Abbiamo perso un nostro compagno…

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Andrey Malchenko un
libertario di Krasnodar è morto in una stupida rissa. Andrey combatteva contro
lo stato al fianco degli anarchici, combatteva con i bohnheade suonava il
sassofano in un gruppo
«Промзона» (zona industriale).

Ma purtroppo adesso non
potra piu partecipare alle azioni contro lo stato…

Sarà sempre nel nostro
cuore!

 

 

Libertari e Anarchici di Krasnodar.

http://avtonom.org/index.php?nid=2620

In merito all’arresto di Alessandro e Sergio

 

COMUNICATO SULL’ARRESTO DI ALESSANDRO E SERGIO
Ieri 3 Luglio sono state rese esecutive per mano del R.O.S. numerose 
perquisizioni a carico di circa 40 compagni e compagne anarchiche in varie 
città italiane. Il procedimento, che parte dalla procura di Perugia ed è a 
firma della P.M. Manuela Comodi, ha portato, oltre alla notifica di una 
trentina di avvisi di garanzia per associazione sovversiva con finalità di 
terrorismo (270 bis) "per fatti accertati in Umbria, Lazio, Piemonte ed 
Abbruzzo dal Settembre 2007 e tuttora permanenti" e altri differenti reati 
"minori", all’arresto di due nostri compagni, Sergio ed Alessandro.
Loro, oltre all’appartenenza all’associazione sovversiva, sarebbero accusati 
di aver tentato il sabotaggio della linea dei treni Orte-Ancona nella notte tra 
il 27 e il 28 marzo del 2008, occasione in cui i due compagni furono fermati 
nei pressi di Orte su un mezzo a quanto pare rubato.
Ad ora non abbiamo notizie più precise rispetto alla loro situazione 
giudiziaria. Questa mattina avranno comunque l’interrogatorio di garanzia con 
il G.I.P…..seguiranno aggiornamenti. Sappiamo inoltre che i compagni sono 
detenuti a Spoleto.

 

 

Rifiutiamo i concetti di "colpevolezza" e "innocenza" rispetto alla Legge!
Ribadiamo incondizionata solidarietà a chi da sempre mette in gioco se 
stesso/a e la sua libertà lottando per una vita degna di essere definita tale!
Pretendiamo la scarcerazione immediata di questi compagni!
Facciamo della nostra vita rivolta!

 

Per la libertà di tutti e tutte.

4 luglio 2009 – Compagne e compagni di Roma e Viterbo

Per scrivere ai compagni:

 

Sergio Maria Stefani

Alessandro Settepani

 

 

Carcere di Spoleto

via maiano, 10
06049-Spoleto (PG)

 

Operazione repressiva – 40 perquisizioni e arrestati due compagni | Aggiornato

Apprendiamo da alcuni compagni perquisiti che uno
degli arrestati è Sergio Maria Stefani, già colpito dall’operazione
Cervantes nel 2003. Le perquisizioni operate dai Ros hanno in molti
casi coinvolto le abitazioni di compagne e compagni già "visitati" solo
pochi mesi fa, il 18 febbraio 2009. A differenza di quanto illustrato
dalle veline dei Ros ripubblicate dai media di regime, il fermo dei due
compagni a bordo di un’auto rubata non è avvenuto subito prima delle
perquisizioni, bensì molte settimane prima… giusto il tempo di
imbastire l’ennesima inquisizione repressiva. Seguiranno aggiornamenti.


 

Roma, 3 lug. (Adnkronos) – A quanto apprende
l’ADNKRONOS, due esponenti dell’area anarco-insurrezionalista sono
stati arrestati questa mattina dai Carabinieri del ROS per associazione
sovversiva ed attentato alla sicurezza dei trasporti pubblici su
ordinanza di custodia cautelare del Giudice di Perugia.

Altre 40 perquisizioni disposte in Umbria, Lazio ed
altre regioni italiane dalla Procura della Repubblica di Perugia sono
in corso nei confronti di altrettanti indagati.

