Pistoia – Lettera di Alessandro dal carcere e Ricostruzione di Katiuscia

Lettera di Alessandro Della Malva dal carcere di Pistoia

14.10.09
Cari compagni,
per prima cosa vi dico che nonostante tutto sto bene.
Inizio a pensare, e lo denuncio pubblicamente, che il mio arresto l’11 ottobre sia una manovra per orientare anche il processo per la ronda proletaria antifascista di Massa del 25 luglio, che è iniziato a Massa il 9 ottobre (una coincidenza?)
Voglio ringraziare tutti voi che fin da subito siete scesi in piazza sotto la questura e anche tutti i compagni che in questi giorni si sono mobilitati e si mobiliteranno nei prossimi.
Voglio esprimere solidarietà ai compagni fermati e a quelli arrestati e in particolare voglio salutare i giovani compagni minorenni: compagni, non è con le montature giudiziarie e le intimidazioni che la borghesia può fermare la legittima organizzazione dei giovani e delle masse popolari contro la deriva reazionaria: con la mobilitazione, il protagonismo e il controllo popolare toglieremo ai fascisti l’agibilità politica che le istituzioni garantiscono loro, calpestando e oltraggiando la Costituzione.
Non escludo che le forze della repressione tenteranno di dividere il fronte antifascista: a vedere da come hanno gestito le operazioni dei fermi e degli arresti, probabilmente continueranno con manovre e provocazioni per dividere fra “buoni” e “cattivi”, tenteranno di gettare discredito e denigrare i compagni antifascisti. Dobbiamo rimanere uniti e rispondere compatti.
Infine voglio anche salutare tutti i miei compagni del P.CARC e rassicurarli: anche se costretto in carcere, sono idealmente lì con tutti voi a preparare il Secondo Congresso Nazionale.

Avanti compagni!
Trasformiamo questo attacco repressivo in mobilitazione antifascista e antirazzista!
10,100,1000 ronde popolari antifasciste e antirazziste.

2 – Ricostruzione di Katiuscia dei fatti del 10 e 14 ottobre
Ho pensato di scrivere ciò che è successo da domenica scorsa a Pistoia. So che sono cose già raccontate, ma penso sia utile scriverle così magari esce qualche elemento che avevo dimenticato.

