Alla fine sono arrivati. Sono già davanti al portone per sgomberare il centro.
Non permettiamo l’ennesimo sgombero a Milano.
Proviamo a opporci.
Venite tutti.
—
cox18
Alla fine sono arrivati. Sono già davanti al portone per sgomberare il centro.
Non permettiamo l’ennesimo sgombero a Milano.
Proviamo a opporci.
Venite tutti.
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cox18
Riceviamo e pubblichiamo, ribadendo la nostra adesione alla manifestazione che si terrà sabato 24 a Prato e la nostra solidarietà all’aggredito, ci sentiamo però di rifiutare il punto della piattaforma che fa riferimento alla costituzione (ed ai riferimenti istituzionali in genere) poiché crediamo che i fascismi vadano combattuti a prescindere dai dettami di un pezzo di carta che peraltro non riconosciamo inquanto documento costitutivo di uno stato e quindi contrario e nemico di quella che è la nostra idea del con-vivere libero dai lacci e lacciuoli che il potere ci impone. Ci sentiamo certamente più vicini al volantino/comunicato fatto circolare qualche giorno fa dalla Rete dei Collettivi Studenteschi (Firenze) – Coordinamento Studentesco Livornese – Collettivo Studentesco Autonomo (Prato) e che potete leggere qui
1. Condanniamo in maniera netta l’aggressione subita dai giovani compagni del Collettivo Studentesco Autonomo, sottolineando che questo è solo l’ultimo di una serie di episodi di violenza che hanno come obiettivo il “diverso” e che, negli ultimi anni, si sono verificati sempre più spesso nella nostra città. Sarebbe sbagliato valutare il fatto, come spesso accade in questi casi da parte dei media e di certa parte della politica istituzionale, come una “guerra tra bande”, una “ragazzata”, un episodio di “bullismo” o “violenza di strada”.
Ricordiamo infatti negli ultimi anni: il migrante pestato e abbandonato sulle rotaie da parte di ragazzi della “Prato-bene”, l’uccisione di due senzatetto ed il ferimento di una terza, le minacce ricevute da appartenenti al “Comitato gay e lesbiche Prato” e altri ragazzi e ragazze appartenenti alle comunità gay lesbiche bisessuali trans queer (GLBTQ), le offese e le aggressioni ad appartenenti alla comunità cinese, le minacce subite quotidianamente dai ragazzi impegnati nei collettivi studenteschi di sinistra da parte di coetanei dichiaratamente neofascisti, le provocazioni a suon di saluti romani nelle Case del Popolo e alle feste di partito, la comparsa di numerose svastiche, croci celtiche e scritte razziste sui muri di varie parti della città.
2. Da una lettura sistematica dei fatti, non possiamo poi non notare come questi avvenimenti (ormai comuni in molte parti del Paese) siano sintomo evidente di una deriva morale e culturale della nostra società e le cui cause vanno ricercate in una serie di fattori:
– le condizioni di vita precarie di larghi strati di popolazione, legate allo sfruttamento dei lavoratori, alla perdita di diritti sul lavoro, ai costi di una crisi capitalista che come sempre viene scaricata sui più deboli. Ma anche alle difficoltà nel potersi permettere una casa (affitti alle stelle, per non parlare dei mutui), agli oneri sempre più alti di chi studia o intraprende carriere accademiche e si trova a dover dipendere dalle famiglie.
– alla precarietà materiale si accompagna una precarietà culturale ed intellettuale, responsabili i mezzi di informazione di massa (o sarebbe meglio chiamarli di disinformazione? o, meglio ancora, di distrazione, vista la mole di notizie oscurate o manipolate e la quantità di idiozie propinateci giornalmente), così come larga parte della classe politica che, tanto a livello nazionale come locale, ha passato gli ultimi anni ad equiparare Partigiani e repubblichini, riformare i programmi scolastici in senso revisionista e sottovalutare , se non quando spalleggiare, i movimenti di estrema destra, concedendo loro anche spazi pubblici e/o istituzionali.
