anarchicipistoiesi

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Firenze – Minacce di sgombero per la Riottosa

Dalle pagine del “Firenze” apprendiamo che il
presidente del quartiere ceccarelli (pd) ce lʼha con la Riottosa:
aizzato dai generosi calì e gandolfo (destri) si sollacchera con la
questura al fine di sgomberarci. Effettivamente da un poʼ di tempo
avvisaglie tipo appostamenti affollati di digos vestita a festa,
spionaggio subappaltato al vicinato, tagli insistenti della corrente e
problemi di parcheggio ci avevano in qualche modo dato unʼidea
dellʼaria che tirava.
In città, dopo i tentativi di sgombero a
nostro danno il 13 luglio, dopo lʼarresto di Mannu e le perquisizioni
agli antifascisti, dopo le giornalate di discredito del movimento
studentesco, le continue minacce di sgombero delle occupazioni del
movimento di lotta per la casa, il clima é teso come non lo ricordavamo
da tanto: quando è stata lʼultima volta che i maiali della politica,
della polizia, dei giornali si sono così insistentemente posti
lʼobiettivo dello sgombero di tutte le occupazioni? E se a Firenze sono
Renzi e la “politca della bellezza” a dettare i tempi della
repressione, le notizie che giungono dai compagni di Pistoia, Torino,
Milano, Bologna e via dicendo non cambiano di una virgola il quadro,
anzi rendono più evidente che la crociatina dello stato contro
anarchici, centri sociali, antagonisti terroristi e altri, é in moto;
uno dei soliti teatrini, di quelli destinati a distrarre ciò che resta
di questa società dallʼimminenza della sua implosione, si sta
imbellettando in grande stile.
Ai compagni sotto attacco, agli amici
e sodali in ognidove rinnoviamo il nostro amore, sicuri che la lotta
per i nostri spazi di libertà non si esaurirà nella difesa delle
occupazioni. Come diciamo anche, per ultimi, ai nostri nemici… ci
vedremo sulle barricate!

LaRiottosaZquat
Villa Panico
varie e individuali

Firenze – Sullo Sgombero di Via Laura e le prime risposte

Lunedì 23 Nov. 2009
– All’arrivo nella facoltà di Via Laura gli studenti trovano le mura e
le finestre del secondo piano dello Spazio Liberato murate e protette
ulteriormente da assi di legno.

Attaccato alla porta, oltre ad una guardia giurata, un bigliettino firmato dalla Preside Simonetta Ulivieri che “invita i giovani antagonisti a recarsi urgentemente in presidenza”. Cosa stia frullando in testa alla Simonetta agli studenti non interessa… sanno solo che rifiutare gli inviti è da maleducati.

Caos

h. 14.00 – Una
cinquantina di studenti e studentesse da vita ad un corteo rumoroso
all’interno dei corridoi della facoltà. Durante il percorso, i
manifestanti trovano il tempo per una breve visita alla preside.
Rifiutandosi di ascoltare il
blablabla
che con tanta cura la Simonetta avrà preparato per l’occasione, gli
studenti lasciano un breve e conciso messaggio: se pensava che con lo
sgombero tutto sarebbe tornato alla normalità (fatta di ordine,
legalità e obbedienza) si sbagliava di grosso…

Quando polizia e digos arrivano sul posto gli studenti stanno già lasciando la facoltà ricordando con le proprie urla che “anche gli studenti perdono la pazienza… sgomberiamo la presidenza!”.

e (contro)sgombero fu!

h. 17.00 –
Dopo essersi riuniti in assemblea, gli studenti decidono di mettere in
pratica ciò che avevano promesso qualche ora fa. Tornati in facoltà, la
presidenza viene “sgomberata” sotto gli occhi impotenti della preside:
le stanze vengono svuotate di divanetti, armadi, quadri e scrivanie
nuove di zecca. Alle due guardie giurate chiamate per la giornata di
fuoco non resta che guardare gli studenti uscire dopo essersi fatti
distrarre come secondo il “piano”. In Via Zara, invece, qualche
Digossino avrà preso una bella sgridata da qualche superiore per aver
lasciato il campo libero cantano vittoria troppo presto. Dovrebbero
saperlo ormai: gli antagonisti sono sempre in agguato!

alla prossima!


