E’ in uscita un libro sul g8 di genova

 
Questo comunicato l’abbiamo soltanto inoltrato

Noi segnaliamo il libro in uscita e la "critica" da parte di Supporto Legale


Sta poi a Voi dare un giudizio sul libro… E se o non presentarlo…

Webmaster Fenix

E’ stato pubblicato da Derive Approdi "Bolzaneto, la mattanza della democrazia" a cura di Massimo Calandri.
Ovviamente a nostro avviso è un bene che si parli di Bolzaneto e di
coloro che vi sono stati torturati dopo essere stati arrestati (tra
questi anche i 93 provenienti dalla mattanza della scuola Diaz).
E’ invece un male che in questo libro si violi totalmente la privacy di
queste persone pubblicando le loro foto segnaletiche e tutti i loro
dati personali. Sorprende e ferisce che a farlo, con la stessa
leggerezza con cui lo farebbe Il Resto del Carlino, sia proprio una
casa editrice "di parte" come DeriveApprodi. E ci stupiscono le
risposte superficiali che ci hanno dato le persone coinvolte.
La privacy delle persone non argomento da affrontare con leggerezza.
Da parte nostra c’è la richiesta di non dare spazio con presentazioni o
altro a questo libro a meno che non ne esca una versione priva delle
foto e dei dati personali delle parti lese. Al limite potremmo
approvare la pubblicazione delle schede degli agenti colpevoli delle
torture così se uno se li ritrova davanti quando va a rifare il
passaporto sa con chi ha a che fare. Ma dubitiamo che DeriveApprodi
trovi ora il coraggio che non ha avuto ieri con la prima edizione.
L’invito invece che vogliamo fare a tutti è quello di cominciare
seriamente a ragionare insieme sui meccanismi di tutela delle persone
coinvolte, in questi ed altri processi, e sulla pluricitata privacy.
L’augurio è che DeriveApprodi voglia togliere nella prossima edizione
tutti i riferimenti personali che non sono solo invadenti, ma
soprattutto inutili.
I processi a Genova non sono finiti.
Se nemmeno le persone "vicine" hanno la dovuta e scontata minima
sensibilità la nostra preoccupazione non pu che essere ai massimi
livelli.
Supportolegale

Lecce – Perquisizioni

Tratto da informa-azione:

Lo scorso venerdì 26 settembre 2008 un compagno
veniva fermato, nelle vicinanze di un supermercato a Lecce, da
poliziotti in borghese che gli contestavano il furto di alcune merci e
coglievano l’occasione per una perquisizione nella sua abitazione.
Il giorno seguente si presentavano presso la mia abitazione, adiacente
alla precedente, per una nuova perquisizione: alla richiesta di far
vedere il mandato, gli sbirri si esibivano in una arrampicata sulla
cancellata chiusa del cortile introducendosi di prepotenza e già che
c’erano estendevano la perquisizione anche ad un locale in
ristrutturazione che diventerà la sede del nuovo circolo anarchico.
Ovviamente usando il classico pretesto della ricerca di armi ed
esplosivi poiché il suddetto mandato non c’era.
Non sappiamo per ora se le tre perquisizioni siano legate o se gli
inquirenti stiano preparando qualcosa anche in vista dell’ormai
prossima scadenza in tribunale (il 9 ottobre si aprirà presso la Corte
di Assise d’Appello di Lecce il secondo grado del processo
“Nottetempo”): di sicuro è stato un giro di ricognizione per studiare i
suddetti locali, nonché l’ennesima intimidazione nei confronti di
soggetti poco inclini alla rassegnazione.
Intimidazioni che ovviamente non sortiranno l’esito sperato dai figuri in divisa.

uno dei perquisiti

Paola Gori ai domiciliari, Michele Fabiani in semilibertà

Tratto da informa azione:

"Da oggi, 1/10/08, Paola Gori
sarà agli arresti domiciliari a casa del suo compagno a Milano, con
tutte le restrizioni del caso (divieto di incontrare persone, di
comunicare vie telefono e internet, ecc.ecc.). Libertà per Daniele, Francesco e Paola, Liberi/e tutti/e".


