Archivio mensile:Dicembre 2008
Anagni: ucciso da un poliziotto all’autogrill
sud», in territorio di Anagni, vicino Frosinone, un uomo è stato ucciso
con un colpo di pistola da un agente della polizia.
Secondo le ricostruzioni gli agenti stavano effettuando un controllo
sulla macchina nella quale viaggiava la vittima, segnalata come
possibile esecutrice di un tentativo di furto ai danni di un tir.
I fermati avrebbero reagito e ci sarebbe stata una colluttazione con un
agente, nell’ambito della quale "è partito" il colpo che ha ucciso
l’uomo. Le altre persone che viaggiavano con lui sono fuggite.
Usa, lavoratore di un ipermercato muore travolto dalla folla a caccia di saldi
La frenesia dei saldi mista alla crisi economica che ha messo in
ginocchio gli Stati Uniti puo’ uccidere. E’ quando e’ accaduto a Valley
Stream, un sobborgo di New York, dove un dipendente della catena a
basso costo Wal-Mart e’ morto travolto dalla folla. Come riferisce il
New York Times erano le 4,55 del mattino, cinque minuti prima
dell’apertura, quando circa 2.000 persone assiepate dietro l’ingresso
del supermercato hanno sfondato i cancelli e travolto il 34enne
Jdimypai Damour, originario della Giamaica, con un impiego temporaneo.
Oggi negli Usa e’ iniziato il cosiddetto ‘Black Friday’, il giorno dopo
il Thanksgiving in cui tradizionalmente iniziano i saldi in vista del
natale. I clienti di Wal-Mart incuranti di aver travolto l’uomo hanno
anche ostacolato l’intervento dei colleghi spingendoli via in malo modo
pur di precipitarsi agli scaffali alla ricerca di un buon affare. La
gente ha continuato a precipitarsi dentro il negozio a fare shopping
anche dopo l’arrivo dell’ambulanza e della polizia. Gli agenti hanno
riferito che nella calca altri tre clienti di Wal-Mart sono rimasti
feriti. Tra questi una giovane mamma incinta di 8 mesi ricoverata in
ospedale per accertamenti.
www.repubblica.it
(28 novembre 2008)
Atene – Attentato senza danni al ministero dell’ambiente
fonte l’unione sarda
Il ministero greco dell’ambiente e dei lavori pubblici ad
Atene è stato bersaglio nelle prime ore di stamane di un attentato
compiuto con ordigni incendiari artigianali, che ha provocato danni di
lieve entità.
Due ordigni contenenti gas sono esplosi alle ore 3:40 locali davanti
all’entrata del ministero dell’ambiente nel quartiere di Ampelokipi di
Atene, vicino al centro della città, mentre trenta minuti più tardi,
due altri ordigni sono esplosi davanti a un edificio secondario dello
stesso ministero nel quartiere centrale di Exarchia. Con cinque minuti
di anticipo sulla prima esplosione un gruppo finora sconosciuto,
l’"Organizzazione Rivoluzionaria", ha rivendicato l’attentato con una
chiamata a una stazione radio di Atene. Ieri sera altri quattro ordigni
con gas erano esplosi davanti all’ufficio dell’Afp a Atene provocando
danni materiali. L’attentato non era stato rivendicato. Questo genere
di mini-attentati non gravi contro agenzie, banche o rappresentanze
diplomatiche sono frequenti ad Atene e Salonicco, seconda città greca
nel nord del paese. La polizia li attribuisce generalmente a gruppi di
anarchici o di estrema sinistra.
fonte ansa
Grecia: bombe contro ministero
Quattro ordigni rudimentali, altri quattro ieri contro sede Afp
ANSA) – ATENE, 4 DIC – Il ministero greco dell’ambiente e dei lavori
pubblici ad Atene e’ stato bersaglio di attentati nelle prime ore di
stamane. Due ordigni sono esplosi alle ore 3:40 locali davanti
all’entrata del ministero, trenta minuti piu’ tardi, 2 altri ordigni –
tutti artigianali – sono esplosi davanti a un’altra sede dello stesso
ministero. Gli attentati sono stati rivendicati da ‘Organizzazione
Rivoluzionaria’. Ieri altri 4 ordigni con gas erano esplosi davanti
all’ufficio dell’Afp a Atene.