SULLO SGOMBERO DELLO SPAZIO LIBERATO

Come tutti
avranno potuto notare, da lunedì mattina lo Spazio Liberato, occupato
da qualche settimana da alcuni studenti e studentesse dell’Ateneo, è
stato sgomberato murando porte e finestre.

Lo sgombero,
come apprendiamo dai giornali, è avvenuto a seguito di un vertice in
Prefettura, sabato scorso, alla presenza del prefetto di Firenze Andrea
de Martino, del rettore dell’Università Alberto Tesi e delle forze
dell’ordine (con la complicità invisibile della Preside Ulivieri). A
metterci il loro infame zampino non potevano chiaramente mancare gli
“Studenti per le Libertà”, giovanile del partito di
Berlusconi&Soci. Gli stessi squallidi figuri che più volte hanno
provocato gli occupanti, prima presentandosi davanti allo Spazio
Liberato per rilasciare intervista diffamatorie alla Tv (raccogliendo
la giusta dose di uova), e qualche giorno fa distribuendo volantini
anti-occupazione scortati da Digos e Polizia (pronta ad intervenire nel
caso in cui qualcuno avesse raccolto l’infame provocazione).

E’ così
che un luogo autogestito di aggregazione, in una facoltà costruita per
negare ogni socialità e controllare gli studenti con telecamere e non
solo, viene chiuso con la forza.

E’ così
che Questura ed Ateneo si alleano per reprimere un esperienza
“pericolosa” che già si stava affermando come un ottimo laboratorio di
lotta autorganizzata dal basso.

E’ così
che si costruiscono muri per recintare il NULLA, pur di rendere
inaccessibile uno spazio che, nei seppur pochi giorni di vita, era
diventato luogo di incontro e discussione per molti e studenti e
studentesse.

Dopo aver
riempito per una settimana paginate di giornali reclamando con la loro
solita retorica la necessità di sgomberare l’occupazione per
“restituire agli studenti” (?) gli spazi, i lor signori hanno
provveduto a restituirlo alla polvere, in attesa di far posto ai
giovani Berlusconiani: vittoria è fatta!

Da
parte nostra non ci stupiamo di nulla. L’accanimento nei confronti
dell’occupazione non è che la conferma di quello che abbiamo sempre
sostenuto e del fatto che stiamo andando nel verso giusto: nessuna
esperienza reale di autogestione verrà mai accettata da alcun Prefetto,
Questore, Preside o Rettore che sia (investiti tutti di un ruolo
fisiologicamente autoritario e reazionario). E non è la loro
accettazione che cerchiamo: con la lotta e la nostra determinazione ci
riprenderemo e difenderemo ciò che ci hanno tolto.

Con lo
sgombero dello Spazio Liberato vogliono mandare un messaggio chiaro a
tutti noi studenti: vogliono farci rassegnare allo schifo che abbiamo
attorno, dirci di stare tutti buoni e zitti fra i nostri banchi,
passivi e pronti a subire come già facciamo da tempo.

Sta a noi
studenti, a quelli che non vogliono arrendersi e continuano ad amare la
propria libertà più dell’ultimo cellulare in vendita, rivendicarsi i
propri spazi di autonomia e rispondere a tono a chi ci vuole zitti o
morti:

NON E’ FINITA QUI!