11.10.09, giorno in cui la Digos di Pistoia ci ha “sequestrati”
Il giorno 11.10.09 io e Alessandro siamo arrivati a Pistoia per partecipare ad una riunione organizzativa mirata a cercare di far nascere, con l’appoggio di altre associazioni provenienti da diverse città toscane, un comitato contro le ronde. Siamo arrivati a Pistoia intorno alle 15.30 e ci siamo recati presso la gelateria Pare per mangiare un gelato…ci siamo stati una ventina di minuti. Siamo poi andati in macchina presso il parcheggio dell’ex Breda dove avevamo appuntamento alle 16.00 con le altre associazioni per recarci poi presso il circolo Primo maggio dove avrebbe avuto luogo la riunione. L’incontro era fissato presso l’ex Breda proprio perché nessuna delle persone che partecipava a questa riunione sapeva dove si trovava questo circolo prenotato precedentemente dai partecipanti pistoiesi. Intorno alle 16.30 ci siamo avviati verso il circolo con le macchine (salvo io e Alessandro che abbiamo lasciato lì la nostra e siamo stati portati al circolo da due compagni di Pistoia). Abbiamo formato un serpentone di sei macchine e nel giro di massimo 10 minuti siamo scesi davanti al circolo Primo maggio. Siamo subito entrati. All’interno c’erano tre signori sulla cinquantina gestori del centro. Vorrei sottolineare che la Digos non ha minimamente preso in considerazione di interrogare queste tre persone che potevano tranquillamente testimoniare la nostra presenza sul luogo. Verso le 16.50 abbiamo iniziato la riunione, passati circa 10 minuti si affacciano alla saletta dove stava prendendo luogo la riunione due persone che ci mostrano i distintivi e si qualificano come Digos. Ci chiedono i documenti senza dare spiegazioni se non dirci che era un “semplice riconoscimento”. Noi senza sospettare nulla abbiamo consegnato i documenti (in quel momento c’erano circa 20 persone che partecipavano alla riunione) e abbiamo continuato la riunione senza sospettare che da lì a due ore saremmo stati sequestrati in nome di un “semplice riconoscimento”. Dopo poco ci restituiscono i documenti come fosse tutto apposto. Verso le 19.00 concludiamo l’incontro e ci rechiamo verso la porta d’uscita per andare a casa. Appena usciamo dalla stanza ci viene incontro una ragazza che non aveva preso parte alla riunione e ci dice che non le avevano restituito i documenti in quanto sembrava ci fossero problemi nel riconoscimento a causa di un suo recente cambio di residenza.  A questo punto abbiamo deciso tutti e venti di attendere che a questa ragazza venissero restituiti i documenti per non lasciarla sola in attesa…abbiamo capito in seguito che questo era stato un espediente per permettere alla Digos di far arrivare rinforzi. Infatti nel giro di 10 minuti davanti al circolo c’erano almeno 7-8 tra macchine di servizio e macchine della Digos e antidroga. Passati appunto questi dieci minuti vengono restituiti i documenti alla ragazza e la Digos fa irruzione nel circolo impedendoci di uscire e dicendoci che avrebbero fatto una perquisizione dei locali (senza mandato) e dicendoci che se avessero trovato qualcosa nel circolo ne saremmo stati ritenuti direttamente responsabili. Hanno guardato ovunque più volte senza esito positivo per loro…non è stato trovato assolutamente niente di ciò che cercavano. Vorrei sottolineare che nonostante le nostre richieste nessuno ci ha voluto spiegare il perché di quanto stava succedendo né perché ci impedivano di tornarcene a casa. Fatta la perquisizione ci viene comunicato che saremmo stati portati tutti i questura per stilare i verbali di identificazione e che comunque non c’era nulla di preoccupante, era una semplice questione burocratica e nel giro di poco saremmo potuti tornare a casa. Ci caricano nelle macchine a tre a tre. Io, Alessandro e altri due ragazzi di Pistoia eravamo rimasti gli ultimi a dover essere portati via,  in questo momento mi è stato chiaro che dopo essersi resi conto dalle identificazioni fatte due ore prima che nel gruppo c’era Alessandro Della Malva, esponente di rilievo del P.CARC, qualcuno deve aver deciso che poteva essere l’ennesima occasione per perseguitare il compagno senza un valido motivo. Dico questo perché, come dicevo, eravamo in quattro a dover salire sulle due macchine rimaste e volevano far salire Alessandro su una vettura da solo e noi tre su un’altra. A questo punto ho chiesto se io ero in arresto e mi è stato risposto di no, per cui ho detto ai rappresentanti della Digos che se non ero in arresto sarei salita sulla macchina che volevo io altrimenti se volevano farmi salire sulla macchina che dicevano loro (e lasciare Alessandro su una macchina da solo) avrebbero dovuto arrestarmi. Il rappresentante della Digos a questo punto mi dice che non mi può arrestare in quel momento, per cui io monto in macchina con Alessandro e veniamo portati verso la questura. La conferma della sensazione che avevo avuto della volontà di isolare il compagno Alessandro è arrivata subito dopo aver messo piede in questura. Io e Alessandro, infatti, siamo stati portati al piano inferiore da soli e tutti gli altri compagni sono stati messi in una stanza insieme. A questo punto sono circa le h. 19.45 e ancora nessuno ci ha spiegato cos’era successo né perché ci trovassimo lì se non dirci che stavano stilando il verbale di identificazione. Veniamo a sapere dall’esterno (ci avevano lasciato i cellulari) che 6 compagni erano stati rilasciati. Passate circa 3 ore (siamo intorno alle h. 23.00) chiediamo che sta succedendo e se eravamo a questo punto in arresto o in stato di fermo e nuovamente ci dicono di no, ma che purtroppo avevano dei problemi con i pc. Alessandro a questo punto si alza e dice che se non è in arresto o in stato di fermo lui se ne sarebbe andato, ma viene fermato e gli viene impedito di uscire. A questo punto chiede di poter nominare un avvocato, ma anche questo all’inizio gli viene impedito in quanto gli viene detto che non ce n’era bisogno e non era previsto. Solo dopo ripetute insistenze si riesce a nominarlo. A questo punto siamo intorno alle h. 24.00 un personaggio dell’antidroga ci dice che saremmo stati portati al piano superiore dove “il grande capo”, cosi l’ha definito lui, ci avrebbe spiegato cosa stava succedendo. Appena arrivati davanti a questo “signore” è stato subito chiaro che non voleva spiegarci nulla, ma farci (in particolare ad Alessandro) un interrogatorio informale. Alessandro ha subito chiarito che se voleva spiegarci perché eravamo lì si poteva continuare la conversazione, altrimenti noi non avremmo risposto a nulla. Detto questo ovviamente la conversazione si è conclusa, abbiamo passato circa un’oretta seduti in quest’ufficio per poi essere ricondotti al piano inferiore. Siamo a questo punti intorno alle h. 2.00 di notte e da fuori via cellulare veniamo a conoscenza di cosa è realmente successo ossia l’assalto a una sede di Casapound che si trovava a circa 300 metri dal circolo in cui stavamo svolgendo la riunione. Apro una piccola parentesi per sottolineare che questa riunione faceva seguito ad altre due riunione avvenute in precedenza, una a Livorno e una a Firenze, ed era stata pubblicizzata ampliante nei giorni precedenti.
A questo punto veniamo messi insieme a tutti gli altri ragazzi, io e Alessandro realizziamo che eravamo stati gli unici isolati da tutto il gruppo e cominciamo a capire quale sarà l’epilogo di tutta questa montatura orchestrata ad arte per fermare Alessandro.
Rimaniamo insieme fino a circa le h. 4 del mattino, poi ci viene comunicato che saremmo stati interrogati e poi mandati a casa. Incominciano gli interrogatori, io posso riferire del mio. Appena entrata domando in che qualità vengo interrogata e mi viene riferito che sono interrogata come persona informata sui fatti. (fatti che se fosse stato per la Digos io non avrei ancora saputo quali fossero). Nonostante questo chiedo la possibilità di avere un avvocato (che sostava fuori dalla questura), ma mi viene negato in quanto in qualità di persona informata sui fatti non era prevista la presenza di un legale e cominciano le domande. Mi vengono chieste le generalità, gli orari in cui sono arrivata a Pistoia, con chi e con che mezzo e poi mi viene chiesto se avessi visto entrare o uscire gente dal circolo mentre ero sul posto. Nel momento in cui io nego di aver visto qualcuno vengo fermata perchè mi viene comunicato che non ero più informata sui fatti, ma fortemente sospettata di favoreggiamento, devastazione, saccheggio, ecc. dato che, mi è stato spiegato, abbiamo dato tutti e venti la stessa versione e questo non era  perché dicevamo la verità, ma perché ci eravamo accordati in precedenza su cosa dire. Faccio una piccola parentesi: ho saputo ieri dall’avvocato di Alessandro che, per tutto il tempo in cui siamo stati in questura, siamo stati sottoposti ad intercettazioni ambientali da cui non sarebbe emerso assolutamente niente, per cui le accuse che ci fanno sanno perfettamente che non hanno alcun fondamento se non una persecuzione politica contro gli antifascisti. Altro chiarimento per chi non fosse mai stato al circolo Primo maggio: questo circolo ha un’entrata che dà su un corridoio lungo circa 10 metri e una stanza sulla sinistra; è evidente e palese che se noi ci trovavamo (come hanno potuto verificare le forze dell’ ordine) nella stanza non avremmo mai potuto vedere entrare o uscire qualcuno.
Finito l’interrogatorio vengo ricondotta insieme agli altri ragazzi e ci viene ribadito che da lì a breve saremmo stati lasciati andare. A questo punto sale Alessandro e dopo circa mezz’ora arrivano 4 carabinieri, ci impongo di uscire alzando la voce e in malo modo. Io mi oppongo con forza e dico che senza Alessandro non sarei uscita dalla questura …e ancora nessuno ci dice che Alessandro è in stato di arresto, ma è comunque evidente dal loro comportamento che si vogliono liberare di noi prima che fossimo venuti a sapere dell’arresto. A questo punto mi squilla il cellulare: un compagno del P.CARC mi dice che Alessandro è stato arrestato e mi chiede di uscire. Io seguendo le sue indicazioni esco. Dopo circa dieci minuti vengo richiamata in questura e mi viene comunicato che Alessandro verrà portato al carcere S. Caterina di Pistoia. Questi sono i fatti avvenuti: ovviamente non ci sono tutti i particolari, ma credo basti per capire che si tratta di un teatrino montato ad arte.
Per quanto riguarda gli altri due compagni arrestati e in particolare di Elisabetta posso dire che lei stava molto male, è stata chiamata la guardia medica per visitarla: è stata chiamata moltissime volte, ma per molte ore non ha avuto il permesso di entrare in questura. Solo dopo svariate minacce di denuncia verso la guardia medica per rifiutato soccorso si sono degnati di farla visitare, senza però nessun esito: non le hanno nemmeno portato il farmaco di cui aveva bisogno per stare un po’ meglio.

