[Li] Fiaccolata per Marcello Lonzi

Venerdì 11 settembre 2009 – Livorno

ore 20.30 concentramento in piazza della Repubblica, ore 21 partenza

A sei anni dall’omicidio di Marcello, pestato a morte nel carcere delle Sughere, la madre, Maria Ciuffi,
continua a lottare. E’ importante rompere il silenzio e portare
solidarietà a chi da anni combatte per togliere i veli di omertà e
connivenze che le istituzioni stendono per difendere i propri aguzzini.

Torino – Occupato cortile Croce Rossa per assemblea contro i Cie

 Pur se passata, iniziativa degna di menzione:

I partecipanti all’assemblea contro i
Cie hanno ritenuto opportuno svolgere l’incontro in uno dei centri
nevralgici della Croce Rossa Italiana, diretta artefice e responsabile
delle torture inflitte alle persone private della libertà nei moderni
lager di Stato. Pertanto un appello rivolto a tutti coloro che
intendono opporsi agli strumenti xenofobi di morte e segregazione a
recarsi immediatamente in via Bologna 171 presso la sede della CRI di
Torino.

segue appello iniziativa:

UN MESE DI LOTTA CONTRO I C.I.E.

Lo
scorso 8 agosto sono entrate in vigore le nuove leggi razziali chiamate
Pacchetto Sicurezza, che tra l’altro prevedono l’aumento da due a sei
mesi del tempo massimo di reclusione degli immigrati nei Centri di
Identificazione ed Espulsione (Cie).

Già lo
scorso marzo rivolte e tentativi di evasione avevano bloccato una legge
simile. Ora il governo ci ha riprovato, e sono ricominciate anche le
proteste all’interno dei Cie: dall’8 agosto in avanti a Gradisca,
Milano, Torino, Lamezia, Bari, Brindisi, Modena i reclusi si sono in
vario modo rivoltati, diversi sono riusciti a fuggire e grazie alla
loro lotta la capienza complessiva dei Centri si è ridotta, seppur
temporaneamente, di almeno 100 posti e la macchina delle espulsioni
fatica a funzionare.

In
particolare dopo la rivolta che ha semidistrutto il Centro di via
Corelli a Milano quattordici reclusi sono stati arrestati (e due nei
giorni successivi a Bari): gli accusati di Milano stanno affrontando un
processo che grazie alla loro determinazione e alla solidarietà esterna
si sta trasformando in un atto di accusa contro i Cie e chi li
gestisce. Sin dalla sua ripresa il 21 settembre occorrerà mobilitarsi
per continuare su questa strada.

Proponiamo
un incontro per fare il punto della situazione, ascoltare contributi
audio e testimonianze, valutare come sostenere nel modo migliore le
prossime ribellioni. Perché la nostra battaglia è lunga e difficile, ma
può essere vinta.

Libertà  per tutti! Guerra ai razzisti! Fuoco alle prigioni!

Martedì  8 settembre 2009

Presso il cortile della Croce Rossa Italiana in via Bologna 171 attualmente occupato!!!

ore 19.30 aperitivo benefit spese legali detenuti CIE di Milano

ore 21.00 assemblea


Il prossimo appuntamento per decidere le nuove iniziative di lotta sara’

mercoledi’ 9 settembre – ore 21.30

presso la sede di Radio Blackout in via Cecchi 21/A – Torino

 

Pavia – Muore in carcere dopo sciopero della fame

fonte: ANSA

PAVIA – E’ morto dopo un lungo sciopero della fame, iniziato oltre
un mese fa, un detenuto tunisino di 42 anni, che era rinchiuso nel
carcere di Torre del Gallo a Pavia. L’uomo è deceduto due giorni fa al
policlinico San Matteo di Pavia, dove era stato ricoverato per
l’aggravarsi delle sue condizioni. Il tunisino aveva deciso di
intraprendere lo sciopero della fame dopo che aveva saputo di una nuova
condanna emessa contro di lui per un’accusa di violenza sessuale. Una
sentenza che il nordafricano ha contestato, sino a decidere di
interrompere l’assunzione di cibo e bevande. Sono stati inutili i
tentativi del responsabile del carcere di convincerlo a mangiare. Sulla
vicenda sono ora in corso accertamenti da parte dell’autorità
giudiziaria.

