Milano – Barricate in fiamme contro sgombero campo Rom in Triboniano [aggiornamenti cronaca e foto]

Riceviamo e diffondiamo:

Oggi, all’alba, ancora una volta, centinaia di
agenti in tenuta antisommossa si sono presentati alle porte del campo
rom di via Triboniano a Milano. Obiettivo della missione: lo sgombero di
alcune famiglie, gli ennesimi, dopo quelli avvenuti nella scorsa
settimana.
Certi di poter "vincere facile", hanno aspettato la
partenza dell’autobus che porta i bambini a scuola e poi si sono mossi
per compiere il loro sporco lavoro. Ma,a questo giro, hanno avuto una
brutta sorpresa… auto in fiamme, barricate con cassonetti, bombole del
gas e, soprattutto, l’intera comunità mobilitata.

A quel punto
la polizia é retrocessa e i dirigenti della questura hanno ottenuto lo
smantellamento delle barricate solo dopo il ritiro del proprio esercito.
A
quel punto sono scesi in campo i tirapiedi di Don Colmegna (sin
dall’inizio coinvolto, con la sua “Casa della carità”, negli “affari”
gestionali del campo, con circolazione di svariati milioni di euro, e
nell’imposizione del famigerato “patto di legalità”): il tentativo è
quello anzitutto di recuperare la propria “rappresentatività, prendendo
le distanza dall’unico evento significativo degli ultimi tre anni, e
spargendo veleno sul comitato antirazzista reo, secondo loro, di
calunnia nei confronti della stessa Casa della carità (vedi report dopo
la riunione coi rom avvenuta in via Brambilla); un’operazione
amplificata da Radio Popolare nella cui versione dei fatti (a firma Yuri
Bogogna) esistevano solo due soggetti: i “buoni” di Don Colmegna e i
“cattivi sobillatori”, una versione che tradisce l’implicita
considerazione dei Rom come dei non-soggetti, sostanzialmente incapaci
di agire secondo le proprie scelte e determinazioni. Infatti, il
tentativo dei caritatevoli pompieri è anche di dividere il più possibile
i rom, di annullare ogni forma possibile di solidarietà attiva e aprire
così la strada allo sgombero dell’intero campo programmato per il 30
giungo (con deroga firmata Mojoli fino a natale) che prevede, tra
l’altro, iniziative di espulsione “accompagnata” per coloro che non
fossero in grado di pagarsi una casa.
Il tentativo è fallito
miseramente, creando anzi le condizioni per un aspro pubblico confronto
coi tutori del famigerato “Patto per la legalità” andato in fumo insieme
ai rottami di una vecchia auto.

Rinviamo a un altro momento le
considerazioni generali su quanto sta accadendo (sperimentazione
governamentale, securitaria e razzista sulla pelle dei Rom, nessi coi
progetti dell’Expo, responsabilità diffuse e reticenze specifiche,…).
Per ora ci basta constatare che il film andato in onda per tre anni – il
cui copione era un accavallarsi
incessante di soprusi, angherie,
sgomberi, lacrime, sangue e sottomissione impotente – é finito.
Ora
ne comincia un altro la cui colonna sonora ha per titolo…

via
Adda non si cancella!!

PROSSIMO APPUNTAMENTO

– Domenica 16
maggio ore 15: Assemblea in via Triboniano per valutazioni collettive
sulla giornata di oggi, sulle contromosse (di domani) da parte di chi è
rimbalzato sulle barricate dei rom e per decidere i prossimi necessari
passaggi verso lo sgombero del 30 giugno. 

Nasce gruppo Earth First! a Prato

Nasce a Prato il primo gruppo toscano di Earth First!
Abbiamo deciso
di costituire questo gruppo poichè ,condividiamo appieno sia le modalità
di lotta che le finalità
che contraddistinguono il movimento EF!
Siamo
fermamente convinti che la difesa di madre terra non la si possa
ottenere con un blando riformismo,
soprattutto in questa nostra
odierna società capitalista.Dove l’ambiente va sfruttato al mille per
mille in nome
del ”santo” profitto.
Per questo abbiamo deciso di
rimboccarci le maniche e costituire un gruppo,se pur piccolo
momentaneamente,anche a Prato.
Città, che negli ultimi tempi sta
subendo una massiccia cementificazione,dove si parla ancora di
inceneritori,dove
nascono centri commerciali come funghi.
Ci
impegneremo nel propugnare le nostre idee sul terriorio,idee di un
movimento ecologista radicale in difesa
di madre terra senza se e
senza ma.
Come ben sapete il nostro è un movimento orizzontale senza
vertici,senza leader,senza iscrizioni o tessere e chi più
ne ha più
ne metta.