– il lavoro dei vari governi e la legiferazione delle ultime legislature, mirati alla difesa degli interessi del capitale piuttosto che delle popolazioni, al predominio del commercio rispetto alla difesa dei diritti delle comunità; alla prepotenza proibizionista e alla repressione invece che all’educazione al bene comune e alla responsabilità individuale, alla paura e diffidenza verso lo “straniero” piuttosto che all’integrazione e alla valorizzazione dell’interculturalità.
– il sistematico e costante lavoro, mediatico e politico, da parte di Berlusconi in prima persona, del suo governo e dei partiti di maggioranza, volto alla creazione di un clima da "caccia alle streghe": la continua ossessione per i "comunisti" (figura mitologica, per il premier, il quale identifica così tutti coloro che gli remano contro), la mattanza del G8 di Genova e tutti i suoi sviluppi giudiziari, gli attacchi alle associazioni che si occupano di Memoria e Resistenza, ai centri sociali, ai movimenti sindacali e studenteschi; la continua riabilitazione, quando non addirittura esaltazione di figure legate al ventennio fascista (duce in primis), le alleanze elettorali con partiti come Forza Nuova e Fronte Nazionale; le apparentemente innocue storielle e barzellette a sfondo razzista, sulla tragedia dei lager, sugli omosessuali, che sommate al restyling estetico (le sempre più frequenti camicie e magliette nere sotto la giacca, i saluti dal palco a braccio teso….) vanno a "sdoganare" una serie di comportamenti che a lungo andare modificano la sensibilità e la criticità delle masse, oltre a creare consenso e simpatia tra le frange più becere ed estreme della destra, con ovvio ritorno elettorale.
– a questo perverso disegno politico va a sommarsi la scarsa (talvolta nulla) resistenza delle forze istituzionali di sinistra e centro-sinistra, su temi riguardanti l’antifascismo, l’antirazzismo, l’antimperialismo; quando addirittura non si sono visti andare a braccetto maggioranza e opposizione (indipendentemente da chi, tra i due maggiori schieramenti politici, fosse da una parte o dall’altra al momento dei fatti): nella condanna – o mancato appoggio – alle proteste dei Movimenti e delle Comunità per la difesa del territorio, contro la commissione parlamentare su Bolzaneto e la Diaz, le votazioni per l’invio di truppe di occupazione all’estero ed i rifinanziamenti alla guerra imperialista occidentale in atto in varie parti del mondo.
– la sottovalutazione, da parte delle varie forze ed apparati di polizia, del fenomeno "estrema destra", almeno a livello di manifestazioni violente dello stesso; troppe volte è stato "chiuso un occhio", anche due, quando magari dall’altra parte si tenevano ben aperti occhi, orecchie e manganelli a portata di mano.
3. L’Antifascismo, valore costituzionale e fondamento dell’Italia repubblicana si vede in tale tragico contesto relegato a valore “di parte” e “vecchio, fuori tempo”, anziché universale e attuale come pensiamo sia; crediamo inoltre che, separato da altre rivendicazioni di tipo sociale, politico, economico ed ambientale che da sempre, seppur con mille differenze e specificità, caratterizzano i partiti e le aggregazioni politiche e sociali figlie della Resistenza, l’antifascismo diventi solo un fantoccio svuotato di ogni significato reale, buono per essere sventolato in occasione delle ricorrenze o commemorazioni ufficiali, o per convenienze politico-elettorali; ripudiamo infine l’antifascismo “da salotto”, quello fatto a parole e non presente fisicamente e culturalmente sul territorio, nelle strade, nelle piazze, nei circoli e puntando invece ad un antifascismo come pratica diretta ed autorganizzata.