sull’ assassinio di Olga Rukosyla
Il 17 ottobre 2008 sul nostro sito abbiamo pubblicato la notizia dell’omicidio di Olga Rukosyla a Irkutsk. E’ stato detto che i
nazisti l’avevano uccisa per le stringhe rosse delle sue scarpe, che in
alcuni ambienti sono un segno di appartenenza Antifa. Grazie alla
recente notizia della uccisione di Fëdor Filatov, non siamo stati particolarmente sorpresi da questa
notizia. Dopo alcuni controlli, abbiamo pubblicato la notizia sul nostro sito.
Dopo la pubblicazione della notizia, abbiamo compiuto vari tentativi
per scoprire cosa è accaduto esattamente -se è mai esistita una ragazza con tale nome a Irkutsk, se qualcuno è stato veramente assassinato
in quella regione, in quel giorno, ecc… non abbiamo né prove né controprove certe. A Irkutsk gli agenti di polizia negano di fatto
l’assassinio , ma il dipartimento di polizia non ha rilasciato alcun commento ufficiale sul caso, che ha causato enormi
attenzioni nei media di Irkutsk. Ci sono alcune famiglie nella regione di Irkutsk con un nome insolito, ma nessuno di loro è stato registrato a
Irkutsk. Le persone dicono di conoscere l’avvenimento, non lo negano, non ammettono l’inganno, ma non forniscono neanche tutte le informazioni
supplementari.
Questo è il motivo per cui il collettivo editoriale di avtonom.org ritiene
necessario annunciare, che a giudicare dai dati disponibili, l’omicidio
non ha avuto mai luogo.
La Principale fonte di informazioni sono stati due abitanti di Irkutsk, che
si presentavano come amici della defunta, hanno raccontato dettagli della storia,
hanno detto il nome e mostrato le sue foto. Un o di loro (Viktor Solonchev,
noto anche come Denver) si è presentato come un agente, mostrando un identificativo di polizia. Le argomentazioni di queste due persone non sono chiare.
Diversamente da altri DPNI e gruppi di ultra-destra, non abbiamo mai
falsificato i fatti, al fine di provare alcuni dei nostri punti di
vista. E uno non ha bisogno d’inventarsi niente -che i fascisti uccidono i propri oppositori politici è noto e dimostrato e purtroppo è accaduto spesso negli ultimi anni.
Ci auguriamo, che la notizia sulla morte di Olga Rukosyla sia stato solo un momento di disinformazione, e siamo spiacenti che questa disinformazione sia
stata ampiamente diffusa in Internet e che abbia generato confusione in molti/e. Da ora in poi, ci sarà più attenzione nel controllare le notizie che ci giungono.
collettivo editoriale di avtonom.org
Susa 6 dicembre corteo No Tav
Lo spezzone rosso e nero sarà aperto dallo striscione ‘No Tav. Azione diretta autogestione’
Da Torino appuntamento alle 10 in corso Palermo 46.
Partenza collettiva per Susa alle ore 11
Per info: 338 6594361
La Resistenza continua
Sono trascorsi tre anni dalla notte tra il 5 e il 6 dicembre del
2005, quando la polizia assalì il presidio No Tav di Venaus, spezzando
le barricate, distruggendo le tende e la baracca comune, mandando
all’ospedale molti No Tav.
Erano i giorni della resistenza e della rivolta, i giorni in cui
un’intera vallata si sollevò contro l’occupazione militare per impedire
la devastazione del territorio e il saccheggio delle risorse. L’8
dicembre, dopo tre giorni di blocchi, scioperi e barricate una grande
marcia popolare partì da Susa alla volta di Venaus: la polizia
distribuì un po’ di manganellate ma nessuno si fermò.
Lungo i sentieri impervi e ghiacciati si aggirò la polizia e si scese al cantiere.
La rete arancio venne giù, la polizia sparò lacrimogeni che il vento
disperse, poi, con la coda tra le gambe, andarono via. Non sono più
tornati.
