Parma – Peppe libero!

Peppe,compagno arrestato in ottobre per l’azione alla caserma della
polizia locale di Parma (questione pestaggio Bonsu) è stato scarcerato
ieri sera e posto ai domiciliari,altre notizie verranno postate quando
sapremo che tipo di restrizioni gli sono state imposte.
Un saluto da chi ti ha sempre sostenuto…

Torino – Efficiente e bastardo Maroniano

da autistici.org/macerie

Una nuova modalità per le espulsioni dal Centro di corso Brunelleschi, una modalità che potremmo definire maroniana. Verifiche
di identità ridotte all’osso, voli diretti fatti un po’ a caso, e senza
tante menate. Quando ti abbiamo fermato per strada hai detto di essere
del Gabon? Bene, ti ci mandiamo di filato, tanto i consoli stanno zitti
e non si fanno grandi problemi. Se poi in realtà sei nigeriano e ti
ritrovi in un paese mai visto prima dove non conosci nessuno sono fatti
tuoi. Oppure, ancora, dici di essere scappato dalla guerra? Siamo
bravissimi a tapparci le orecchie, e a rimandartici a forza in mezzo
alla guerra. Il Centro deve macinare vite e storie, sempre più veloce.
Altrimenti il tritacarne delle espulsioni – in questi giorni di retate
continue in città – si inceppa e rischiamo di far viaggiare a vuoto le
camionette degli alpini.

Lo stesso meccanismo industriale dei rimpatri all’ingrosso fatti in
questi giorni in mezzo al Mediterraneo. Efficiente e bastardo, come il
Ministro che lo ha ordinato.

Ascolta l’intervista raccolta questa mattina da Radio Blackout: http://www.autistici.org/macerie/?p=15293

Intanto continua la solidarietà esterna. Come avete sentito, i
reclusi raccontano di aver visto e sentito fuochi d’artificio ieri
sera, oltre le gabbie, e urla di libertà dirette proprio a loro. Poco
dopo il racconto radiofonico, però, arriva la ritorsione. Poliziotti,
cani, scudi e manganelli circondano le gabbie. Niente violenza, per
carità: gli basta ringhiare, agli uomini del Ministro e perquisire le
gabbie una ad una.

Ancora una volta, in diretta su Radio Blackout: http://www.autistici.org/macerie/?p=15293

Dopo un po’, fuori onda, in un altro contatto con dentro, si capirà
cosa cercavano, i cani del Ministro: non fiutavano né droga né armi, ma
le famose pallette da tennis usate dagli antirazzisti solidali per fare
volare i messaggi dentro alle gabbie.

Palermo: laboratorio Z sotto sgombero

Giorno 22 Aprile. Al Laboratorio Zeta di Palermo e’ stata comunicata un’ingiunzione di sgombero.

Ma come si e’ arrivato a tutto questo? Facciamo il punto della situazione:


Lo
IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) proprietario dell’immobile, di via Arrigo Boito 7 sede del Laboratorio Zeta, nel lontano 2002 emana un bando per l’assegnazione del locale.

Il bando viene vinto dall’
Associazione Aspasia che, venendo a conoscenza dello stato di occupazione denuncia alla magistratura lo IACP.

Qualche giorno fa e’ arrivato un provvedimento di condanna dello
IACP e la conseguente l’ingiunzione di sgombero.

Le operazioni si sono conclusa con la presa d’atto dell’impossibilita’ a procedere con lo sgombero, ma lo
IACP
si e’ impegnato a convocare un tavolo con tutte le parti coinvolte
rinviando lo sgombero al 22 Giugno, ma partire da tale atto il civico
di via
Boito 7 e’ sotto sfratto.

Per questo lo
Zeta
chiede l’aiuto di tutti attraverso una sottoscrizione contro lo
sgombero a cui hanno aderito gia’ migliaia di persone, non solo
palermitane.


