Lettera di Francesco Domingo

Riceviamo e pubblichiamo questa nuova lettera di Francesco Domingo

Cari/e Compagni/e! ,

Anzitutto mi auguro che questo mio scritto possa raggiungervi in
ottima forma e salute.
Giorni addietro ho ricevuto il vostro gradito scritto, ma ho aspettato
qualche giorno nel rispondervi, per il semplice motivo che il 19/02
sono andato a Cagliari (all’udienza) per la revoca del 14 bis, ed
essendo che il consiglio si era riservato, aspettavo la risposta per
comunicarvi nuovi sviluppi.
Vi comunico che è andato tutto bene, infatti il 04/03 mi è stato
revocato la “tortura del 14 bis”, essendo che tutte le motivazioni
erano infondate, però mi hanno fatto scontare 2 mesi e 10 gg., ma
l’importante è che il tutto si è concluso positivamente.
Intanto vi ringrazio per il vostro tempestivo e costante supporto
datomi, Anche il compagno *** mi è stato e mi sta molto vicino.
Adesso sto molto “meglio”, vado all’aria insieme a gli altri, posso
frequentare la saletta ecc… di positivo c’è anche che giorni addietro
ricevetti notizie dall’avvocato, la quale mi comunicò l’assoluzione in
un processo, così per come sono messo adesso, mi restano 2 anni e 10
mesi per finire il tutto.
Vi informo che il 01/03 è stato il mio ultimo giorno dello sciopero
della fame che ha toccato le carceri Sarde per l’abolizione del “fine
pena mai” e ho chiuso simbolicamente con uno sciopero del carrello!
Carissimi/e Compagni/e,
Per il momento concludo questa mia inviandovi un forte abbraccio
fraterno e saluti rivoluzionari!

Francesco  (A)!

MACOMER  09/03/2009

Torino – Resoconto del fine settimana

fonte: macerie

Agnolotti

Pare che stessero mangiando agnolotti i clienti del lussuosissimo
ristorante “Il Cambio” in piazza Carignano, a Torino. Quando
all’improvviso hanno fatto irruzione nei locali alcuni anarchici – o
almeno così si dice – che hanno gettato a terra un secchio ripieno di
merda e alcuni volantini. All’arrivo delle forze dell’ordine, il
gruppetto se l’era già svignata. Così come la clientela, cui
probabilmente gli agnolotti erano rimasti sullo stomaco.
Guardate il servizio del TG3 Piemonte su questo fattaccio su:
http://www.autistici.org/macerie/?p=13993

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(PT) Chiudere subito l’inceneritore di Montale

Volantino del Collettivo Liberate gli Orsi, o se preferite del presidio permanente contro l’inceneritore di Montale,  (di cui alcuni di noi fanno parte) sui recenti fatti che hanno coinvolto il termodistruttore montalese.
 
Il testo:
 
CHIUDERE SUBITO L’INCENERITORE DI MONTALE
DANNI CERTI PER LA SALUTE, SPRECO DI ENERGIA E MATERIALI,
SPRECO DEI SOLDI  DI TUTTE/I NOI
I dati delle analisi effettuate sugli animali intorno all’inceneritore di Montale, compiute  dall’ Istituto Zooprofilattico della Toscana e del Lazio, confermano la presenza  nelle matrici biologiche, così come in quelle ambientali stando alle analisi fatte dall’Arpat, di Diossine, Furani, Ploriclorobifenili, metalli pesanti: sostanze pericolose per la salute e cancerogene.

Che l’inceneritore di Montale sia estremamente dannoso per la salute umana e per la biodiversità ambientale, lo ripetiamo da tempo ed è inoltre dimostrato dai  numerosi superamenti del limite alle emissioni dagli inceneritori di diossine e furani (un limite che in ogni caso non garantisce dai rischi per la salute): basti ricordare quello clamoroso dei primi di  maggio 2007, i cui dati furono resi noti dal CIS SOLTANTO il 17 luglio, e che portarono alla chiusura dell’impianto di via Tobagi   per alcuni mesi. 

