Pontassieve (FI) – Denunciati tre compagni

Esprimiamo solidarietà ai compagni della Macchia, come sempre il potere dimostra tutta la sua arroganza e la sua violenza nei confronti di chi non è disposto a chinare il capo e dire si signore. Vi appoggeremo in ogni iniziativa. Un abbraccio.

IL SINDACO NON RIDE…
DALLE BANANE ALLA QUERELA:
SIAMO PROPRIO ALLA FRUTTA
 

Il 2 Febbraio si è svolta
la prima udienza a carico dei 21 compagni denunciati per l’occupazione
dell’SRA la Macchia, spazio restituito all’ uso collettivo nel febbraio
2006 dopo anni di completo abbandono. Già nel giugno 2006, con lo sgombero
forzato dei carabinieri di pontassieve su ordine del sindaco Marco Mairaghi,
lo spazio è ripiombato nell’ abbandono più completo in cui giace
tuttora… altro che riqualificazione .

L’assemblea di voci dalla
macchia ha continuato la propria attività politica sul territorio con
i mezzi che la contraddistinguono.

Nella notte fra il 10 e l’
11 aprile a pontassieve tre compagni di Voci dalla Macchia sono stati
colti in flagranza mentre affiggevano alcuni manifesti nel periodo della
campagna elettorale nazionale del 2008. I manifesti, intitolati “La
Repubblica delle Banane” ironizzavano sulla forma rappresentativa
del voto, mettendone in evidenza l’ effettiva inutilità, considerato
l’attuale contesto politico-governativo territoriale e nazionale ,
attraverso una parodia dai toni satirici in forma di vernacolo. Ad abbellire
il tutto era stato inserito un fotomontaggio raffigurante il primo cittadino
Marco Mairaghi circondato da una banda musicale. L’immagine lo immortalava
nell’atto della celebrazione di un finto manifesto elettorale raffigurante
una scimmia in veste di candidato elettorale che prometteva “più
banane per tutti”.  A seguito della compilazione di un verbale
prestampato è stata sequestrata una copia dei manifesti e consegnato
un avviso di una possibile apertura di inchiesta . Ad un breve passo
dalle elezioni amministrative 2009 sono giunte le notifiche delle denunce
con l’imputazione di danni all’ immagine e diffamazione del sindaco
Marco Mairaghi. Come prova della montatura che è stata costruita sul
caso, nella fotocopia del manifesto allegata agli atti è stata omessa
la frase rilevante : “raccolta di notizie non proprio vere “. Con
queste denuncia, a nostro parere, è stato raggiunto l’apice della
meschinità, dato dal timore di un vero confronto pubblico, colpendoci
invece, individualmente. Questa vicenda è parte delle strategie repressive
messe in atto a tutti i livelli come anche sul nostro territorio verso
chi dissente pubblicamente e chi volontariamente sfugge all’ottica
conformista di  questa società liberticida .

Voci dalla Macchia

Lecco – Arrestato Compagno

Durante la giornata della commemorazione del
giorno del ricordo, come ogni anno una sfilza di fascisti ha deciso di
sfilare in corteo per le vie di Lecco in ricordo dei loro “martiri”
delle foibe. Un gruppo di antifascisti ha deciso di dedicare a loro dei
cori come “morte al fascio” e “non ci sono martiri nelle foibe”. A
questi cori ha reagito lo squadrone di celere e digos, caricando
immediatamente il gruppo di individui, fermando 4 compagni. La carica è
stata improvvisa, accompagnata da insulti e calci. Uno dei fermati,
Riccardo, è stato tratto in arresto e sarà processato con rito
abbreviato, probabilmente domani. I reati attribuiti per tutti e
quattro sono: radunata sediziosa, manifestazione non autorizzata e
resistenza a pubblico ufficiale. Probabilmente al compagno è attribuito
anche il reato di lesioni a pubblico ufficiale. Quest’ennesimo attacco
da parte della digos di Lecco non può che ricevere la giusta risposta
da parte nostra, e saremo presenti al processo, rilanciando la lotta
contro ogni forma di militarismo e di nazionalismo.
A presto nuovi aggiornamenti su data del processo e particolari.