14.10.09, giorno dell’interrogatorio del Gip
Oggi ha avuto luogo il primo interrogatorio con il Gip ad Alessandro, Elisabetta e Alessandro di Livorno. Noi abbiamo fatto un presidio e ovviamente siamo stati nuovamente identificati tutti. Dall’interrogatorio è emersa la volontà di incastrarlo cercando di mettergli in bocca cose da lui non dichiarate (vedi cambi di orari in cui sarebbe arrivato a Pistoia). Visto l’andazzo, Alessandro si è rifiutato di proseguire con l’interrogatorio. Io ho ottenuto un permesso permanente di visita e ieri l’ho potuto vedere. Il compagno sta bene sia fisicamente che psicologicamente, è tranquillo ed è cosciente che si tratta di una persecuzione politica contro gli antifascisti e in particolare contro il P.CARC. Mi ha detto che a questo punto più lo trattengono peggio è per loro quando verrà fuori la verità. Ha la percezione di cosa succede fuori perché ha la televisione e legge i giornali. Io per quanto ho potuto l’ho aggiornato su cosa i compagni stanno facendo per lui  all’esterno e di tutta la solidarietà che arriva da tutta Italia e dall’estero. Mi ha detto che in carcere è già diventato molto popolare e che è appoggiato, anzi ha già raccolto delle richieste di intervento (una volta uscito) per denunciare le condizioni dei detenuti in carcere. Non può ricevere al momento libri né vestiti, cose queste che agli altri non sono negate.
Vorrei sottolineare uno dei tanti fatti che dimostra che ci troviamo davanti a un processo politico: ieri mi hanno lasciato far visita ad Alessandro. Mi era stato spiegato dall’avvocato che fino alla convalida nessuno lo poteva vedere se non il suo avvocato, ma stranamente io ieri ho ottenuto il permesso. Non so, forse pensavano avessimo chissà cosa di compromettente da dirci, ma ne hanno ricavato qualche risata, qualche bacio e poco più…poveri loro. Anche da quello che sta uscendo dalle notizie Ansa si capisce che la carcerazione riguarderà solo Alessandro, mentre gli altri due compagni andranno ai domiciliari. Anche questo fa saltare agli occhi che si tratta di una persecuzione  mirata che poco ha a che fare con i fatti accaduti a Pistoia domenica.
Credo che per il momento sia tutto. Colgo l’occasione di dire a tutti che Alessandro vi saluta tutti e mi ha chiesto di riferirvi un messaggio che allego, vi manda a dire che è tranquillo e non vi dovete preoccupare per lui e che bisogna continuare con la mobilitazione Da parte mia ringrazio davvero tutti per l’appoggio continuo e l’aiuto che mi state dando con le vostre indicazioni per affrontare questa persecuzioni al meglio. Io da parte mia ce la sto mettendo tutta per muovermi nel modo giusto e più proficuo possibile. Sicuramente avrò fatto o detto qualche cavolata o avrò sbagliato qualcosa, ma col vostro appoggio sono sicura si riuscirà a volgere questa situazione a nostro favore. Grazie a tutti davvero.
Katiuscia

Fatti di Pistoia, confermati gli arresti

Ieri mattina sono stati confermati gli arresti per i tre compagni sequestrati dalla questura di Pistoia.

Alessandro ed Elisabetta sono ai domiciliari, mentre l’altro Alessandro è ancora recluso nel carcere Santa Caterina di Pistoia.

Per scrivere ad Ale:

Alessandro della Malva – c/o Carcere di Pistoia Via dei Macelli 13
Tel. 0573 975111 fax 0573 22718 – e-mail: cc.pistoia@giustizia.it

Firenze – L’autunno caldo è iniziato!

fonte canisciolti@canaglie.net

7 ottobre: la Facoltà di Lettere in piazza Brunelleschi viene occupata.
Gli studenti si barricano nel chiostro e la polizia non può che
accettare il dato di fatto. Nella serata centinaia di studenti
partecipano alla “festa trash verso il corteo del 9 ottobre…” nello spazio liberato ed autogestito, mentre la facoltà si riempie di striscioni, manifesti e scritte murali.

9 ottobre: un corteo
di 10000 studenti attraversa le strade di firenze fino a bloccare i
viali di circonvallazione, mandando il traffico totalmente in tilt.
Prima che raggiungesse il corteo il camioncino con l’impianto del
corteo viene fermato e perquisito. Al passaggio dal liceo Castelnuovo
vengono oscurate le telecamere del liceo. Banche, Agenzie Assicurative, bancomat e la sede di Confindustria, vengono bersagliate con vernice, fumogeni e petardi. Lo striscione d’apertura recita “L’AUTUNNO CALDO E’ INIZIATO… ORGANIZZIAMOCI PER RENDERLO INFINITO!”

10 ottobre: almeno 12 scuole vengono occupate
in città dagli studenti riuniti in assemblee straordinarie. Digos e
polizia si dilettano in diverse visite alle occupazioni, minacciando
sgomberi e denunce in compagnia della loro care telecamere.
12 ottobre: altre scuole di uniscono alla lista delle occupazioni, mentre in alcune scuole si alzano le prime barricate per bloccare la didattica.

13 ottobre: "Firenze sveglia, sveglia Firenze!"500 studenti si radunano in piazza Santissima Annunziata e danno via ad un corteo notturno non autorizzato per le vie del centro.


RIPRENDIAMOCI LE FACOLTA’

sull’occupazione del 7 ottobre a lettere

 

Intorno alle 19 di mercoledì, il
chiostro della facoltà di Lettere viene stato occupato da alcune decine
di studenti. La Digos, colta di sorpresa, arriva a facoltà già ben
chiusa e non potendo fare altro che restare a guardare gli studenti
barricati dentro decide di andarsene con la coda tra le gambe.

Passa qualche ora e la voce inizia a
girare. Si aprono i cancelli e centinaia di studenti partecipano
all’occupazione, mentre la facoltà si riempie di striscioni, manifesti
e scritte murali. All’ingresso uno striscione recita “Verso il Corteo
del 9… Festa a Lettere Occupata”.

“Vandali!”, gridano i giornali e quei
politicanti (di destra e di sinistra) che la mattina dopo hanno trovato
sulle loro bacheche diversi segni di disprezzo nei loro confronti.

Ma se vandalo è chi fa parlare i muri con le proprie idee… allora si: siamo dei vandali.