Urgono strenui difensori della nostra Terra!!

Chiunque della zona fosse interessato ci
scriva a:
earthfirstprato@email.it

http://www.informa-azione.info/

blitz al Salone del Libro in solidarietà con gli arrestati di ieri

verso le 19 una trentina di compagni
ha eluso l’ingente schieramento di forze dell’ordine al Salone del Libro
entrando da un ingresso secondario e ha interrotto la vomitevole
presentazione di un libro (forse proprio del prefetto Padoin o di
qualche bellimbusto simile) con striscione "TUTTI LIBERI" volantinaggio e
slogan in solidarietà con gli arrestati del 12 maggio

mini-corteo tra gli stand e arrivederci a
tutti a sabato

Torino – Contatti dei compagni arrestati il 12 maggio

Diffondiamo i nomi dei tre compagni arrestati dopo il rastrellamento
di case occupate
e abitazioni torinesi.

Per inviare posta o
telegrammi [per servizio di dettatura
telegrammi via
telefono fisso comporre il
186]

Luigi Giani

Luca Germano

Davide
Negri

presso

Casa Circondariale
Lorusso Cutugno

Via Pianezza, 300 – 10151 Torino



Ricordiamo che gli appuntamenti
contro il carcere e le violenze di stato
previsti per questo fine
settimana saranno un’ulteriore occasione per solidalizzare con i
compagni arrestati e provare a farci sentire oltre le mura del carcere.

Sabato 15 maggio

ore
10:00 – Mostra su omicidi di stato e violenze nei Cie – volantinaggio
in zona Piazza della Repubblica – Balòn
ore 17:00 – Presidio con
musica e microfono aperto sotto il carcere di Torino [capolinea del tram
3]

Domenica 16 maggio

ore
17:00 – Presidio davanti al Cie di c.so Brunelleschi

Solidarietà ai compagni di Torino!

Stamani 12 Maggio la violenza di stato è tornata a colpire a Torino; il risultato dell’operazione sbirresca ha portato alla traduzione in carcere di tre compagni, altri quattro sono finiti ai domiciliari ed in 9 costretti all’obbligo di firma. Non ci interessano le motivazioni che hanno portato a questa brillante operazione, sappiamo bene che i compagni sono stati colpiti per la loro instancabile attività antirazzista a fianco dei migranti e per la loro voglia di Libertà inconciliabile con lo sfruttamento e l’oppressione quotidiana cui tutti siamo sottoposti.
Solidarietà incondizionata ai compagni di Torino colpiti dalla repressione!
LUCA, DAVIDE, LUIGI LIBERI…LIBERI TUTTI!
Anarchici Pistoiesi

Ieri approvato pacchetto sicurezza (pena da 6 mesi a 5 anni perl’istigazione alla disobbedienza su internet)

NESSUN TELEGIORNALE HA AVUTO IL
PERMESSO DI DIFFONDERE QUESTA NOTIZIA

Ieri il Senato ha approvato
il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un
emendamento del senatore Gianpiero D’Alia (UDC) identificato
dall’articolo 50-bis: "Repressione di attività di apologia o istigazione
a delinquere compiuta a mezzo internet"; la prossima settimana Il testo approderà
alla Camera come articolo nr. 60.

Questo senatore NON fa neanche
parte della maggioranza al Governo… il che la dice lunga sulle
alleanze trasversali del disegno liberticida della Casta.

In
pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse
invitare attraverso un blog (o un profilo su fb, o altro sulla rete) a
disobbedire o a ISTIGARE (cioè.. CRITICARE..??!) contro una legge che
ritiene ingiusta, i providers DOVRANNO bloccarne il blog o il sito.

Questo
provvedimento può far oscurare la visibilità di un sito in Italia
ovunque si trovi, anche se è all’ESTERO; basta che il Ministro
dell’Interno disponga con proprio decreto l’interruzione dell’attività
del blogger, ordinandone il blocco ai fornitori di connettività alla
rete internet. L’attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro
24 ore; pena, per i provider, sanzioni da 50.000 a 250.000 euro.