Anarchici lecchesi

Firenze – Foglio di via per 3 anni a Favollo

 Esprimiamo massima solidarietà al compagno fermato dai fascisti in divisa per impedirgli di partecipare alla manifestazione antifascista. Il messaggio lanciato dai bastardi in uniforme è chiaro, non saranno tollerate interferenze al compimento del progetto neoautoritario in marcia nell’italico stivale.
Di fronte ad aggressioni premeditate ai danni di compagni o immigrati, difronte alla virata autoritaria che il potere sta dando al paese ogni voce contraria va zittita con la prevaricazione, l’intimidazione…il problema non è solo italiano, in Inghilterra un simpatizzante Shac è stato arrestato per alcuni commenti su indymedia. Da parte nostra auspichiamo che la scintilla greca appicchi il fuoco in tutta Europa, contro stato e capitale, per una vita degna di essere chiamata tale libera dalla schiavitù di stati (i veri terroristi) e mercato. Solidarietà a Favollo. VIVA L’ANARCHIA!
 
 
PRIMA DELLA MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA DI FIRENZE DEL 7 FEBBRAIO VIENE
FERMATO E CONDOTTO IN QUESTURA FAVOLLO.PER AVERE UN TEMPERINO DI LAMA 6
CM E UNO SPRAY AL PEPE DI LIBERA VENDITA SE NE ESCE (DOPO ESSER STATO
RINCHIUSO 6 ORE NEGLI UFFICI DELLA QUESTURA) CON IN MANO UN FOGLIO DI
VIA DA FIRENZE PER 3 ANNI + ANNESSA DENUNCIA!
 

Pistoia-Contro ogni fascismo: il caso Venezuela

Riceviamo e pubblichiamo:

Il comitato antifascista San Lorenzo organizza una serata Antifascista

Sabato 14 febbraio 2009 – Circolo 1° Maggio, via di Porta San Marco, 38 – Pistoia

CONTRO OGNI FASCISMO: IL CASO VENEZUELA

– ore 20.00 cena conviviale con piatti SudAmericani
– ore 21.30 proiezione del documentario:

PUENTE LLAGUNO, CLAVES DE UN MASACRE

Documentario sui fatti avvenuti l’11 aprile 2002 in Venezuela.

L’Aquila – Danneggiati ripetitori

fonte : "IL Messaggero" del 10/02

"Lucchetti distrutti, porte forzate e danneggiate. I vandali hanno
ancora preso di mira le stazioni base delle emittenti radiotelevisive e
non solo di Monteluco di Roio. Approfittando della zona scarsamente
illuminata e della dislocazione delle stazioni radiotelevisive,
nascoste tra la pineta, ignoti hanno messo in atto una serie di atti
vandalici a danno, a quanto sembra, anche delle Forze dell’ordine che,
a Monteluco, hanno stazioni e ponti ripetitori, in virtù della
posizione della collina che, sovrastando la città, rende le
comunicazioni radio e telefoniche, sempre efficienti anche nelle
frazioni più lontane. Il danneggiamento delle postazioni è saltato
fuori nella tarda mattinata di ieri. Sul posto sono intervenuti gli
agenti della squadra Volante, quelli della Digos e gli agenti della
Polizia scientifica. Subito dopo sono arrivati anche i Carabinieri del
Nucleo operativo e radiomobile. L’ultimo atto vandalico in ordine di
tempo era stato compiuto contro un emittente televisiva locale. In
quell’occasione furono tranciati i cavi di alimentazione del
ripetitore. (…)

Ferrara – Ultime brevi

Sabato 24 gennaio / Domenica 25 gennaio:
Distrutta nella notte parte di un impianto di videosorveglianza nei
pressi di una scuola, istallata per contrastare il fenomeno delle
scritte contro la polizia.

Venerdì 6 febbraio / Sabato 7 febbraio: Imbrattata nella notte con
vernice nera la sede di Arpa, complice nella costruzione di un asilo su
un adiscarica di cvm.

Domenica 8 febbraio / Lunedì 9 febbraio: Incendiati nella notte
cassonetti davanti al carcere di via arginone in solidarietà con la lotta dei detenuti dell’emilia romagna contro l’ergastolo.

Torino – Comunicato sulla neo-storia scritta dall’askatasuna a cura della Torino Squatter

In seguito agli incidenti della sera di martedì
27 Gennaio 09, il giornale padronale “La Stampa” e l’organetto fascista
“Torino Qui”, escono con vistose locandine che accusano squatter e
migranti di avere attaccato la polizia e di aver – tanto per cambiare –
devastato la città, rovesciando una panchina.