Arrapound Smascherati!!

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Dai
colloqui riservati dei dirigenti: un’organizzazione ipercentralizzata
con doppi livelli, la paura degli infiltrati, il servizio d’ordine e i
rapporti con la Digos
Saverio Ferrari – Osservatorio democratico – 09/07/2009

Duemila tesserati e migliaia di simpatizzanti, sedi su tutto il
territorio nazionale, 15 librerie, otto associazioni sportive, una web
radio con 25 redazioni in Italia e dieci all’estero”. Con queste parole
Gianluca Iannone, presidente di Casa Pound Italia, il 22 giugno scorso
ha introdotto i risultati raggiunti dall’associazione, festeggiando il
primo anno di attività, a Roma ad Area 19, una delle quattro
occupazioni poste sotto l’egida del gruppo.
È stata anche l’occasione per sottolineare come ben 150 siano state le
conferenze organizzate e che a Casa Pound Italia fanno ormai
riferimento “dieci gruppi musicali, una compagnia teatrale, una
galleria d’arte e un circolo di cultura cinematografica”, ma
soprattutto il Blocco studentesco che “ha conquistato 120
rappresentanti alle Superiori e 37 mila voti solo a Roma con una media
del 18% dei consensi”. “È stato un anno intenso” – ha concluso Iannone
– “che ha portato a risultati che vanno oltre quanto sperassimo, a
cominciare dalla capacità del Blocco studentesco di guidare la protesta
contro la riforma Gelmini”. Un giudizio decisamente ben oltre il vero
anche se è indubbio che questa realtà di Casa Pound nel suo complesso
rappresenti un fenomeno in crescita. Quasi un piccolo evento mediatico.
I riconoscimenti a destra si sprecano: solo negli ultimi mesi la sede
romana di via Napoleone III ha ospitato, a febbraio, la presentazione
di un libro dell’ex brigatista rosso Valerio Morucci con Giampiero
Mughini e il vicecapogruppo del Pdl in Campidoglio Luca Gramazio,
occasione per lanciare un appello a “mettere fine al meccanismo
diabolico dell’antifascismo”, e successivamente il 2 aprile, la
proiezione del film-documentario apologetico su Bettino Craxi “La mia
vita è stata una corsa”, con tanto di intervento della figlia, nonché
attuale sottosegretario agli esteri, Stefania Craxi.
Recentemente è stato anche pubblicato dalle edizioni Contrasto un
interessante libro foto-giornalistico su Casa Pound: “OltreNero. Nuovi.
Fascisti. Italiani” di Alessandro Costelli e Marco Mathieu. Una ricerca
più antropologica che politica. Ultima in ordine di tempo, a fine
maggio, l’intervista su l’Altro a Giancarlo Iannone da parte di Ugo
Maria Tassinari, da sempre loro entusiastico sponsor, che ha suscitato
non poche critiche e rimostranze a sinistra.
Ma dietro le quinte la realtà sembra ben diversa da quanto appaia. Non
proprio nuova, si potrebbe dire, anzi, decisamente datata. Sulla base
di alcuni colloqui riservati, raccolti casualmente, sfuggiti via
internet all’uso esclusivo dei dirigenti, emergerebbe, infatti, non
proprio la dimensione di un universo così originale, scevro da dogmi e
aperto al dialogo con tutti.
Il dibattito interno a cui ci riferiamo è dell’aprile scorso. Ebbene,
il capo, ovvero Gianluca Iannone, dietro lo pseudonimo di Geronimo, nel
relazionarsi con i dirigenti locali sparsi sul territorio, così
illustra e detta le linee organizzative: “Le comunità vanno strutturate
in cerchi concentrici, il primo deve essere il direttivo, il secondo
cerchio deve essere quello della comunità e poi i vari cerchi con tutti
gli altri. Per comunità intendo un insieme di persone che mantengono un
segreto, uno zoccolo duro serrato, fido, agguerrito…”. Il terrore è
quello delle infiltrazioni: “Siate sempre diffidenti” – dice – “occhio
soprattutto a vecchi camerati di vecchie organizzazioni che si
riaffacciano dal nulla. Noi vi fidate di nessuno. Siamo una foresta che
cresce . Occhio ai parassiti”.
In questo quadro, tra citazioni di Alessandro Pavolini e altri, si
invita tutti a “dare informazioni il meno possibile”. “Chi vuole
conoscerci realmente” – queste le conclusioni – “chiama e si fissa un
appuntamento. In questo periodo dobbiamo essere molto selettivi”.
Anche il mondo delle curve è vissuto con un certo sospetto: “Se inteso
come contenitore per aggregare e poi formare al di fuori, lo stadio è
fondamentale e ho grande rispetto per i gruppi perché anche noi ne
abbiamo uno forte e radicato”, ma “gli stadi pullulano di infiltrati.
La politica trasportata nello stadio porta dietro un sacco di controlli
e situazioni con le forze dell’ordine”. L’impianto sembrerebbe quello
già sperimentato delle formazioni neofasciste degli anni Settanta,
ipercentralizzate e compartimentate, con doppi livelli, impermeabili e
pronte allo scontro non solo politico. “Ogni regione” – è sempre
Iannone a parlare – “deve avere un minimo di 10 elementi facenti parte
del servizio d’ordine nazionale che faranno capo direttamente al
coordinatore regionale e al sottoscritto. Compito dei coordinatori
regionali è individuare gli attivisti più portati a discipline marziali
e unirli sotto il servizio d’ordine locale. Il servizio d’ordine deve
essere basato su un reale allenamento settimanale e una serie di
letture mirate che saranno comunicate in seguito. Bell’aspetto
(interiore ed esteriore) e sangue freddo sono solo i primi due
requisiti per accedere a questa struttura che avrà riunioni nazionali e
compiti delicati. Appartenere al servizio d’ordine è un onore che non
tutti possono rivestire. Scegliete bene”.
C’è dunque un piccolo Duce al vertice di Casa Pound che tutto decide e
comanda, ma soprattutto sarebbe interessante sapere a cosa dovrebbe
servire un servizio d’ordine e quali siano “i compiti delicati” di cui
si parla. Anche alla luce di alcune inquietanti ammissioni in relazione
ai rapporti non sempre conflittuali che sembrerebbero intercorrere tra
alcune sedi di Casa Pound e le Digos locali. “Solita amicizia con la
Digos” – comunica il responsabile di Siena a cui fa da sponda Perugia –
“Qua la situazione è la solita, fanno gli amiconi e i cammarati”.
Storie già sentite. Anche queste.