Per
i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni oltre ad una pena
ulteriore da 6 mesi a 5 anni perl’istigazione alla disobbedienza delle
leggi di ordine pubblico o all’ODIO (!) fra le classi sociali.
MORALE:
questa legge può ripulire immediatamente tutti i motori di ricerca da
tutti i link scomodi per la Casta.

In pratica sarà possibile
bloccare in Italia (come in Iran, in Birmania e in Cina) Facebook,
Youtube e la rete da tutti i blog che al momento rappresentano in Italia
l’unica informazione non condizionata e/o censurata.

ITALIA:
l’unico Paese al mondo in cui una media company (Mediaset) ha citato
YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento.

Con
questa legge non sarà più necessario, nulla sarà più di ostacolo anche
in termini PREVENTIVI.
Dopo la proposta di legge Cassinelli e
l’istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e
multimediale che tra meno di 60 giorni dovrà presenterà al Parlamento un
testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto
sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di
"normalizzare" con leggi di repressione internet e tutto il sistema di
relazioni e informazioni che finora non riusciva a dominare.

Mentre
negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet, l’Italia
prende a modello la Cina, la Birmania e l’Iran.
Oggi gli UNICI media
che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati la rivista
specializzata "Punto Informatico" e il blog di Grillo.

Fatela
girare il più possibile per cercare di svegliare le coscienze
addormentate degli italiani perché dove non c’è libera informazione e
diritto di critica la "democrazia" è un concetto VUOTO.

Fonte:
documentazione
diffusa da
Coordinamento degli Enti Locali per la Pace e i Diritti
Umani

SERATA BENEFIT KULANKA

 

L’ iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare e informare sulla
situazione dei  dell’Italia fino ad arrivare ai migranti partendo dal sudFirenze dove attualmente un gruppo di Somali con lo status di rifugiati
politiciè stato costretto ad occupare per ottenere una temporanea e
tanto ambita "casa"

L’iniziativa inizierà alle 18.00 e prevede vari momenti:

  • proiezione del nuovo video della campagna "Clandestino" di CARTA:
  • La terra (e)strema di Enrico
    Montalbano, Angela Giardina, Ilaria Sposito.

Breve descrizione del film: L’agricoltura
del Mezzogiorno, come dimostra

Rosarno, si regge
sull’impiego di manodopera immigrata,

tra paghe di sussistenza,
rivoveri di fortuna, xenofobia, mancanza di tutele sanitarie e
sindacali.  un racconto sulla condizione dei lavoratori migranti
impiegati nelle campagne siciliane, a cominciare dai raccoglitori
stagionali. Un viaggio tra vecchi e nuovi contadini dell’isola: da
Pachino, nota per i suoi pomodori, a Vittoria [Ragusa], dal borgo di
Cassibile [frazionedi Siracusa] alla provincia di Trapani [Alcamo e
Campobello di Mazara].

  • Presentazione del progetto Puglia da
    parte di alcuni ragazzi delle brigate di solidarietà attiva con la
    quale siamo in contatto e della quale alcuni componenti del collettivo
    fanno parte.
  • Proiezione del corto: LA CASA CHE NON C’è di Marcantonio Lunardi girato all’interno del Kulanka.

    Breve descrizione:  

Una casa, un giardino, le immagini di
un mare che è metafora di libertà. Ecco cosa emerge dal racconto
degli esuli somali del centro di accoglienza alle Cure di Firenze. Un
gruppo di persone sfuggite alla violenza che si raccontano in 10
minuti attraverso la loro immaginazione, unico spazio rimasto ancora
libero per volare sull’orrore dell’esilio e della solitudine.

  • Intervento della rete INSICURI, testimonianze dei somali,
    presentazione dei progetti attualmente presenti al Kulanka.