In realtà la manifestazione era organizzata dal centro sociale
Gabrio e dal centro sociale Askatasuna che dal novembre del 2007 si
interessano dei diritti calpestati dei rifugiati politici, prima con
l’occupazione di Fenix2 (sgomberato dagli squatter nell’Agosto di
quell’anno) poi con la recente occupazione della clinica S.Paolo di
c.so Peschiera. Ma come al solito i media si sono impegnati nell’opera
di disinformazione e non hanno rinunciato all’occasione per rinnovare
la criminalizzazione degli squatter, anche se poi negli articoli si
parla di autonomi.

Evidentemente irritati dall’equivoco sull’etichetta i dirigenti
dell’autonomia torinese del centro sociale Askatasuna hanno pensato
bene di rilasciare pesanti dichiarazioni dove si afferma il falso al
fine di sminuire il movimento delle occupazioni torinese degli squatter
e l’anarchismo in generale, rivendicando il loro protagonismo.

Pensiamo che per ristabilire un elementare senso del giusto sia il
caso di dare una risposta a queste vergognose (per chi le fa)
affermazioni, perché ci colpiscono direttamente e perché, vediamo che è
diventato un ritornello dei “portavoce” di Askatasuna, evidentemente a
corto di argomenti e in piena fase di revisione politica.

Si erano già esibiti, Lele Rizzo per primo, in un’intervista sul
Manifesto del 13-09-08 sfoggiando notevoli capacità di invenzione
letteraria. Si trattava di un’esilarante Neo-storia delle occupazioni a
Torino, in chiave involontariamente demenziale, che voleva far
scomparire gli squatter, mirando in definitiva all’eliminazione dalla
storia dell’esperienza degli squat di Torino, per mettere al centro
dello spettacolo mediatico se stesso ed il suo centro sociale. Una
bella operazione di censura e di pulizia-politica. L’articolo di
disinformazione iniziava così: “Askatasuna, El Paso, Gabrio sono gli
spazi occupati autogestiti Torinesi”, e gli altri?… Sole e Baleno erano
“Anarchici frequentatori di squat”, non gli occupanti della casa di
Collegno, e così via, mentendo e censurando. Di fronte alle barzellette
snocciolate su una testata ideologica che nel corso degli anni, in modo
sistematico, aveva ignorato ed in certi casi apertamente censurato o
denigrato le vicende delle occupazioni di Torino, in quanto
prevalentemente anarchiche, pensammo che non valesse la pena muovere un
dito. Un caso pietoso, un misero sfogo.

Ma ora insistono e rincarano la dose, mandando avanti, stavolta, il
simpatico Lodovico Poletto, giornalista che ha iniziato la sua carriera
infamando Baleno fin dalla prima volta che finì in carcere ad Ivrea,
che ha cercato il riciclaggio scrivendo – quasi – a favore dei No-Tav e
si è trovato ad essere il portavoce della propaganda dell’Askatasuna,
che lo considera ormai un giornalista “organico”.

In un articolo su “La Stampa” di Giovedì 29-01-09 dedicato alla
risposta degli “antagonisti” alle accuse di aver strumentalizzato la
manifestazione dei migranti, Poletto cita puntigliosamente le parole
dei leader dell’Askatasuna. Dopo aver aperto affermando che “Askatasuna
ormai passa per essere l’ultimo centro sociale della città” altrettanto
gratuitamente, ma inesorabilmente, nella logica della propaganda
tardo-stalinista che ha accettato di veicolare, arriva ad affermare:

“Gli anarchici, per dirla con le parole di qualche autonomo,
rappresentano il : pochi e isolati da tutto. Gli squatter, un tempo
attivissimi, sono ormai semi-scomparsi.” I soliti vecchi luoghi comuni
sugli anarchici avulsi, gli stessi utilizzati anche da assessori e
sindaci sgomberatori. Si nota che la sinistra è ancora una grande
famiglia.

Nella frase citata si identifica l’anarchismo torinese unicamente
con gli squatter, mostrando che verso di loro è rivolto l’attacco, cui
abbiamo deciso di rispondere perché in circolazione non rimangano solo
menzogne diffuse in modo industriale.

Riteniamo gravissimo che le affermazioni – a detta di Poletto – ,
inserite nella logica dell’eliminazione della “concorrenza”, indichino
alla repressione un preciso settore degli anarchici da colpire.