L’inceneritore di Colleferro viene chiuso e vengono arrestati i responsabili dell’azienda che gestisce l’ impianto.
L’Asl dei Colli Albani boccia il progetto di un nuovo inceneritore perché consuma acqua preziosa (usata per il raffreddamento dell’impianto) e perché le sue emissioni interessano una popolazione troppo numerosa con conseguenti  estesi rischi e costi sanitari.
Gli inceneritori di Brescia e di Vienna – magnificati da politici e lobbies inceneritoriste – rischiano la chiusura per i danni sanitari.
E qui da noi nella piana Pistoia.Prato.Firenze,  come se niente fosse, si vogliono costruire due nuovi inceneritori  (Case Passerini e Calice) e si insiste a tener aperto il cancrovalorizzatore di Montale. Anzi c’è chi parla di raddoppiarlo!!

Contemporaneamente l’ASL 3 e l’Arpat – che dovrebbero tutelare salute e territorio e fare opera di prevenzione – tendono a minimizzare la gravità del problema e dei risultati delle analisi (non è colpa dell’inceneritore…)
La nomenclatura politica  è ceca e sorda, incapace e collusa.

Un vasto movimento di cittadini in tutto il mondo, di medici e scienziati, denuncia la nocività assoluta dell’incenerimento dei rifiuti domestici, industriali e ospedalieri, in termini di morti per cancro, aggressione agli organi vitali, al metabolismo, alle attività di regolazione dei geni.

Un movimento che non dice solo NO sacrosanti, ma che ha saputo costruire la strategia RIFIUTI  ZERO e dimostrare come ci siano strade concrete e realistiche, meno costose, senza effetti negativi sulla salute, che risparmiano materiali ed energia e aumentano l’occupazione.

D’altra parte senza gli incentivi Cip 6 e Certificati verdi, truffaldini perché finanziano fonti energetiche non rinnovabili e non pulite, il bilancio delle aziende che gestiscono gli inceneritori sarebbe in rosso. Quello del CIS di Montale è ampiamente in rosso nonostante i CIP 6: perché?

NON VOGLIAMO  INCENERITORI NE’ A MONTALE NE’ DA NESSUNA  ALTRA PARTE
LA NOSTRA SALUTE NON HA PREZZO!
NOI I VOSTRI ERRORI NON LI PAGHIAMO!

PER UN PIANO RIFIUTI ZERO DELL’ATO TOSCANA CENTRO
RILANCIAMO L’ INZIATIVA SUI TERRITORI

CONTINUIAMO L’AZIONE DIRETTA DAL BASSO

COLLETTIVO LIBERATE GLI ORSI, PISTOIA
 
…e l’impaginato (clicca sull’immagine per ingrandire):
 

NESSUNO E’ SCHIAVO!

Ecco il volantino che in questi giorni sta girando per Pistoia.

ecco il testo:

Il nuovo attacco al diritto allo sciopero portato avanti dalla squadraccia Berlusconi rappresenta l’ennesimo passo verso un’idea di società totalitaria e totalizzante che già si è cominciata a prefigurare con la creazione di un modello scolastico a misura di padrone, o con le norme contenute nel pacchetto sicurezza.

Nell’Italia delle ronde, dei medici costretti a denunciare i propri pazienti se irregolari, nell’ Italia dei lager per migranti, nel belpaese della precarietà a vita per tanti/e, nella penisola delle morti sul lavoro, nel paese degli sgomberi e degli arresti di chiunque si opponga veramente a questo stato di cose, l‘attacco al diritto di sciopero non è che l’ennesima bordata ai diritti conquistati in anni di lotte sociali e sui posti di lavoro.

Se è vero che i vari governi che si stanno succedendo al potere (destra o “sinistra” non importa) non fanno altro che ridurre gli spazi d’agibilità del dissenso, è anche vero che partiti di sinistra ed i sindacati istituzionali (leggasi CGIL, CISL e UIL) hanno abiurato al loro ruolo, accettando di buon grado la forma della società imposta dal mercato e diventando organici al progetto di potere e capitale che ci vorrebbero schiavi ossequiosi ed impauriti, tutti asserviti al profitto.

A fronte di tutto ciò è necessario rilanciare quella conflittualità sociale da anni delegata –e tradita- da partiti e sindacati confederali e farlo senza demandare a nessuno le nostre rivendicazioni, autorganizzando le lotte e portandole avanti con radicalità e decisione,

L’EMANCIPAZIONE DEI LAVORATORI DEVE ESSERE OPERA DEI LAVORATORI STESSI!

