Quando l’8 Gennaio 1980 Marco Camenisch
venne arrestato in Svizzera, per dei sabotaggi antinucleari, Chernobyl
era una sconosciuta località della pianura Ucraina. Allora,la salute
già compromessa del Pianeta, non era ancora giunta agli attuali picchi
di allarme e nessuno poteva immaginarsi le due guerre del Golfo, i
conflitti balcanici ed i “bombardamenti umanitari” di Jugoslavia, Irak
e Afghanistan.
L’affermazione del Pensiero Unico di
questo sistema di dominio tossico-industriale ha mosso in questi ultimi
30 anni passi da gigante,forte dell’alta tecnologia, del monopolio
energetico, alimentare, e della totale dipendenza dai perversi e
capillari meccanismi dell’economia di mercato.
Milioni di individui dopo sanguinose
guerre etniche e tribali oppure privati,a causa di scellerate politiche
economiche liberiste, dei più elementari bisogni di sussistenza,sono
oggi costretti a travagliati esodi verso i cosiddetti paesi benestanti
della” nostra” Eurolandia.
La globalizzazzione crea
disoccupati,precari e profughi, alimentando guerre tra poveri e
politiche xenofobe e razziste mentre l’industrializzazzione forzata di
paesi come Cina e India espelle continuamente ogni anno milioni di
contadini dalle loro terre.
Aumenta la dipendenza dal Progresso
industriale ,diminuisce la nostra libertà e capacità di
autodeterminazione e avanza soltanto la sistematica distruzione
ecologica di un Pianeta che non potrà tollerare ancora per molto i
nostri folli ritmi di sviluppo.
Questa critica, radicalmente ecologica,
antiautoritaria e anticapitalista, è stata la molla che trent”anni fa
ha mosso il pensiero e l”azione di Marco. Una ribellione che ha
attraversato questi decenni con carcere, fuga,latitanza e nuovo
carcere, nella prospettiva di negargli ogni futura libertà per aver
sputato nella tiepida brodaglia tossica di questa democrazia da
operetta.
Resta il carcere per Marco e per tutti i
ribelli e rivoluzionari che non hanno svenduto la loro dignitosa
identità contro questo sistema fondato sulla morte per
inquinamento,omicidi bianchi sul lavoro,disperazione,incidenti
stradali,malattie cancerogenee…
E una triste e amara realtà che ogni
giorno che ogni giorno può solo alimentare illusioni di felici consumi
all’ombra dell’indifferenza,in un mondo che sta andando a pezzi.
Contrastare i Poteri Forti, la cultura
della speculazione privata ai danni della comunità,riprendere le forme
solidali del mutuo appoggio e della rivolta è indispensabile per uscire
dalle pericolose gabbie sociali costruite con la complicità e la
rassegnazione della moltitudine.
MARCO DEVE USCIRE DALLA GALERA e
rivendicare oggi la sua liberazione significa continuare la critica
contro questo sistema tecno-industriale,consapevoli del suo totale
fallimento ecologico e sociale.
ALPI in RESISTENZA
per l’ecologia sociale
Sondrio, 4 Agosto 2009