Aggressione fascista all’Università di Tor Vergata (Roma): “Blocco Studentesco” a braccetto col PdL

del COLLETTIVO "LAVORI IN CORSO"
 
Nella mattinata di mercoledì 27 gennaio otto neofascisti di "Blocco
Studentesco-Tor Vergata" hanno minacciato e poi aggredito due studenti
del "Collettivo Lavori in Corso" che stavano affiggendo alla fermata
ATAC di ingegneria i manifesti riguardanti un’assemblea con i
lavoratori alla ex-Eutelia.

Appena arrivati i fascisti si limitavano a interloquire chiedendo la
divisione degli spazi d’affissione solo per darsi una finta parvenza di
“democratici”. Poi, vista la situazione a loro favorevole, guidati dal
capo-branco, Noah Mancini, studente di Giurisprudenza, massimo responsabile di "Blocco Studentesco", già sprangatore-tricolore a piazza Navona nell’ottobre del 2008,
gli otto squadristi accerchiavano i due studenti del "Collettivo". Così
protetto Noah Mancini poteva mettere sul suo curriculum una nuova
aggressione.

Il tutto si è svolto in pieno giorno alla presenza di altri studenti in attesa del "20 Express".

Non sono le prime azioni di questo gruppo neofascista a Tor Vergata, direttamente legato a "Casapound".

Questi soggetti, famosi per il loro slogan "Né rossi né neri", in
realtà sono fascisti e si fregiano di organizzare incontri nel loro
covo all’Esquilino ospitando personaggi come il senatore Dell’Utri,
condannato per mafia, e Stefania Craxi, per beatificarne politicamente
il padre tangentista.

Tutto questo per potersi ora alleare ufficialmente con il PdL
sostenendo la candidatura di Renata Polverini quale presidente alla
Regione Lazio e quella di Adriano Palozzi come consigliere.
Nel 2008 "Blocco Studentesco" finse di protestare contro il ministro
Gelmini per infiltrarsi nel movimento così come suggerito pubblicamente
dal senatore a vita Francesco Cossiga.
A colpi di spranghe e con l’aiuto della polizia, riuscirono a
ritagliarsi il loro spazio a piazza Navona durante un corteo, prima di
esserne cacciati da centinaia di persone.
Con l’accordo partitico stipulato con il PdL confermano nuovamente la
loro falsa opposizione allo smantellamento della scuola e
dell’università voluto proprio dagli attuali alleati (Gelmini,
Brunetta, Tremonti…).
Cosa che per altro avevano già fatto sostenendo attivamente proprio a
Tor Vergata nel 2009 la (mancata) elezione al CdA di uno studente di
"Azione Universitaria" (gruppo giovanile del PdL).
E’ chiaro quindi quale è il loro gioco partitico e politico a livello studentesco.

Sostenendo il sindaco di Marino, Adriano Palozzi, risulta evidente che
il fantomatico progetto di "mutuo sociale" che "Casapound" e "Blocco
Stuentesco" spacciano come risolutore dei problemi legati all’emergenza
abitativa è in realtà qualcosa di falso e propagandistico.

Adriano Palozzi sta infatti dando vita ad una spaventosa colata di
cemento a Marino paese e, soprattutto, nelle frazioni, dove sono sorti
numerosi comitati per tentare di evitare lo scempio. Il
sindaco-costruttore è stato condannato a 8 mesi di detenzione, insieme
ad altri colleghi, funzionari e palazzinari per aver approvato
illegalmente la cementificazione in corso di cui ne stanno pagando le
conseguenze i cittadini di S.Maria delle Mole, Cava dei Selci, Due
Santi, Frattocchie, ecc… Del resto lo slogan di Palozzi è molto
eloquente "Il Lazio è di chi lo fa". Ed è per questo che in un
chilometro di strada a S.Maria delle Mole si contano una decina di
agenzie immobiliari che vendono case in aree senza i minimi servizi al
"modico" prezzo di 3.000-5.000 euro al metro quadro.
E’ fin troppo evidente che mentre i pezzi grossi di partito speculano
economicamente sul problema-casa, i pesci piccoli come i neofascisti in
questione ne strumentalizzano il bisogno, rendendosi poi effettivamente
complici di chi è materialmente responsabile della situazione.

Con questo pensiamo di aver chiarito ogni dubbio a chi si chiedeva cosa
fosse questo "mutuo sociale": nulla, solo speculazione per poi portare
voti ai palazzinari.