La parola passò alla politica, la prosecuzione, con mezzi più subdoli, della guerra.
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti della Dora.
Sono stati anni di trattative tra i governi che si sono succeduti e le
istituzioni valsusine, chiamate a discutere dopo che la rivolta aveva
fermato le ruspe.
La maggioranza dei sindaci si è poco a poco schierata su posizioni
‘come Tav’, abbandonando l’opposizione ad un’opera dannosa, utile solo
agli interessi della potente e trasversale lobby del cemento e del
tondino.
Ma la gente non ha cambiato idea.
Alla fine di dicembre saranno presentati i tracciati e l’Unione Europea
dovrebbe confermare il finanziamento di quasi 700 milioni di euro per
la costruzione della tratta transfrontaliera della nuova linea ad alta
velocità tra Torino e Lyon.
La fresa è già pronta nei magazzini di una ditta di Quincinetto (TO).
Siamo quindi al dunque.
Berlusconi, come già prima di lui Di Pietro, ha promesso che userà la
forza contro chi proverà ad opporsi all’apertura dei cantieri. Il
momento è delicato e cruciale. Secondo i media il movimento No Tav è
ormai ridotto ad uno zoccolo duro di estremisti potenzialmente violenti
e isolati dalla popolazione, ormai convinta alla ragionevolezza dalla
lunga opera di mediazione fatta al Tavolo tecnico sul Tav.
I sindaci hanno tentato di spezzare il fronte No Tav con la proposta
del F.A.R.E. (Ferrovie Alpine Ragionevoli ed Efficienti), che cambia
nome alle cose per farle restare le stesse.
Hanno fatto i conti senza un movimento popolare che non ha mai fatto sconti a nessuno.
I No Tav sono pronti alla resistenza.
Il 6 dicembre, tre anni dopo l’assalto della polizia alla Libera
Repubblica di Venaus, il movimento sarà nuovamente in piazza a Susa per
una grande manifestazione. Una manifestazione che coinvolgerà i tanti
che, in ogni angolo della penisola, lottano contro i potenti che
lucrano sulla vita di noi tutti, distruggendo la terra, l’aria,
l’acqua, per appropriarsi di risorse sottratte alla scuola, alla
sanità, ai trasporti per chi studia e lavora.
La scommessa, forte, è di essere in tanti a ribadire che il Tav non passerà. Né con le buone né con le cattive.
L’appuntamento è per le 14,30 alla stazione FS di Susa. La
manifestazione partirà ed arriverà nei pressi della stazione
ferroviaria.
Per chi arriva in treno: Da Torino Porta Nuova treno alle 13,15 per
Susa (cambio a Bussoleno). Chi arriva in auto: dall’autostrada del
Frejus uscire a Susa, imboccare la statale 25 e parcheggiare nei pressi
della Stazione. C’è un grande parcheggio anche all’inizio del paese.
Ritorno: – da Susa bus ore 17,40 con cambio a Bussoleno – da Susa treno
ore 18,43 diretto a Torino – da Susa bus ore 19,40 con cambio a
Bussoleno – treno da Susa ore 20, 43 con cambio a Bussoleno
Federazione Anarchica Torinese Corso Palermo 46 Torino fai_to@inrete.it 338 6594361
Messico: E’ stato liberato Juan Gerardo Armendáriz, dopo 6 mesi di prigione politica
1 Dicembre 2008, Il compagno Juan Gerardo Armendáriz Garcia è stato
liberato dopo essere stato rinchiuso più di 6 mesi in prigione, imputato di saccheggio di bene immobile di gruppo. Dopo che gli altri quattro imputati hanno chiarito la sua estraneità ai fatti il giudice titolare della causa è stato obbligato a ridimensionare le accuse, eliminando l’aggravante di gruppo, e decidendo, nella giornata di ieri l’importo della cauzione.
Dopo il pagamento della cauzione Juan ha recuperato la propria libertà. Nonostante sia ancora imputato, le prove false e ridicole prodotte dal pubblico ministero non lasciano presagire la possibilità di un suo ritorno in carcere, ma comunque continueremo a lavorare per dimostrare la sua totale innocenza fino ad una totale assoluzione.