http://anarchicicarpi.noblogs.org/

INNSE: arriva la repressione

Stanno arrivando a diversi sostenitori della nostra lotta dei provvedimenti  con multe da 2500 a 10.000 euro per il blocco della tangenziale avvenuto il  giorno 2 agosto, il giorno in cui l’INNSE era presidiata da più di 300  poliziotti e Genta aveva iniziato a smontare il macchinario. Lo riteniamo un  colpo basso contro una mobilitazione che, sostenendo l’iniziativa diretta  degli operai, ha portato al risultato che tutti conosciamo.
Come insieme abbiamo resistito allo smantellamento della fabbrica, assieme  reagiremo a questa azione intimidatoria. Al presidio stiamo raccogliendo  tutti i provvedimenti, fateli pervenire immediatamente. Stiamo preparando  una grande assemblea pubblica per decidere le iniziative di risposta.
Gli operai della INNSE
Milano, 4 settembre 2009

Serbia – Arrestati 3 anarchici

fonte: Culmine

I membri della Union Confederation “Anarcho-syndicalist initiative”,
Ratibor Trivunac (attualmente delegato alla segreteria generale della
IWA-AIT), Tadej Kurepa e Ivan Vulovic sono stati arrestati il 3
settembre in quanto accusati di "aver provocato un pericolo pubblico".
Attualmente sono sottoposti ad interrogatorio. Non si hanno notizie in merito ad altri arresti.
I compagni sono da giorni indicati dai giornali locali di essere i responsabili dell’attacco all’ambasciata greca in Serbia, a Belgrado.

