Pisa: Franco Serantini 1972-2010. Noi non dimentichiamo

Franco
Serantini 1972-2010
Noi non
dimentichiamo

circolo agorà | via Bovio
48/50 Pisa

venerdì 7 maggio 2010

20.30 cena sociale anticlericale
15 € [solo
su prenotazione allo 050500442 o 3384014989]

a seguire

Noi vogliamo
l’uguaglianza

letture ad alta voce e canti libertari
per l’AnArchiA
Organizzazione e produzione a cura dell’ass. culturale
“Le
Radici con le Ali”, Sovicille (SI)
Canti, musica e letture a cura di
“Dal Nostro Canto”.

Ingresso a sottoscrizione volontaria

circolo
agorà
via Bovio, 48/50 – Pisa
tel. segr./fax 050.500442

agorapi@officinaweb.it
www.agorapisa.it

 
 

Varie dalla Grecia

Grecia – La polizia ferisce gravemente un compagno
anarchico

fonte: stampa greca, 05.05.10
trad. Culmine

Due persone sono state arrestate ieri ad Atene. Una
di esse è l’anarchico
Simeon Seisidis, accusato di essere la "mente"
dietro ai "ladri in nero"
(il caso in cui è coinvolto anche Giannis
Dimitrakis). Simeon era
ricercato dal 2006 ed è stato arrestato per
errore la scorsa notte, mentre
la polizia cercava dei ladri che
avevano appena rapinato un supermercato
di Atene. Inoltre, il
compagno arrestato viene anche accusato di far parte
di "Lotta
Rivoluzionaria".
Simeon si trova in ospedale, per una grave ferita
alla gamba. Ieri si
trovava, con un’altra persona, vicino al luogo
della rapina. Non appena i
due si sono resi conto della presenza
della pattuglie della polizia, hanno
cercato di scappare. Nella
sparatoria, Simeon è stato ferito ad una gamba.
Secondo i medici, un
proiettile ha attraversato la sua anca, lesionando
delle arterie. Ha
perso molto sangue ed ora è in condizioni critiche.
La polizia dice
che il primo nome che ha fornito è stato quello di Giorgos
Nikolopoulos
(che ha un mandato di arresto per il caso della "Cospirazione
delle
Cellule di Fuoco"), ma dopo le impronte digitali hanno scoperto che
si
trattava di Simeon.
L’altra persona arrestata poco dopo è Aris
Seirinidis, anch’egli un noto
anarchico, indagato in precedenza per
il caso dei "ladri in nero".
La polizia dice che i due uomini non
sono coinvolti nella rapina al
supermercato.
Dicono che avevano
con sé armi, una granata e alcune munizioni. Le pistole
le stanno
esaminando, ma pare non siano state utilizzate in azioni
"terroriste".


Grecia – Tre impiegati morti in incendio banca durante
sommosse [comunicato di un dipendente]

Dai media greci apprendiamo che tre
impiegati di una banca di Atene sono rimasti uccisi a causa di un
incendio appiccato dai manifestanti. Non si tratterebbe di un attacco
attuato da gruppi di guerriglia, attivi nella distruzione dei luoghi del
capitale ma non dei suoi lavoratori, bensì di un rogo scaturito dal
lancio di molotov da parte dei manifestanti. Sono i primi morti in
questa ondata di furia collettiva in risposta alle misure del governo,
programmate per riparare a un fallimento del bilancio nazionale generato
dai poteri finanziari e politici.

Seguono i
commenti e una dichiarazione tratti da
http://www.occupiedlondon.org/blog/ – sito anarchico di riferimento per
la traduzione in inglese delle lotte e delle azioni in grecia –
Traduzione di informa-azione

Le tragiche morti di questa
notte lasciano poco spazio ai commenti; siamo tutti davvero scioccati e
profondamente rattristati da questo evento. A coloro che insinuano che
queste morti possano essere state deliberatamente causate dagli
anarchici, possiamo solo rispondere così: noi non prendiamo le strade,
rischiando la nostra libertà e le nostre vite fronteggiando la polizia,
con lo scopo di uccidere altre persone. Gli anarchici non sono
assassini, e nessun tentativo di lavaggio del cervello, ad opera del
primo ministro Papandreou, dei media nazionali e internazionali, deve
riuscire a convincere chiunque del contrario.