La sua liberazione rallegra i genitori e i compagni, dopo 6 mesi d’ imprigionamento la lotta e le mobilizzazioni
gli hanno oggi aperto le porte della prigione e ribadiscono la nostra opinione che soltanto l’azione e la lotta organizzata possono liberare i compagni che restano ancora avviluppati nelle maglie della repressione di stato.
LIBERTA’ A TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI DEL MESSICO E DEL MONDO! ABBATTIAMO LE PRIGIONI!
tradotto dal messicano (più o meno) da noi. Anarchici Pistoiesi.
Nessuna elemosina, il sistema ti uccide, uccidi il sistema.
Tentare di rispondere a questa crisi senza una critica ed un ripensamento RADICALI di quelli che sono gli assunti fondamentali
del neoliberismo: la sostanziale capacità di autobilanciamento dei mercati ad esempio, che si sta dimostrando quello che abbiamo sempre denunciato: una tragica bugia;
del capitalismo: l’appropriazione privatistica dei capitali sociali ed economici;
del concetto di delega: la grande maggioranza dei movimenti contro le devastazioni ambientali e sociali, dalla val Susa a Chiaiano, hanno superato o stanno superando l’idea della rappresentanza politica in luogo di una partecipazione diretta e non mediata delle popolazioni ai processi decisionali che divengono così scelta e patrimonio comune;
della gerarchizzazione della società e dei rapporti tra gli individui;
Vuol dire “curare” un tumore con una puntura di morfina, che lenisce il dolore ma che non risolve il problema, Vuol dire sostanzialmente non mettere in discussione il privilegio di pochi su molti, vuol dire continuare ad accettare questa forma-mondo che affama milioni di persone e ne uccide di più, vuol dire non voler veramente mettere al centro del proprio agire il benessere dei più ma il profitto di quei pochi che gestiscono potere e risorse, vuol dire lavorare per chi gestisce il potere (sia economico che sociale) affinché possa sempre avere a disposizione sciavi da piegare ad ogni loro esigenza.
C’è chi non vede e chi fa finta di non vedere, ci sono la CGIL che fino a ieri ha accettato ogni sorta di compromesso con il padronato (contratti nazionali con aumenti ridicoli che spesso non hanno nemmeno tenuto il passo dell’inflazione programmata, figuriamoci poi di quella reale; solo bei proclami sulla sicurezza nei posti di lavoro ma poi un’avvilente immobilismo nei fatti, ecc…); ci sono i partiti della sedicente sinistra “radicale”, che a livello nazionale, da partiti di governo hanno accettato ogni porcheria senza fiatare e a livello provinciale hanno sempre stigmatizzato le mobilitazioni contro le devastazioni ambientali come quelle contro l’inceneritore di Montale e che ora trombati alle elezioni tentano di rifarsi una verginità politica alle spalle di quei movimenti che avevano tradito (leggere anche comunisti italiani), ci sono i “fascisti del terzo millennio” di casapound, liberi belli e ribelli che dietro alla facciata “sociale” ed anticonformista che si sono creati non fanno altro che acquattarsi supini alle spalle di potere e capitale, offrendo come soluzioni alla crisi permanente solo pratiche che non mettono minimamente in discussione quelle che sono le strutture che questa crisi hanno creata…"rivoluzionari" come la messa della domenica mattina…
Di fronte all’immobilismo e alla complicità della triade sindacale CGIL, CISL, UIL affiancate dall’UGL, sempre pronte a non pestare i piedi a chi detiene il potere; di fronte a partiti politici – che vanno dal PD al PDL portandosi dietro tutto il baraccone sinistrocentrodestrorso- che sono ORGANICI alle strutture di dominio; di fronte ai gruppuscoli neofascisti e nostalgici -utilizzati come sempre da manganello contro le rivendicazioni sociali non strumentalizzabili (ultime le aggressioni degli studenti in piazza Navona a Roma)- che hanno come unico scopo…non lo sanno realmente nemmeno loro…è necessario dare un segnale forte e deciso.