USA – Libero Ojore Lutalo, prigioniero anarchico e afroamericano

Dopo 27 anni di carcere, il prigioniero di
guerra e anarchico della Nuova Africa, Ojore Lutalo, è stato liberato
dalla prigione dello stato del New Jersey il 26 agosto.
La Croce Nera Anarchica di Filadelfia sta raccogliendo fondi per appoggiarlo economicamente.

Per maggiori informazioni: http://www.abcf.net

Breve storia di Ojore
Ojore Lutalo è stato un
membro del Black Liberation Army-BLA, gruppo nato nel 1970 dalle ceneri
del Black Panther Party-BPP. Per la sua militanza ha subito la
persecuzione da parte delle forze dell’ordine degli USA.
"Dopo esser
stato in carcere per aver violato la libertà condizionale, sono stato
arrestato di nuovo per un sentenza del 1977 per aver espropriato banche
dello stato capitalista (per finanziare le nostre attività) e per il
mio coinvolgimento in una sparatoria contro un narco-trafficante. La
ragione di questa sparatoria era quella di
finanziare le nostre attività e di liberare la comunità dai trafficanti di droga."
Ojore è stato un compagno dello scomparso Kuwassi Balagoon, prigioniero di guerra e anarchico della Nuova Africa.
"E’
dal 1970 che lotto contro lo stato fascista. Sono anarchico dal 1975.
Prima non ero altro che un delinquente apolitico. Sono stato
influenzato dal BLA. I suoi membri erano New Afrikans come me. Nelle
strade dei ghetti portavano avanti le loro azioni armate e attaccavano
i membri delle forze di sicurezza che assassinavano i neri delle
comunità. Nel 1975 mi sono allontanato dal marxismo e mi sono
avvicinato all’anarchismo (grazie a Kuwasi Balagoon) per l’inattività e
l’inefficacia del marxismo nelle nostre comunità, assieme alla
burocrazia repressiva che accompagna il marxismo. Sono certo che le
persone si impegneranno in una lotta se potranno ottenere risultati
simili a quelli conseguiti dai collettivi anarchici in Spagna durante la Rivoluzione."

Afghanistan, Rasmussen: possibili vittime civili in raid Nato

 

Bombardamento ha fatto almeno 90 morti. Ordinata un’inchiesta

 
Potrebbero esserci anche dei civili tra le vittime del bombardamento
della Nato di questa mattina nella provincia di Kunduz, nel nord
dell’Afghanistan: ad ammetterlo è il segretario generale dell’Alleanza,
Anders Fogh Rasmussen, che si è impegnato per l’apertura di
un’inchiesta sull’operazione dell’Alleanza. Il raid aereo, compiuto
dall’aviazione tedesca, ha fatto oltre 90 morti, tra cui un numero
ancora imprecisato di civili. Secondo fonti locali, le vittime civili
sarebbero una quarantina. "Certamente un numero di talebani è stato
ucciso e c’è anche la possibilità che vi siano vittime civili", ha
ammesso Rasmussen.

Grecia, attentati dinamitardi alla Borsa di Atene e a Salonicco

Da Indy Toscana:

Le bombe sono esplose nelle prime ore
del mattino. Nella capitale una telefonata ha annunciato la
deflagrazione. Secondo gli inquirenti, si tratta di azioni di gruppi di
sinistra.

Due attentati dinamitardi sono
stati compiuti in Grecia nelle prime ore del mattino, di fronte alla
Borsa di Atene e a Salonicco e una donna è rimasta ferita.
Nell’attentato di Atene, rivendicato con una telefonata a un quotidiano
locale circa 40 minuti prima dell’esplosione, si sono verificati danni
all’edificio della Borsa e sono andate distrutte almeno otto auto
parcheggiate nei pressi.