In quanto forze Antifasciste non possiamo scordare che in occasione delle scorse elezioni politiche Logli e Romagnoli hanno di fatto permesso alla Mussolini di presentare le liste nonostante le sottoscrizioni fossero false e non hanno fatto niente per impedirlo; le stesse autorità pubbliche, ufficialmente garanti dei valori costituzionali e promotori della pacifica convivenza ed integrazione nel multietnico e multiculturale contesto pratese, in più occasioni hanno concesso ai neofascisti di Forza Nuova, ai postfascisti di AN e agli xenofobi della Lega il suolo pubblico per allestire banchini di propaganda, "dogane" e raccolte firme contro gli immigrati, iniziative che sicuramente non vanno a favorire un clima di rispetto delle diversità. Ciò non deve più accadere.
Chiediamo quindi alle istituzioni che governano la città e la provincia il fermo impegno a contrastare la crescita di qualsiasi movimento, associazione od organizzazione politica che si richiami o faccia riferimento a principi di stampo fascista, nazista, razzista, sessista.
Ciò a partire dal divieto di aperture di eventuali sedi che, come si è visto in realtà a noi vicine (Lucca, Pistoia) altro non portano che a un incremento di episodi violenti di matrice squadrista e xenofoba, oltre al divieto di ogni attività promozionale e di propaganda e alla non concessione di spazi pubblici e/o istituzionali per iniziative pseudo-politiche o pseudo-culturali di stampo revisionista o inneggianti a supposte supremazie etno-culturali.
Si richiede inoltre l’impegno nella costruzione di iniziative e percorsi finalizzati all’integrazione e al mantenimento della memoria storica, nonché alla valorizzazione dei principi costituzionali di uguaglianza e antifascismo.
Chiediamo pertanto a tutte le forze politiche, associazioni, movimenti, singole/i che si riconoscono nei valori della Resistenza e dell’Antifascismo e che concordano con quanto esposto dalla piattaforma l’adesione formale al corteo di Sabato 24.
Specifichiamo che per noi la manifestazione non è un punto d’arrivo bensì di partenza per un percorso che porti alla costituzione di un’assemblea permanente antifascista pratese (o come vorrà chiamarsi una volta costituitasi) la quale si porrà come obiettivi:
– il monitoraggio continuo su ciò che accade in città e dintorni che possa essere ricollegato all’attività di aggregazioni neofasciste
– ferma opposizione all’apertura di sedi o qualsiasi attività propagandistica della destra estrema
– denuncia di qualsiasi episodio (di revisionismo, discriminazione, etc.) possa fomentare l’espansione del razzismo e neofascismo
– promozione di iniziative volte a mantenere alta l’attenzione sul fenomeno delle nuove destre radicali e che respingano la cappa di revisionismo, autoritarismo, intolleranza che si fa ogni giorno più pesante togliendo il respiro al nostro futuro.
E’ evidente che una massiccia partecipazione alla manifestazione darebbe maggiore slancio alla costituzione dell’assemblea permanente e al suo radicamento sul territorio.
Comitato promotore
Colletivo Studentesco Autonomo
Rete Antifascista Pistoia-Agliana-Prato
Partito della Rifondazione Comunista
Partito dei C.A.R.C.
Comitato Antimperialista Antifascista “29 martiri di Figline”
P.M.L.I. – Cellula "G.Stalin"
Comitato Gay e Lesbiche Prato
Individualità Anarchiche della Piana
Partito dei Comunisti Italiani
Riceviamo e pubblichiamo:
Collettivo Libertario Fiorentino
CENA DI FINANZIAMENTO
VENERDI 23 GENNAIO 2009
CASA DEL POPOLO MACCARI
Via Maccari (Isolotto)
MENU’:
ANTIPASTI
COUS-COUS (CON POLLO AGNELLO MERGUEZ)
DOLCI
VINO A VOLONTA’
Prenotazione:
Annalisa3391665877 Massimo 3339122103 Sergio 0556560595
La versione della polizia puzza… da quando i resistenti agli sgomberi si autolanciano addosso le molotov?????
http://it.peacereporter.net/articolo/13814/Corea+del+Sud%2C+polizia+sgom…
Corea del Sud,
polizia sgombera palazzo occupato a Seul: 6 morti
Forse morti a causa degli incendi scoppiati per le molotov.
