arrestati solo dopo
mesi dal fermo. Evidentemente quello che premeva non erano
semplicemente gli arresti, la questione andava sfruttata diversamente.
Non possiamo fare a meno di notare che l’attribuzione di questa
ennesima associazione sovversiva arriva proprio una settimana prima del
G8 dell’Aquila, evidentemente c’è in questo l’intenzione di monitorare
e controllare i movimenti e le relazioni di individui che possano
essere una spina nel fianco per lo svolgimento pacifico del G8.

Un’altra nostra considerazione è relativa al momento in cui questi
arresti e notifiche arrivano:  l’impoverimento crescente che gli
sfruttati vivono sulla propria pelle sta facendo lievitare il numero
degli individui esclusi dai processi di produzione e consumo; con
questo cresce il dissenso e la possibilità di ribellione per sacche
sempre più ampie di popolazione. In risposta a ciò aumentano le misure
repressive che il potere statuale sta adottando per gestire i conflitti
che possono scaturire dalle sempre più numerose e lampanti
contraddizioni sociali (introduzione del reato di clandestinità,
militarizzazione delle città, l’istituzione delle ronde cittadine,
inasprimento del regime penitenziario 41 bis, ecc…). Sono tutte cose
dalle quali il dominio tenta di distogliere lo sguardo anche puntando
il dito sul solito nemico interno, facendo passare per terrorista chi
vuole mettere in evidenza le contraddizioni di questa realtà sociale
lottando per l’abbattimento delle catene di oppressione e sfruttamento.

Inoltre c’è il fatto che l’attribuzione dell’art. 270 bis ha il
chiaro scopo di rendere più pesante un’eventuale condanna per
un’ipotesi di reato che da sola non darebbe forse i frutti sperati
dagli inquirenti in sede processuale.

Detto questo è evidente che il dominio ha la premura di colpire con
maggiore forza ciò che riconosce come più nocivo per la propria
salvaguardia e sicuramente il sabotaggio è una di queste pratiche. In
quanto anarchici la nostra premura è invece quella di scardinare il
sistema di privilegi, controllo e oppressione di cui lo Stato è garante
e riconosciamo come nostre tutte le pratiche che servano a questo scopo.

Affermiamo con forza la nostra più completa estraneità e mancanza di
interesse per i concetti di colpevolezza e innocenza, riguardano i
tribunali che noi vogliamo distrutti. Siamo solidali e vicini a
chiunque, mettendo in gioco la propria esistenza, lotta quotidianamente
attaccando il dominio.

Solidarietà con Sergio e Alessandro! Solidarietà con tutti i compagni e le compagne rinchiusi/e dallo Stato!

Anarchici a Latina

Cassa Anarchica di Solidarietà Anticarceraria

Onda – Occupato rettorato La Sapienza contro arresti

fonte: rainews24

"L’Onda Perfetta non si condanna, liberi tutti". Dietro questo
striscione decine di studenti dell’Onda hanno occupato questa mattina
gli uffici del rettorato dell’Università La Sapienza di Roma per
protestare contro "gli arresti degli studenti per gli scontri del G8
dell’università a Torino lo scorso maggio".

"Si tratta di un’operazione preventiva – ha detto uno studente a
proposito degli arresti – che è stata effettuata contro le
mobilitazioni anti-G8 di questi giorni e contro l’Onda. Vogliamo una
presa di posizione da parte dell’università contro questa ignobile
azione, altrimenti non lasceremo il rettorato". Gli studenti hanno
steso fuori dalle finestre del primo piano dell’università alcuni
striscioni contro gli arresti.

Proteste anche a Venezia
Per lo stesso motivo
un’altra quarantina di aderenti al movimento studentesco hanno
protestato questa mattina davanti al rettorato dell’università Cà
Foscari di Venezia. Gli studenti – come ha reso noto Tommaso Cacciari,
uno dei portavoce del movimento veneziano – hanno appeso uno striscione
e avuto un incontro con il rettore Pier Francesco Ghetti. Nel corso
dell’incontro – come ha confermato lo stesso Ghetti – gli studenti
hanno espresso la loro protesta per un provvedimento della magistratura
torinese ritenuto eccessivo rispetto alla libertà che c’è all’interno
delle Università di fare proposte e avanzare idee. Il gruppo ha quindi
annunciato l’intenzione di andare anche all’Università Iuav per
incontrare il rettore Carlo Magnani.