 

L’indagine era stata avviata dopo che i Carabinieri avevano
controllato i due arrestati odierni su un’auto rubata, mentre si
accingevano a sabotare la linea ferroviaria Orte-Ancona con ganci
artigianali appositamente costruiti, che avrebbero interrotto la linea
elettrica al passaggio del primo convoglio.

 

Erano pronti a passare all’azione, ma sono stati bloccati in tempo
dai carabinieri dei Ros. I militari hanno tratto in arresto due noti
esponenti dell’area anarchica. La coppia di anarchici e’ stata indagata
per organizzazione e partecipazione ad un’associazione sovversiva
d’ispirazione anarco-insurrezionalista dedita al compimento di azioni
criminose con finalita’ di terrorismo ed eversione dell’ordine
democratico; concorso in attentato alla sicurezza dei trasporti,
aggravato dalle finalita’ di terrorismo e di eversione dell’ordine
democratico, mediante l’utilizzo di ganci in ferro di fabbricazione
artigianale da collocare sui fili elettrici della linea ferroviaria
Orte-Ancona, realizzati seguendo fedelmente le modalita’ illustrate nel
manuale anarco-insurrezionalista clandestino: ”Ad ognuno il suo. 1000
modi per sabotare questo mondo”.

 

Il provvedimento e’ stato emesso dal Gip su richiesta della Procura
della Repubblica di Perugia, che ha anche disposto una serie di
perquisizioni, effettuate nel Lazio, in Piemonte, Lombardia, Toscana,
ed Abruzzo, nei confronti di altri 37 indagati per il reato
associativo, nonche’ di ulteriori 7 persone in stretto contatto e
ritenute in grado di poter fornire supporto al progetto eversivo.

 

”L’indagine, denominata convenzionalmente ”Shadow”-spiegano i
carabinieri- puntava ad approfondire i rapporti tra i soggetti della
stessa area arrestati il 23.10.2007 – attualmente a giudizio presso la
Corte di Appello di Terni – ed i ”gruppi di affinita”’ attivi nella
Regione”.

 

”Importanti e significativi elementi -proseguono i carabinieri-
giungevano dall’indagine convenzionalmente denominata ”Crocevia 2” –
diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma nei
confronti delle componenti viterbesi e capitoline- confluita nel
procedimento perugino”.

 

Per i carabinieri e’ stato cosi’ possibile neutralizzare una
pericolosa cellula anarco-insurrezionalista, il cui programma
criminoso, spiega l’Arma, ”si inquadrava nel piu’ ampio progetto
sovversivo di preordinate ”campagne rivoluzionarie” di lotta,
raccordate con quelle intraprese da omologhe formazioni operanti in
Spagna e Grecia; appurare l’impegno delle frange piu’ radicali del
circuito anarco-insurrezionalista nel rilancio di ”percorsi di lotta”
piu’ incisivi, al fine di realizzare ”uno sbocco insurrezionale” del
progetto rivoluzionario anarchico”. E ancora, documentare
l’elaborazione e la divulgazione clandestina del manifesto ”Kno3” –
MARZO 2008 – FOGLIO ANARCHICO RIVOLUZIONARIO 0 NUMERO 0”, strumento.,
spiegano i carabinieri, ”di diffusione del pensiero
anarco-insurrezionalista, inserito nel piu’ ampio progetto di lotta
contro lo Stato”.

 

L’attentato, che doveva essere realizzato attraverso l’utilizzazione
di ganci in ferro artigianali da collocare sui fili elettrici della
linea ferroviaria che sarebbe stata cosi’ tranciata dal passaggio del
primo treno, e’ stato impedito dall’intervento di una pattuglia di
Carabinieri in perlustrazione, che aveva bloccato i due a bordo di
un’auto rubata e sequestrato il materiale.