Contro chi ci vorrebbe pedine intercambiabili del gioco di ruolo di potere e capitale…riprendiamoci le nostre vite, prendiamoci tutto.
Contro le leggi liberticide…generalizziamo la rivolta!
O cesseremo ora di aver paura o rimpiangeremo amaramente le prossime sconfitte.

Contro il potere ed il capitale AZIONE DIRETTA!

…ed ecco l’impaginato (clicca l’immagine per ingrandire):

Torino – Fame di libertà contro nausea da merda

fonte: adnkronos

La protesta contro i centri di identificazione ed espulsione arriva
nel cuore di Torino e colpisce il simbolo di lusso e vip. Come
riferisce ‘La Stampa’, un gruppo di anarchici sabato sera ha preso di
mira lo storico ristorante ‘Il Cambio’, uno dei più noti della città,
rovinando la cena a una cinquantina di clienti.

Erano passate da poco le 20.30 quando sei o sette uomini,
incappucciati e vestiti di nero, sono entrati nel locale lanciando
secchi pieni di sterco contro i tavoli a cui erano seduti i clienti.

Quello di sabato sera è solo l’ultima di una serie di azioni firmate
dagli anarco-insurrezionalisti a Torino contro il nuovo centro di
identificazione ed espulsione di corso Brunelleschi. Nelle ultime
settimane infatti, c’era stato un assalto con vernice rossa e farina
alla lavanderia della Croce Rossa (che gestisce l’ex Cpt) e l’irruzione
nella cooperativa che ha ottenuto l’appalto per i lavori di
allargamento del Centro di identificazione.

Ora però la protesta a sostegno degli immigrati si è allargata,
anche dopo la notizia di alcuni tentati suicidi da parte degli
extracomunitari rinchiusi nella struttura. Gli anarchici hanno voluto
‘colpire’ il loro ‘nemico’ per eccellenza: il luogo di ritrovo della
‘Torino bene’ all’ombra della Mole. Un’azione subito fermamente
condannata dal sindaco Chiamparino, secondo cui questi gesti "alla fine
vengono attribuiti alla sinistra finendo per danneggiarla".

Torino, blitz Anarchico: guerra al lusso!

da lastampa.i, articolo di Angelo Conti

Blitz anarchico al Cambio di Torino. Sei incappucciati terrorizzano i clienti al grido di "voi vi ingozzate e nei cpt si crepa".
Secchiate di escrementi sui tavoli del Ristorante del Cambio. E’ successo ieri sera, quando mezza dozzina di anarco-insurrezionalisti, ha dato l’assalto allo storico locale di piazza Carignano, nel cuore di Torino. Erano le 20,40 e, quasi per ogni tavolata era il momento degli agnolotti. Qualcuno ha suonato alla porta e qualcuno, stranamente, ha aperto. Sei ragazzi, vestiti di nero e tutti incappucciati, con in mano secchi maleodoranti, sono entrati urlando nell’elegante e storico ingresso. Poi la corsa verso la sala principale dove c’erano una cinquantina di persone, molti di fuori città. Al grido di «libertà per gli immigrati» gli anarchici hanno poi scagliato il contenuto dei secchi, escrementi e frattaglie, contro i clienti. Poi sono passati ai volantini per la «Campagna contro il centro di identificazione e espulsione di corso Brunelleschi». Il gruppo è poi fuggito inseguito da un paio di camerieri che hanno perso le tracce dei teppisti dopo un paio di isolati. L’allarme è stato dato al 113 da camerieri e avventori, mentre il personale cercava di ripulire gli antichi velluti rossi che coprono le sedie e i divani del locale.