L’AUTOGESTIONE E’ PIU’

FORTE DI UN MURO

quelli che non si arrendono

ed accettano ogni sfida

Alessandro è stato trasferito

Alessandro è stato trasferito improvvisamente nel carcere di Prato e la scelta non è casuale: il carcere si trova infatti in una zona periferica della città ed è difficilmente raggiungibile, questo crea problemi notevoli ai familiari in visita e rende meno visibili quei presidi di solidarietà tanto scomodi che però continueranno ad esserci.
Anche la popolazione di Prato, come quella di Pistoia, si accorgerà dei problemi del carcere che ospita!
La lotta per la liberazione di Ale e degli altri antifascisti continuerà anche qui, come in tutta la Toscana e in  tutta Italia!

Per scrivere ad Alessandro:
Alessandro Della Malva
Casa Circondariale di Prato “La Dogaia”
Via La Montagnola, 76
Località Maliseti, 59100 – Prato

Telefoniamo e mandiamo mail al carcere di Prato per pretendere informazioni su Ale!
Telefono del carcere: 0574/653201
Fax: 0574/650212
Email: cc.prato@giustizia.it

 

 

ORGOGLIOSI CHE I DETENUTI SI SIANO UNITI ALLA NOSTRA PROTESTA!

POLIZIA DAPPERTUTTO,

GIUSTIZIA DA NESSUNA PARTE!

Riflessioni sul corteo a Pistoia

 Lunedì
mattina a Pistoia ha sfilato un corteo contro
la riforma gelmini sulle scuole. E fin qui, magari un po’ fuori
sincrono, ci siamo. Ma c’era qualcosa che non tornava.. Chi guidava il
corteo non erano compagn* dei collettivi, non erano compagn* dei centri
sociali.. Non erano compagni: erano ragazzi di casa pound, azione giovani e un rappresentante del partito democratico,
che hanno proibito di fare cori "politici" e offensivi nei confronti
dei membri del governo, perchè sono riusciti a far passare il corteo
agli occhi ingenui delle/gli student* medi pistoiesi come un corteo apolitico.

Chiarendo
subito che un corteo in sè non può essere che politico, in quanto per
definizione quando un gruppo di persone scende in piazza a manifestare
contro qualcosa sta facendo politica, i più furbi organizzatori hanno
messo in atto la pratica recente di coinvolgere le/i manifestant* mediante
la finta ingenuità politica del "nè rossi nè neri ma liberi pensieri".
Non è uno slogan a caso: un anno fa, prima del celeberrimo 29 ottobre a
piazza navona, i giovani di casa pound, alleanza nazionale e
fascidimerda&co. partecipavano alle assemblee studentesche e ai
cortei apparentemente mossi dalla medesima lotta contro la riforma
gelmini, la vecchissima 133. Purtroppo in molt* si sono lasciati
sedurre dal fascino discreto della democrazia e della libertà di
pensiero che ha portato a un coinvolgimento attivo di quelle forze di
destra sotto il motto "abbiamo lo stesso fine anche se siamo diversi".

Ci
sembrava ormai passato il tempo in cui questo slogan, con tutto quello
che si porta dietro, trainava le folle in piazza, noi tutt* pensavamo
che le mazze tricolore avessero aperto gli occhi anche alle/i più
entusiast* di un movimento variegato. L’onda quella mattina mostrò la
sua inconsistenza, il "tutti uniti contro una riforma aberrante" non
poteva più avere un seguito.

Almeno così
credevamo… E invece ieri mattina a Pistoia le/gli student* medi venivano
nuovamente gabbat* dal viscido entrismo di quei ragazzi che cantavano
cori col braccio teso a mo’ di saluto romano, che scadevano dello
squallido populismo facendo cantare canzoni svuotate di contenuti
politici e che hanno bloccato il coro "siamo tutti antifascisti" al
termine del corteo, sotto il palazzo di governo. A lanciare il coro
sono stati compagn* di pistoia e firenze che hanno creato insieme uno spezzone
antifascista lanciando, nei limiti del possibile, un’isola di lotta nel
corteo. Purtroppo le/i compagn* pistoiesi sono poch*, ma da lontano e nel nostro
piccolo le/i invitiamo a non mollare, siamo cert* che con la costanza
potranno ricreare un movimento di lotta autorganizzata che parte dal
basso, senza la necessità di una sigla di partito o sindacato, perchè
nessun colletto bianco può conoscere quel moto interiore che ci
spinge alla rivolta, nessuno può rappresentare le nostre lotte!