A seguire APERICENA e musica TRASH con i dischi di Killa shorty

 
L’incasso
sarà devoluto allo spazio interculturale autogestito kulanka per opere
di restauro

Prove di (molta) forza AGGIORNATO

Da Macerie:

Irruzione della polizia, all’alba di questa mattina,
dentro a tre case occupate torinesi (l’Asilo di via Alessandria, il
Mezcal di Collegno e il Barocchio di Grugliasco), un Centro sociale
(l’Askatasuna di corso Regina Margherita) ed alcune case private di
compagni. Il quadro non è ancora chiarissimo. Quel che si sa di sicuro è
che l’operazione è frutto delle indagini sugli scontri avvenuti durante
il primo sgombero de Lostile di corso Vercelli, il dieci dicembre
scorso. Pure di sicuro si sa che gli agenti hanno notificato degli
obblighi di firma ad alcuni compagni e che altri sono stati messi agli
arresti domiciliari, ma non si conoscono con chiarezza in quanti
complessivamente siano stati sottoposti a queste misure cautelari. E
ancora, di almeno due compagni si sa che sono stati portati in Questura,
ma non si conosce la loro destinazione finale.

Per intanto, vi invitiamo a seguire gli aggiornamenti
su Radio Blackout e su Indymedia Piemonte.

E a rileggervi i resoconti sullo sgombero de Lostile
di Corso Vercelli:

Prove di forza:
leggi un resoconto del primo sgombero de Lostile.

Memoria: leggi il
racconto di un pestaggio durante il primo sgombero de Lostile.

Prove di forza / 2:
leggi un resoconto del secondo sgombero de Lostile.

 


Da indy Piemonte:

 

L’operazione è
cominciata alle 6,30.

La polizia ha effettuato perquisizioni in tre
squat (Asilo, Barrocchio, Mezcal) e in un centro sociale (Askatasuna).
Gli occupanti degli squat sono saliti sul tetto. La Digos si è
presentata anche in alcune case private.

All’Asilo
hanno fatto irruzione divellendo porte e finestre. Le perquisizioni si
sono tuttavia limitate alle stanze dei compagni oggetto di misure
cautelari.

 

I perquisiti
ed inquisiti sono in tutto 16. Tre sono stati arrestati e tradotti in
carcere, quattro ai domiciliari, gli altri con obbligo di firma.

Vari lanci di
agenzia e La Stampa on line parlano di 16 arresti ma si tratta di
notizie false.

 

La cornice
pare siano i fatti del 10 dicembre 2009, quando, in una sola mattinata,
vennero sgomberati Cà Neira e Lostile. Nel tardo pomeriggio quelli di Cà
Neira occuparono un nuovo stabile (ex cinema Zeta) e vennero sgomberati
e tradotti in questura in quattro, mentre il presidio di solidali sotto
Lostile venne caricato e due ragazzi condotti in questura. Dopo la
prima carica ce ne furono altre due arginate da cassonetti in strada.

Sembra che i
provvedimenti del PM Rinaudo di questa mattina si riferiscano alle
cariche del pomeriggio in corso Vercelli.

Grecia – Brevi sul pogrom di Exarchia del 5 maggio

 
Nella giornata dello sciopero generale del 5 maggio – purtroppo
tristemente ricordata per la tragica morte di tre impiegati, e non per
le centinaia di migliaia di persone che hanno collettivamente preso le
strade e affrontato le autorità – le forze dell’ordine hanno effettuato
un vero e proprio "pogrom" nel quartiere di Exarchia. Hanno attaccato
squat, café e abitazioni private, attaccando i passanti e sequestrando
diversi compagni.

Nonostante l’attuale centralità delle misure
anti-incendio nel dibattito pubblico, la polizia non ha esitato a
lanciare diverse granate lacrimogene all’interno di uno squat anarchico
di Zaimi Street, contro il quale sono anche stati esplosi colpi di arma
da fuoco. L’edificio è stato quindi invaso dagli agenti antisommossa che
hanno posto in stato di fermo tutte le 70 persone presenti all’interno –
25 di queste sono state denunciate.

Anche un centro sociale di
sinistra "Ritrovo dei Migranti" (Steki Metanastòn), al numero 13 di
Tsamadou street, subiva un raid sbirresco: devastazioni, minacce, porte
sfondate, percosse contro i presenti.

Poco prima, un’altra
squadra antisommossa attaccava il café all’angolo tra Stournari e
Tsamadou Street (come ripreso in questo  video), considerato un ritrovo di anarchici e anti-autoritari; le
vetrine venivano infrante e le persone all’interno minacciate.