Detto ciò, con gli
sviluppi della vicenda che si susseguono freneticamente, vogliamo
pubblicare la dichiarazione di un impiegato della Marfin Bank, nella cui
filiale incendiata hanno trovato una tragica morte i tre impiegati.

“Mi
sento in dovere, nei confronti dei miei colleghi oggi ingiustamente
morti, di comunicare alcune obbiettive verità. Sto facendo pervenire
questo messaggio a tutte le agenzie di stampa. Chiunque abbia ancora un
po’ di coscienza dovrebbe renderlo pubblico. I restanti possono
continuare a fare il gioco del governo.

I vigili del fuoco non
hanno mai rilasciato una licenza all’edificio in questione.
L’approvazione per la sua operatività è avvenuta sottobanco, come
avviene praticamente per tutti gli esercizi commerciali e le ditte in
Grecia.

L’edificio in questione non è in possesso di alcun
dispositivo di sicurezza, né installato né pianificato, non ci sono
irrigatori dal soffitto, uscite di emergenza o idranti. Ci sono solo
alcuni estintori portatili che, di certo, non sono in grado di contenere
l’incendio di un edificio con standard di sicurezza obsoleti.

Nessuna
filiale della Marfin Bank ha dipendenti addestrati a gestire un
incendio, nemmeno all’uso corretto dei pochi estintori di cui siamo in
possesso. I manager usano come pretesto il costo elevato di tali
addestramenti per non attuare le misure basilari per la protezione dei
propri dipendenti.

Non c’è mai stata un’esercitazione di
evacuazione dell’edificio, né una dimostrazione dei vigili del fuoco per
istruire lo staff su come reagire a simili situazioni. Le uniche forme
di addestramento attuate alla Marfin Bank hanno riguardato l’evacuazione
dei “pezzi grossi” dai propri uffici in caso di attacchi terroristici.

L’edificio
in questione, nonostante la vulnerabilità della conformazione e dei
materiali, dai pavimenti ai soffitti, non è dotato di rifugi
antincendio. Materiali altamente infiammabili come carta, plastica,
cavi, mobilio. L’edificio è obbiettivamente costruito in modo inadatto
ad ospitare una banca.

Nessun membro della sicurezza interna è a
conoscenza di tecniche di primo soccorso o antincendio, nonostante siano
incaricati della gestione della sicurezza dell’edificio. Gli impiegati
della banca devono improvvisarsi addetti alla sicurezza o pompieri in
base agli umori di Mr. Vgenopoulos [proprietario di Marfin Bank].

I dirigenti
della banca hanno proibito ai dipendenti di abbandonare il lavoro,
sebbene questi lo avessero chiesto dalle prime ore della mattina. I
dirigenti intimavano di chiudere gli accessi e confermavano, via
telefono, che l’edificio doveva restare chiuso [con i dipendenti
dentro], arrivando anche a bloccare gli accessi internet per evitare che
i dipendenti potessero comunicare con l’esterno.

Da
giorni oramai è in atto la volontà di ricattare i dipendenti della banca
riguardo le mobilitazioni di questi giorni, con l’offerta verbale “o
resti a lavorare o sei licenziato”.

I due poliziotti in borghese,
stanziati regolarmente per la prevenzione delle rapine, oggi non si
sono presentati presso la filiale, nonostante la direzione avesse
rassicurato i dipendenti del contrario.