Sotto campagna elettorale ai fascisti prudono le mani più spesso che negli altri periodi dell’anno.
Il loro prurito è evidentemente causato dalla posta in palio che si
giocano nel caso i loro candidati del PdL non arrivassero ad occupare
le poltrone sperate in Regione.
Inutile dire che le intimidazioni e le aggressioni che "Blocco
Studentesco" e "Casapound" hanno portato avanti da oltre un anno a
questa parte non hanno minimamente prodotto i risultati che loro
speravano.

Anzi, i loro pruriti sono la riprova di quanto siano fallimentari le
loro idee, il loro servilismo di partito, i loro atteggiamenti e, in
ultima istanza, loro stessi.

Roma, 2 febbraio 2010

Bari : Foto dal LAGER.DEMOCRATICO/Cie

L’anno
nuovo è arrivato. Come regalo ai gestori del C.I.E. di Bari-Palese
diffondiamo queste foto giunteci tramite una renna col doppiofondo.
Diffondiamo
queste foto in modo che tutti sappiano di che morte si "vive"
all’interno di quella struttura. Diffondiamo queste foto non sperando
che un giorno quel lager si dipinga di azzurro, o che, un giorno, gli
"ospiti" possano finalmente mangiare su tavoli e sedie, o che un
giorno, magari, arrivino letti e coperte, o che i militari di guardia
non rispondano col manganello alle richieste dei reclusi.
Diffondiamo queste foto perchè tutti sappiano che a Bari è in funzione un vero e proprio campo di concentramento.
Ed è compito di tutti far si che di questo posto rimangano solo macerie.
Fuoco ai centri per detenzione per stranieri. Libertà per tutti.
alcune renne scorbutiche

Teramo aggressione fascista

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A Teramo i fascisti già ci hanno abiutato ad azioni vili, ed a goffi tentativi di proporre iniziative culturali per mascherare le loro vili azioni notturne.

Ma questa vicenda lascia sconcertati, i fascisti si rivelano ancora una volta gli infami di sempre.

 

Pugnalati davanti alla discoteca

il Centro — 27 dicembre 2009   pagina 23   sezione: CRONACA

  TERAMO. Studenti aggrediti e pugnalati nel parcheggio di una
discoteca, forse per una vendetta di matrice politica. Tre i feriti di
un agguato tutto da chiarire. I carabinieri stanno ascoltando decine di
persone e ci sarebbero i primi quattro indagati. Sequestrato un
coltello. Alcuni testimoni raccontano di alcuni ragazzi di sinistra
aggrediti da un gruppo di giovani di destra per vecchi rancori maturati
dopo la rissa dell’ottobre del 2008 in piazza Martiri, ma, almeno per
il momento, i carabinieri preferiscono non “etichettare” l’episodio.
«Seguiamo tutte le piste», fanno sapere, «senza escludere quella dei
futili motivi». Dei tre feriti, tutti di Villa Mosca, resta in ospedale
A.B., 24 anni, raggiunto da una coltellata alla schiena e al volto e
operato. Gli altri due F.S. e P.N., 20 e 19 anni, sono stati medicati e
dimessi con prognosi di 15 e 10 giorni.   L’AGGUATO. L’agguato è
avvenuto nella notte tra il 23 e il 24 dicembre all’esterno della
discoteca Heaven, a Villa Pavone, nel parcheggio che si trova in
prossimità del locale. Secondo alcune testimonianze i tre ragazzi,
tutti studenti, erano in compagnia delle rispettive fidanzate ed erano
appena arrivati, quando sono stati aggrediti da un gruppo di circa
quindici giovani che, secondo alcuni, già si trovavano sul posto. Prima
parole grosse e poi, in un crescendo, le coltellate. Tutto è avvenuto
in pochi istanti. Le urla delle ragazze e di altre persone che in quel
momento stavano parcheggiando hanno fatto scappare gli aggressori. A
terra sono rimasti i tre ragazzi feriti, immediatamente soccorsi dalle
ambulanze del 118. Il più grave è stato colpito alla schiena e al
volto.   I TESTIMONI. Numerose le telefonate e le e-mail arrivate in
redazione. Tra queste quelle di alcuni testimoni. «I ragazzi appena
arrivati nel parcheggio della discoteca», ha scritto qualcuno, «sono
stati vittime di una imboscata di matrice neo fascista. Un ragazzo di
24 anni è stato accoltellato in faccia rischiando di perdere un occhio,
un altro di 20 anni è stato coplito alla schiena riportando gravi
lesioni. Non si tratta di una rissa tra ubriachi ma di una aggressione
studiata e premeditata. Questo è il risultato di una serie di
avvenimenti di non minore importanza a cui non è stato dato mai il
giusto peso da parte delle istituzioni. Speriamo che gli organi
competenti accertino la verità».   LE INDAGINI. Sono decine le persone
ascoltate dai carabinieri della compagnia di Teramo, che stanno
cercando di ricostruire l’aggressione. Ci sarebbero già i primi quattro
indagati per lesioni ed è probabile che altri vengano iscritti nelle
prossime ore. Non è escluso che possano esserci anche arresti.