E’ arrivata a questo punto, la frustrazione pluridecennale di vivere
nell’unica città italiana dove, nonostante una repressione feroce, le
occupazioni sono in prevalenza anarchiche, da 25 anni a questa parte
(Cine Diana prima occupazione del 1984). Una prevalenza quantitativa,
ma soprattutto qualitativa. Proprio la radicalità degli anarchici,
definiti “puristi della marginalità”, ha consentito ai “compagni”
dell’Aska di mantenere la loro radicalità, mentre nel resto d’Italia
l’autonomia si ammorbidiva, scendendo a compromessi anche sostanziali.

Suona fessa anche la sorprendente nuova rappresentazione di se
stessi come pacifici militanti che usano la “forza per difendere gli
altri e per difenderci”. “Non abbiamo mai aggredito nessuno a freddo”,
frase stonata in bocca ai teorici accaniti dei “rapporti di forza” che
tutto risolvono, scorciatoia autoritaria per imporre la propria
“linea”, che strega anche qualche anarchico, poco anarchico. E’
singolare che provenga dalla dirigenza di un collettivo che non
rinuncia a proporsi, soprattutto a Torino, più velatamente in Val Susa,
come “avanguardia rivoluzionaria” (leninista), e che in quanto tale ha
nel suo metabolismo la tendenza ad egemonizzare le lotte – ovunque – e
con qualunque mezzo necessario, anche quelli eticamente più abbietti,
come le aggressioni fisiche personali a freddo e la calunnia e la
censura usate come arma politica. Sistemi antichi, utilizzati peraltro
senza risparmio da tutti i politicanti autoritari, ma particolarmente
cari agli stalinisti.

Pensiamo inoltre che, le miserie così bene espresse da “qualche
autonomo” siano dovute ad un processo di revisione delle idee
“rivoluzionarie” dei dirigenti che stanno trascinando rapidamente
l’Aska dalle barricate all’urna (elettorale) all’insegna
dell’opportunismo e della real-politik. Come spiegava il giornalista
Maurizio Tropeano sulla “Busiarda” del 02-01-09, dopo aver parlato con
Lele Rizzo, “i comitati stanno lavorando per presentare liste civiche e
candidati sindaci che ”. Peccato che i comitati abbiano deciso
nell’assemblea di Condove del 19 Dicembre di non presentare liste
civiche No-Tav.

Comunque si rassicurino i “compagni” dell’Askatasuna e con loro,
tutti quelli che ci vorrebbero veder scomparire e lavorano per questo.

Nonostante la ferocia della repressione, a 10 anni dalla morte di
Sole e Baleno, e nonostante le decine di sgomberi che ne seguirono
colpendo, salvo eccezioni, l’area anarchica, il movimento squatter gode
di ottima salute anche se, effettivamente siamo “isolati” dai
protettori della sinistra istituzionale, troppo impegnati ad aprirvi le
porte. Preferiamo così, continuare senza santi in cielo. Questa è la
strada di chi ha iniziato ad occupare 25 anni fa a Torino.

Inoltre, ci pare che nella nostra città e nella provincia anche le
altre componenti dell’anarchismo godano di ottima salute e siano in
espansione. Ci rallegriamo nel comunicarvelo.

FENIX, OSSERVATORIO ASTRONOMICO CONTRO LA REPRESSIONE + OSSERVATORIO ECOLOGICO VOLANTE

ASILO SQUAT PRINCIPE DI NAPOLI, Torino


BAROCCHIO SQUAT GARDEN, Grugliasco – Torino


MEZCAL SQUAT, Collegno – Torino


BOCCIA SQUAT, Torino

 

Documento sulla crisi redatto dai militanti dell’ U.S.I.

Ecco un documento scritto qualche tempo fa dai compagni dell’U.S.I Liguria sulla crisi che sta arrivando e che già in parte si fa sentire (ma "il bello" ha ancora da venire); "in chiaro" pubblichiamo la premessa, chi fosse interessato a leggere tutto lo scritto può scaricarlo cliccando il link poco sotto.
 