Se delinquente è chi per
una notte decide di riappropriarsi della propria facoltà ed
autogestirla, sperimentando situazioni di spontaneità e libertà in
delle facoltà sempre più videosorvegliate, controllate e fabbriche di
alienazione… allora si: siamo dei delinquenti.

 

 

Che nessuno si stupisca per “insulti alla preside Franca Pecchioli, alla Digos, simboli dell’anarchia, slogan anticapistalisti e inviti alla rivolta”…

L’ABBIAMO GIA’ DETTO E LO RIBADIAMO: L’AUTUNNO CALDO E’ INIZIATO…

 

Detto ciò, quella di mercoledì è stata una serata di

riappropriazione diretta, gioia e determinazione…

nulla di meglio per iniziare una nuova stagione di lotta!

Cani Sciolti Autorganizzati


“Se non cambierà lotta dura sarà”…

E’ un anno che lo urliamo nelle piazze ma non abbiamo ancora mantenuto la promessa.
Già l’anno scorso abbiamo assistito ad una mobilitazione di massa, la
famosa “Onda”, che pur riuscendo a portare migliaia di persone in
piazza e ad occupare scuole ed università, si è rivelata incapace di
modificare realmente le cose.

Forse è arrivato il momento di chiederci: PERCHE’?
A nostro
parere ciò che è mancato è stato il coraggio di esprimersi tramite
delle pratiche di lotta radicali e concrete. Abbiamo sprecato le nostre
energie in una frenetica e controproducente ricerca dell’attenzione di
giornali e tv…
Ma pensiamo davvero che quegli stessi giornali e
tv, che sia di destra che di sinistra restano uniti nel voler mantenere
lo stato attuale delle cose (essendo asserviti direttamente ai
padroni), possano aiutare la nostra causa?
E, soprattutto, siamo
davvero convinti di continuare nel nostro coro di lamenti inconcludenti
sperando, fin troppo ingenuamente, che qualche politico di buona fede
li raccolga e ci aiuti?
In realtà è sotto gli occhi di tutti che la
“protesta civile” si è rivelata fallimentare, e che se veramente
vogliamo cambiare le cose è giunta l’ora di lottare con determinazione
e senza compromessi: è finito il momento di “farsi sentire”, è arrivato
il momento di FARE.

FARE per noi vuol dire non limitarsi a dormire nelle scuole e nelle
facoltà, ma occuparle sul serio bloccando la didattica e trasformarle
da luoghi di asservimento e obbedienza in laboratori di AUTOGESTIONE E
LOTTA, riaffermando così una pratica efficace che fino a qualche anno
fa è sempre stata propria del movimento studentesco.
FARE per noi
vuol dire non scendere in piazza per posare davanti a delle telecamere
ma bloccare la città con tutti i suoi flussi di merci, umane o
materiali, che permettono giorno per giorno di arricchire quei padroni
che ci impongono questo stato di cose.

Lottare con le regole stabilite dalle stesse istituzioni che stiamo
combattendo è da stupidi: se vogliamo vincere non possiamo escludere a
priori nessuna pratica di lotta, abbattendo il dogma della legalità
tanto caro a politicanti, partiti e sindacati.

Solo facendo così inizieremo ad essere realmente FASTIDIOSI, ed è a
quel punto che la polizia del nostro caro stato democratico provarà a
metterci i bastoni tra le ruote come già sta facendo: ma non abbiamo
paura, le denunce non ci hanno fermati, le cariche non ci hanno
distrutto.

Osservando il periodo storico che stiamo vivendo, in un cui trame
razziste ed autoritarie si fanno avanti ad enorme velocità, ci rendiamo
conto che non possiamo permetterci di aspettare o di affidarsi al
salvatore di turno (che non esiste)…

Siamo pronti a riprendere tra le mani le nostre vite?

La strada sarà lunga… noi abbiamo iniziato.

Alcuni pirati all’arrembaggio della vita
Firenze,
13.10.2009

Pistoia turbodinamista…al contrario?

Leggendo qua e là in rete, ci siamo ricordati di un manifesto che i bravi ragazzi di Casa Pound attacchinarono in tutta Italia, Pistoia compresa (qualche esemplare si può ancora trovare attaccato in città), e che si chiama "Manifesto del turbodinamismo", un simpatico inno alla violenza gratuita…

Ne riportiamo il testo ad uso della fauna varia che in questi giorni sta leggendo avidamente il blog:

  1. Turbodinamismo è esaltare il gesto gratuito, violento e sconsiderato, con deferenza e riguardo al vestirsi bene.
  2. L’arte
    è morta da tempo immemore, rivive solo nell’immediatezza dell’azione
    brava e rischiosa e relega la sua fruizione unicamente al vantarsi poi
    con gli amici al pub.
  3. A
    chi ci chiede che lavoro fa il menatore rispondiamo seccamente che
    dispensa virtù nell’apnea decennale del teppismo di facciata.
  4. Confinare
    l’arte in luoghi ed eventi ne santifica la prigionia, noi organizzeremo
    evasioni spettacolari con quel fare tipico del furfante anni ’20.
  5. I buoni dell’arte, gli imbroglioni, gli istituzionali, questi lestofanti hanno saccheggiato ogni spirito feroce e ogni Ύβρις, e siamo tornati per riprenderci tutto.
  6. Contro
    l’ansia da air-bag delle vostre mura imbottite, noi esaltiamo le suture
    e l’ortopedia, il pronto soccorso e maxillo-facciale, poichè urgono
    fratture per flirtare con le infermiere.
  7. Siamo
    stufi di sentir cantare le vittime e i reietti, di veder glorificate
    profezie desertiche: rivendichiamo quel certo stile necessario ad
    appiccare un incendio.
  8. Agli
    anestetizzati del buonismo annunciamo che faremo sistematicamente a
    pezzi tutto quanto solo per il gusto di farlo. Siamo ben consci che
    rispondere puntualmente "perchè fa ride" a chi ci domanda il motivo di
    tanta intolleranza non fa che ingrassare il nostro alone di
    turpitudine, però fa ride.
  9. La
    nostra tendenza all’assoluto è puntualmente stemperata dal gusto
    dell’irruzione, nella stasi imperante dettiamo la legge del mercurio.
    Ma il fatto di odiare praticamente tutti non ci rende certo incapaci di
    corteggiare una donna omaggiandola di rose rosse.
  10. Il
    Turbodinamismo celebra la vita, col paradosso della distruzione,
    celebra la carne e l’accettazione titanica, mascherando nel sorriso la
    pulsione tragica e la metafisica della guerra. Sorseggeremo del buon
    whiskey mentre tutto brucia, abbiamo stabilito che il futuro ci
    appartiene.
Insomma, un interessante coacervo di virtù intellettive che però ci fa sorgere una domanda: ma allora quella di Pistoia è stata un’azione turbodinamista!?!?!? Che i baldi camerati, dalle pagine del loro sito ideodromocasapound.org, siano riusciti a convertire qualche compagno che gli ha voluto dimostrare quanto bene abbia imparato la lezione? Ma allora i fascisti del terzo millennio dovrebbero essere contenti!
 