La polizia coreana ha sgomberato con la forza un edificio di Seul occupato da una quarantina di squatter.
Nei violenti scontri, con lanci di molotov e lacrimogeni, un agente
e cinque occupanti sono morti. Una ventina i feriti, di cui uno in
gravissime condizioni.
Secondo la polizia i decessi sarebbero stati causati dall’incendio
scatenatosi a causa delle bottiglie incendiarie lanciate dagli
squatter, che da tempo occupavano l’edificio opponendosi allo sfratto
deciso in seguito a un progetto di riqualificazione del quartiere di
Yongsan, dove si trova una grossa base militare statunitense.
Il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha ordinato un’indagine.
DAL 18 AL 25 GENNAIO 2009
SETTIMANA DI SOLIDARIETA SENZA FRONTIERE CON ISA E TUTTI I PRIGIONIERI
Buon anno?
Un anno…
Isa e ormai in galera da un anno. Da un anno la trasferiscono in
continuazione: prima a Fleury-Merogis, poi a Lille-Sequedin, Rouen e
oggi a Versailles. La accusano di aver tentato di incendiare un mezzo
degli sbirri (carro attrezzi) in pieno periodo elettorale, e di esser
stata in possesso di una pianta di una prigione per minorenni, di
clorato di sodio (ingrediente per fumogeni fatti in casa) e di qualche
manuale di sabotaggio.
L’inchiesta è in corso e ancora non si conosce la data del processo – del suo e dei suoi coimputati
(damien e juan, ancora in prigione; più farid, ivan e bruno). Si tratta
di una delle inchieste dell’antiterrorismo (tra cui il caso di "Tarnac"
ne è l’esempio più visibile) che concerne il cosiddetto "movimento
anarco-autonomo", etichetta impiegata dagli sbirri per designare
compagni che prendono parte alle lotte sociali.
Alla scadenza del primo anno di detenzione preventiva, i giudici
decideranno se rinnovare o meno il mandato d’arresto criminale di Isa:
se continuare a tenerla in gabbia o se liberarla.
Perché quest’affare é solo un esempio, tra tanti altri,
dell’innalzamento del livello di repressione che si abbatte su un
numero sempre maggiore di persone che si trovano a riempire le galere
di ogni specie, comprese le più recenti (per stranieri, per minorenni,
di massima sicurezza..);
Perché la nostra solidarietà si rivolge a quelle e quelli che si ribellano contro l’ordine di questo mondo;
Lanciamo una settimana di solidarietà senza frontiere con Isa e tutti i prigionieri tra il 18 e il 25 gennaio 2009.
Moltiplichiamo le azioni ( striscioni, scritte, presidi, dibattiti
pubblici, manifestazioni, fuochi d’artificio, e chi piu ne ha, più ne
metta…) per rompere l’isolamento carcerario e per continuare la lotta.
Ancora un’occasione per condividere la nostra rabbia e per attaccare chi sfrutta e ingabbia.
Libertà per Isa, Damien, Juan e tutti i prigionieri!
Viva il sabotaggio!
Viva la rivolta!
Fuoco alle prigioni !
Riceviamo e diffondiamo
17 gennaio 2009 Amadora, Portogallo – Una protesta di 150 persone
presso la stazione di polizia di Amadora, ha seguito l’omicidio di un
ragazzo di 14 anni, Kuku, avvenuta due settimane prima.
Scritte lungo la strada, bottiglie, scarpe e pietre lanciate contro la
caserma e gli sbirri antisommossa. Un’agente ferito e portato in
ospedale. Successivamente un ospedale è stato attaccato con pietre.