Michele Fabiani in semilibertà, concessa dal GUP del processo inerente l’operazione Brushwood, Ricciarelli, il quale ha rinviato al dibattimento per quanto riguarda tutti i capi di imputazione.

Pistoia, volantinaggio sul processo per i fatti di Milano del 2006

Fonte: RAF – Pistoia-Agliana-Prato

Qualche giorno fa, durante i concerti di Daniele Silvestri a Prato, e degli Zen Circus a Pistoia, la rete antifascista Pistoia-Agliana-Prato ha effettuato un volantinaggio per ricordare che il 3 Novembre si terrà a Roma l’udienza di cassazione per i fatti di Milano dell’11 Marzo 2006. a seguire il testo del volantino:

 DIAMO IL NOSTRO APPOGGIO AGLI ANTIFASCISTI CHE VERRANNO PROCESSATI IN CASSAZIONE IL 3 NOVEMBRE!

Il 3 Novembre prossimo sterrà a Roma l’udienza di cassazione per i 15 antifascisti che l’11 Marzo 2006 a Milano presero parte, insieme ad altri 500 compagni, alla manifestazione contro il corteo neo-fascista di fiamma tricolore.

La condanna è già stata confermata in primo grado a 4 anni di detenzione per “concorso morale in devastazione e saccheggio”, accusa non fondata su prove certe di un’effettiva partecipazione dei compagni arrestati.

Questa condanna è l’ennesima dimostrazione di anti-costituzionalismo del nostro governo che non solo approva un processo basato su vaghe responsabilità morali che niente hanno a che vedere con le responsabilità penali e personali degli imputati ma rafforza inoltre la repressione nei confronti di coloro che lottano affinché l’antifascismo sia un valore del quale essere orgogliosi e non un reato.

Di fatto viene lasciata piena agibilità politica ai gruppi neo-fascisti, liberi di essere portavoce d’intolleranza, razzismo e cultura dell’odio e di poter sfilare -come successe a Milano- esibendo i loro simboli e le loro bandiere che, giova ricordarlo, sono oltre che fuorilegge anche anti-costituzionali.

Il nostro obbiettivo è quello di mobilitare, nella data del 3 Novembre, le forze antifasciste di ogni città, di ogni comune, di ogni realtà, anche la più piccola, affinché si uniscano con lo scopo di organizzare iniziative di denuncia e solidarietà con i ragazzi condannati, di valorizzare ed esaltare l’antifascismo grazie all’azione e alla memoria che non è sopita ma che vive dentro di noi.

UNITI NEL CAMBIAMENTO, ORGOGLIOSI DI ESSERE ANTIFASCISTI

assadelmosantini@dada.net – raf-pt@canaglie.org

Cile – Muore Marcelo Rojas per edema polmonare causato dai carabineros

fonte: Productora de Comunicación Social

Lunedì, 29 settembre 2008

Lo scorso 11 settembre, verso la mezzanotte, Marcelo Antonio González Rojas ha subito un assalto da parte degli sbirri, che lo hanno pestato brutalmente, mentre partecipava alle barricate erette nella zona di Santa Rosa.

Cinque sbirri sono scesi dal cellulare ed all’angolo tra José Santos González Vera e Santa Rosa lo hanno gettato a terra e lo hanno pestato con pugni e calci, poi l’hanno fatto salire sul mezzo. Marcelo soffriva di schizofrenia paranoide e non ha smesso di colpire la porta del veicolo. Allora, dopo qualche isolato, gli sbirri l’hanno fatto scendere e sono tornati a massacrarlo di botte. Poi l’hanno lasciato steso per terra e se ne sono andati.