Per aderire all’appello e inviare comunicati:
laboratoriozeta@yahoo.it

o sottoscrivi su
Kom-pa

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Di seguito il comunicato del Laboratorio Zeta:

Quella di Zeta e’ una storia
collettiva, che sta dentro i percorsi di democrazia partecipata e di
difesa dei diritti sociali che hanno segnato la nostra citta’ negli
ultimi dieci anni.


La storia del Laboratorio Zeta
e’ la storia di quanti in questi anni hanno condiviso, sostenuto e
accompagnato questo percorso politico, per un tratto breve o lungo, per
una sera o per anni interi contribuendo alla sua trasformazione.


Dal 20 marzo 2001, quello che era uno stabile abbandonato e’ stato
trasformato in uno spazio pubblico, divenendo laboratorio di
sperimentazione culturale e di partecipazione sociale e politica in
prima linea nelle lotte per il diritto alla casa, la difesa dei beni
comuni, i diritti dei migranti, la denuncia del sistema di potere
affaristico-politico-mafioso che governa la citta’.


In questi 8 anni abbiamo prodotto e ospitato laboratori e spettacoli
teatrali, presentazioni di libri e di video, concerti, rassegne
cinematografiche, seminari, dibattiti, mostre fotografiche e
pittoriche, corsi di informatica, corsi di italiano per stranieri,
ecc… E’ attiva una biblioteca con piu’ di 2000 volumi.


Dal marzo 2003 ha preso vita un’esperienza di cogestione abitativa.
Questa esperienza nasce dall’incontro con un gruppo di richiedenti
asilo sudanesi, insieme ai quali e’ stato intrapreso un percorso di
rivendicazione dei diritti dei migranti.


Lo Zeta
e’ cosi’ diventato un punto di riferimento, stabile o di passaggio, per
centinaia di migranti di ogni nazionalita’ che hanno collaborato alla
trasformazione e alla gestione degli spazi, sperimentando una forma di
accoglienza lontana da logiche paternalistiche ed assistenziali. In
quest’ottica nel 2006 abbiamo lanciato una campagna di solidarieta’,
che grazie ad una sottoscrizione popolare, ha consentito l’autorecupero
e la ristrutturazione degli spazi abitativi (bagni, lavanderia,
cucina).


Nell’assenza totale di politiche di accoglienza da parte dell’Amministrazione, lo Zeta
e’ l’unico spazio di accoglienza laico della citta’, ruolo
ipocritamente legittimato dalle stesse istituzioni che, pur non
riconoscendolo ufficialmente, lo hanno inserito nell’elenco dei servizi
agli immigrati presenti sul territorio.


Gli attacchi susseguitisi nell’ultimo anno ad esponenti del movimento e
al comitato di lotta per la casa sono segnali che vanno nella stessa
direzione, quella del tentativo di azzeramento dei conflitti sociali e
della normalizzazione di una città che e’ tutt’altro che normale.


Sono tutte questioni non tecnico-giuridiche, ma politiche e sociali.


Cio’ che e’ in gioco non e’ la destinazione d’uso di un posto, ma la quota di democrazia di una citta’.

Zetalab non si tocca

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E-mail:
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Telefono: 3298862849


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Stati Uniti – I detenuti sottoposti alla privazione del sonno dalla Cia

11 maggio 2009
Stati Uniti – Oltre 25 presunti terroristi detenuti dalla Cia sono stati sottoposti alla privazione del sonno fino ad un massimo di undici giorni, durante la presidenza di George W. Bush. Lo rivela il Los Angeles Times citando rapporti del ministero della giustizia Usa resi noti per volontà del presidente Barack Obama il mese scorso.
La tecnica messa in campo dalla Cia all’indomani dell’11 settembre, ora proibita dalla nuova presidenza insieme con altri metodi di interrogatorio ritenuti eccessivamente violenti, prevedeva che il prigioniero fosse costretto a stare in piedi, con le caviglie bloccate e le mani ammanettate vicino al mento. Non aveva la possibilità di nutrirsi, scrive ancora il Los Angeles Times, ed era obbligato a fare i suoi bisogni in un pannolino.
Quando non riusciva più a stare in piedi, il detenuto veniva steso sul pavimento ma "con il corpo bloccato in una posizione così scomoda che era impossibile prendere sonno", rivela il rapporto del 10 maggio 2005 citato dal quotidiano. A un certo punto i funzionari della Cia furono autorizzati a tenere i prigionieri svegli anche per 11 giorni, periodo di tempo ridotto poi ad una settimana.
Secondo i rapporti, personale medico si trovava sul posto per evitare che i detenuti non fossero feriti, ma una ricerca della Croce Rossa del 2007 sui programmi della Cia ha rivelato che polsi e caviglie di chi era stato sottoposto a quel tipo di trattamento portavano le cicatrici delle catene. Dai memo emerge inoltre che i funzionari della Cia consideravano la privazione di sonno come una "fase iniziale" dell’interrogatorio, considerata meno dura dei metodi "correttivi" e "coercitivi". (ANSA)