Nervi tesi…pensieri pescati in ordine sparso…

Dopo i due compagni arrestati pochi giorni fa -Alessandro e Sergio liberi!- assistiamo nuovamente all’oscena macchina repressiva che si mobilita per colpire, a pochi giorni del G8 a l’Aquila, gli studenti dell’onda, gli stessi che quest’inverno fecero sperare che l’italica stirpe non fosse poi tutta rincretinita dai media di regime e ottenebrata dalla paura creata ad arte.

Mentre la crisi getta sul lastrico centinaia di migliaia di persone, mentre i padroni (che ora hanno il nonvolto dei CDA delle multinazionali) delocalizzano le loro aziende all’estero -creando nuovi sfruttati e rendendo i vecchi disoccupati- il potere, incarnato da politicanti, magistrati e cagnacci in divisa, schiavo degli arcangeli del profitto,  decide di colpire tutti coloro che in varie modalità hanno deciso di non star a guardare mentre pochi -sanguisughe in doppio petto- si organizzano per succhiar via la loro stessa esistenza…I lavoratori o perdono il lavoro o muoiono lavorando, gli studenti vengono messi sempre più nell’impossibilità di poter studiare…e la repressione colpisce duro chi si oppone a questo stato di cose…Avevamo assistito a qualcosa di simile mesi fa, quando le proteste delle popolazioni contro le devastazioni ambientali e sociali (discariche, inceneritori, tav, basi della morte…) venivano accolte a colpi di manganello da quegli abbietti personaggi in divisa, automi che se glielo ordinassero menerebbero anche loro madre (non ci saranno mai abbastanza Nassiriya o Raciti)…

Tutto questo poco prima del "G8 della crisi"…provocazione? Tentativo di alzare la tensione? Il solerte lettore divisato di questo blog, che si fa vanto del suo passato e presente di pezzo di materiale organico di scarto forse ci potrebbe dare maggiori delucidazioni…

Eppure il vento cambia…i lavoratori si mobilitano e non hanno paura a relazionarsi con i movimenti; le mobilitazioni popolari, che si era tentato di fiaccare con la lunghezza della lotta e la violenza della repressione sono più vivi che mai…e si stanno radicalizzando…

forse è solo brezza di un mattino, forse è tempesta che giunge…ebbene, staremo a vedere…

Andrea Cosimo Alberto Buonmattino.

G8 univesità: Arresti e perquisizioni

G8 univesità: Arresti e perquisizioni

PRESIDIO PER I COMPAGN* ARRESTATI ORE 12:00 VIA ZAMBONI 38

Arresti e perquisizioni, su mandato della questura di Torino,
cercano di mettere sotto attacco il movimento dell’Onda che ha
contestato il G8 dell’Università.


Stamattina polizia e agenti della Digos sono entrati nelle case di
molti compagni a Bologna, Torino, Milano e Padova con mandati di
cattura e di perquisizione. 20 compagni sono agli arresti.

La più scontata delle operazioni per attaccare un movimento che
quest’anno ha portato in piazza migliaia di persone in tutta Italia.


A Torino 15 compagni sono stati arrestati, la perquisizione sta coinvolgendo anche il centro sociale Askatasuna.
A Bologna sono 4 i compagni arrestati.
A Padova un compagno è stato arrestato e alcune perquisizioni sono tuttora in corso.
A Milano sono in corso perquisizioni.


A Bologna è già prevista un momento di mobilitazione: l’appuntamento è alle 12 in via Zamboni 38.