Arrestati due compagni

Fonte ANSA:

Arrestati due anarco-insurrezionalisti: preparavano il sabotaggio dei treni

Quaranta perquisizioni soprattutto in Umbria e Lazio Nel mirino c’era la linea elettrica lungo la Orte-Ancona.

ROMA (3 luglio) – I carabinieri del Ros
hanno arrestato stamani due esponenti dell’area
anarco-insurrezionalista per associazione sovversiva e attentato alla
sicurezza dei trasporti pubblici, con riferimento al progettato
sabotaggio di una linea ferroviaria. Quaranta perquisizioni sono in
corso, su disposizione della procura di Perugia, nei confronti di
altrettanti indagati.

L’indagine era stata avviata dopo che i carabinieri avevano controllato
i due su un’auto rubata, mentre si accingevano – secondo l’accusa – a
sabotare la linea ferroviaria Orte-Ancona con ganci artigianali
appositamente costruiti, che avrebbero interrotto la linea elettrica al
passaggio del primo convoglio. Gli arresti sono stati eseguiti in
esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare del giudice di
Perugia. Le oltre 40 perquisizioni, disposte dalla procura del
capoluogo umbro, sono in corso in Lazio, Umbria ed altre regioni
italiane. Le quaranta perquisizioni disposte dalla procura di Perugia
riguardano altrettanti esponenti dell’area anarco-insurrezionalista,
alcuni dei quali – come in particolare uno dei due arrestati – già noti
agli inquirenti.

Un’azione attentamente pianificata e in fase avanzata di attuazione:
così gli investigatori definiscono il fallito sabotaggio della linea
ferroviaria Orte-Ancona da parte dei due esponenti dell’area
anarco-insurrezionalista arrestati oggi dal Ros. Obiettivo dei due
anarchici, sottolineano gli investigatori, era quello di interrompere
con degli appositi ganci l’alimentazione elettrica al passaggio del
primo convoglio e quindi bloccare la circolazione dei treni sulla linea
ferroviaria: un’azione di sabotaggio tipica, viene rilevato, di questo
tipo di eversione.


Siamo vicini ai compagni sequestrati stamani dallo stato, Solidali se innocenti, complici se colpevoli!

Viva l’Anarchia, Morte allo stato e all’autorità!

Anarchici pistoiesi

 

Udienza tribunale di sorveglianza di Milano per l11 marzo 2006

Da Indy Piemonte:

Ringraziamo fraternamente tutti i
compagni che, sino ad oggi, hanno mostrato queste tendenze positive e
che, malgrado le differenze e le divergenze, hanno espresso
concretamente la loro solidarietà al compagno Valter e agli altri
antifascisti processati.

 Udienza tribunale di sorveglianza di Milano per il compagno Valter

 

Mercoledì
primo luglio presso il tribunale di sorveglianza di Milano, si è svolta
l’udienza per il compagno del CCP (Collettivo Comunista Piemontese)
Valter Ferrarato durante la quale i giudici avrebbero dovuto decidere
se accettare o rigettare l’istanza di affidamento in prova ai servizi
sociali o in subordine di arresti domiciliari presentata dall’Avvocato
Giuseppe Pelazza, difensore del nostro compagno. L’istanza era stata
presentata a seguito della condanna definitiva a 4 anni di carcere per
“concorso morale in devastazione e saccheggio, possesso di molotov,
oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale” relativa alla manifestazione
che l’11 marzo 2006 tentò di sbarrare la strada a una parata fascista
autorizzata dalle Autorità milanesi. Il procuratore generale, dopo
avere ascoltato la giudice relatrice, la quale “dimenticava” di
accennare al fatto che i precedenti penali di Valter risalivano agli
anni ottanta e non erano quindi recenti (come da “omissione” avrebbe
potuto emergere) e l’avvocato Pelazza il quale ricordava alla corte
l’omissione fatta dalla giudice relatrice, annunciava parere favorevole
alle richieste del nostro compagno. La corte quindi si ritirava
riservandosi di decidere.