PREMESSA
Le avvisaglie per una fase di aspro scontro sul piano sociale e sindacale sembrano esserci tutte. Dopo la spallata di luglio con il decreto Brunetta, che prefigurava un pesante attacco ai lavoratori pubblici e altrettanto pesanti tagli ai servizi, i proconsoli di Berlusconi si sono messi tutti attivamente all’opera.
Ultima, ma non per la gravità del suo intervento, la ministra Gelmini: dal punto di vista occupazionale verranno infatti tagliati 70mila posti di insegnanti e 43mila di ATA che sommati ai 47mila della Finanziaria- Prodi danno un totale di 160 mila posti in meno; per quanto riguarda le risorse è previsto un taglio di 8 miliardi di Euro per i finanziamenti delle scuole pubbliche nei prossimi 4 anni, il taglio dei fondi alle università (con il progetto della loro privatizzazione) e infine per quanto riguarda la qualità del servizio c’è il ritorno al maestro unico alle elementari. Poco da commentare, i numeri parlano da soli, se non rilevare l’ennesimo regalo all’istruzione privata.
C’è stata poi la questione Alitalia, dove sono saltati migliaia di posti di lavoro e tagliati gli stipendi dei lavoratori, con tutto il suo corollario di vicende apparentemente surreali, ma molto materialmente interpretabili: dall’esplodere della crisi, alla trattativa con Air-France per finire alla cordata di imprenditori italiani che rilevano la parte sana della compagnia di bandiera. In tutto questo campeggia la drammaticità della situazione dei lavoratori: gli esuberi, il taglio degli stipendi (30-40%), l’aumento degli orari di lavoro, ecc.
Infine, è entrato in campo il ministro Sacconi con un progetto di decreto di legge che tende a limitare ancora di più l’esercizio degli scioperi nei servizi.
Siamo dunque di fronte ad un quadro assolutamente devastante, che si situa in un contesto internazionale colpito dalla crisi finanziaria, dal crollo delle borse e dalla conseguente crisi economica e produttiva.
Al di là della drammaticità della situazione internazionale, della quale non è facile prevedere gli sviluppi e l’impatto che avrà sulla nostra situazione, vengono spontanee alcune riflessioni: -l rapporto finanza- economia reale non è totale, tuttavia le crisi finanziarie si traducono inevitabilmente in crisi generali. Anche in questo caso gli effetti del crack finanziario, in particolare la crisi di liquidità e la stretta creditizia si sono riversate su un’economia già in fase depressiva e ne hanno amplificato la tendenza ad una vera e propria profonda recessione. Questo negli USA, come in
Europa e, potenzialmente, nel resto del mondo, compreso gli iper-produttivi giganti asiatici (India e Cina).
– il liberismo selvaggio si è suicidato. Le teorie della libera iniziativa e del libero mercato come unici regolatori dell’economia mostrano tutti i loro limiti e la loro impotenza ad arginare le crisi cicliche del capitalismo. Si ricorre perciò alle nazionalizzazioni e all’intervento diretto dello Stato nell’economia, che sembravano ormai solo un retaggio del socialismo reale. Il capitalismo però sopravvive… alla faccia di quelli che vedevano nel neoliberismo il nemico assoluto e non c’è motivo di pensare che diventerà più “umano”.
– la mondializzazione mostra – in negativo – tutte le sue potenzialità di volano di crisi devastanti. Alla
libera circolazione delle merci si possono opporre dazi protettivi; a quella degli uomini, confini militarizzati, a quella della forza-lavoro, leggi; a quella dei capitali, regole; ma a quella delle crisi nulla si può opporre… vera e propria merce virtuale globale, viene esportata in abbondanza.
Se questo è quanto, oltre all’ovvio riconoscimento della necessità di una immediata e radicale risposta da parte della working class a livello internazionale, ci sembra anche importante rafforzare il nostro patrimonio di conoscenze, le nostre armi critiche e i nostri strumenti analitici, ovvero ottenere la massima chiarezza possibile sulle dinamiche e gli sviluppi che hanno portato alla situazione attuale.
A questo scopo pubblichiamo nel seguito due scritti del compagno R.S. di Torino, militante del sindacalismo di base, che da anni si occupa con impegno e competenza di questioni che l’opinione comune relega all’attività di “esperti” e “specialisti” di parte.
 