Dobbiamo dimostrare (con i fatti non con le parole) a tutti coloro che ci vogliono a testa china pronti ad accettare qualsiasi cosa, che abbiamo la volontà e la capacità per sottrarci in qualsiasi maniera riterremo utile al giogo che ci vogliono imporre e per fare ciò è necessario comprendere che tutte le mobilitazioni in atto oggi in Italia e nel mondo (movimenti per l’autodeterminazione e l’internazionalismo, movimenti per la difesa dell’acqua e contro le devastazioni ambientali e sociali, lotte di resistenza e per la riappropriazione delle terre, ecc…) sono strettamente connesse so non altro per lo sfondo nelle quali si muovono e per i nemici che combattono; le mobilitazioni campane in Italia –per esempio- ci insegnano che anche nelle emergenze si può essere portatori di idee di cambiamento radicali senza doversi per forza attaccare ad un pragmatismo “gradualista” che nella pratica vuol dire sconfitta.
A fronte di tutto ciò è importante partecipare alla mobilitazione di Sabato 12 Dicembre indetta dai sindacati di base in contemporanea ed in contrapposizione con quella della CGIL, ed è importante farlo per dare un ideale avvio ad una stagione di lotte che si preannuncia lunga e dura me che è ineluttabile ed imprescindibile se vogliamo veramente diventare i veri artefici del nostro futuro, senza deleghe, contro ogni sfruttamento.
La scrivente Organizzazione Sindacale Unione
Sindacale Italiana – AIT, unitamente ai propri sindacati di settore
USI-IUR, USI-Sanità,
USI-Postel, USI-Enti
Locali, USI-Cooperative Sociali, USI-Arti e Mestieri, anche in ricordo
delle vittime della strage di piazza Fontana e di tutti gli eccidi che
hanno frenato le lotte sociali a partire dal 1969, proclama lo
SCIOPERO GENERALE di tutte le categorie pubbliche e private per
l’intera giornata del 12 dicembre 2008:
– contro la
Finanziaria, i tagli e la privatizzazione di scuola e Università, per
la cancellazione della legge 133 e della 169 (ex-decreto Gelmini); per
dare più sicurezza, più istruzione e prospettive reali a tutti i
giovani;
– per forti aumenti salariali e pensionistici;
– contro la precarietà e per l’abolizione delle leggi Treu e 30;
– contro la strage permanente nei luoghi di lavoro e per forti investimenti nell’ambito della sicurezza sul lavoro;
– contro le norme per limitare/impedire il diritto di sciopero;
–
contro ogni norma tesa a favorire condotte discriminanti nei confronti
dei migranti a partire dal legame tra contratto di lavoro e permesso di
soggiorno”;
– per la restituzione delle sedi dell’Unione Sindacale Italiana espropriate dal regime fascista;
– contro la privatizzazione dei profitti e la socializzazione delle perdite (Alitalia, Fiat ecc.);
– contro tutte le spese militari e di qualunque forma di intervento militare mascherato da aiuto umanitario.
Durante lo sciopero generale saranno garantiti i servizi minimi essenziali.
Milano 26 Novembre 2008
Il Segretario Nazionale USI
(Angelo Mulè)
Carcere – Ionta e il sovraffollamento fisiologico
Dialoghi tratti da: Redattore Sociale – Dire, 28 novembre 2008
Approfondimento da "Bello come una prigione che brucia" – ogni lunedì dalle 10.30 a 12.30 su Radio Blackout
L’AFFOLLAMENTO DELLE CARCERI E’ FISIOLOGICO – Con queste parole il
capo del Dap, Franco Ionta, ha risposto alla relazione con cui la
dottoressa Elisabetta Laganà, presidente del Coordinamento enti e
associazioni di volontariato penitenziario, enunciava le varie
violazioni dei diritti umani nelle carceri italiane.
Il nuovo capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha contestato alla Laganà un’impostazione troppo "depressiva" della
questione, troppo statica. La dottoressa Laganà gli ha risposto la sua
relazione da lei presentata non era affatto depressiva, "Caso mai mi sento disillusa". Ionta a sua volta ha replicato: "Attenzione, la disillusione può essere più rischiosa della depressione, male che comunque si può curare".