Nessun arresto.
Non siamo vittime e non siamo bravi ragazzi e ragazze. I bersagli sono ovunque. Solidarietà con i ribelli incontrollabili.
Mercoledì 14 gennaio, a Prato, un compagno del del Collettivo
Studentesco Autonomo finiva in ospedale con quattro punti di sutura,
dopo aver subito un aggressione da parte di fascisti vicini a Casapound.
Non è questa la prima volta in cui i neofascisti provano ad intimorire
il movimento studentesco pratese, minacciando ed aggredendo quelle
persone che sono state e continuano ad essere in prima linea nelle
lotte nelle scuole, nelle manifestazioni di piazza e nelle occupazioni
che hanno già riempito i mesi di ottobre e novembre scorsi, facendo di
nuovo riaccendere l’allarme di pericolo tra governo e padroni.
E’ così che, interpretando perfettamente quello che da sempre è il loro
ruolo, ovvero quello di servi dei servi, ancora una volta i fascisti si
presentano come il terzo braccio della repressione "ufficiale", agendo
nell’impunità garantita delle istituzioni e nel silenzio servile dei
media.
Non è a queste istituzione infatti che ci vogliamo appellare,
consapevoli che di giorno in giorno sono esse stesse protagonista nel
processo di fascistizzazione della società (dalle politiche sulla
"sicurezza" a quelle repressive e razziste sulla scuola, con voto in
condotta e "classi separate" per italiani e immigrati), nè tanto meno
vogliamo affidarci ai "fascisti in divisa", che stipendiati dallo stato
praticano lo squadrismo quotidianamente.
Come studenti, non possiamo più restare a guardare mentre formazioni
neofasciste, più o meno mascherate, cercano di radicarsi nelle nostre
scuole, e facciamo quindi appello a tutti quelli che come noi si
riconoscono nell’antifascismo e nell’antirazzismo a mobilitarsi
costantemente affinchè per queste merde torni a non esserci nessun
posto nel movimento, dove da mesi cercano di infiltrarsi mascherati da
bravi ragazzi “nè rossi né neri”, e più in generale nelle nostre scuole.
Ciò che attualmente urge, invece, è auto-organizzarsi nelle scuole,
nei quartieri, nelle piazze, promuovendo dal basso e quotidianamente
cultura e pratiche antifasciste, privando a queste merde ogni spazio
politico e fisico
che possa essere usato per la loro propaganda razzista,
nazionalista ed autoritaria.
SABATO 24 GENNAIO
CORTEO ANTIFASCISTA
Prato – Piazza Mercatale ore 15.30
da Firenze appuntamento alla stazione SMN ore 14.30
Rete dei Collettivi Studenteschi (Firenze) – Coordinamento Studentesco Livornese – Collettivo Studentesco Autonomo (Prato)
"I colleghi che avrebbero minacciato di stupro le signorine
antagoniste meritano la nostra esecrazione, o no?" No. Per questa
domanda concedimi anche il beneficio del dubbio. Chi prenderebbe
seriamente un tentativo di violenza a una capra malata? Il popolo
antagonista non brilla certo per l’attaccamento all’igiene! Non credo a
quello che, sicuramente in malafede, sostengono questi personaggi!
Queste frasi sono tratte da DoppiaVela, lo spazio internet messo a
disposizione dei poliziotti dalla polizia di stato. Sono frasi
riportate in Acab, All cops are bastards, il nuovo libro di Carlo
Bonini, inviato della Repubblica.
In queste, come nelle altre frasi, si trovano alcune delle
conversazioni che i poliziotti ci scambiavano sui fatti del G8 di
Genova, dopo che un loro collega aveva definito la Diaz e Bolzaneto
come una macelleria messicana.
Mi sembra inutile aggiungere altri commenti, se non Celerini infami!