Marcelo aveva ematomi su tutta la faccia e sul resto del corpo, ed in particolare un grande ematoma al livello del polmone sinistro e dei tagli sulla testa. La mattina del 18 settembre Marcelo è stato trovato morto sul suo letto.

Gli sbirri della BICRIM hanno detto che è stato il risultato di un sovradosaggio di farmaci, sulla base della presenza dei medicamenti che Marcelo doveva prendere per la sua malattia cronica. Ma l’autopsia sostiene un’altra cosa: la morte di Marcelo è stata causata da un edema polmonare, per via dei colpi ricevuti. Marcelo era alto 1,80 m. e pesava più di 100 chili, per questo ha resistito tanti giorni. Ma uccidere Marcelo è stato come uccidere un bambino, perché la sua età mentale era di 12 anni.

NON SI CONOSCONO I NOMI DEGLI SBIRRI RESPONSABILI

La morte di Marcelo è un caso in più della repressione in cui siamo sommersi. Non possiamo restare così, non possiamo permettere che continuino ad ammazzare nei nostri quartieri e che i crimini restino impuniti. Oggi è stato Marcelo, ieri Matías, Jhonny, Rodrigo, Claudia, Alex e molti/e altri/e…

La repressione contro i lottatori sociali non fa distinzioni

Domani potrebbe essere uno/a qualsiasi tra di noi!

Resta attento di fronte alle azioni di denuncia e di ripudio per questo nuovo omicidio.

Dove ci sono coligues (pianta mapuche), coligues nasceranno!

Se uno cade, dieci si solleveranno!

* * * * * SBIRRI DI MERDAAA!!!

Concerto benefit per Via del Cuore

Sabato 11 Ottobre
Concerto benefit per Via Del Cuore
al centro sociale RDA MayDay, Via delle Pianazze 29, La Spezia

Sabato 11 Ottobre
Concerto benefit per Via Del Cuore
al centro sociale RDA MayDay, Via delle Pianazze 29, La Spezia

alle otto cena vegan

dalle dieci
Black Days, il blues della classe operaia
Agitazione, PisaHardCore
Il Male, anarco black metal
NoChappi?Bourgeois!, old boy band
LatobesodelaFazenda, fazendieri liguritirrenici

Parma – Studente ghanese pestato e insultato dai vigili

fonte: parma.repubblica.it

"Picchiato e offeso dai vigili"
La procura apre un’inchiesta
La denuncia presentata ai carabinieri da uno studente ghanese.
Scambiato per un pusher, ammanettato e trasportato nella cella del
comando. "Sulla busta dei documenti che mi hanno riconsegnato c’è
scritto "Emmanuel negro". Indaga la procura di Parma, il Comune apre
un’inchiesta interna e anche l’ufficio antidiscriminazioni del
ministero delle Pari opportunità chiede chiarimenti

L’hanno fermato all’uscita da scuola, braccato, pestato: un piede
sopra alla testa, le manette e poi le botte, anche all’interno della
macchina di servizio. Sette agenti della polizia municipale di Parma –
questa la denuncia fatta in mattinata ai carabinieri del Comando locale
– hanno aggredito alle 18,25 di ieri al parco cittadino ex Eridania
Bonsu Emmanuel Foster, giovane studente ghanese di 22 anni –
riducendolo con un occhio nero, una gamba malmessa (il ragazzo zoppica)
e diverse lesioni, come testimonia il referto ospedaliero. Ancora una
volta, dunque, i vigili urbani di Parma – la città della carta dei "più
poteri ai sindaci e alla polizia municipale" finiscono nella bufera,
dopo l’episodio della prostituta abbandonata a terra nella cella di
sicurezza. Un nuovo grattacapo per l’assessore alla sicurezza
Costantino Monteverdi e il sindaco Pietro Vignali, che solo due
settimane fa ha presentato un pacchetto di sette ordinanze, ora allo
studio di Roma e Bologna. L’Ufficio nazionale antidiscriminazioni
razziali (Una) del ministero delle Pari opportunità ha aperto
un’inchiesta per far luce sull’episodio. Poi, nel primo pomeriggio,
l’annuncio di un’inchiesta interna del Comune e un incontro tra
l’assessore Monteverdi e i dirigenti della polizia municipale.