Ovviamente scherziamo…ci mancherebbe…
 
 
 

 
Casapound esalta i picchiatori con un manifesto: «Faremo tutto a pezzi»
Affisso per le strade dell’Esquilino ROMA – «Faremo sistematicamente
tutto a pezzi solo per il gusto di farlo», per «esaltare il gesto
gratuito, violento e sconsiderato». «Urgono fratture», perciò serve il
picchiatore che «dispensa virtù» Sono alcuni dei passaggi di un
agghiacciante manifesto comparso sui muri del quartiere Esquilino,
intitolato «Il manifesto del turbodinamismo». Lo stile del documento,
un testo in 10 punti con una grafica scarna e la scritta «avviso» in
testa, richiama quella delle comunicazioni al popolo del regime
fascista degli anni Trenta e Quaranta. Il turbodinamismo che, recita il
primo punto del documento, intende «esaltare il gesto gratuito,
violento e sconsiderato, con deferenza e riguardo al vestirsi bene",
viene presentato come un movimento artistico-letterario che si rifà al
futurismo, nato da una costola dell’organizzazione di estrema destra
Casapound. ESALTATI – Il testo si ritrova anche sul sito del cosiddetto
ideodromo, il pensatoio del movimento, dove compaiono documenti
intitolati «Come appiccare un incendio», in una sezione dedicata,
tradotto in cinque lingue. Tra i documenti collegati compare il
«manuale del fanatico emulatore», che spiega come diventare
«turbodinamisti». Due i capitoli: «colpisci più forte che puoi» e
«questa città ti appartiene». Pochi dubbi lascia il testo, esaltando il
ruolo dei picchiatori: «il menatore», spiega, «dispensa virtù», al
contrario del «teppismo di facciata». «Contro l’ansia da air-bag delle
vostre mura imbottite – recita un altro punto, in tono goliardico – noi
esaltiamo le suture e l’ortopedia, il pronto soccorso e
maxillo-facciale, poich&eac ute; urgono fratture per flirtare con
le infermiere. Siamo stufi di sentir cantare le vittime e i reietti, di
veder glorificate profezie desertiche: rivendichiamo quel certo stile
necessario ad appiccare un incendio». Il movimento è stato inaugurato
da Casapound il 29 marzo scorso, con l’affissione di decine di
manifesti che celebravano Robert Brasillach, uno scrittore e critico
cinematografico francese, che durante la seconda guerra mondiale
espresse la sua forte simpatia per il nazismo. Il 15 giugno poi i
militanti del turbodinamismo hanno allestito una esposizione,
affiggendo alcune gigantografie su un muro di Trastevere nei pressi di
Piazza Trilussa, «in spregio – spiegava il comunicato degli
organizzatori – ai musei, alle astrazioni intellettuali, all’esibizione
artistica che affoga nel pigro compiacimento».
 

 
Cose che sui giornali non escono…Domenica sera,
mentre davanti alla questura i compagni presidiavano, i questurini -dentro-
questuravano, ed altri compagni -sempre dentro- attendevano, alcuni naziskin hanno
picchiato un ragazzo di colore davanti ad un pub pistoiese, dove
qualche giorno prima una scena simile per poco non ha provocato feriti:
alcuni nazi si sono dati al lancio agonistico di bottiglie contro la
porta del locale, mentre gestori e clienti, asserragliati dentro, hanno
aspettato quasi un ora(!) l’arrivo di una volante (che per l’occasione dev’essere giunta non in volo ma calcando il civico suolo)..Quale Pub? in che
giorni? Questo piccolo lavoro d’investigazione lo lasciamo ai "capaci"
giornalisti(?) pistoiesi…Sarà vero? o sarà una favola inventata di sanapianta’…almeno una volta, se ne avete voglia e
facoltà, invece di riportare le veline di questura…provate a fare il
vostro lavoro… 

SOLIDARIETà ATTIVA DA LIVORNO!!


 

 

 

Presidio e conferenza stampa davanti alla prefettura di Livorno alle ore 18

Prosegue la mobilitazione contro gli arresti a seguito dei fatti di
Pistoia. Oggi alle ore 18 nuovo presidio davanti alla Prefettura di
Livorno. Attorno ai fatti proseguono ipotesi e dichiarazioni. Ma nel
tentativo di ricostruire la vicenda emergono da più parti gravi
imprecisioni che trovano spazio nella stampa locale e nazionale di
oggi. Giampaolo Pansa sul Corriere della Sera parla addirittura di
spedizione punitiva contro Casa Pound con tanto di scontri con la polizia,
mentre il questore di Pistoia interviene sui quotidiani locali parlando
del ritrovamento di mazze ferrate e catene nella macchina di uno degli
arrestati. Il fatto riportato dal Questore è completamente distorto, in
quanto la macchina perquisita non era quella degli arrestati, così come
gli oggetti ritrovati non corrispondono a quelli riferiti dal Questore.
Il Movimento Antagonista Livornese, in seguito a queste dichiarazioni
ha preso subito posizione, onde evitare che in clima di per sè
surreale, che vede detenute persone estranee ai fatti, si inseriscano
informazioni false e strumentali che possano ulteriormente allontanare
dalla giustizia dovuta agli arrestati. Di seguito il comunicato (red.)

 

Ma quali mazze ferrate e catene….Ecco le falsità sulla vicenda

Il questore Manzo di Pistoia ha
dichiarato agli organi di stampa che nell’auto di uno degli arrestati
sono state ritrovate mazze ferrate e catene, elemento che
giustificherebbe la detenzione.

Le parole del Questore, al contrario, ribadiscono ancora una volta che
si sta agendo verso le persone detenute facendo leva su ipotesi
costruite arbitrariamente e in questo caso assolutamente false.

Vi spieghiamo chiaramente i motivi.

Le perquisizioni avvenute in seguito all’azione contro Casapound non
hanno avuto esito: niente è stato ritrovato nel circolo Arci
(perquisizione avvenuta tra l’altro senza mandato) dove si stava
svolgendo l’assemblea e neppure uno spillo è stato ritrovato nella zona
adiacente a dove sono avvenuti i fatti.

L’unica perquisizione che ha incontrato l’interesse degli inquirenti
parla della presenza in una macchina di una catena e di un tubo
idraulico di plastica.