Una polemica garbata e cortese, ancor più fastidiosa se si pensa
alle quasi 60.000 vite pressate come sardine nei magazzini di carne
umana nostrani.
Proprio a questo riguardo, Ionta, ha detto che ormai bisognerà farsene una ragione.
"Il livello fisiologico della presenze in carcere in un paese
come l’Italia si attesterà sulle 60-70 mila unità. Dobbiamo farcene una
ragione e dobbiamo misurare tutta l’organizzazione su questo dato
ineludibile". Continua quindi con una complessa dimostrazione
algebrica per sottolineare che più si aumentano le pene e i reati e più
inevitabilmente aumenteranno i detenuti.
"Quindi più che auspicare una speranza un po’ vaga di
cambiamento, è meglio fare riferimento alla categoria dell’impegno. E
con impegno, io intendo sia quello delle istituzioni che lavorano per
il detenuto, sia però anche quello del detenuto stesso che deve
scegliere di uscire dalla sua condizione. E scegliere di uscire dal
crimine, in una società come la nostra, oggi non è certo una impresa
facile".
In poche parole, concludendo che la scelta "criminale" è spesso
ineluttabile in un modello sociale come il nostro, questo magistrato a
capo del Dap, spiega ai detenuti e alle loro famiglie che le sofferenze
a cui sono sottoposti, le morti e i suicidi sono "fisiologici".
In questa affermazione, Ionta, è decisamente rivoluzionario, poiché
senza rendersene conto sottintende un’impossibilità di riformare e
umanizzare l’istituzione carceraria.
Grazie a Ionta comprendiamo che il fatto che ci siano 4 o più persone
in nicchie di 6 mq, che manchino acqua, carta igienica, assistenza
sanitaria, che abbondino psicofarmaci e violenze, è una condizione a
cui bisogna abituarsi, poiché fa parte della "digestione sociale".
Usando il termine "fisiologico", ci spiega con perizia che il carcere,
e l’orrore che lo accompagna, fanno parte del metabolismo di questa
società che inghiotte individui e caga quelli che ritiene scarti nelle
prigioni/latrine.
Alle famiglie di Lonzi, Bianzino, Paglioni e delle decine che ogni
anno muoiono di carcere, pensiamo che tale definizione non basti. Alle
60.000 vite segregate per semplificare i meccanismi di assestamento
della società, ai 60.000 individui per cui le autorità hanno prodotto
questa diagnosi e rapida cura, Ionta ha dedicato una spiegazione
semplice… è fisiologico, il sistema non vi ha digerito.
Magdi Cristiano Allam lascia il giornalismo e fonda un partito oltranzista
Dopo 35 anni di onorata carriera giornalistica
Magdi Allam abbandona tutto e fonda un partito. Protagonisti per
l’Europa Cristiana, così si chiama la nuova creatura del giornalista
mussulmano convertito al cristianesimo la scorsa Pasqua direttamente
dalle mani del Papa.
In un’intervista al suo Corriere della Sera l’ormai ex vicedirettore
racconta la sua nuova avventura: nel logo sono indicati tre binomi che
rappresentano i passaggi fondamentali del mio percorso spirituale,
culminato nell’adesione piena e convinta al cristianesimo: "Verità e
Libertà", il cuore della civiltà europea; "Fede e Ragione", l’essenza
della civiltà cristiana; e infine "Valori e Regole", il fondamento
dell’azione di riscatto dalla deriva etica nella quale è precipitata la
nostra Europa cristiana.
Anche se Sostenibile pensa che sia soltanto un nuovo inutile partito di cui non si sentiva assolutamente il bisogno.
Non è un partito religioso né si rivolge solo ai cristiani. È un
partito laico che proclama uno stato di emergenza etica in Europa e
individua nella civiltà cristiana la verità storica delle radici del
nostro Continente, il nostro punto di riferimento irrinunciabile, da
riscoprire e difendere. Siamo aperti a tutte le persone di buona
volontà, compresi i musulmani…
Nonostante le parole di Allam, un nuovo partito fondamentalmente
cristiano (per non dire fondamentalista cristiano) vedremo quale sarà
il risultato, anche in termini elettorali, della nuova creatura.