 

http://abruzzo.indymedia.org/article/7190

Scontro di titani

MILANO — Domenica mattina, su Raiuno, andrà in onda la Santa Messa all’interno del programma “A Sua Immagine”,
condotta da Rosario Carello e in cui il Papa reciterà l’Angelus per il
2010. Ma la scelta di dedicare un’intera mattina alla religione
cattolica, a maggior ragione su un canale della Rai, ha innescato forti
polemiche. Il Magnifico Mago Samantha
presidente dell’associazione di telespettatori occultisti ATO ha
accusato la Rai di fomentare la superstizione: «Nonostante il clamore
sollevato lo scorso anno dopo le nostre proteste, anche quest’anno
Raiuno ripropone un’intera trasmissione sulla Chiesa Cattolica. È
incredibile come il servizio pubblico dia credito alla superstizione.
Quale altro servizio pubblico degno di questo nome, vedi Bbc o Zdf, fa
trasmissioni del genere?».

D’accordo anche il Consiglio Nazionale degli Utenti (Cnu), organismo
dell’Agcom: «È inopportuno che il servizio pubblico dedichi
trasmissioni alla Chiesa Cattolica. Il
rischio è che si sfrutti la superstizione, la credulità o la paura, in
particolare delle categorie di utenti psicologicamente più vulnerabili
.
La delibera 34 del marzo 2005 dell’Agcom chiede che le trasmissioni di
televendita di servizi di astrologia non traggano in inganno il
pubblico. Non sarebbe utile estendere tale disposizione a tutte le
trasmissioni? Ancor di più quando si tratta di servizio pubblico e in
prima serata?». Eppure la trasmissione di fine dicembre che la Rai
dedica allalla religione cattolica per il nuovo anno — nonostante le
polemiche — è ormai un classico. Ma quest’anno le lamentele non sono
cadute nel vuoto. Il direttore di rete, Mauro Mazza, pur garantendo che
la trasmissione «andrà regolarmente in onda» ha sottolineato: «Sono
arrivato alla direzione della rete con il palinsesto già fatto e
approvato dal Consiglio di amministrazione e devo rispettarlo. In
futuro prenderò in seria considerazione queste indicazioni dell’Agcom e
delle altre parti intervenute. Vengo dal mondo reale e sono contro le
superstizioni». «Devo rispettare quanto prevede il palinsesto già
definito — ha concluso Mazza —. Rimando tutto al prossimo futuro,
quando sicuramente un ripensamento ci sarà in merito».

Maggiori approfondimenti QUI.

Montatura: VIDEO SULL’AGGRESSIONE(?) DI BERLUSCONI

http://www.youtube.com/watch?v=WVKN-MnY5zo

Montature su montature!

Il potere indossa la maschera della vittima

x giustificare un’altra morsa repressiva, altra reazione!

 

x togliere libertà agli individui!! x ingrassare d’altruismo!

e noi continuiamo a credere all’apparenza!?

alle immagini e alle informazioni dei grandi media!??

 

Montature su montature

il potere indossa la maschera della vittima

ma è uno sciacallo, il potere è OPPRESSIONE!!

 

Ma l’immagine è uno strumento da sempre usata

x ingannare, utilizzata da sempre per nascondere

morti in carcere, morti sul lavoro, morti di miseria 

MORTI DI StATO E DI CAPITALE! 

MORTI DI MISSIONE DI PACE!

 

Gli assassini portono lo smoking, si fanno ricrescere i capelli 

si fanno sempre più belli e  più misericordiosi.

Altri Duci, altri Patroni, altri Santi protettori 

di sfruttamento e di miseria.

 

Mentre perdiamo lavoro e libertà

mentre affoghiamo nelle burocrazia

loro incassano miliardi e popolarità!

 

MA LA COSA PIU’ BRUTTA

E’ CHE LORO POSSEGGONO LE NOSTRE VITE!