CONTRO VECCHI E NUOVI FASCISTI

 

ORA E SEMPRE RESISTENZA!

 

 

fonte :  http://alt-aut.noblogs.org

Minacce e intimidazioni ai familiari degli arrestati

Le intimidazioni e le minacce non fermano la mobilitazione antifascista.
 
Ancora una volta la compagna Katiuscia e il Comitato familiari e amici di Alessandro Della Malva, membro del Partito dei CARC e detenuto a Pistoia perché antifascista e comunista, sono stati oggetto di un tentativo di minaccia.

Il giorno seguente l’affollatissima assemblea che il Comitato ha organizzato e tenuta a Colle Val d’Elsa, la compagna Katiuscia è stata fermata in strada, dopo che avevano affisso i manifesti con regolare autorizzazione comunale, da poliziotti in borghese che le hanno chiesto i documenti e identificata. Al suo rientro a casa ha trovato la serratura della porta manomessa.

L’assemblea antifascista riunitasi il giorno 19 a Massa denuncia tutto questo e afferma che ancora una volta l’obiettivo che la repressione aveva nei confronti di Katiuscia e di tutti i giovani antifascisti che si stanno mobilitando per ricacciare indietro i fascisti nel nostro paese è miseramente fallito. E’ fallito a Pistoia dove i compagni antifascisti sono stati minacciati con scritte murali. E’ fallito a Prato dove un giovane compagno è stato minacciato dalla polizia: il fronte antifascista si rafforza, le mobilitazioni si moltiplicano e la bandiera dell’antifascismo sventola sempre più alta!

L’assemblea esprime la massima solidarietà alla compagna Katiuscia e al Comitato di Colle Val D’Elsa e si impegna a denunciare l’accaduto nei luoghi di lavoro, nelle strade e a tenere alta la mobilitazione per la liberazione dei compagni arrestati e agli arresti domiciliari.

Chiede alle forze politiche e istituzionali che hanno espresso la loro disponibilità a intervenire in merito agli arresti, di prendere ufficialmente posizione e condannare questi tentativi di intimidazione verso gli antifascisti. Esprime la più ampia solidarietà ad Alessandro della Malva, a Yuri, Mannu e a tutti gli altri antifascisti detenuti agli arresti domiciliari a Livorno e lancia forte l’appello alla mobilitazione per il giorno 27 novembre alle ore 9 in occasione del processo al tribunale di Massa.

L’antifascismo non si processa!

Ora e sempre Resistenza!

Federazione Toscana PCARC – ASP – PCL Massa/Carrara – Valenti Renzo del Direttivo Provinciale FIOM Massa/Carrara – Salvetti Giuseppina, partigiana – Fronte Studenti in Lotta Massa/Carrara

Hanno Ucciso Ivan

 

Hanno ucciso Ivan Khutorskoy di 26 anni,
antifascista, anarchico, R.A.S.H. e streight edge.

Le foto e gli indirizzi di lui ed altri antifascisti russi sono state messe sui siti nazisti da
tanto tempo. Questo è già il quarto tentativo di uccidere Ivan, il primo era stato nel 2005,
quando gli tagliarono con le lame la testa, la seconda volta i nazi lo aspettarono
sotto casa. A gennaio in una rissa lo avevano accoltellato, ma anche dopo tutte
queste aggressione è riuscito ad andare avanti. Invece stavolta le merde
naziste hanno ottenuto quello che volevano….

Ivan si occupava della sorveglianza dei concerti di gruppi
antifascisti, organizzava i tornei di pugilato.

Era uno dei pochi moscoviti che non sparava le cazzate, che
non si nascondeva… un ricordo a lui, nel nostro piccolo…

R.A.S.H. Pistoia