Portato al comando della polizia municipale il giovane è stato fatto
spogliare, perquisito e sbattuto in cella. Il giovane racconta di
essere stato insultato: insulti razzisti. Gli è stato negato il
permesso di telefonare a casa: solo alle 23 è arrivato il padre dello
studente. Senza spiegazioni plausibile davanti a quell’occhio nero "mi
hanno detto che era caduto ed era stato fermato perché non voleva dare
le sue generalità" ha detto il padre, il giovane è stato rilasciato. E
la polizia ha consegnato alla famiglia Bonsu una busta del Comune di
Parma contenente i verbali con scritto sopra: "Emmanuel negro". Solo
oggi la famiglia ha sporto denuncia e chiede, insieme alla comunità
ghanese, scuse ufficiali e spiegazioni.

GUARDA IL VIDEO DELLA SUA TESTIMONIANZA – LE IMMAGINI

L’aggressione
Come ogni giorno Emmanuel Bonsu Foster, 22 anni, ghanese regolare, è
andato a scuola intorno alle 18,15. Le sue lezioni all’Itis serale di
via Toscana, di fronte al parco ex Eridania, iniziano alle 18,45. Il
giovane è entrato in classe con anticipo, ha posato la cartella (in cui
c’erano i documenti d’identità) ed è sceso in strada a fare due passi
nel parco, aspettando l’inizio della lezione. Sono le 18,25. "Ho visto
due uomini che parlavano dietro di me al cellulare – racconta – e un
altro che si è avvicinato. Di colpo l’uomo da solo si è avvicinato
senza dire niente, senza identificarsi e mi ha preso le mani. Gli altri
due sono arrivati di corsa e mi hanno accerchiato. Ho preso paura, mi
sono liberato e sono scappato". Emmanuel, gracile, alto non più di un
metro e settanta e che dimostra meno anni di quel che ha, inizia la sua
fuga disperata. In poco tempo arrivano altri tre agenti. Solo uno,
secondo il ragazzo, da come è vestito "si capiva che era della
polizia". Emmanuel fugge per il parco ma viene rincorso e atterrato. A
pancia in giù sull’asfalto "mi hanno messo un piede sulla testa" e
"hanno cominciato a menarmi. Poi le manette. Uno mi ha colpito con un
pugno al volto". Nell’aggressione "gli agenti credo abbiano usato
manganelli o forse erano bottigliette d’acqua, non so". Il 22enne viene
fatto salire sulla macchina della polizia municipale. Con le manette ai
polsi "hanno continuato a colpirmi finché non ho smesso di dimenarmi" e
"mi davano del negro". Un "negro", Emmanuel, che fra pochi mesi andrà a
lavorare come volontario nella comunità di recupero di Betania per
tossicodipendenti, la stessa dove adesso è ospitato Matteo Cambi.

Sbattuto in cella
Senza chiare giustificazioni, a quanto riferisce il giovane, "mi hanno
detto che ero scappato e per questo mi hanno arrestato". Emmanuel viene
portato al comando di via del Taglio, lo stesso dove a metà agosto era
stata rinchiusa una prostituta la cui foto a fatto il giro del mondo.
Al comando lo fanno spogliare: "Mi hanno perquisito. Prima, al parco,
mi avevano svuotato le tasche e preso il cellulare, la tessera
dell’autobus, la tessera della biblioteca e qualche moneta". Emmanuel è
completamente nudo. "Mi facevano girare fuori e dentro, fuori e dentro
dalla cella. Avevo paura. Mi hanno obbligato a fare delle firme ma io
mi sono opposto più volte, volevo chiamare a casa". Poi alla fine
Emmanuel cede e firma il verbale.