Ricordiamo
che durante l’udienza di Cassazione che confermò le pene di 4 anni di
carcere (pena ridotta di 3 anni grazie all’indulto), in via definitiva
per gli antifascisti di corso Buenos Aires dell’11 marzo 2006 a Milano,
il Procuratore Generale aveva chiesto l’annullamento della condanna a
causa di “anomale modalità di indagine degli agenti predisposti”
paragonando queste modalità a quelle che caratterizzarono le indagini
sul G8 genovese. Malgrado questa richiesta, presentata proprio
dall’Autorità che avrebbe dovuto rappresentare l’accusa, la Corte di
Cassazione decise di convalidare la condanna a 4 anni rendendola
definitiva.

Quell’11 marzo antifascista  scosse
(dimostrando anche alcuni limiti, certo!) le coscienze di molti e
restituì attenzione nei confronti dello sdoganamento del fascismo e
della necessità di praticare l’antifascismo quotidianamente, nelle
piazze e nei quartieri delle nostre città. Crediamo che quell’11 marzo
antifascista abbia in se molti insegnamenti che tutti gli antifascisti
dovrebbero fare propri a partire dalla necessità di costituire un
fronte comune antifascista

         che sappia coordinarsi nelle città e su tutto il territorio nazionale

         che impari a dibattere e ad affrontare anche le battaglie politiche interne nel nome di un unità superiore

         che
si mostri solidale, al di la delle pratiche differenti che si mettono
in campo, con gli antifascisti colpiti dalla repressione

Ringraziamo
fraternamente tutti i compagni che, sino ad oggi, hanno mostrato queste
tendenze positive e che, malgrado le differenze e le divergenze, hanno
espresso concretamente la loro solidarietà al compagno Valter e agli
altri antifascisti processati.

 

Seguiranno aggiornamenti sulla decisione del tribunale di sorveglianza.

Op. Tramonto – Trasferiti a Siano Andrea e Alfredo

Questa mattina è iniziato il trasferimento dei compagni nel carcere-confino di Siano, Catanzaro!
Sembra
che il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria voglia
trasferire i compagni due alla volta; non sappiamo a che distanza
temporale gli uni dagli altri, ma proprio questa mattina hanno
imbarcato in aereo per il carcere di Siano,
Andrea Scantamburlo e Alfredo Davanzo.

Più di mille chilometri di distanza dagli affetti, dai compagni di lotta e dalla sede processuale!!!

Costruiamo e rilanciamo ogni tipo di iniziativa di solidarietà di
classe, denunciamo e lottiamo uniti dando voce alla resistenza dei
compagni in carcere.

Non appena avremo notizie di altri trasferimenti, aggiorneremo tutti e tutte!

No alle carceri-confino e alle deportazioni!
Teniamo alta la bandiera della solidarietà di classe!

Per scrivere ai compagni:
_ Andrea Scantamburlo
_ Alfredo Davanzo

Casa Circondariale, Via Tre Fontane 28 – 88100 Siano (CZ)

[Firenze] 3 luglio davanti la GKN

VENERDI 3 LUGLIO DALLE ORE 19.00

DI FRONTE AI CANCELLI DELLA GKN, VIA FRATELLI CERVI, CAMPI BISENZIO INSIEME AL COMITATO CASSAINTEGRATI GKN

“CHI STA PAGANDO QUESTA CRISI?”

