riceviamo e diffondiamo questa lettera del compagno Alessio del Sordo, recentemente trasferito dal carcere di Torino in quello di Prato:
23/8/12
Ciao a tutti.
Vi scrivo dal carcere di Prato dove sono stato trasferito ieri sera. Era un po’ di giorni che fiutavo puzza di trasferimento e quindi mi ero preparato all’eventualità. Nei giorni precedenti c’erano stati un po’ di casini con un brigadiere che aveva dovuto abbandonare la sezione tra insulti e battiture.
Era scontato quindi che mi deportassero e quindi mi ero preparato.
Sono venuti alle 5.30 ero sveglio e ho detto che non avevo problemi a farmi il viaggetto. Ho guadagnato del tempo per andare in bagno, bermi un caffé (mai tarantelle senza caffé) e prepararmi al meglio per resistere. Alle 6.30 è tornata una sola guardia a dirmi che era ora di andare. Ho risposto che non mi sarei mosso. La guardia era sbigottita e gli ho suggerito di chiamare rinforzi. A quel punto ho allertato amici e compari in sezione dicendo che mi preparavo a resistere. Al mio nuovo concellino ho detto di non mettersi in mezzo.
Più o meno un’ora dopo sono venuti in otto credendo che la stazza potesse impressionarmi e che avrei ceduto.
Ero pronto, invece. Ben unto di olio di semi, un foglio con tutti gli indirizzi e tre francobolli attaccato all’uccello con lo scotch.
Per darmi un piccolo vantaggio ho riempito il pavimento dell’entrata della cella di olio. All’ennesimo rifiuto sono entrati, lo slancio ne ha fatti scivolare due sull’olio, un brigadiere ha sbattuto contro lo sgabello ed è rimasto stordito. Non ho potuto infliggere un altro colpo mi sono volati addosso. È cominciato un corpo a corpo. Grazie all’olio e a qualche nozione appresa all’aria ne ho prese ma ho resistito. Sono stato sopraffatto come previsto ma quando non puoi vincere allora devi rendere la sconfitta degna di essere raccontata.
Mi hanno trascinato di peso per tutta la sezione tra urla, insulti mischiati a saluti e in bocca al lupo. Della mia roba non so nulla.
In matricola ho continuato a sfidare le carogne, invitandole ad entrare nella celletta di isolamento. I vigliacchi non sono entrati.
Dovevo partire alle 7.00. Ho lasciato Le Vallette alle 10.00 o poco prima. Dal blindato ho intravisto dei compagni venuti a volantinare all’uscita del carcere. Il viaggio è stato una sauna. I rottinculo della scorta si sono fermati a mangiare in Autogrill lasciandomi ad arrostire per un’oretta.
Quando siamo entrati a Prato ho visto una scritta rossa su un muro giallo vomito: “VIVA BRESCI”. E che cazzo, compagni, viva Bresci.
Sono entrato in sezione alle 19.00 dopo i trattamenti classici per chi entra.
III sezione, media sicurezza, telecamere ovunque nei corridoi.
Siamo in tre in cella, due ragazzi con me sono appena rientrati dall’isolamento. Ho detto “buonasera prigionieri si può”, mi è stato risposto “hai ragione siamo carcerati non detenuti. Certo che si può”. Mi hanno accolto preparandomi il letto e rifocillandomi. Per i racconti abbiamo atteso stamane. Ammetto che ieri ero un po’ stanco.
Ora so che in questo carcere siamo 700, 3/4 in media sicurezza e la restante parte in alta sicurezza. Mi dicono che Prato è un istituto punitivo. Intanto stamattina dopo che si era sparsa la voce che era arrivato un nuovo pellegrino sono venuti a salutarmi. In molti conoscono “Olga” e hanno una corrispondenza. Qualcuno ha cacciato un opuscolo c’era un mio scritto sopra quindi mi hanno accolto a pacche sulle spalle.
Ora cerco di risistemarmi al meglio, mi ambiento un po’ e vediamo cosa se ne cava.
Dopo mesi in XII a Torino posso trarre un primo bilancio e credo che si possa fare molto organizzandoci tra prigionieri. Posso sfruttare mesi di esperienza e una determinazione accresciuta.
Sono sereno, con il morale alto e consapevole che l’unica difesa possibile contro il potere è l’attacco diretto.
So che molti compagni considerano la mia scelta di non avvalermi della difesa giuridica una scelta poco intelligente, poco furba e che mina l’unità del movimento NO TAV. Pensatela come volete compagni posso solo rispondervi che userò l’intelligenza, la furbizia di cui dispongo per unirmi agli uomini ed alle donne che combattono contro questo esistente per sferrare colpi sempre più precisi e per ribadire che continuerò a battermi ovunque e nonostante tutto.
E fanculo qualunque accomodamento da politicanti.
Detto ciò sto bene anche se sono sprovvisto praticamente di tutto.
Riscrivo presto.
Fuoco e rivolta.
Alessio