I titolari hanno cercato di ripristinare la normale funzionalità del locale, ma i clienti hanno preferito allontanarsi subito, storditi anche dall’odore nauseabondo che aveva avvolto le sale care a Cavour. Alcuni di loro si sono lamentati: «Ma perché gli hanno aperto? Si sono presentati incappucciati, vestiti di nero, con dei secchi in mano. Potevano essere di tutto, anche rapinatori». Ed un altro: «Ho pantaloni e scarpe imbrattate. Il locale sarà assicurato?». Quando la prima pattuglia delle Volanti, un paio di minuti dopo l’allarme, è arrivata sulla piazza, i clienti si stavano già allontanando e all’interno gli addetti alle pulizie avevano già fatto sparire molte tracce del raid. La scientifica si è così trovata di fronte ad una «scena del crimine» molto compromessa, ma le indagini della Digos si sono subito orientate sui gruppi anarco-insurrezionalisti che, in questi giorni stanno dando vita a una dura campagna contro il centro di corso Brunelleschi, diventata ancor più violenta dopo la notizia di alcuni tentati suicidi proprio qui a Torino e della morte di un immigrato nel centro gemello di Roma. La polizia ha cercato di rintracciare, ieri sera, alcuni dei più attivi del gruppo e, nella notte, erano in corso sopralluoghi e controlli. Il modus operandi è stato simile a quello adottato nel raid contro gli uffici della Croce Rossa, in quello contro la lavanderia che si occupa del trattamento delle lenzuola del centro, nella recente azione contro la società di servizi che ha cominciato a lavorare in corso Brunelleschi. Il gruppetto comunque sarebbe stato anche ripreso da almeno due telecamere, piazzate nei pressi del ristorante. Le probabilità di identificare i responsabili sono piuttosto alte.

FI – Ancora Denunce Contro gli Studenti in Lotta

ANCORA DENUNCE CONTRO
GLI STUDENTI IN LOTTA

Venerdì 6 marzo, tre studenti, camminando per il centro di Firenze, si
imbattevano nella pomposa celebrazione dei 150 anni de “La Nazione”. A
rendere i propri onori al giornale, storico portavoce della
dis-informazione oltre che delle campagne razziste e reazione di
regime, non potevano mancare le alte rappresentanze istituzionali, dal
ministro Brunetta al presidente Napolitano, passando per il presidente
della Provincia e candidato sindaco per il PD a Firenze Renzi.

Di fronte alla pacchiana sfilata di sfarzose auto blu, i tre studenti
hanno urlato ironicamente “c’è crisi, he? … Vergogna!”, manifestando
il proprio disprezzo per una tale e provocatoria ostentazione di lusso
da parte delle stesse persone che ogni giorno ci chiedono sacrifici in
nome della famosa “crisi”.

Nel giro di 30 secondi, la Digos presente sul posto si è scagliata
contro i tre e li ha trascinati con la forza nel vicino palazzo della
Regione, per poi trasferirli in questura. Durante il lungo fermo, gli è
stato impedito di chiamare il proprio avvocato, mentre gli è stata
obbligata una “visita” alla Scientifica, dove sono state prelevate
impronte e scattate foto segnaletiche, nonostante fossero tutti muniti
di documento d’identità.

Verranno tutti rilasciati più di due ore dopo, con una denuncia per
“Vilipendio alle più alte cariche dello Stato” (278 c.p.), punibile con
pena da 1 a 5 anni di carcere.

Dagli sviluppi del fermo in questura, e dall’atteggiamento stesso della
Digos, è stato chiaro fin da subito quanto questo avesse ben poco a che
fare con l’irrilevanza del fatto contestato, ma rispondesse ad una
strategia intimidatoria di accanimento contro chi continua a portare
avanti le lotte all’interno delle scuole.

Una volta in questura, infatti, i fermati sono stati messi a conoscenza
di altre due denunce a loro carico per fatti relativi a due recenti
cortei studenteschi.

Chiaro è come, tramite denunce, segnalazioni e minacce contro studenti
più attivi nella stagione di lotte inaugurata dalle occupazione
dell’ottobre scorso, si voglia così andare a colpire l’intero
movimento. Un movimento che, a Firenze come altrove, superando alcuni
limiti storici e sviluppando contenuti e pratiche radicali, è tornato a
far paura ai palazzi del potere, rifiutando sempre elemosine e
compromessi.

Come già successo per le sospensioni alle studentesse del liceo
Michelangiolo, colpevoli di aver partecipato all’occupazione del 10
ottobre al termine di un corteo, ancora una volta le istituzioni hanno
aspettato che le acque si calmassero, con il riflusso del movimento,
per poter poi presentare “il conto” agli studenti, nella speranza di
riuscire a portare avanti i propri disegni repressivi in tranquillità.