In fine signori [della
banca], fate la vostra autocritica e smettetela di fingere di essere
scioccati. Siete responsabili per quanto accaduto, e in un qualunque
stato di diritto (come quelli che usate di volta in volta come esempi
chiave negli show televisivi) verreste arrestati per le vostre scelte
sopracitate. Oggi i miei colleghi hanno
perso la vita per malizia: la malizia di Marfin Bank e di
Mr.Vgenopoulos in persona, che ha esplicitamente dichiarato che chi non
si fosse presentato a lavoro [nel giorno dello sciopero generale del 5
maggio] avrebbe potuto restare a casa anche quelli successivi perché
licenziato.

Un impiegato di Marfin Bank"

Dichiarazione originale in greco:

http://athens.indymedia.org/front.php3?lang=el&article_id=1163959

 

Italiani brava gente – Mapuche recuperano il terreno dal Centro Turistico Holyday in Argentina

da culmine.noblogs.org

Della serie "Italiani brava gente"…
Stavolta sono i mapuche della costa patagonica argentina a passare
all’azione diretta contro degli usurpatori italiani. Il 26 aprile è
stato occupato un terreno chiamato Paraje Las Aguadas occupato da un
imprenditore italiano, tale Giuseppe Falzetta. Il Falzetta è a capo del
Centro Turistico Holyday con sede a Porto Sant’Elpidio (Fermo), ma a
quanto pare sta tentando di espandere le lucrose attività anche in
Patagonia, proprio in un terreno rivendicato dai mapuche.

Culmine


Argentina – Paraje Las
Aguadas (Bahía Creek), 26 aprile 2010

COMUNICATO STAMPA

Il
26 aprile la Comunidad Indígena Las Aguadas ed il Consejo Asesor
Indígena (CAI) hanno recuperato lo spazio territoriale del quale, con la
complicità della Dirección de Tierra de la Provincia de Río Negro,
s’erano
appropriati i capitali d’origini italiane del Centro
Turístico Holiday,
del quale è proprietario Giuseppe Falzetta. Ancora
una volta la smisurata avarizia dei grandi ricchi del mondo viene a
saccheggiare e distruggere la nostra Nuske Mapu (Madre Terra).

Questo bicentenario, che in questi giorni lo Stato argentino si appresta
a commemorare, ha significato per il Popolo Mapuche la perdita per
furto e saccheggio del nostro Wall Mapu (Territorio), ila sottomissione
al silenzio, all’oblio ed all’imposizione a sangue e fuoco alla cultura
dominante, di una lingua ed una spiritualità che cerca di cancellare
ogni
traccia del nostro popolo.
– In queste condizioni sono
trascorsi 200 anni di eroica e silenziosa resitenza dei nostri antenati
per riprendere la forza necessaria per il recupero dei nostri diritti
ancestrali, per trasmettere a queste generazioni il lascito a non
demordere, a non abbandonare la lotta per il territorio e la libertà del
popolo mapuche.
Riaffermiamo il nostro appoggio e la solidarietà a
tutti i nostri peñis e lamgen (fratelli e sorelle) che lottano per il
recupero del territorio nei campi e nelle città.
Marici Weu Dieci volte esistiamo
Marici Weu
Dieci volte vinceremo

Firenze – Azioni di solidarietà con Silvia, Costa e Billy

Da informa-azione:

Nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio un gruppo di compagni ha
approfittato della gente in strada (per la tristissima "notte bianca"
fiorentina) per manifestare solidarietà ai tre arrestati in svizzera.
Impadronitisi
del palco nella affollata piazza Strozzi, i compagni hanno srotolato
uno striscione ("Libertà per Silvia,
Costa e Billy
, Solidarietà a i Ribelli della Terra. (A)") e letto
un volantino che richiamava l’urgenza
della lotta contro il capitale e
i suoi prodotti (guerre, devastazioni ambientali, biotecnologie), e che
è stato accolto con sorprendente sensibilità dai presenti.

Lo
striscione è stato lasciato su una barricata erta nottetempo per
bloccare il traffico in una stretta strada del centro.