Manifestazione di Firenze – da Umanità Nova

Sullo striscione posto sul camioncino in testa del corteo c’era
scritto: "12/12/1969 Piazza Fontana. Strage di Stato", ma la
manifestazione di sabato 12 dicembre a Firenze era dedicata anche ai
recenti fatti di Pistoia e ai temi sempre attuali dell’antifascismo. Il
corteo, terminato sotto la sede di Confindustria, ha toccato vari
luoghi simbolici, tra cui il Tribunale e la Prefettura; è stata
data una forte risposta alla stretta repressiva che negli ultimi mesi
ha colpito compagni di diverse città ed appartenenti a varie
aree di movimento.
Ricordiamo brevemente i fatti: l’11 ottobre scorso, nel tardo
pomeriggio, a Pistoia, le forze dell’ordine fanno irruzione in una
assemblea regionale contro le ronde, effettuando perquisizioni e
portando i presenti nei locali della Questura, dove avrebbero passato
la notte.  Alla mattina del 12 ottobre, senza alcuna prova, 3
persone restano agli arresti ed altre 8 sono denunciate per aver
danneggiato la locale sede dei fascisti di casapound. L’11 novembre, a
seguito di un mese durante il quale si sono svolte numerose iniziative
di solidarietà in tutta la Toscana, scattano altri 4 arresti.
Sono quindi 7 adesso gli arrestati,  4 livornesi del Movimento
Antagonista Livornese, 2 membri dei CARC e Marco, un compagno degli
Anarchici Pistoiesi, attivo e conosciuto.
Ad inizio novembre un’operazione poliziesca colpisce a Firenze anche il
CPA Fi-Sud, numerose perquisizioni nelle abitazioni, denunce, e
l’arresto di un compagno sono il risultato di un’altra stretta
repressiva che va a colpire in particolare la lotta antifascista.
Da questa grave situazione è nata la necessità di una
mobilitazione regionale per la liberazione degli arrestati ed il ritiro
delle denunce, una mobilitazione che ha avuto successo, che ha visto
anche la partecipazione di molti studenti in un proprio spezzone.
Il corteo (circa 3000 partecipanti) ha sfilato nelle vie del centro
storico, tra gli immancabili turisti e le famiglie alle prese con le
spese per le prossime feste, ricordando a tutti i fatti del 1969 e
collegandoli alla attuale situazione politica. All’iniziativa hanno
aderito molte realtà provenienti da tutta la regione, compresi
partiti ex-parlamentari. Lo spezzone rosso-nero era probabilmente
quello più affollato (150-200 tra compagni e compagne) ed era
aperto dallo striscione "Anarchici Toscani" e seguito da altri: "Marco
Libero. Liberi tutti", "Non c’è sbirro, non c’è fascio,
che ci possa piegar mai", "Credere nella bontà dello stato
è il modo migliore per assolverlo", da numerose bandiere e da
compagni e compagne di tutte le età. Quelli che nel 1969 non
erano ancora nati accanto a chi allora era invece già in piazza.
Forse è stata soprattutto in questa vicinanza la bellezza della
manifestazione che è riuscita a collegare, concretamente, con il
resistente filo della memoria, quaranta anni di lotte che molti
vorrebbero far dimenticare.
Lo spezzone era stato organizzato da un’assemblea regionale anarchica
molto partecipata contro la repressione, svoltasi il 6 dicembre a
Firenze. Quella assemblea oltre a decidere la presenza al corteo, aveva
fatto emergere la necessità di sostenere Marco, il compagno
anarchico, attualmente ai domiciliari. Per questo la manifestazione del
12 è l’inizio di un più ampio percorso di mobilitazione
degli anarchici toscani. Domenica prossima, 20 dicembre ci sarà
infatti una nuova assemblea regionale per decidere il da farsi in vista
della prima seduta per il processo, prevista per il 20 Gennaio a
Pistoia.
Marco libero! Tutti liberi!

Due che c’erano

Reliquie

Nel Museo Vaticano, gli abiti indossati da, nell’ordine:

  • Giovanni Paolo II, il giorno dell’attentato di Alì Agca.
  • Giovanni Paolo I, dopo cena, la sera della morte.
  • Benedetto XVI, il giorno dello spavento causato da Susanna Maiolo
http://www.donzauker.it/

Lo stato punisce chi non stà in riga sotto il suo giogo . .

 Il sistema capitalista è in crisi ,si anima in una morsa repressiva che colpisce tutti e ovviamente parte dai più poveri.
Leggi xenofobe e razziste sull’immigrazione, nuove leggi repressive, nuovi
LAGER CPT/CIE a misura di migranti, nuove strutture carcerarie oltre
alle già sovraffollate gabbie (per sfruttati),  dove non sempre se ne
esce vivi!

Prigionieri Uccisi nelle celle, come Stefano Cucchi e purtroppo,
molti altri ancora!

Non dimentichiamo Milano, Piazza Fontana, 1969,
 LO STATO UCCIDE e oggi stigamtizza le sue STRAGI,
 mette sullo stesso piano vittima e carnefice,
diffonde confusione nelle menti della gente con la sua ipocrisia
istituzionale, un impasto di un riluttante buonismo "vogliamoci bene" , mentre quotidianamente lo stato/capitale  massacra al lavoro,come in prigione!