Una storia già vista – Solidarietà a Sergio e Alessandro

UNA STORIA GIA’ VISTA: stesso GIP e stesso PM
arrestano due compagni anarchici Seconda mega-operazione a caccia di
anarchici in Umbria in due anni, ancora una volta gestita dai ROS,
ancora una volta c’è lo zampino della Procura di
Perugia, ancora
una volta il PM è Manuela Comodi, ancora una volta il GIP è Nicla
Flavia Restivo, ancora una volta l’accusa è “associazione sovversiva
con finalità di terrorismo anche internazionale e di eversione
dell’ordine
democratico”, ancora una volta gli stessi reati
contestati sempre dagli stessi (scusate la ripetizione, ma qui tutto si
ripete) inquirenti sono ben al di sotto di quella accusa. Insomma una
storia già vista.
Proprio mentre il processo a Terni per i quattro
giovani spoletini arrestati il 23/10/2007 perde colpi ogni giorno (e
siamo ancora ai testimoni dell’accusa), proprio 3 giorni dopo la
clamorosa debacle di un alto ufficiale di
ROS che non ha saputo
rispondere alle semplici domande di un giudice (Quale è la struttura
del gruppo? Quali sono le fonti di finanziamento? Quali sono le armi?
Dove si trova il covo?), proprio alla vigilia del “G8 della crisi” come

ormai tutti lo chiamano, proprio all’indomani del disastro
ferroviario di Viareggio, proprio all’indomani dell’approvazione delle
ronde e dell’impunità per i servizi segreti, in piena emergenza
securitaria, in piena emergenza terremoto, in piena emergenza
economica, gli stessi ROS, lo stesso PM, lo stesso GIP si inventano
un’accusa che sanno già che fra due o tre anni cadrà, ma che intanto
serve a rovinare la vita a due ragazzi di 23 (Alessandro) e 27 anni
(Sergio), due compagni che devono pagare per la loro militanza
politica.
Un anno e mezzo fa sono riusciti ad inventarsi
un’associazione terroristica con delle semplici scritte sui muri e
qualche danneggiamento a dei cantieri, oggi (gli stessi ROS, GIP e PM)
si inventano un’associazione terroristica
senza reati solo con il fatto che “avevano in programma di compierli”!
Ultima
provocazione: Sergio e Alessandro sono stati messi proprio nel carcere
di Spoleto; così da schedare i movimenti nell’area, stressare
ulteriormente una città già duramente provata dal vero e proprio
assedio militare di un anno e mezzo fa, rinata ma comunque sfinita
nelle decine di manifestazioni, presidi, banchetti, conferenze e
concentri, ma che comunque non perderà la triste occasione di
dimostrare a questi due compagni la solidarietà di cui è stata capace
con i suoi quattro figli.
Qualcuno si è chiesto come mai proprio
lo stesso PM e lo stesso GIP di Perugia, malgrado l’inchiesta fosse
cominciata a Roma? Qualcuno si è chiesto come mai questa inchiesta
nasce con lo scopo di trovare collegamenti fra la
“cellula”
spoletina e le altre in Italia, ma fallisce clamorosamente i propri
obbiettivi tanto che su 40 indagati in Umbria, Lazio, Toscana, Piemonte
e Lombardia non c’è nessuno dei 4 imputati di Spoleto (e sappiamo
quanto è
facile finire sul registro degli indagati della dott.sa
Comodi)? Dobbiamo forse sospettare che il collegamento con gli
spoletini sia solo un escamotage tecnico-giuridico per far svolgere il
processo a Perugia? Dobbiamo forse sospettare che il PM o il GIP di
Roma non voleva firmare un’inchiesta così debole e così i ROS si sono
rivolti alla Comodi e alla Restivo che firmano tutto quello che gli
dicono? Ricordiamoci che nell’inchiesta Bruhwood il PM Comodi e il GIP
Restivo hanno copiato quello che gli dicevano i carabinieri
dimenticando perfino le relazioni contrarie di Polizia e Vigili del
Fuoco , o addirittura commettendo gli stessi errori di battitura e
ricalcando la stessa punteggiatura!

LIBERTA’ IMMEDIATA AD ALESSANDRO E SERGIO!
SOLIDARIETA’ PER MICHELE, DARIO, DAMIANO E ANDREA SOTTO PROCESSO!
GIUSTIZIA PER FABRIZIO, SCAGIONATO DOPO 3 SETTIMANE COME SE NULLA FOSSE!

Invitiamo a scrivere ai compagni in carcere:
Sergio Maria Stefani
Alessandro Settepani
Via Maiano 10
06049 Spoleto (PG)

Anarchici spoletini