Torino – Sgomberato il Velena Squat

Dopo aver smantellato le tegole dal tetto, le
forze dell’ordine hanno effettuato lo sgombero della casa, occupata da
tre settimane.

Agli occupanti viene fatto portare via il materiale. Rinnoviamo l’invito a dar loro solidarietà.

Presto maggiori informazioni e le prossime iniziative.


Ore 6:00 Questa mattina le forze di polizia si sono presentate al
Velena Squat per effettuare lo sgombero che il comune di Torino
millantava da tempo.

Come al solito gli infami servi del potere si sono presentati
all’alba, riuscendo però a fermare solo 4 delle persone presenti
dentro. In altrettanti quattro si sono rifugiati sul tetto, dove da ora
in poi, reggono allo sgombero.

L’invito è di raggiungere il Velena Squat, in C.so Chieri 19 e di portar solidarietà!

Roma – Scritte e vernice contro sede Croce Rossa Italiana

fonte: repubblica

Palloncini con vernice rossa sono stati lanciati questa notte contro
il portone d’ingresso della sede della Croce rossa italiana a via
Pacinotti. Sul muro esterno è stata trovata la scritta "Assassini. A
fuoco tutti i cpt", alta trenta centimetri e lunga cinque metri, e
accanto il simbolo degli anarchici, la lettera A inscritta in un
cerchio. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia di Stato
del commissariato San Paolo. (omniroma.it)

Pistoia – altre 10 denunce

Stamani, a 10 compagni, sono giunte altrettante denunce per l’occupazione di via Pacinotti.

La palazzina in questione fu occupata il 20 Aprile dell’anno scorso, occupazione dalla quale ci dissociammo poco dopo a causa di alcune manovre di una parte degli occupanti che decisero di trattare un comodato con il comune che portò prima ad uno sgombero e successivamente alla concessione in comodato dello stabile, che diventava l’aborto che è a tutt’oggi.

Questi i fatti, stamani le denunce per occupazione, anche se le indagini della procura, in origine, erano per furto di energia elettrica. Seguiranno aggiornamenti.

NON LASCIARE IN PACE CHI FA LA GUERRA

Le basi militari, le spese militari in forte crescita, gli
investimenti delle banche nel commercio di armi, l’esercito italiano
impegnato in missioni di guerra all’estero e di pubblica sicurezza in
Italia sono l’aspetto lampante di una società ed un’economia pervasa da
una cultura autoritaria e militarista.
Costruiamo una rete di individualità e gruppi che possa promuovere momenti di mobilitazione e azione diretta.
Una
rete antimilitarista aperta a tutti quelli che si ritrovano sui
contenuti e sulle pratiche libertarie, per presentare interventi,
riflessioni, iniziative durante le giornate del G8 e da lì ripartire
per una nuova stagione di mobilitazioni antimilitariste.

NO ARMY NO G8

Rete anarchica antimilitarista

VISITA IL NUOVO SITO  e tienici aggiornati sulla situazione ANTI / MILITARISTA della tua zona

www.reteantimilitarista.info
reteantimilitarista@autistici.org

 

 

Torino. Antirazzisti alla lavanderia del CIE

Siamo in via Santhià, nel cuore di un vecchio rione operaio di Torino, dove i nuovi immigrati si mescolano con quelli arrivati dal sud trent’anni fa. Al numero 34 c’è la lavanderia ‘La Nuova’. Nel pomeriggio di venerdì 20 marzo un gruppo di antirazzisti suona alla porta e chiede di parlare con il responsabile.
Sul marciapiede altri aprono uno striscione ‘Nessuna pace per chi lavora al CPT’, viene distribuito ai passanti un volantino in cui si spiegano le ragioni dell’iniziativa.

‘La Nuova’ ha un appalto molto speciale, un appalto per lavare i panni che vengono dal CPT di Torino. È il lager dove il 23 maggio dello scorso anno è morto di polmonite un immigrato lasciato senza cure, la prigione pochi giorni fa due tunisini si sono tagliati sino a rimanere in un lago di sangue per non essere deportati in un paese dove non possono e non vogliono più vivere.
I gestori della lavanderia non vogliono sentire ragioni, inveiscono, si agitano, dicono che quello è un lavoro come un altro, che i loro panni sono puliti. Già puliti. Puliti del sangue di chi si taglia per non
partire, del vomito di chi mangia pile per sfuggire all’espulsione. Ma il puzzo, quello della vergogna che marca questa nostra città, resta, perché quei panni dovrebbero essere mostrati a tutti, perché quelle lenzuola insanguinate sono un atto di accusa a chiunque chiuda gli occhi davanti al muro che chiude i senza documenti.
Arriva la polizia, i lavandai nella concitazione si sono persi le chiavi del portone ed accusano gli antirazzisti. Arrivano altri poliziotti e fanno le perquisizioni di rito, ovviamente senza alcun esito se non un pò di spettacolo da strada.
Fuori la gente si ferma, chiede, prende il volantino. Una coppia giovane con il proprio bambino si ferma a lungo. Lui è figlio di immigrati di ieri, gente arrivata dalla Sicilia con la valigia di cartone, lei è tunisina, un’immigrata di oggi. Ci raccontano dell’inferno per fare le carte necessarie a sposarsi. Il CPT lo conoscono bene: il fratello di lei ha perso il lavoro, è stato preso in strada, chiuso in una delle gabbie e deportato. Loro alla lavanderia ‘La Nuova’ non ci vanno più.