Si arriva, poi, alla chiusura delle fabbriche ed ai licenziamenti,
lavoratori sfruttati per una vita intera, usati come fazzoletti sporchi
e gettati via in tronco in mezzo alla strada.
Una vita al servizio del signor capitale, una vita al servizio di un
lavoro che non ti appartiene, una vita in mano ad altri..
.

E cosa fa lo Stato con chi non accetta questa misera esistenza ???

Lo stato ti vuole sottomesso, in riga al centrocommerciale per far
ripartire l’economia, ti vuole zotico e insensibile per poter
sfruttare meglio le masse, sfruttare e linciare le minoranze.

Lo stato, con i suoi organi repressivi  ha
timore di qualsiasi di anomalia alla massa, paura degli indivdui
pensanti,dei dissidenti e degli indomabili.

Lo stato punisce chi non stà in riga sotto il suo giogo . .

Ecco perchè Marco si trova agli arresti domiciliari!

Deportato la sera dell’11
 all’assemblea della coordinazione Antirazzista, perchè è uno
degli Antifascisti e Antiautoritari che non accetta nessun compromesso con
l’istituzione.

L’iconoclasta pistoiese, cappellino verde e occhiali tondi,
 individuo che non ha mai accettato l’ingiustizia dello stato,
 della chiesa e del capitale, mai rassegnato,
 uno spirito disobbediente alle leggi della massa.

Siamo stanchi di subire ,basta servi sinistri e padroni destri!
(o viceversa!)
Riprenderemo tutte le nostre vite!
. . in una presa di coscienza esplossiva!!
Nessuno dei compagni ha dimenticato Marco!
Nessuna Rassegnazione!
x i compagni che detestano giurare su una bandiera!!
un saluto immenso di LIBERTà!

*da chi non fa parte di nessuna stalla

Report dell’azione antifascista a Varsavia – 11 Novembre 2009

Riguardo la manifestazione a Varsavia dei gruppi
neofascisti guidati da “Blocco nazionale radicale” dell’ 11 Novembre il
movimento anarchico e antifascista ha portato avanti una serie di
azioni con il fine di dare una voce decisa ed univoca contro il
fascismo.

Le azioni sono state portate avanti nelle giornate
europee contro il fascismo, le quali sono state una conseguenza della
conferenza antifascista indetta da Siempre Antifascista.

 

L’evento più rilevante di quella giornata è stato
indetto da “Accordo 11 Novembre” : un pacifico appuntamento antifà
all’incrocio delle vie Swietikrzyskiej e Marszaikowskiej.
È iniziato allo ore 13.00 (un’ora prima dall’inizio della marcia
pianificata dai fascisti) che ha radunato circa 300-400 persone. All’
appuntamento sono stati chiamati antifascisti come Alina Cala (Istituto
di Storia Giuridica), Seweryn Blumsztajn (giornalista), Halina
Bortnowska (fondazione diritti dell’uomo).

Era presente gente da tutta la Polonia e anche da altre nazioni.

Poco prima dell’appuntamento la polizia ha creato
un cordone che ha creato non pochi problemi nel raggiungimento e
nell’abbandono della piazza. Nonostante questo il sit-in è andato
avanti con musica e balli, e con la partecipazione di Food Not Bombs.

Ad un certo punto alcuni gruppi di manifestanti
hanno iniziato a dividersi e dirigersi verso via Senatorskiej. Nella
piazza Bankowym è stato appeso un grande striscione con scritto “IL
FASCISMO NON PASSERA’” con una croce celtica e una svastica sbarrate.

 

Appena giunta la notizia che i fascisti avevano
incominciato a marciare, lungo tutta via Senatorskiej si è formato un
blocco di circa 150 persone, purtroppo fin dall’inizio ostacolati dalla
polizia, la quale continuava ad intimare di abbandonare la strada. Il
cordone nonostante ciò ha resistito fino alla decisione degli sbirri di
far spostare la marcia dei nazi in via Nowy Swiat e Krakowskie
Przedmiescie. A quel punto una parte dei manifestanti è corsa verso la
metro per arrivare al centro e li bloccare i fascisti. Le persone che
sono rimaste sono state accerchiate dalla polizia, che ha usato gas
lacrimogeni e manganelli. Venti persone sono state circondate da un
cordone nel parco Saskim per quasi due ore, e trattenute senza saperne
il motivo.

 

Dopo il breve impedimento la marcia dei fascisti è
arrivata all’incrocio delle vie Jerozolimskich e Nowego Swiata dove un
gruppo di 20 antifascisti gli ha tagliato la strada lanciando diversi
oggetti, prima dell’intervento delle guardie che hanno fermato un
manifestante.