Contrariamente a quello che afferma il Questore (“in auto di uno di loro mazze e catene”),  la macchina perquisita non appartiene a nessuno degli arrestati.

La catena di 2.20 m utilizzabile esclusivamente al fine di traino è oggetto assolutamente inadatto a offendere, vista la lunghezza. Contrariamente a quello che afferma il Questore di Pistoia,  un tubo non è una mazza ferrata.

Smontate con assoluta facilità queste "prove" vorremmo capire dal
Questore di Pistoia il senso della sua azione. La città di Livorno è
allarmata e non permetterà la continuazione dell’abuso che le persone
detenute stanno subendo.

Un’ultima nota vorremmo riservarla alla nostra presenza al Consiglio
Comunale di ieri, lunedì 12 ottobre. Alla fine del corteo ci siamo
disposti sotto il Comune in attesa che il sindaco Cosimi ricevesse una
nostra delegazione, come stabilito precedentemente.  Nell’attesa, il
consigliere Romiti è apparso sulla balaustra del Comune con chiaro
scopo provocatorio,  affermando di “essere orgoglioso degli arresti
avvenuti a Pistoia”. Il comportamento del consigliere, criticato da
tutto il consiglio comunale e dalla sua stessa parte politica, ha
determinato una nostra richiesta di chiarimenti e il conseguente
ingresso momentaneo nella seduta.  Le dichiarazioni roboanti di Romiti
alla stampa, dopo che ieri per diverse volte ha tentato di scusarsi per
il suo comportamento, danno l’immagine del personaggio, un esaltato e
allo stesso tempo un codardo che fa la voce grossa solo sui giornali.

Chiarito anche questo episodio, invitiamo la città alla massima
mobilitazione. Ogni giorno alle ore 18 e fino alla liberazione degli
arrestati, ci sarà un presidio determinato sotto la sede della
Prefettura di Livorno.

Ale, Eli e Ale liberi subito!

Movimento Antagonista Livornese

13 ottobre 2009

 

PISTOIA :PRESIDIO DAVANTI AL CARCERE SANTA CATERINA

 


                MERCOLEDì 14 OTTOBRE


            
Dalle Nove di mattina

   PRESIDIO DAVANTI AL CARCERE

             Santa Caterina.

                     
NEL CARCERE SONO

               STATI ARRESTATI:

Alessandro Della Malva,Alessandro Organo.

               
FUORI I COMPAGNI

           DALLE GALERE!

                
DENTRO NESSUNO

            SOLO MACERIE!

 

 

 

 

 

 

 

 

Per i compagni arrestati e fermati a Pistoia – Varie

comunicato rete antifascista pistoia sui fatti dell’11/10

Rispetto alle notizie uscite sui giornali riguardo alla
giornata di Domenica 11, esprimiamo massima solidarietà ai compagni indagati e
a quelli arrestati. In merito a ciò ci teniamo a precisare che:

l’identificazione dei partecipanti all’assemblea del
nascente coordinamento toscano anti-ronde da parte delle forze dell’ordine non
è avvenuto intorno alle ore 18 e 30 ma bensì tra le 16 e 30 e le 17:00 e dal
momento dell’identificazione fino al momento della traduzione dei compagni in questura
almeno un’ auto della digos ha stazionato stabilmente di fronte alla porta
dell’ex circolo 1 Maggio, risulta quindi impossibile che qualcuno abbia avuto
la possibilità di entrare o uscire armato. A dimostrare la totale estraneità
dei compagni presenti all’assemblea riguardo l’aggressione a casapound  ci sono sia i verbali della perquisizione
avvenuta all’interno dell’ex circolo 1 maggio che ha dato esito negativo, non
trovando nessun oggetto atto a offendere.

Denunciamo poi il comportamento della questura di Pistoia
che ha trattenuto fino a notte fonda i compagni -tra cui due minorenni ed una
compagna con gravi patologie alla vista, bisognosa di cure alla quale è stato
negato immediato soccorso- senza motivare, per ore, la loro posizione. Ci
teniamo

inoltre a dichiarare la nostra estraneità ai fatti ma
vogliamo anche ricordare che il clima di tensione creatosi in città
successivamente all’apertura delle sedi neofasciste è da imputarsi alle
numerose

aggressioni di stampo neofascista verificatesi nell’ultimo
anno a Pistoia, basti ricordare l’aggressione subita da alcuni compagni lo
scorso 13 Dicembre  durante una
serata anti-fascista.

Ringraziamo i 150 compagni che da tutta la toscana si sono
radunati sotto la questura di Pistoia per dimostrare solidarietà ai fermati.

I compagni della Rete Antifascista Pistoiese.


E LORO ARRESTANO GLI
ANTIFASCISTI!

 

Nel pomeriggio di domenica 11 ottobre a Pistoia, la sede di “Casa
Pound”, organizzazione neo-fascista che attraverso manifestazioni fomenta
l’odio sociale e quello razziale, ha subìto un’irruzione da parte di un gruppo
che la polizia ha dichiarato essere costituito da giovanissimi sotto i 20 anni.

Qualche ora dopo, 25 antifascisti (di età fra i 35 e i 60 anni, quindi
per niente giovanissimi), riuniti nel Circolo ARCI “1° maggio” dove hanno
dovuto subire la perquisizione della polizia, sono stati fermati mentre ne
uscivano, condotti in Questura, dove sono stati trattenuti per molte ore,
interrogati senza l’assistenza di un avvocato, infine, quando già era alba,
rilasciati (grazie al presidio fatto davanti alla Questura per tutta la notte
da un centinaio di compagni dei fermati accorsi a solidarizzare con loro),
mentre 3 di loro sono stati arrestati con imputazioni che vanno dalla
“devastazione” ad “azioni con finalità di terrorismo”!!!

 

“Casa Pound” è strettamente intrecciata col PdL (Forza Italia+Alleanza
Nazionale), come a Pisa, dove alcuni di loro sono all’interno di “Laboratorio
’99”, un circolo che ha anche consiglieri comunali e provinciali del PdL. Cosa
che avviene in molte altre città e che prova che la destra estrema gode di
sostegno, legittimazione e copertura da parte del PdL. Anche a Pistoia, nella
sede di “Casa Pound” al momento dell’irruzione era presente un consigliere
comunale del PdL.

 

Ritornando ai fatti di domenica a Pistoia, c’è da dire che il Circolo
ARCI si trova a qualche centinaio di metri dalla sede di “Casa Pound”, cosa che
la polizia sta usando per cercare di dimostrare che gli autori dell’irruzione
nella sede neo-fascista sono poi andati a rifugiarsi all’ARCI. Cioè, invece di
squagliarsela, sarebbero rimasti sul “luogo del delitto”: che furbi!!!