SERATA DI MOBILITAZIONE, INFORMAZIONE E PROTESTA CON MUSICA, INTERVENTI, CENA, BANCHINI

ALLE 21.00 CONCERTO DI BANDAK100, FRATELLI ROSSI, E FINO ALL’ALBA CON GLI STORNELLI DEL MENESTRELLO………

Non vogliamo stare qui a fare lezioni sulla crisi, sui suoi effetti, e
nemmeno la lista delle sfighe che rendono faticosa ed incerta la vita
di noi lavoratori/trici, precari o meno, genitori o figli, immigrati o
no, studenti ed insegnanti.
Siamo stanchi di sentire discorsi su come risolvere la situazione da
coloro, siano essi politici o imprenditori (ai quali va’ ridato senza
timore il loro vero nome: Padroni), che in questi anni si sono
appropriati della nostra vita in nome di un falso interesse comune, la
famosa competitività dell’azienda Italia, e dei nostri salari
attraverso un continuo indebitamento e i relativi salati interessi.
Troppi, davanti a questa realtà, hanno piegato la testa, abbindolati da
sindacati e sindacalisti più o meno complici delle scellerate scelte
padronali e governative, da forze politiche che promettono e poi
"magnano o danno da magnare agli amici". Troppi vivono con vergogna e
disperazione la cassaintegrazione, il licenziamento. Altri sfogano
verso irreali nemici la loro rabbia.
Quello che sta succedendo non riguarda la semplice sfera personale, il
proprio ambito familiare, la propria fabbrica. Una fabbrica che chiude
non riguarda unicamente i soggetti coinvolti, ma tutto il territorio
circostante, le scuole frequentate dai loro figli/e, i luoghi di
aggregazione del territorio. Impedire la chiusura di una fabbrica,
benchè luogo di sfruttamento, non può più riguardare unicamente chi ci
lavora. Un padrone che chiude, trasferisce altrove in nome del maggior
profitto, che vende i macchinari, che mette in cassaintegrazione i
lavoratori, non fa solo questo ma ferisce irrimediabilmente tutto il
tessuto sociale coinvolto.
Per questo non può rimanere come un problema solo di chi ci lavora,
così come chi ci lavora deve rompere la logica attendista degli
acrobati del sindacato, dei tavoli e delle pseudo trattative, degli
interventi delle istituzioni, rimandando a chissà quali tempi futuri
una rottura con l’attuale modo di portare avanti la lotta.
I mass media parlano di crisi ma chi non parla, chi non riversa sui
territori la propria realtà sono proprio coloro che la situazione se la
vivono. Noi vogliamo invece che ciò avvenga. Cominciare fin da ora a
fare di ogni fabbrica che chiude, di ogni situazione di
cassaintegrazione, di licenziamenti un problema che riguarda tutto il
territorio. Non ci deve essere luogo che non venga investito da questo
problema. Non ci deve essere soggetto che possa dire "io non sapevo".
Nessuno deve sentirsi solo, semplicemente compatito per la sua
situazione, dentro quella logica assistenzialista più vicina alla
carità cattolica che allo scontro di classe.
Le forme e i modi per farlo non conoscono ricette, siano essi
volantinaggi nei quartieri, davanti a fabbriche vicine, nelle scuole
della zona. Siano gruppi musicali o teatrali che si mettono a
disposizione, siano insegnanti e studenti che portino dentro la scuola
questa realtà. Non dobbiamo attendere i tempi della politica e del
sindacato. Non servirà cercare di fermare tutto questo, dire che è
presto, consultare chissà chi, o fare tutti i passaggi di rito.
Per questo venerdì 3 luglio saremo a Campi Bisenzio, davanti alla GKN,
dove – con il Comitato dei Cassaintegrati – abbiamo organizzato una
serata di mobilitazione e protesta, perché siamo stanchi di subire e
vogliamo AGIRE ORA!!!!!