Scritte
in solidarietà con gli arrestati sono comparse su vari muri del centro e
sulle vetrine di alcune banche.

 

Ferrara – Accettare fin quando senza reagire? [sull’ennesimo pestaggio degli sbirri]

Accettare fin quando

senza reagire?

La sera del
24 febbraio di quest’anno, quattro ragazzi immigrati vengono portati
nella caserma di Via del Campo dai Carabinieri di Ferrara, che li
avevano fermati vicino al centro città.

Qui i militari si
accaniscono su alcuni di loro: sembra il solito copione di una brutalità
poliziesca metodica e però quasi sempre sconosciuta, celata dietro le
mura di un carcere, l’oscurità di un vicolo notturno o, appunto,
l’omertà di una caserma.

Questa volta c’è un però; i carabinieri
commettono il pestaggio davanti alle telecamere poste nei locali, non
curandosi nemmeno di nascondere le bassezze poste in essere.

Le
immagini (visibili sui siti www.innocentievasioni.net o
www.italiarazzismo.it) mostrano un carabiniere che colpisce con il
manganello, peraltro usato a rovescio per far più male, uno dei ragazzi,
totalmente inerme, mentre un altro militare ne trattiene a terra un
altro salendo sulla sua schiena, allo stesso modo di come fu ucciso
Federico Aldrovandi la notte del 25 settembre 2005 al termine di un
pestaggio da parte di quattro porci in divisa. Il tutto avviene sotto lo
sguardo dei colleghi.

I 4 ragazzi verranno poi trattenuti per
ore in Via del Campo ed accusati di resistenza a pubblico ufficiale,
nello stile di questi vigliacchi che prima ti pestano e poi ti
denunciano pure. Il processo avrà luogo l’11 maggio prossimo, nel quale
la difesa chiederà di visionare le immagini delle telecamere della
caserma mentre sette carabinieri della stessa si costituiranno come
parte civile contro i ragazzi.

Che questo non sia un caso isolato
ma un episodio di una lunga scia di fatti analoghi che vede come
primattori coloro che indossano una divisa è documentato non solo dalla
cronaca pubblica, che negli ultimi mesi ed anni ne ha episodicamente
messo alla luce quelli più disgustosi o culminati in uccisioni, ma anche
dall’arroganza sempre più diffusa con cui queste vere e proprie bande
armate presidiano e controllano il territorio e le città in un
escalation di soprusi, violenze e intimidazioni a danno specialmente
degli immigrati. Le pattuglie per strada e i militari nei centri urbani
servono peraltro ad abituarci a tutto ciò.

Per quanto concerne la
caserma di Via del Campo, poi, questa è ben conosciuta da alcuni
compagni ferraresi, che nel 2001 furono trattenuti dalle 3 della notte
fino a mezzogiorno inoltrato con corollario di minacce e provocazioni
varie.

Da Aldrovandi a Cucchi, da Lonzi ad Uva, da Giuliani ai
“suicidati” in carcere ogni anno o ai detenuti nei campi di
concentramento per stranieri che arrivano a mandare giù lamette e pezzi
di vetro per protestare contro la reclusione forzata fino a chi ci
lascia le penne mentre scappa da una retata dell’anti-immigrazione, ci
chiediamo quanti debbano morire ancora prima che la rabbia faccia
capolino nei cuori e faccia prendere la più saggia delle decisioni ed
anche la più giusta: la rivolta aperta ed insanabile contro gli apparati
della violenza istituzionale, contro gli uomini e le strutture fasciste
di questo stato assassino.

A chi festeggia il primo maggio, tra
crisi, cassintegrazione e licenziamenti, uno sguardo alla Grecia per
capire che gli sbirri, dovunque, difendono gli interessi di capitalisti,
multinazionali e banche e non quelli della gente, che finalmente
dovrebbe capire che non c’è proprio nulla da festeggiare, anzi.