 

Quello che è avvenuto solo pochi giorni fa a Napoli (manifestazione
antifascista di massa contro l’occupazione di un immobile da parte di “Casa
Pound”, finita con l’arresto di 3 antifascisti e un feroce pestaggio di molti
di loro a opera di reparti della polizia) oggi si verifica in Toscana coi fatti
totalmente illegali commessi dalla polizia a Pistoia.

Gli episodi di violenza fascista sono ormai numerosi anche in Toscana e
a Pisa, dove si sono avuti attentati incendiari e lancio di bombe-carta contro
sedi di partiti di sinistra e centri sociali, continue aggressioni contro gl’immigrati.

 

Di fronte a noi sta un Governo travolto dagli scandali e dai processi
pendenti sul suo capo supremo, delegittimato dalla bocciatura, da parte della
Corte Costituzionale, del cosiddetto “Lodo Alfano” con cui si era sottratto
alla Giustizia; un Governo screditato a livello internazionale e interessato
non a fronteggiare la crisi ma ad approfittarne per accanirsi contro i lavoratori,
i precari e i disoccupati, gli studenti, perché non rialzino più la testa.

In questa situazione, il Governo ha tutto l’interesse a promuovere una
sorta di strategia della tensione, di montarla con le sue forze di polizia, di
aizzarla coi mezzi d’informazione di cui ha la proprietà e il controllo il suo
capo e padrone.

Una strategia che ha l’obiettivo di accrescere il dominio del Governo -e
dei poteri e dei settori sociali che lo sorreggono e che se ne avvantaggiano-
sulla società e sui movimenti di lotta che possono percorrerla per difendersi dalla
crisi economica, sociale e politica che si sta vivendo.

 

Le perquisizioni, i fermi e gli arresti arbitrari dell’11 ottobre a
Pistoia sono atti gravissimi contro la democrazia, contro la legalità
costituzionale e contro l’antifascismo.

Gli antifascisti devono ritornare
subito in libertà.

 Il Questore di Pistoia deve dimettersi.

In galera devono finire gli autori
delle aggressioni fasciste

ai danni degli omosessuali,
degl’immigrati, dei democratici
.

Giovedì’ 15 Ottobre
dalle ore 17,30 alle ore 19,30

presidio antifascista
davanti alla Prefettura di Pisa

 

COMITATO ANTIFASCISTA ANTIRAZZISTA PISANO

 


Domenica
11 ottobre, la Digos ha fatto una irruzione nel circolo 1° maggio di
Pistoia dove si stava svolgendo una assemblea per organizzare le
mobilitazioni contro le ronde fasciste.

Dopo l’identificazione dei 25 compagni presenti, hanno perquisito il centro e portato i compagni in questura per “accertamenti”. Quanto
accaduto in Questura dimostra l’intenzione persecutoria e intimidatoria
della PS contro quanti si organizzano e si mobilitano contro la
riabilitazione del fascismo e il pacchetto sicurezza. Il partito dei
carc (comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo) esprime la
piena solidarietà ai compagni arrestati e a tutti i compagni vittime
della repressione e punta il dito contro quei partiti che governano la
città che, pur dichiarandosi antifascisti non hanno mai fatto nulla per
impedire che questa “gentaglia” aprisse dei veri e propri covi fascisti
dove (anche dietro la copertura di personaggi del pdl) si fomenta
l’odio razziale e la violenza. La mobilitazione di domenica notte sotto
la questura è stata la prima di una serie di iniziative che metteremo
in campo per difendere la libertà e i diritti sanciti dalla
costituzione della Repubblica Italiana. Lottare per creare un governo
di blocco popolare che risolva questa crisi economica e politica negli
interessi dei lavoratori e di tutte le masse popolari è sempre più una
necessità che giorno per giorno sta toccando un numero sempre più
grande di Pistoiesi vittime della disoccupazione, della cassa
integrazione e del precariato.

                                                                                                               P.dei carc


 

 

 

Casa Pound, tre arresti dopo le devastazioni

Gli arrestati sono Alessandro Della Malva, il
segretario regionale delle Carc (Partito dei comitati di appoggio alla
resistenza per il comunismo) – già coinvolto negli scontri tra opposte
fazioni di Massa – e due livornesi: Alessandro Organo (29 anni) ed
Elisabetta Cipolli (33 anni). Manifestazione di protesta del Movimento
antagonista nel pomeriggio a Livorno e dei Carc a Massa dove parlerà
D’Alema
di Tiziana Gori

Tre persone sono state arrestate per l’irruzione e la devastazione
della sede di Casapound di Pistoia, avvenuta ieri sera e in cui
militanti dell’associazione di destra sono stati aggrediti da
simpatizzanti di sinistra. Tra gli arrestati, secondo quanto
riferito dalla questura, c’è il segretario regionale delle Carc
(Partito dei comitati di appoggio alla resistenza – per il
comunismo). Sono accusati di devastazione, saccheggio, lesioni e
violenza privata. Un ragazzo, sempre secondo quanto reso noto dalla
questura, è stato solo denunciato perché minorenne. Tra gli otto
denunciati a piede libero, solo uno è di Pistoia: M.T., di 31 anni.

Gli arresti
Il segretario regionale dei Carc arrestato è Alessandro Della
Malva. Il suo difensore, l’avvocato Alessandro Maneschi, afferma
che Della Malva "è estraneo ai fatti". "Il mio assistito – ha
spiegato l’avvocato – ieri pomeriggio, al momento del fatto, non
era a Pistoia. Ha partecipato successivamente alla riunione al
circolo Primo Maggio, dove è stato trovato dalla polizia. Ma ha
solo la colpa di essersi trovato nel posto sbagliato. Ripeto, non
era a Pistoia quando è avvenuta l’aggressione alla sede di
Casapound". Della Malva era già stato arrestato il 25 luglio scorso
a Marina di Massa per aver partecipato agli scontri tra i Carc, che
avevano organizzato una ‘ronda proletaria antifascista’ in
contrapposizione alle ronde di destra, forze dell’ ordine e
simpatizzanti di destra. Il 9 ottobre scorso in tribunale a Massa
c’è stata la prima udienza del processo a suo carico: insieme ad un
altro esponente di sinistra è accusato di resistenza e lesioni a
pubblico ufficiale. Gli altri arrestati, oltre ad Alessandro Della
Malva, sono Alessandro Organo (29 anni) di Livorno, ed Elisabetta
Cipolli (33 anni), sempre di Livorno.