Cantiere Sociale K100fuegos (Campi Bisenzio), CPA Firenze sud,
Collettivo Politico Scienze Politiche, Rete dei Collettivi studenteschi
fiorentini

Viareggio, la vergogna del Popolo delle “Libertà”

Poche
ore sono passate da un tragedia immane, che ha distrutto una piccola
città che vive di turismo e del suo famoso Carnevale. 17 morti
carbonizzati, 16 persone in fin di vita, ancora un numero imprecisato
di dispersi e di feriti.
In questo contesto il Presidente del Consiglio ha fatto visita a
Viareggio e, fin qui (davanti ad una catastrofe senza pari) si può,
solo per un momento, mettere da parte anche le contestazioni politiche.
Ma la giornata era iniziata male, quel suo "Vado a prendere in mano la
situazione" dopo più di 15 ore di intenso lavoro da parte dei
soccorritori dove lo stesso Bertolaso ha preso atto del lavoro svolto
dai soccorsi che fin da subito si erano riversate sulla scena del
disastro e che ha creato alcuni mal di pancia nei volontari.
Quello che invece è successo è l’espressione più chiara
dell’imbarbarimento della gente berlusconiana riassumibile
nell’inciviltà di quel gruppo organizzato venuto anche da fuori
Viareggio che, invece di rispettare il dolore in silenzio, ha voluto
trasformare una visita istituzionale dovuta, in un comizio ed ha
iniziato ad applaudire, a scandire "Silvio, Silvio" e a fare cori.
fasciterr.jpgMentre cittadini comuni assistono a questo, altri
leccapiedi dal balcone del Comune iniziavano ad inveire contro
esponenti di Rifondazione che eranol ì per seguire la situazione da
vicino ("Comunisti di merda, andate via!", sono alcune frasi dette)
senza che nessuno avesse in mente di contestare. E’ a quel punto che
sono partiti i fischi spontanei della gente, le grida buffone e la
contestazione a chi specula sulla morte facendo indegne passerelle con
il codazzo di signore imbellettate che fanno foto con il cellulare.
Ma non è tutto, giovani con le maglie del Duce (vedi foto), signori
sulla cinquantina che fanno le corna e provocano, spintoni, il tutto
davanti ad una polizia basita per questi comportamenti in una
situazione del genere.
I media hanno fatto il loro, un noto giornalista locale della Nazione
ha subito messo le "cose in chiaro" urlando e sbraitando che la gente
non doveva contestare (evidentemente i cori e gli applausi scanditi e
ben organizzati partiti all’arrivo del capo non erano indegni di una
situazione drammatica di lutto), i TG hanno tagliato i
fascio-berlu11.jpgfischi e i cori, giornalisti esclusi dalla conferenza
stampa.. Per finire con Berlusconi costretto a scappare dall’uscita
posteriore.

Questa gente ha dimostrato di non avere rispetto nemmeno di fronte alle tragedie.

Per Senza Soste, Ulisse Ognistrada

30 giugno 2009

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Sul fronte della cronaca c’è da sottolinerare la rabbia venuta fuori
dall’assemblea dei ferrovieri che avevano già segnalato molte volte i
rischi connessi al cattivo funzionamento dei carrelli. L’assemblea
nazionale dei ferrovieri esprime profondo cordoglio per le vittime e
invita le autorità a non sottovalutare le segnalazioni di pericolo.
Dure le critiche alla dirigenza delle Ferrovie dello Stato. In una nota
i ferrovieri fanno sapere che "il trasporto ferroviario è un servizio
complesso in cui anche il più piccolo incidente o guasto, può
determinare immani tragedie e come tale va analizzato e preso, sempre,
nella massima considerazione. Rinnoviamo la più ferma critica al gruppo
dirigente delle Ferrovie che ha dirottato risorse e tecnologia sul
servizio ‘luccicante’ dell’ alta velocità lasciando che il resto del
servizio ferroviario, in particolare merci e pendolari, deperisse sia
in termini di qualità che di sicurezza".

I delegati dell’RSI aggiungono che "La rottura di un asse di un
carrello del vagone merci è un incidente tipico che non è stato mai
tenuto nella giusta considerazione nonostante l’elevatissimo rischio
connesso. Esso si è ripetuto innumerevoli volte, sempre fortunatamente
con conseguenze meno gravi, da ultimo nei giorni scorsi sempre in
Toscana, a Pisa S.Rossore ed a Prato". ( fonte repubblica.it )