ANARCHICI
FERRARESI – 1° maggio 2010

Grecia – Prolungata la carcerazione di Alfredo Bonanno e Christos Stratigopoulos

fonte:
http://actforfreedomnow.blogspot.com/

Qualche giorno fa
sono state negate le istanze di scarcerazione per Alfredo
Maria Bonanno e Christos Stratigopoulos
, estendendo di altri 6 mesi
i termini della carcerazione preventiva.
Nel caso specifico di
Alfredo, la decisione è stata presa nonostante i pareri contrari di vari
medici (sia il medico del carcere sia esterni), che ne indicavano le
gravi condizioni di salute.

Rilascio immediato per Alfredo
Bonanno, fermiamo il suo sterminio fisico!
Solidarietà con Christos
Stratigopoulos!
Libertà per tutti i lottatori sociali!

Livorno: I casi della vita: dalle ronde alle Sughere

Da Senza Soste:

“S’è accanito contro la donna,
riempiendola di calci e pugni, poi le ha sfondato il cranio colpendola
ripetutamente con una statuetta metallica di Padre Pio; quindi ha preso
un coltello e le ha tagliato di netto l’orecchio sinistro”. I poliziotti
intervenuti sul posto parlano di un lago di sangue, una scena da film
horror.

Se l’autore del massacro fosse stato un
rom e la vittima italiana avrebbero già chiesto tortura e pena di morte
per il mostro, e sulla stampa locale si sprecherebbero gli interventi
contro il “permissivismo”, il “buonismo”, e l’”ipocrisia di una certa
sinistra” (che non si è mai capito cosa vuol dire ma c’incastra sempre).

Però la vittima (che sta lottando tra la
vita e la morte) è russa e il colpevole è italianissimo: i toni sono
quindi molto delicati, si legge che l’autore del misfatto “è una persona
con una situazione emozionale sbilanciata”. Interrogato dai magistrati,
la stampa ce lo descrive tormentato ma collaborativo, “intenzionato a
ricostruire non solo l’aggressione ma anche le settimane precedenti, le
cose fatte, le difficoltà vissute”.

Ancora una volta si dimostra la falsità
del luogo comune per cui  la violenza sulle donne sarebbe un’emergenza
determinata dall’”invasione” extracomunitaria: la stragrande maggioranza
degli episodi di questo tipo accade all’interno della coppia e gli
autori sono i partner o gli ex-partner, italianissimi, che si scoprono
improvvisamente “sbilanciati”.

Ironia della sorte, il protagonista di
questo episodio alle ultime elezioni è stato uno dei candidati della
lista civica guidata da tale Bruno Lo Porto, che proponeva l’istituzione
delle ronde in città.

Se l’idea si fosse concretizzata, lo
avremmo visto con stellette e stivaloni e chissà quanti extracomunitari
avrebbe potuto massacrare impunemente con la copertura della
“sicurezza”. E chissà quanti psicopatici avevano visto con entusiasmo la
possibilità di partecipare alle squadracce di Lo Porto.

A proposito di Lo Porto, nega perfino di
conoscere l’energumeno e dice di non averlo mai coinvolto nella
faccenda delle ronde. Chiaro, lo aveva messo in lista scegliendo a caso
sull’elenco del telefono… E figuriamoci se i candidati della sua lista
non li aveva “arruolati”, visto che giurava e spergiurava di avere
decine e decine di persone disponibili a partecipare alle ronde e poi ha
preso 250 voti.

Del resto Lo Porto non pare proprio un
personaggio “con la parola di Mazzini”: un passato da consigliere
circoscrizionale per Alleanza Nazionale, si candida in seguito con Forza
Italia, poi crea la lista “Tutti Insieme per Livorno” di cui sopra. Ma
proprio in questi giorni colpo di scena: si propone al PD, dicendo che
in fondo non è mai stato un uomo di destra e che in passato è stato
perfino iscritto alla FGCI.