La protesta dei gruppi di sinistra

 


Per chiedere "l’immediata scarcerazione" dei due giovani livornesi,
il Movimento antagonista livornese ha promosso per stasera alle 18
un presidio davanti alla prefettura della città. E una
manifestazione in solidarietà per gli arrestati è stata organizzata
dai Carc anche a Massa. Questo pomeriggio, in occasione dell’arrivo
di Massimo D’Alema a Massa, Carc e Asp (Associazione solidarietà
proletaria) organizzeranno un presidio davanti al Teatro Gugliemi,
dove D’Alema, come sostenitore della mozione Bersani, terrà un
comizio in vista delle primarie del Pd.  

Tensione in questura
Il presidio non autorizzato davanti alla questura di Pistoia di un
gruppo di militanti di estrema sinistra – circa 90 – è proseguita
fino alle sette dal mattino. A quell’ora una quindicina di
"irriducibili" si trovava ancora in via Macallè. Da Firenze, a
sostegno dei colleghi pistoiesi, sono arrivati una trentina di
agenti della Squadra mobile. Il personale in servizio non ha
smontato e il personale a riposo è stato richiamato in questura.
Per tutta la notte circa 80 agenti hanno vigilato affinchè la
situazione non degenerasse. Non ci sono denunciati tra i
manifestanti, ma la polizia parla di "accertamenti in corso". I tre
arrestati sono stati portati nel carcere di Santa Caterina in
Brana. Negano ogni addebito. Le indagini sul caso sono condotte dal
sostituto procuratore Luigi Boccia.

 (tratto dal TIRRENO)

è chiaro  il fatto?!

questi "repressori dell’ordine" hanno arrestato e denunciato senza alcuna prova,

i compagni che lottano contro il governi razzi-mafiosi e contro le ingiustizie!

La solidarietà è un arma fuoco alle galere!!!

basta repressione 

basta stato! basta fascismo!

liberi subito!!!!

ASSALTATA CASAPOUND PISTOIA

PISTOIA: CASAPOUND, IN 20 CON CATENE E BASTONI DEVASTANO SEDE
Pistoia, 11 ott. – (Adnkronos) – In 20, incappucciati e armati di catene, caschi e bastoni, hanno fatto irruzione nel circolo ‘Agoge’, sede di Casapound Italia a Pistoia, e hanno completamente sfasciato il locale di via Porta San Marco. A denunciare l’aggressione il responsabile locale di Cpi, Lorenzo Berti. ”E’ stata un’aggressione brutale e premeditata – spiega – In sede c’era un solo militante con un consigliere comunale del Pdl, Alessandro Tomasi. Qualcuno degli aggressori da fuori ha richiamato l’attenzione del nostro iscritto, e quando lui si e’ affacciato alla porta del circolo, si e’ trovato di fronte 20 persone in assetto da guerriglia che sono entrate con la forza si sono scagliate contro di lui, che ora si trova al pronto soccorso, e hanno iniziato a devastare ogni cosa con una violenza brutale per poi scappare. Un gesto vigliacco sul quale spero si possa fare luce al piu’ presto”. (Zto/Ct/Adnkronos)

PISTOIA: TOMASI (PDL), CONTRO CASAPOUND AZIONE DA CODARDI ‘GESTI FRUTTO DI CLIMA AVVELENATO, ALIMENTATO ANCHE DA ALCUNI NELLE ISTITUZIONI’
Pistoia, 11 ott. – (Adnkronos) – ”Non e’ possibile che domenica, in pieno pomeriggio, 20 persone armate di caschi e bastoni possano entrare in un circolo dove sono presenti solo due persone e mettere a segno un’aggressione premeditata. Sono entrati con la chiara intenzione di far male e un ragazzo e’ rimasto ferito. Un’azione infame”. Lo afferma all’ADNKRONOS Alessandro Tomasi, consigliere comunale An-Pdl a Pistoia, che si trovava al circolo ‘Agoge’, sede cittadina di Casapound Italia, al momento dell’aggressione avvenuta questo pomeriggio. ”A parte la condanna, chiara, per un’azione di tale violenza, io credo – aggiunge Tomasi – che questi gesti siano il frutto di un clima avvelenato, di cui sono responsabili molte persone, anche all’interno delle istituzioni, che continuano a gettare benzina sul fuoco”. ”Io non ero li’ nemmeno per questioni politiche – racconta ancora l’esponente del Pdl – Sono entrati per fare male, ci hanno aggredito, noi ci siamo difesi come potevamo trincerandoci dietro una scala. Quella messa a segno e’ un’azione da codardi. E la gente del quartiere lo ha capito, tutti sono venuti a darci solidarieta’, e di questo li ringrazio. Stanno dalla parte delle persone perbene”. (Zto/Pn/Adnkronos)

PISTOIA: CASAPOUND, 4 AGGRESSIONI IN MENO DI 7 GIORNI POLITICA INTERVENGA
Roma, 11 ott. – (Adnkronos) – ”Quattro aggressioni in meno di una settimana contro Casapound Italia. Aggressioni premeditate, organizzate, eseguite a freddo e con una violenza cieca. Che siamo sotto attacco oramai sembra una verita’ incontestabile, e i motivi di tanto odio sembrano essere altrettanto chiari: non puo’ che spaventare chi da’ una risposta politica all’idiozia e alla brutalita”’. Lo afferma Gianluca Iannone, presidente di Casapound Italia, in merito all’aggressione avvenuta questo pomeriggio al circolo ‘Agoge”, sede di Casapound Italia a Pistoia.
”Quello che resta da chiedersi – aggiunge Iannone – e’ perche’ e come tanta violenza, tanta brutalita’ possano restare impunite. Attendiamo a questo punto che la politica e i tutori dell’ordine diano una risposta”. (Zto/Ct/Adnkronos)

 

———

Subito dopo l’aggressione 15 compagni riunitisi in assemblea al vicino circolo ex I maggio (distante 150 metri da cesso pound), sono stati prelevati a forza dagli sbirri e condotti in questura dalle 20 di sera fino alle 8 di mattina… 12 ore, e dicono loro soltanto per identificarli!!!

 
RETTIFICO CI SONO TRE ARRESTI E 6 O 7 TRA INDAGATI E INDIZIATi!! SENZA ALCUNA PROVA!!!
A PRESTO GLI AGGIORNAMENTI . .
DI QUESTA SQUALLIDA PROVA (montatura??) DI REPRESSIONE
AI DANNI DEGLI ANTIFA!! 

SOLIDARIETA’ AGLI ANTIFASCISTI!
L’ANTIFASCISMO E’ NOSTRO E NON LO DELEGHIAMO ALLE MERDE IN DIVISA!