Firenze – Rilanciamo la solidarietà

Il 21 Maggio si svolgerà
l’udienza preliminare per Daniele e Francesco, indagati nell’Operazione
Ardesia per 270 bis e rapina. Allo scadere dei termini di carcerazione
preventiva, la PM Giuseppina Mione ha deciso di non rischiare che
questi nostri due compagni, ormai in carcere da 2 anni, potessero
riassaporare la libertà e così ha fatto fissare solo per loro l’udienza
davanti al GUP, stralciando momentaneamente tutti e tutte le altre 11
compagni e compagne.

Inizia quindi un altro
capitolo di un operazione che ci ha portato via dei compagni e delle
compagne la cui determinazione e tenacia pur essendo incarcerati o
lontani in fuga per la libertà è un esempio contagioso per tutti e
tutte color che vogliono lottare con rabbia contro questa società e non
si sottomettono.

A Daniele, Francesco e
Leo sempre capaci di tenere la testa alta e lo sguardo rivolto ad un
orizzonte di libertà, va tutta la nostra complicità e solidarietà. La
loro lontananza si fa sentire ogni giorno di più, dal canto nostro
continueremo la strada intrapresa con loro diversi anni fa senza
incertezza, con il desiderio fortissimo di ritrovarli presto al nostro
fianco

Il tentativo di isolare
chi lotta, di abbassare il livello della contestazione ed aumentare il
livello dell’accettazione delle continue vessazioni, e di normalizzare
la soppressione della libertà diventa ogni giorno più evidente ma
numerosi continuano a nascere movimenti o individui che decidono di non
omologarsi e combattere.

Questo è il panorama che
abbiamo di fronte e noi non smetteremo di lottare e opporci,
consapevoli che ormai anche la solidarietà e la partecipazione alle
lotte siano diventate gli elementi da criminalizzare e da colpire da
parte dello Stato.

Il 21 Maggio vogliamo
esprimere solidarietà ai colpiti e colpite dell’Operazione Ardesia (in
cui vari compagni e compagne sono stati arrestati e posti sotto
indagine, con la motivazione, tra l’altro, di aver osato solidarizzare
con altri compagni inquisiti per 270 bis e aver portato avanti lotte
contro il rigassificatore di Livorno ) e a tutti e tutte coloro che
subiscono dinamiche repressive, quali articolo 1 , 270 bis,
sorveglianza speciale ed ogni altra privazione della propria libertà,
come è successo ai compagni dell’Operazione Tramonto, di Pietrasanta,
di Parma, di Bologna, di Ferrara e a molti e molte altre.

Ribadire solidarietà
attiva significa squarciare l’isolamento che vogliono creare intorno
alle lotte che si sviluppano contro questo sistema. Ma la lotta di uno
rimane la lotta di tutti e tutte

Libertà per Daniele e Francesco

Solidarietà e Vicinanza a Leo

Contro la Repressione, per la Rivolta

Per la giornata del 21
Maggio è prevista una mobilitazione in solidarietà a Daniele e
Francesco. Concentramento previsto per le 10 al mercato di S. Ambrogio
per volantinaggio itinerante

 

Anarchici e anarchiche di via del cuore Anarchici e Anarchiche di Villa Panico

Grecia – Attentati e attacchi a banca e compagnia elettrica

ATENE
– Una bomba ad alto potenziale e’ esplosa stamani davanti alla sede
della Eurobank alla periferia di Atene provocando gravi danni ma
nessuna vittima. Secondo fonti vicine agli inquirenti questi sarebbero
orientati a considerarlo un attentato del gruppo armato marxista Lotta
Rivoluzionaria.