Sta a noi studenti dimostrare che non saranno delle denunce a fermare
il movimento nato dalle occupazioni di ottobre, rispondendo fin da
subito con il rilancio sempre maggiore della lotta e della solidarietà.

Alcuni Studenti Medi
Firenze. Marzo 2008.

FI – Fascisti alle Piagge

Nella notte tra giovedì e venerdì
alcuni fascisti sono entrati nel Centro Sociale il Pozzo della Comunità
di Base delle Piagge, danneggiando i locali e lasciando come firma un
manganello con la faccia di Mussolini.

Alla
Comunità delle Piagge, colpita come presenza radicata sul territorio,
di produzione di cultura della tolleranza, della solidarietà, del mutuo
soccorso, contro l’arroganza ed il razzismo, va tutta la nostra
solidarietà. Crediamo che questo atto non riguardi solo Le Piagge o Don
Santoro, già altre volte minacciato dai fascisti, ma riguardi tutta la
città, debba essere un segnale da non sottovalutare per tutti noi.
Quanto accaduto ieri smentisce per sempre quanti sostengono che
l’antifascismo militante sia da archiviare o che sia solo una questione
di "opposti estremismi", di centri sociali contro qualche fascista.
Viene colpito in modo meschino e vigliacco, un luogo di socialità
legato ad una comunità cristiana di base.
Da anni assistiamo alla crescita del neofascismo, degli attacchi contro
centri sociali, immigrati, ragazzi di "sinistra", con morti e feriti.
E quello che fa riflettere è il grado di connivenza delle forze
politiche di governo e delle forze dell’ordine con questi soggetti.
Tutelati politicamente e militarmente, portati a braccetto con le
spranghe come a Bergamo per Forza Nuova, mentre vengono pestati gli
antifascisti, cariche contro gli studenti per fare entrare quelli del
FUAN all’Università come a Torino, fino a risalire all’episodio di
Piazza Navona. Favoriti da 20 anni in cui è stato abbandonato
l’antifascismo in nome di una falsa pacificazione. In questo momento di
crisi e di insicurezza sociale diventa ancora più importante rilanciare
l’iniziativa e la presenza nei nostri territori e nei nostri quartieri,
vero elemento di contrasto alla crescita di una cultura reazionaria e
fascistoide, fatta da ronde e militarizzazione del territorio.
Per il resto, come abbiamo già detto e fatto, nessuna agibilità va data
a questi figuri, nessuno spazio nelle nostre scuole, nelle nostre
strade va concesso.
Crediamo necessario che, dopo quello che è successo, sia importante
anche una risposta cittadina collettiva e rimaniamo a disposizione per
questo.
Solidarietà al Pozzo
Oggi come ieri contro il fascismo con ogni mezzo necessario

CPA Firenze sud, Cantiere Sociale K100fuegos, Collettivo Politico Sc. Politiche, Rete Collettivi Studenteschi

Lecco – Esito processo al compagno arrestato durante mobilitazione antifascista

Martedì 17 marzo si è chiuso il primo grado del processo al compagno arrestato a Lecco.

A
fronte dei 18 mesi chiesti dal pubblico ministero, la condanna
comminata dal giudice è stata di 7 mesi con la condizionale più il
pagamento delle spese processuali.

Per
quanto riguarda l’ultima udienza, il giudice ha impedito all’imputato
di leggere alcune dichiarazioni, consentendogli solo di parlare per
alcuni minuti. Nel suo discorso il compagno ha rivendicato il togliere
ogni tipo di agibilità ai fascisti in città. Evidenziando la politicità
del processo, è stato detto apertamente che non sarà una condanna a
rompere la solidarietà e a fermare le lotte in corso sul territorio.

Le
dichiarazioni sono state accolte da un forte applauso da parte del
pubblico in aula (una quarantina tra amici e compagni) che ha irritato
visibilmente giudice e pm, causando lo sgombero quasi completo
dell’aula.