La donna rimasta ferita si stava recando a lavorare in un palazzo
vicino alla Borsa. "Stiamo verificando i danni all’edificio", ha detto
il presidente della Borsa Spyros Capralos.

Quasi contemporaneamente, un’altra esplosione è avvenuta di fronte a un edificio governativo di Salonicco.
Secondo gli inquirenti, dietro i due attentati ci sono gruppi di
sinistra che nei mesi scorsi hanno compiuto diverse azioni contro
polizia, banche, uffici governativi e una emittente privata. Di
conseguenza, il governo di Costas Karamanlis è stato accusato di non
essere in grado di proteggere i cittadini.


Salonicco: rinvenuti 8 missili anticarro
 

La Borsa di Atene, ha riaperto normalmente le
operazioni malgrado i gravi danni subiti dall’edificio che la ospita a
seguito di un attentato dinamitardo avvenuto stamane. La facciata della
Borsa di Atene risulta infatti visibilmente danneggiata dall’esplosione
di un ordigno artigianale detonato all’interno di un furgoncino. Il
mezzo era stato lasciato in sosta davanti alla sua sede situata su una
grande arteria nella zona occidentale della capitale greca.

Coinvolte nell’esplosione anche 6 automobili andate completamente
distrutte. Mentre una donna è rimasta lievemente ferita, colpita da
frammenti di vetro, ed è stata poi medicata in ospedale. Sempre in
mattinata ma a Salonicco è esplosa davanti alla sede del Ministero
della Tracia e Macedonia una seconda bomba, deflagrata questa volta
all’interno di una cabina telefonica provocando solo danni materiali.
Anche se i due attentati erano stati preannunciati poco prima ai media
locali e alle forze di sicurezza consentendo di prendere misure
precauzionali, finora non è giunta alcuna rivendicazione. Però
l’episodio di Salonicco assume una veste inquietante se collegato al
ritrovamento, sulle montagne della regione di Salonicco, di 8 missili
anticarro di costruzione americana.

Gli ordigni bellici erano nascosti, ben protetti, in una zona impervia
della foresta di Nea Vrasna. Polizia, antiterrorismo e servizi segreti
stanno investigando in merito. Si teme che potessero servire per un
attentato. Nella città greca è atteso il premier Costas Karamanlis per
partecipare all’inaugurazione, tra qualche giorno, della Fiera
Internazionale.

Nel frattempo gli inquirenti, dopo le due esplosioni di stamani, hanno indirizzato le loro indagini negli ambienti di sinistra.
Nei mesi scorsi infatti, a partire dalle dimostrazioni violente per
l’uccisione di un giovane da parte della polizia ad Atene nel dicembre
2008, organizzazioni armate di stampo anarchico-marxista come ‘Lotta
Rivoluzionaria’, ‘Setta dei Rivoluzionari’ e ‘Nuclei di Fuoco’ hanno
compiuto attentati dinamitardi in Grecia contro polizia, banche, uffici
pubblici e governativi e una emittente privata, senza però mai
provocare vittime.
Gli attentati di oggi infatti avvengono dopo la mobilitazione anarchica
e antiglobalista dei giorni scorsi attuata per ottenere la liberazione
dell’ultimo detenuto della rivolta di dicembre, Thodoris Iliopoulos,
scarcerato alcuni giorni fa dalle autorità carcerarie greche.

Nei giorni scorsi anarchici avevano lanciato bombe molotov contro
l’ambasciata greca a Belgrado e compiuto altre azioni dimostrative.

Per far fronte alla crescente minaccia e alle accuse di non essere in
grado di proteggere i cittadini da parte dei media nazionali e
dell’opposizione, il governo Karamanlis ha di recente messo in cantiere
una riforma della struttura di sicurezza cambiando il capo dei servizi
segreti e proponendo la creazione di un Consiglio nazionale per la
sicurezza interna, Cnsi.


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