 

Giunta l’informazione della deviazione della
marcia, gli antifascisti si sono spostati dalla parte del monumento
Dmowskiego, dove i fasci avrebbero dovuto terminare il corteo.

Quando i nazi sono arrivati al monumento sono
stati protetti dagli sbirri mentre si recavano sul posto sempre più
antifascisti, alcuni dei quali sono stati attaccati da loschi individui
che si sono identificati come agenti in borghese solo dopo avercele
prese di santa ragione.

Bilancio 14 compagni fermati, 7 dei quali
rilasciati il giorno stesso mentre fuori si era radunato un presidio di
solidali, 5 il pomeriggio del giorno dopo e 2 il giorno dopo ancora.

Alcuni dei fermati sono stati accusati di violenza e lesioni a pubblico ufficiale.

 

Da notare che durante l’intera giornata ci sono
state delle simpatiche azioni antifa come l’attacco del corteo, a
piccoli gruppi, anche dopo la sua fine. In una di queste azioni la
polizia ha rincorso gli antifascisti armi in mano, sparando qualche
colpo in aria (!!!)

Per fortuna nessuno è rimasto ferito (apparte ovviamente i neonazi attaccati!).

 

Gli attivisti e le attiviste che hanno partecipato
agli eventi antifa del 11 novembre hanno dovuto avere a che fare con le
manovre repressive, tra l’altro “illegali”, da parte della polizia tra
intimidazioni minacce ed identificazioni.

Riportiamo di seguito un dialogo tra due sbirri
“intercettato” da alcuni antifascisti che venivano scortati alla
stazione di Swretokrzyska

 

Sbirro A: “Ehi senti ma alla fine chi dobbiamo identificare?”

Sbirro B: “Gli anarchici coi capelli colorati o rasati”

 

Questa testimonianza ci fa riflettere sul modo di
pensare degli agenti che hanno guidato le operazioni, che ha portato ad
una situazione assurda dove la polizia per prima cosa ha relegato i
manifestanti in una zona (come dal parco di Saskim) per poi accusarli
di adunata sediziosa in quel luogo. I poliziotti in borghese che
avevano attaccato gli antifascisti senza identificarsi, li hanno poi
accusati di aver attaccato dei funzionari dell’ordine.

Grottesco era anche il motivo per il quale la
polizia ha modificato il percorso dei fascisti, ovvero il presunto
ritrovamento di un oggetto sospetto che si è poi rivelato essere una
busta piena di cartone.

Nonostante ciò gli sbirri non hanno fatto
intervenire gli artificieri ma hanno semplicemente dichiarato loro
stessi che si trattava di cartone.

Sono queste le procedure d’ufficio per un allarme bomba?!!

Una tale tattica ha lo scopo di accusare il
movimento anarchico ed antifascista e pubblicizzare attraverso i media
la propaganda diffamatoria, “Anarchici teppisti, vandali e violenti
contrapposti ai poliziotti difensori della democrazia”.

Allo stesso modo sono stati trattati i trattenuti,
senza poter contattare la famiglia e gli avvocati, senza informazioni
sul motivo del fermo, ed è stato negato l’utilizzo del bagno, il cibo e
l’acqua, insultati con frasi razziste e sessiste e minacciati. Gli
sbirri non hanno nascosto la loro simpatia per i nazi.

 

Anche in quest’occasione gli antifascisti/e hanno
dimostrato con estrema chiarezza che le manifestazioni pubbliche dei
neofascisti non sono tollerate.

Quest’anno hanno partecipato circa 400-500 persone
nelle diverse azioni antifasciste non solo dalla Polonia ma anche dalla
Germania e dalla Repubblica Ceca, azioni più ampie e svariate rispetto
l’anno scorso. E’ chiaro che la gente non teme più questi gruppi di
fascisti e che non intende tollerare le loro ideologie. Le tecniche
antifa si evolvono facendosi più offensive ed è questa la strada da
percorrere.

La manifestazione dei nazi è stato possibile solo
grazie alla massiccia concentrazione di sbirri che è costata molto allo
Stato. Sappiamo bene che le autorità neoliberiste guardano la realtà
solo dal punto di vista economico e dovranno fin da adesso calcolare
quanto spendere l’anno prossimo per aiutare i fascisti. Sig. Tusku,
Sig. Gronkiewicz, siete sicuri che ne vale la pena? Ricordate che
ovunque i fascisti vorranno diffondere le loro idee malate noi saremo
li per infrangere i loro sogni di grandezza…

 

CON TUTTE LE NOSTRE FORZE

NON PASSERRANO

 

AREZZO, Riunione dei fascisti di Casa Pound e il mercenario Franco Nerozzi – ONLUS POPOLI

Giovedì 17 dicembre alle ore 20,30 presso la libreria Spazio Lacerba, in via San Lorentino 51

Alla conferenza intervanno volontari che hanno
partecipato a missioni di solidarietà a sostegno della popolazione,
come l’autore del libro Fabio Franceschini della Onlus Popoli e Alberto
Palladino del Blocco Studentesco.