Vedremo se un PD alla frutta imbarcherà
pure lui. Del resto l’astro nascente della maggioranza locale è
quell’Andrea Romano che qualche anno fa come caporione leghista
partecipava alle ronde a Marina di Massa, poi è transitato nell’Italia
dei Valori, quel partito che fa del moralismo dappertutto meno che a
Livorno.

A questo punto consigliamo al PD per la
prossima campagna acquisti uno dei nostri beniamini: il leghista
Emiliano Baggiani, ex candidato a sindaco a Collesalvetti, cacciato
ingiustamente dal PdL e in cerca di una nuova collocazione. È giovane e
dinamico, e nella squadra di Cosimi non sfigurerebbe. Dai, prendetelo
almeno in prestito con diritto di riscatto…

Per Senza Soste, Nello
Gradirà

20 aprile 2010

Nuovi aggiornamenti sull’arresto di Costa, Silvia e Billy [Aggiornato]

Arrivano aggiornamenti in merito all’arresto di Costa,
Silvia e Billy
.
A quanto pare sarebbero stati fermati ad un
posto di blocco vicino a Zurigo. Durante la perquisizine dell’auto
(noleggiata in Italia) la polizia svizzera dichiara di aver trovato
esplosivo, detonatore e un comunicato in riferimento ai laboratori IBM Ibm di ricerca sulle nanotecnologie (fonte: gazzettino.it).

Attraverso
gli avvocati, 3 diversi perchè in svizzera non possono avere lo stesso,
comunicano di stare bene; sembrerebbe anche che siano riusciti ad
ottenere il vitto vegan in carcere, ma la certezza per ora si ha solo
per Billy.

Segue
comunicazione di aggiornamenti da anarchici e anarchiche di via del
Cuore – Pisa

Il 15 Aprile sono stati arrestati in svizzera
Costantino, Silvia e Billy, con l’accusa di trasporto e tentato uso di
materiale esplodente.
Vogliamo ribadire la nostra solidarietà
incondizionata nei loro confronti, perché la loro identità e la loro
lotta è quella di tutti e tutte le rivoluzionarie, perché con passione,
tenacia e volontà hanno sempre lottato contro lo Stato ed il
Capitalismo, che producono da sempre guerre, morte, devastazioni
ambientali, sfruttamento, oppressione e profitto per il dominio. Ed il
controllo e la ricerca bio-nano-tecnologica sono alcuni degli strumenti
nelle mani del potere per poter mantenere questo stato di cose.

Esistono
tre tipologie di persone: quelli che stanno alla finestra e osservano
quello che accade, quelli che stanno alla finestra e commentano quello
che accade e poi ci sono quelli che le cose le fanno accadere.  Questi
ultimi che hanno compreso la necessità di agire in prima persona per
liberarsi dalle catene di questa società sono gli indispensabili e noi
stiamo dalla loro parte.

La solidarietà è nostra arma

Solidarietà
a costa, Silvia e Billy
Solidarietà a Marco Camenisch
Solidarietà
a tutti e tutte le prigioniere rivoluzionarie

Attualmente
Costantino è rinchiuso nel carcere di Berna: Amtshaus Bern

Luca (Billy)
nel carcere di Thun

Silvia è rinchiusa nel carcere di Biel

Per
contatti:

Silvia Guerini
c/o
Regionalgefängnis
Biel

Spitalstrasse 20
2502 Biel/Bienne, Switzerland

Costantino
Ragusa

c/o
Regionalgefängnis Bern
Genfergasse 22
3001 Bern

Luca
Bernasconi

c/o
Regionalgefängnis Thun
Allmendstr. 34
3600
Thun

La censura verrà effettuata dal procuratore
federale.

Ricordiamo che tutto verrà tradotto
in tedesco dalla censura e che la procura federale sta indagando e legge
tutto con molto interesse.

Per chi volesse
spedire libri, ricordiamo che i libri devono essere spediti incelofanati
allo stesso indirizzo.