Di seguito il volantino distribuito in via Santhià.

Panni puliti, coscienze sporche

Per impiccarsi: a questo servono le lenzuola pulite e stirate impeccabilmente della lavanderia ‘La Nuova’ di via Santhià 34 a Torino.

E sì, perché la lavanderia ‘La Nuova’ le lenzuola le lava e le stira per il CPT-CIE di Torino, il centro dove vengono rinchiusi gli immigrati senza documenti: la lavanderia ‘La Nuova’ lava e stira panni sporchi senza chiedersi se provengano da un ostello della gioventù o da una gabbia
disumana.

"Fare la corda", così si dice dentro le gabbie del Centro quando dalle lenzuola si ricava un cappio. L’ultima "corda" è stata fatta, solo lunedì scorso – per fortuna senza esito.

Solo tre giorni prima tre prigionieri del Centro di nome Mohammed, Faìs e Arabiyah si erano opposti al rimpatrio imminente nell’unico modo che avevano a portata di mano: tagliandosi, tagliandosi dappertutto e riempiendo le gabbie e le lenzuola di sangue. Sangue sparso per non partire, per non dover ritornare in un paese dal quale erano fuggiti tra mille pericoli. Sangue di chi è lasciato solo a lottare, sangue di chi urla a squarciagola senza che nessuno lo voglia ascoltare. Faìs, trasportato in ospedale, è stato arrestato con l’accusa di aver tentato di scappare dall’ambulanza; gli altri due hanno continuato ogni giorno ad urlare e a protestare, ad inghiottire pile e pezzi di ferro, a farsi del
male pur di essere ascoltati. Un altro loro compagno di gabbia, intanto, ha iniziato uno sciopero della fame e della sete, deciso a farsi morire piuttosto di stare ancora mesi dentro alle gabbie del Centro.

Solo nel maggio scorso, un altro prigioniero del Centro, Fathi Hassan Nejl, è morto nella sua branda, lasciato morire dalla Croce Rossa e dalla Polizia. Lo hanno ammazzato, come ieri hanno ammazzato, nel Centro di Ponte Galeria a Roma, un ragazzo algerino che da due giorni stava male e che al posto delle cure ha ricevuto solo botte: «valle a prendere al tuo paese, le medicine» – gli hanno detto.

Siamo stanchi di sangue e di morti, siamo stanchi del razzismo di Stato!
Siamo stanchi di tutti quelli che, sul sangue e sui morti e sul razzismo ci guadagnano dei quattrini.

Libertà per tutti gli stranieri! Libertà per tutti!

Assemblea Antirazzista Torino
assembleaantirazzistatorino@autistici.org

Trento – Escrementi e fumogeni contro la Lega

Venerdì 20 marzo, nel pomeriggio un lancio di escrementi e
fumogeni ha preso di mira alcuni militanti della Lega Nord presso un
loro gazebo. Le parole di Erminio Boso: "Sono dei vigliacchi di
sinistra, come i partigiani". Poi invoca l’intervento dell’Anpi.

fonte: l’adige

TRENTO – «Ci sono delle responsabilità da parte di chi ha
governato il Trentino in questi anni e ci sono delle responsabilità
politiche da parte del centrosinistra che non condanna questi giovani e
questi fatti». La Lega Nord del Trentino – che presenterà una denuncia
contro ignoti – condanna duramente l’episodio avvenuto venerdì
pomeriggio in centro città, quando sei persone col viso travisato hanno
gettato un fumogeno e degli escrementi addosso ad alcuni militanti del
Carroccio che stavano smontando il gazebo tra via Manci e via Oss
Mazzurana.

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Grecia – Nuovi attacchi ad Atene

fonte: peacereporter

Questa mattina ci sono stati nuovi attentati ad Atene contro una
banca e un negozio che sono rimasti distrutti. Gli attacchi vengono
attribuiti agli anarchici

Ad Atene continuano i disordini. La banca danneggiata è una filiale
della Aspis al Pireo, mentre il negozio è rimasto distrutto è stato
attaccato con lancio di bombe incendiarie da un gruppo di uomini armati
e incappucciati.
Dallo scorso dicembre si sono verificati diversi
episodi di violenza nella capitale greca, dopo che la polizia fu uccise
uno studente quindicenne. In seguito a quell’episodio, la polizia è
stata accusata dall’opposizione di "incapacità".
Nei giorni scorsi
il presidente greco, Costas Karamanlis, del partito di centrodestra
Nuova Democrazia, ha annunciato nuove misure per rafforzare la risposta
delle forze dell’ordine e aumentare le condanne contro chi porti
cappucci durante le manifestazione.
Secondo un sondaggio il 60%
dei cittadini à favorevole a queste misure e quasi il 50% vuole la fine
del diritto di asilo di cui godono le università.