L’attentato dinamitardo, con un ordigno da 20 kg di esplosivo,
compiuto da quattro uomini con elmetti su delle moto di grossa
cilindrata, era stato preannunciato con una telefonata ad un giornale,
ma senza alcuna rivendicazione.

Prima dell’avvertimento due agenti di polizia che si trovavano nei
pressi si sono trovati sotto la minaccia di pistole e non hanno potuto
che assistere inermi alla fuga dei sospetti, ma senza rendersi conto
che era stato posto un esplosivo detonato successivamente.

Attacchi incendiari, apparentemente attribuibili agli anarchici,
sono stati compiuti contro due edifici dell’Impresa elettrica statale
(Ppc) e contro due auto della stessa azienda parcheggiate davanti.

Inchiesta Gruppi di Affinità: richieste del PM

l 29 Aprile durante l’udienza per l’inchiesta Gruppi di Affinità, il
pm ha chiesto l’archiviazione per Costantino, Silvia, Daniele,
Mariangela, Alice in merito alla sabotaggio del traliccio della Terna
mentre ha chiesto 2 anni e 2 mesi per Fede e 1 e 7 mesi per Chiara,
Beppe, Ale, e Daniele per il danneggiamento della sede dell’agenzia
interinale Adecco con aggravante di terrorismo.
Dopo anni e anni
di carcere e di privazioni di libertà si avvia alla conclusione un
processo che ha dimostrato ancora una volta come lo Stato voglia
intimidire quanti e quante vogliano intraprendere un percorso di lotte
senza compromesso.

Libertà per Daniele e Francesco
Solidarietà e Vicinanza a Leo
Libertà per tutti e tutte i prigionieri rivoluzionari

Anarchici e Anarchiche di Via del Cuore

Cariche, fermi e denunce contro il corteo degli studenti medi a Firenze

Lunedì 11 maggio, una sessantina di studenti si sono ritrovati fuori al
liceo Michelangiolo per manifestare contro la repressione nelle scuole
(tra denunce, intimidazioni e l’ultimo divieto alla Rete dei Collettivi
di riunirsi nell’aula autogestita della scuola) e per la difesa degli
spazi autogestiti.
Dopo una "merenda autogestita", vedendosi
impediti di entrare nel liceo per svolgere come ogni lunedì la propria
assemblea, di fronte al portone chiuso e presidiato dalla polizia, sono
partiti in corteo spontaneo per le vie del centro.
In via della
Colonna, mentre gli studenti facevano ritorno al Miche, il corteo viene
caricato violentemente dalla celere a colpi di manganelli e caschi
usati come arma (!). Alla prima segue una seconda carica, dove altri
studenti vengono pestati selvaggiamente, mentre venivano chiusi contro
un muro e senza via di fuga. Un ragazzo di 16 anni finisce all’ospedale
con zigomo e setto nasale rotto, mentre altri due studenti vengono
portati in questura.
Ciò che resta del corteo si dirigere a questo
punto verso la facoltà di lettere, dove molti solidali venuti a sapere
delle cariche si uniscono a loro. Viene così deciso di dirigersi verso
la questura, per richiedere il rilascio dei due compagni.
Lì il
presidio (che non ha avuto nemmeno il tempo di formarsi) vien caricato
altre numerose volte, fino a disperdere tutti i manifestanti, rincorsi
nella vie adiacenti con veri e propri rastrellamenti, in una accanita
caccia all’uomo nella quale non sono mancati altri pestaggi.
Durante
le altre cariche un altra decina di compagni sono stati fermati. Le
accusa sono diverse: manifestazione non autorizzata, lesioni,
danneggiamento e resistenza.
Sui quotidiani di oggi le falsità si
sprecano come di consueto: prima della cariche gli studenti non hanno
aggredito nessun poliziotto, ma solo invitato, in modo acceso ma
verbale, quest’ultimo ad allontanarsi e smetterla di filmare
provocatoriamente i manifestati allo scopo di identificarli e
denunciarli. Per quanto riguarda tutti gli episodi di "violenza degli
studenti", non ci interessa entrare nel merito del singoli episodi
(veri o presunti), poichè dove ci sono stati hanno rappresentato un
tentativo legittimo di difendersi dalla violenza della polizia che si è
scatenata contro ragazzi dai 13 ai 18 anni.