Grecia – Scontri e nuove occupazioni

raduzione da infoshop.org

Occupazione del Teatro dell’Opera di Atene

Ribellando il teatro dell’opera

La rivolta di dicembre, traendo forza da tutte le precedenti lotte
sociali, ha aperto la strada a una resistenza generalizzata contro
tutto ciò che offende e schiavizza le nostre esistenze. Ha innescato
una lotta per la vita, screditata su base quotidiana.
Come risposta a coloro che intendono la rivolta come un petardo dalla
vita breve, che la scartano e la minano dicendo semplicemente "la vita
continua", diciamo che non solo la lotta continua, ma ha già posto le
nostre vite su una base differente. Nulla è concluso; la nostra rabbia
persevera. La nostra agonia non si è attenuata; siamo ancora qui.
Rivolta nelle strade, nelle scuole e università, nei sindacati, edifici
municipali e nei parchi. Rivolta anche nell’arte.

Contro l’arte come uno spettacolo che viene consumato da spettatori passivi.
Contro l’estetica che esclude il "diverso".
Contro una cultura che distrugge parchi e spazi pubblici in nome del profitto.
Uniamo le nostre voci a tutte quelle in lotta.
Against a culture that destroys parks and public space in the name of profit.
In solidarietà con Konstantina Kouneva e con gli arrestati durante la ribellione.
Con la nostra lotta e la nostra cultura, rispondiamo all’oppressione di
stato, all’esclusione sociale e ai tentativi dei mass media di
terrorizzare e disinformare.
Con questa iniziativa che ha avuto origine nelle "Arti" (considerando
arte la vita di ogniuno), ci riappropiamo di uno spazio per esprimere
l’arte di vivere di ogniuno e di tutti e per esplorare una riforma
della cultura. Aspiriamo a un arte non mediata; aperta e accessibile a
tutti.
Liberiamo l’Opera Nazionale Greca perchè, per definizione, appartiene a tutti noi.
Sentiamo il bisogno di prendere le cose dal principio e reinventare il ruolo dell’arte.
Attraverso sviluppi autogestiti, proponiamo libere azioni creative di
tutti e per tutti coloro che considerano la cultura un prodotto della
creatività collettiva.
Per recuperare e riappropiarci della cultura che ci è stata sottratta.

Assemblea generale aperta tutti i giorni alle 21.00

I NOSTRI TEATRI LE STRADE, LA NOSTRA ARTE LA RIVOLTA

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Perchè occupare l’opera

Rispondendo a coloro che si chiedono il perchè della presa e
occupazione dell’edificio storico della Lyriki Scene (casa dell’opera)
proponiamo i seguenti eventi storici:

29-09-1941 – Viene presentato lo "Zingaro Barone" di Strauss alla
Lyriki. Lo stesso giorno 2000 innocenti della regione di Drama vengono
giustiziati dagli occupanti fascisti in rappresaglia contro i
resistenti greci.

20-02-1942 – La "Carmen" di Bijet viene inscenata durante la
terribile carestia che colpì il 63% della popolazione uccidendo più di
100.000 abitanti.

30-05-1945 – "Il ratto del serraglio" di Mozart viene presentato lo
stesso giorno dell’omicidio di Triantafylos Triantafylou a Pouri in
Tessalia. Una delle 56 vittime del terrorismo para-statale prima della
guerra civile. Allo stesso tempo, venivano presi 18.708 prigionieri
politici tra la Grecia e le isole.

17-06-1948 Il "Godchild" di Sakelarides viene inscenato lo stesso
giorno del battesimo delle bombe al napalm al Mt. Grammos, apice degli
eventi della guerra civile greca.

22-11-1973 – Cinque giorni dopo gli eventi al politecnico di Atene e
due giorni dopo la fine della legge marziale in Grecia, la Lyric
annuncia la continuazione dei suoi programmi per il pubblico.

QUANDO MICHAEL KALTEZAS E’ STATO UCCISO,
QUANDO LE ARMI DELLA POLIZIA SPARANO,
QUANDO KONSTANTINA KOUNEVA VIENE COSTRETTA A BERA ACIDO SOLFORICO,
QUANDO A OGNI POLIZIOTTO VIENE ORDINATO DI SPARARE SU MANIFESTANTI DISARMATI,
QUANDO GLI ARRESATI DURANTE LE RIVOLTE DELLO SCORSO DICEMBRE SONO ANCORA PRIGIONIERI,
QUANDO TUTTI CAPISCONO CHE STANNO PERDENDO IL PROPRIO LAVORO,
la Lyriki è qui per intrattenervi!

Questo non è certo il momento per trattare con chi gestiva,
produceva e assisteva tutti questi spettacoli, per tutti questi anni,
durante guerra civile o dittatura.