Per chi non sapesse di cosa si tratta l’Onlus Popoli.

Tra
le notizie che sono recentemente apparse nel forum di Indymedia, c’è
anche una sorta di “inserzione pubblicitaria”, firmata da una non
meglio identificata “Lina”, che tesse le lodi della “Comunità
Solidarista Popoli”, un’associazione che si dedica a portare aiuti
(soprattutto medicinali, in collaborazione con i Farmacisti Senza
Frontiere) ed ha, nei suoi piani di lavoro, la solidarietà con l’etnia
Karen di Birmania e con i Montagnards del Vietnam. Questa associazione,
molto ben vista dal Partito Radicale, fa capo al giornalista veronese
Franco Nerozzi, ed è a questo punto che intendiamo rendere noto, a chi
non lo conoscesse, l’altro volto di questo attivista della
“solidarietà”.

Franco Nerozzi, oggi giornalista di guerra
free-lance, nei primi anni ‘90 era giornalista e reporter della Rai;
tra i vari servizi fu inviato durante la guerra in Afghanistan. Nel
1993 entrò in contatto con la sua concittadina Nidia Cernecca, esule
istriana, che si era convinta che il responsabile della morte di suo
padre Giuseppe, ucciso nel settembre 1943 durante la jacquerie
istriana, fosse Ivan Motika. Nerozzi, stando a quanto racconta la
stessa Cernecca , si mostrò interessato e disponibile ad intervistare
Motika per un servizio sul TG Sette, ed accompagnare Cernecca che
voleva incontrare l’anziano dirigente. Il 17/3/93 Nerozzi si recò
quindi a Zagabria per intervistare Motika, assieme ad un operatore.
Motika acconsentì a farli entrare in casa a condizione che non fossero
fatte riprese, ma l’operatore le fece ugualmente, di nascosto. Nidia
Cernecca si trovava in quei giorni in Slovenia per lavoro ed il giorno
dopo Nerozzi le fece vedere le riprese. Due giorni dopo la donna andò
assieme a Nerozzi ed all’operatore Capuozzo, sempre con la telecamera
nascosta, all’ospizio di Rovigno per incontrare un certo Tomissich,
allora novantenne e cieco, per interrogarlo.
Se tutto questo
corrisponde al vero, non ci sembra che Nerozzi abbia tenuto un
comportamento professionalmente corretto nei confronti delle persone
che è andato ad intervistare in collaborazione con Cernecca.
Nel
2001 Nerozzi fondò la ONLUS “Popoli”, che individuò come prima
popolazione da “aiutare” quella dei Karen, abitanti sulle montagne
della Birmania orientale, al confine con la Thailandia, in lotta contro
il governo di Rangoon. Sul quotidiano triestino “Trieste Oggi”,
leggiamo che < “Popoli” ha sposato la causa del movimento di
liberazione dei Karen >, che si oppongono al governo di Rangoon e
che < agendo in collaborazione con l’organizzazione “Farmacisti
senza frontiere” >, portavano gli aiuti < direttamente ai
soggetti bisognosi, recandosi nella regione dalla confinante Thailandia
>, cioè attraversando illegalmente il confine birmano .
Nello
stesso anno furono organizzate tre “missioni”, alla terza delle quali
parteciparono anche altri due giornalisti, ambedue reporters di guerra:
Monica Maggioni, della RAI e Gian Micalessin, che aveva fondato negli
anni ’80, assieme a due altri ex militanti del Fronte della gioventù
triestino (Almerigo Grilz, poi deceduto in Mozambico mentre faceva da
cronista ai guerriglieri antigovernativi finanziati dal Sudafrica, e
Fausto Biloslavo), i quali realizzarono poi un servizio messo in onda
tra gli “speciali” del TG1 dal titolo “Medici in prima linea”.
Nel
dicembre 2002 invece Nerozzi salì agli onori delle cronache perché il
suo nome era tra quelli coinvolti nelle indagini condotte dalle Procure
di Verona e di Torre Annunziata su un sospetto traffico di “mercenari”
(alcuni anche triestini), finiti in un giro di mercanti d’armi e di
armati da mandare in varie parti “calde” del mondo a destabilizzare – o
ristabilire l’ordine, a seconda del committente dell’incarico – in zone
come le isole Comore, ma anche la Bosnia, il Ruanda, la Birmania. Si
ventilò dunque il sospetto che l’attività “umanitaria” e
“solidaristica” di Nerozzi fosse servita come copertura per altre
attività illecite.
L’inchiesta era nata < quasi per caso >,
come spiegò il PM veronese Guido Papalia ai giornalisti, in seguito
alle indagini su alcune scritte antisemite comparse a Verona. Da
intercettazioni telefoniche erano emersi dei contatti tra Nerozzi e
l’anziano ex “mercenario” francese Bob Denard, che aveva combattuto in
Congo e che era stato ritenuto dagli investigatori interessato a
portare a termine un golpe nelle isole Comore perché vi aveva investito
capitali ingenti in un progetto turistico, che il governo in carica gli
avrebbe impedito di portare avanti.
Nerozzi aveva conosciuto Denard
nel corso della sua attività di reporter di guerra, il che non provava
alcuna sua “collaborazione” con le presunte attività illegali del
francese. L’inchiesta si chiuse con la richiesta di rinvio a giudizio
da parte della Procura per Nerozzi e per altri indagati. Nel maggio
2005 davanti al GIP veronese < il triestino Fabio Leva (…) ha
patteggiato una pena a un anno e dieci mesi di reclusione. Ha
patteggiato la stessa pena anche il giornalista (…) Franco Nerozzi
>, leggiamo sul “Piccolo” (6/5/05).
Mentre era ancora indagato,
nell’ottobre del 2003, Nerozzi partecipò a Trieste ad un convegno
organizzato dall’Associazione “Novecento”, il cui portavoce, Angelo
Lippi, militante di destra in gioventù, nel ‘92 si era candidato nella
“Lega delle leghe”, fondata dal più noto Stefano Delle Chiaie (uno
degli esponenti di spicco della strategia della tensione), che nel
corso della campagna elettorale aveva sbandierato orgogliosamente il
fatto di essere riuscita ad accomunare nelle proprie fila, oltre a
persone chiaramente di destra anche fuoriusciti della sinistra. Nel
corso di questo convegno, dedicato ai “crimini” dei “regimi comunisti”,
dove erano relatori oltre a Lippi e Nerozzi, anche due degli allora
candidati alle suppletive per la Camera: la radicale Christina Sponza e
Renzo Codarin della Casa delle liberta, Nerozzi, tanto per mettere
subito le cose in chiaro, si è autodefinito < bieco e delirante
anticomunista >.
Noi non abbiamo alcuna intenzione di entrare nel
merito dell’attività di Nerozzi, non siamo certo in grado di stabilire
se la sua è solo un’innocente attività di aiuto alle popolazioni con le
quali ha contatti ed i contatti che ha con persone come Bob Denard sono
del tutto innocenti e nulla hanno a che fare con le presunte attività
illecite di questo, ci limitiamo a prendere atto di quello che è stato
reso noto dalla stampa, quindi per noi Nerozzi è semplicemente un
indagato che ha patteggiato una pena asserendo di essere stato vittima
di un equivoco. Però le sue posizioni politiche non ci piacciono,
quindi riteniamo che, in ambito di associazioni di volontariato e di
aiuto a popolazioni colpite dalla guerra, ce ne siamo molte altre alle
quali si possa dare una mano, dato che i loro rappresentanti non si
presentano come “biechi e deliranti”, non importa di quale colore
politico.