L’accusa
Oltre alla resistenza a pubblico ufficiale e il reato di non aver
mostrato le proprie generalità Emmanuel viene messo sotto torchio.
Insieme a lui al parco è stato arrestato uno spacciatore. Emmanuel
racconta: "I vigili mi hanno accusato di una cosa che io non sapevo
cos’era, mi hanno messo davanti una cosa marrone come cioccolato, poi
mi hanno detto di dire la verità perché hanno trovato questa cosa.
C’era un’altra persona nella cella e la polizia mi ha detto che questo
ha confessato tutto e che mi conosceva. Però io questo non l’avevo mai
visto. Non so chi era".

L’arrivo del padre
Emmanuel chiede più volte di telefonare. "Mi è stato negato, ma sono
maggiorenne e ne avevo diritto. Mi dicevano "negro muoviti" e poi…poi
alle 22 hanno chiamato mio padre. Il papà di Emanuell, Alex Osei,
metalmeccanico, in Italia dal ’95, arriva al comando alle 23 insieme
alla moglie Paulina. "Mi hanno detto che mio figlio era stato fermato
perché era vicino ad uno spacciatore ma lui non ha voluto mostrare i
documenti. Così l’hanno inseguito, dato che era scappato, e caricato in
auto". Poi il padre, sotto choc appena vede il figlio, chiede agli
agenti del comando: "Ma perché è ridotto così?. La risposta della
municipale "è stata perché è caduto. Ma un occhio nero non te lo fai
cadendo. Così io ho chiesto a mio figlio se era stato pestato. Lui ha
detto solo sì". Il padre si infuria, chiede spiegazioni. "Ma quando ho
alzato la voce e pronunciato la parola abuso mi hanno fatto il gesto
con le mani di uscire. Mi hanno detto "Vai via". Ci hanno buttato fuori
tutti". All’uscita, intorno alle 23, 15, nelle mani del padre, viene
consegnata una busta con lo stemma del Comune di Parma: contiene i
verbali e sopra c’è scritto "Emmanuel negro".

All’ospedale
Al Pronto soccorso di Parma Emmanuel e la sua famiglia arrivano a
mezzanotte. Spiegano ai medici dell’aggressione: gli viene certificato
un’ ematoma, una ferita alla mano e il fatto che non abbia mai perso
coscienza. Medicato, con ghiaccio e pomate, il giovane viene
accompagnato a casa dal padre. Vengo avvertiti gli amici della comunità
ghanese.

L’epilogo
Questa mattina la famiglia Bonsu si è riunita a casa di amici. Hanno
raccolto tutto il materiale: la busta con scritto "negro", il verbale
della municipale, il referto ospedaliero. Poi si sono diretti verso la
caserma dei carabinieri, pronti a fare denuncia e "chiedere giustizia".

Il comunicato del Comune
Alle 11.14 l’ufficio stampa del Comune di Parma invia un comunicato
dove si congratula con gli agenti per l’arresto di un famoso pusher
nella zona ex Eridania. "L’assessore alla Sicurezza Costantino
Monteverdi ha ringraziato nella giornata di oggi gli agenti della
Polizia municipale che, dopo alcuni giorni di appostamenti, hanno
arrestato in flagranza di reato un pusher al parco Eridania: "E’ stata
un’operazione esemplare per professionalità, risultato e correttezza
visto che erano coinvolti anche alcuni minori. Era una segnalazione che
arrivava dai cittadini e per questo sono soddisfatto due volte, per
aver dato una risposta ad una richiesta reale che arrivava dai
frequentatori del parco e, secondo, perché la Polizia municipale ha
dimostrato ancora una volta di essere all’altezza dei compiti
assegnati". Tralasciando però quello che viene denunciato da Emmanuel
Bonsu.

30 settembre 2008

foto e video sul sito di Repubblica