L’assemblea riunitasi la stessa sera, partecipatissima da tutte le realtà attive in città, ha deciso di lanciare un CORTEO CONTRO LA REPRESSIONE per sabato 16 maggio. Concentramento ore 15 in piazza San Marco.
A presto aggiornamenti.

In Seguito Alle Cariche Di Lunedì 11 L’Autorganizzazione Avanza! – Sabato 16 Corteo Ore 15 Piazza San Marco

Siamo arrivati al punto cruciale, il momento in cui la questura, insieme a politici e loschi presidi, ha gettato definitivamente la maschera: Lunedì 11 Maggio il corteo degli studenti medi e universitari che chiedeva spazi di agibilità nelle scuole ora negati, veniva caricato violentemente e ripetutamente dalla polizia in via della Colonna. Decine i feriti, un ragazzo all’ospedale operato d’urgenza per frattura dello zigomo e del setto nasale e, alla fine della conseguente caccia allo studente operata da DIGOS, squadra mobile e carabinieri, un bilancio di una quindicina di trascinati in questura.
Il preside del Liceo Michelangelo Primerano, candidato nella lista di Renzi, il sindaco e Totaro, con al seguito la sua formazione in bilico tra la democrazia liberale e le aggressioni squadriste che candiderà Galli a sindaco di Firenze non possono permettere che gli studenti si autorganizzino per portare avanti le proprie lotte, che chiedano spazi di agibilità politica e che li rivendichino se a loro non concessi. E’ quindi stato il momento di stringere e incalzare le pressioni sulla questura, perché trattassero il movimento studentesco come uno stato repressivo vuole. Provenendo da due mesi in cui al polo di Novoli e anche a scuola nostra è sempre più attaccata e osteggiata la possibilità di vivere lo spazio destinato agli studenti durante la giornata, con presidenze che al Liceo da Vinci e alla Facoltà di Scienze Politiche decidono arbitrariamente come gestire i luoghi e quando aprirli e con rettorati che si schierano in favore delle destre e della repressione degli studenti, lunedì siamo arrivati al culmine di una situazione che reprime e attacca tutti, una situazione che fa sì che il controllo e l’imposizione delle leggi securitarie e autoritarie quali Gelmini, sicurezza, immigrazione etc. siano deliberatamente esercitate, cercando di eliminare, o in modo subdolo o in modo diretto, ogni voce di dissenso. Ma gli studenti si rendono conto che non si può andare avanti così, che da Ottobre a questa parte nessuno stava giocando ma solo lottando, senza tregua perché la necessità è fermare la deriva fascista dei nostri padroni e cominciare a riconquistare i nostri diritti che dalle scuole alle strade ci vengono negati quotidianamente. I manganelli non ci hanno fatto paura, ma ci hanno fatto sentire ancora più forti delle nostre convinzioni ed è per questo che ci stiamo organizzando per riportare nelle piazze e nei luoghi che viviamo ogni giorno le pratiche del popolo e l’autogestione. Quindi stiano attenti i denunciatori e picchiatori in divisa e chi li manda, perché dalle scuole dalle università l’autorganizzazione avanza!SABATO 16 MAGGIO CORTEO CITTADINO CONTRO LA REPRESSIONE ORE 15 PIAZZA SAN MARCO