Ancora il caso della Onlus POPOLI: I mercenari del XXI secolo vere multinazionali
Al
giorno d’oggi nel mondo ci sono oggi almeno cinquanta conflitti fra
stati o all’interno di stati, in entrambi i casi per svariati motivi
politici, territoriali, etnici ecc.. è facile trovare a fianco di uno o
di ambedue i contendenti dei gruppi di soldati mercenari; ossia del
personale bellico che non appartiene allo schieramento cui si affianca
durante i conflitto, ma che invece, è stato ingaggiato da questa
fazione dietro pagamento il più delle volte di laute somme di denaro.

L’attività
mercenaria è senza dubbio il secondo dei mestieri più antichi al mondo,
il fenomeno è vecchio come la guerra. E fin dai tempi antichi nella
storia dei conflitti militari civili ed internazionali, si è fatto
ricorso spesso a truppe non regolari, assoldate per rispondere a
necessità contingenti e in seguito scaricate una volta terminata
l’esigenza bellica. Del resto la stessa etimologia della parola
“soldato” lo lascia intuire. Anche se di seguito per indicare chi
forniva i propri servigi bellici a pagamento si è utilizzato il termine
mercenario, dal latino mercenarium, che deriva da merces-ìdis “mercede,
paga”, cioè chi presta la propria opera a pagamento.

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