Per chi volesse fare versamenti il numero di
conto corrente è in Italia:

c.c.p. 93785582 intestato a
Benedetta Galante, per bonifici bancari codice IBAN 
IT79T0760110700000093785582
Specificando nella causale per arresti
Costa, Silvia e Billy.

Solidarietà
incondizionata da anarchici e anarchiche di via del Cuore (Pisa),
informa-azione.info, Las Vegans, individualità anarchiche genovesi,
Equal Rights Forli, Campagna gli ZooBastardi, AIP-Romagna, Vascello
Vegano
, Giù
Mura Giù Box – Forlì, La Biblioteca dell’Evasione – Faenza, la redazione
di ALT UN PAS – Ravenna, Anarchici e Anarcheche Riminesi, Rimini HC

Arrestati in Svizzera tre compagni anarchici di Via del Cuore

Tre italiani sono stati arrestati il
15 aprile scorso in Svizzera. Si tratta di Costantino Ragusa, Silvia
Guerini e Billy (Luca Bernasconi), compagni anarchici da anni attivi
nelle lotte ecologiste radicali, per la liberazione animale, contro
nocività come biotecnologie, nanotecnologie e nucleare.

 
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I tre si troverebbero in stato di fermo a Berna.
Si apprende ora che sono accusati di aver progettato un attentato
dinamitardo contro la sede svizzera di una multinazionale.

I reati ipotizzati sono: approvvigionamento, occultamento, trasporto e
tentato uso di materie esplosive.

Secondo Sonntagsblick, l’obiettivo doveva essere il laboratorio della
IBM a Rueschlikon, specializzato in nanotecnologie.
Nella loro auto sarebbe stato trovato anche un volantino di
rivendicazione dell’azione.

Ecco il comunicato di solidarietà emesso dai compagni di Via del Cuore:

Solidarietà a Costa, Silvia e Billy – Anarchici e anarchiche di Via del
Cuore

Il 15 aprile in Svizzera sono stati arrestati Costa, Silvia e Billy. La
notizia del loro arresto è arrivata in Italia due giorni dopo, tutt’oggi
non si conoscono precisamente i capi d’accusa e per quanto riguarda
Costa e Silvia non ci sono notizie certe di dove sono trattenuti.
Non ci interessa sapere per quale reato questi/e compagni/e sono stati/e
arrestati/e, li conosciamo bene, abbiamo condiviso con loro anni di
lotte, di repressione, di vita, conosciamo la loro coerenza e
determinazione, la loro inarrestabile passione per la libertà. Quello
che ci interessa ribadire adesso è la nostra incondizionata solidarietà e
vicinanza e il nostro ardente desiderio di saperli il prima possibile
in libertà. Come spesso accade lo Stato ci priva della preziosa presenza
dei compagni più generosi questo non ci servirà mai come monito ma come
una ulteriore spinta a lottare con ancora più impegno.
Le strade per sovvertire l’esistente passano anche attraverso la
solidarietà complice e attiva.

LIBERTA’ PER COSTA, SILVIA E BILLY!
LIBERTA’ PER TUTTI E TUTTE!
SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI ARRESTATI IN GRECIA!

Anarchici e Anarchiche di via del cuore

Prolungata di altri 6 mesi la carcerazione preventiva per Alfredo e Christos

fonte: actforfreedomnow.blogspot.com
– traduzione di Culmine

Pochi
giorni fa l’istanza per la scarcerazione per Alfredo
e Christos
è stata respinta ed è stato deciso che devono restare in
carcere per altri 6 mesi.
Specialmente nel caso di Alfredo, il
prolungamento del periodo di carcerazione preventiva è stato deciso
nonostante le segnalazioni di diversi medici (il medico del carcere,
così come medici dall’esterno che lo hanno visitato) sulla sua grave
situazione di salute. Stop alla sterminio fisico!
Rilascio immediato
di Alfredo Bonanno!
Solidarietà a Christos Stratigopoulos!
Libertà
per tutti i combattenti in prigione!