Alla
fine dell’udienza un corteo, dietro lo striscione “la lotta non si
arresta”, ha attraversato il centro della città dal tribunale alla
stazione, intonando cori e distribuendo volantini ai passanti.

aNarChik “Il nemico dello Stato” (storia di un fumetto)

Anarchik, figura auto-ironica, nata a Milano (e Torino) alla metà degli anni Sessanta ha avuto un notevole successo d’immagine, negli ambienti libertari, dapprima come fumetto e poi come personaggio di volantini, T-shirt…soprattutto in Italia e negli anni Settanta ma anche in altri Paesi e sporadicamente fino ai nostri giorni. Questa è la sua veridica storia, scritta dal suo primo autore, responsabile del personaggio fino ai primi anni Settanta, sostituito poi da autori anonimi più o meno fedeli nell’immagine e nello spirito.

Anarchik è forse il primo tentativo di dare alla propaganda anarchica un tono meno paludato e serioso di quello tradizionale, almeno dal dopoguerra in poi. Sua madre quindi è certa, l’anarchia. Il disegnatore è Roberto Ambrosoli, anarchik nasce all’epoca del depliant "Chi sono gli anarchici", prodotto nel 1966 dal gruppo Gioventù Libertaria di Milano. Qui, a corredo dello scritto, compare un tizio già dotato di quegli elementi che poi caratterizzeranno il personaggio, cappellaccio a falda larga e ampio mantello, il tutto rigorosamente nero, come nera e la mise (non chiaramente definita) che sta sotto.

 Lo stile dl disegno è di evidente derivazione fumettistica, sintetico ed essenziale nel tratto, molto contrastato, un po’ "americano" ma ancora tendenzialmente "naturalistico", nel drappeggio del mantello, nei pantaloni spiegazzati, nelle scarpe deformate da piedi fuori misura. L’approccio è comunque caricaturale, e ironizza sullo stereotipo anarchico della vulgata reazionaria: sotto il cappellaccio il tizio esibisce un nasone e una barba mal curata (altri elementi destinati a rimanere, in seguito) e guarda il lettore con un sorrisetto complice, estraendo dal mantello parzialmente aperto il gadget tipico dell’anarchicità banalizzata, la bomba. Una bomba "classica" e dunque antiquata, sferica, anch’essa nera, con tanto di miccia già pericolosamente accesa e relativo filo di fumo.Dopo l’esordio su Il Nemico dello Stato, Anarchik, vive nel 1968 e nel 1969 una vita precaria su volantini e opuscoletti (ma anche su manifesti seriografati), per approdare poi, nel 1971, sulle pagine di A-Rivista anarchica, dove rimane più a lungo, con una presenza all’inizio relativamente stabile e la funzione, nelle intenzioni del disegnatore, di fare del semplice "umorismo libertario". L’impostazione del fumetto si fa leggermente più complessa, evolvendo dalla singola striscia al modello a nove vignette (tre file di tre) e grazie alla maggiore disponibilità di spazio le storie diventeranno meno verbali e più dinamiche. Vi compare, a volte, un tipico "antagonista-vittima", il prete, grasso e un po’ patetico (niente a che vedere con gli omoni grotteschi e bestiali de L’Asino), che fugge con la tonaca alzata di fronte alla minaccia della bomba di Anarchik.

Tale periodo spensierato termina presto. Il maggio ’68, la strage di Stato e tutto ciò che ne segue, impongono un atteggiamento più consapevole e il nostro si dedica, sempre a modo suo, a commentare o sottolineare aspetti considerati importanti di quanto va accadendo. Si sveglia da un incubo in cui alcuni leader rivoluzionari svelano le proprie intenzioni autoritarie (allusione a certe componenti marx-leniniste delle lotte studentesche e operaie), oppure si presenta alla polizia munito di certificato medico, per giustificare con motivi di salute l’esigenza di essere interrogato a finestre chiuse (allusione al volo di Pinelli dalla finestra della Questura milanese).

E’ la fase certamente più intensa della vita pubblica di Anarchik, durante il quale l’accresciuto impegno politico determina la scomparsa della bomba, dimenticata in giro, o nascosta nell’attesa di tempi migliori, come preferite. In un momento segnato dalla ricorrente presenza di altre bombe, non anarchiche e assolutamente non umanitarie, l’uso di un simile strumento per scopi ludici appare inopportuno. . .

Ecco alcune splendide tavole . ..(clikka sopra x ingrandire)