Fuori i fascisti dai movimenti..

I movimenti in difesa dei beni comuni sono molto eterogenei sia per composizione che per conflittualità; spesso elementi d’estrema destra tentano di infiltrarsi al loro interno cercando di cavalcare la vertenza con fini di mera visibilita. Fortunatamente però chi è abituato a lottare sa bene da che parte stanno i fascisti…pubblichiamo di seguito una mail arrivataci dal movimento italiano per l’acqua pubblica che rispedisce al mittente la solidarietà e l’adesione di Forza nuova alla mobilitazione:

Care/i,
La posizione riportata nella mail seguente è stata condivisa
con tutto il Comitato Promotore che, come sapete, è una realtà ben più
ampia del Forum dei Movimenti per l’Acqua. Aldilà delle singole
posizioni, riteniamo quindi opportuno rispondere come Comitato Promotore
a questa richiesta. A questo proposito smentiamo nettamente che Forza
Nuova abbia aderito a qualche Comitato regionale o territoriale
impegnato nella Campagna referendaria.
Sempre più convinti che la battaglia per l’acqua pubblica affondi le sue
radici nei principi di antifascismo e solidarietà tra i popoli, verrà
inoltrata la seguente risposta al coordinamento nazionale di Forza Nuova

"In merito al comunicato di adesione al
Comitato Promotore del referendum per l’acqua pubblica, pervenuto da
Forza Nuova, iI suddetto Comitato
Promotore intende ribadire che la lotta per l’acqua come bene comune e
diritto umano universale è parte di una concezione del mondo e della
società che, pur nella diversità delle esperienze che la promuovono,
nasce da valori comuni che fanno dell’antifascismo, dell’antirazzismo e
della solidarietà fra i popoli e le persone il proprio elemento
costituente.

Non è pertanto possibile né auspicabile alcuna collaborazione con
chi ha una storia politica che si distanzia in modo radicale dai
suddetti principi, condivisi da tutte le realtà che compongono il
Comitato Promotore

A
Forza Nuova chiediamo espressamente di astenersi da dichiarazioni di
solidarietà e dalla partecipazione all’iniziativa referendaria che,
alla luce di quanto sopra, sono per noi inaccettabili e irricevibili”.

Segreteria
Campagna Referendaria Acqua Pubblica
Via di S. Ambrogio n.4 – 00186 Roma
Tel./Fax. 06/68136225 Lun.-Ven.
10:00-19:00;
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org


L’unica acqua che vi meritate è quella delle fogne!!

 

 

Arrestati in Svizzera Costa, Silvia e Billy

Giovedì 15 venivano arrestati in Svizzera Costantino Ragusa, Silvia
Guerini e Billy (Luca Bernasconi). Dalle prime notizie sembra siano
accusati di possesso di materiale esplodente, ma attendiamo conferme.
Costa,
Silvia e Billy sono compagni anarchici da anni attivi nelle lotte
ecologiste radicali, per la liberazione animale, contro nocività come
biotecnologie, nanotecnologie, nucleare e nel supporto e sostegno
solidale dei prigionieri.
A quanto pare sembra che le accuse e le
detenzioni siano gestite dalla procura di Zurigo.

Seguiranno
aggiornamenti

Grecia – Aggiornamento sull’arresto dei 6 compagni anarchici [accuse e video]

Aggiornamenti e dettagli sull’arresto
dei 6 compagni greci
accusati di
appartenere ad un’organizzazione terroristica, indicata dalla polizia
come "
Lotta
Rivoluzionaria
".

fonte: www.occupiedlondon.org/blog/  –
11.04.10

Informazioni ‘trapelate’ dalla polizia
suggeriscono che le cosiddette ‘unità Anti-Terrorismo’ sono alla ricerca
di altre dieci persone da arrestare.
In queste ore, domenica sera, 
oltre 500 compagni stanno partecipando ad un’assemblea aperta presso il
Politecnico occupato di Atene  e stanno decidendo in merito alle azioni
immediate di solidarietà.
In precedenza, nella giornata, si sono
tenuti due presidi solidali davanti alla case che hanno subito
l’irruzione, a Exarchia e Petralona, mentre la polizia era ancora
all’interno delle case alla ricerca di "elementi di prova". Scontri
lievi si sono avuti con le forze antisommossa durante i due presidi.
Oggi, le notizie sull’arresto dei compagni e sulle incursioni delle loro
case da parte della polizia hanno dominato i mezzi di comunicazione
della Grecia… proprio in queste ore, di domenica sera, il governo
greco ha accettato di prendere un prestito dal Fondo Monetario
Internazionale

A questo indirizzo web 2 video (in sequenza) sull’arresto
dei compagni in Grecia. Sono estratti dai telegiornali nazionali che
espongono i compagni e le loro abitazioni, proponendo gli elementi per
una prima forca mediatica.

Sulle
accuse formalizzate ai 6 compagni arrestati ad Atene

fonte: After tre Greek Riots, 12.04.10

Secondo
i media le accuse contro i 6 arrestati sono:

-partecipazione ad
un’organizzazione terroristica,
-tentato omicidio in concorso,
-fornitura,
fabbricazione e possesso di materiale incendiario / bombe in concorso,
-concorso
in attacco esplosivo in e tentativo di provocare un’esplosione e 4
fatti specifici:
– danneggiamenti provocati da esplosivi

possesso illegale ed utilizzo di armi da fuoco

Tutti i reati sono
da collegare all’organizzazione Lotta Rivoluzionaria, azioni che
partono dal 2003.
Attualmente i 6 compagni si trovano a Evelpidon
(Tribunali di Atene), mentre all’esterno si sta svolgendo un presidio
solidale. 2 compagni solidali sono stati fermati per resistenza ed
insulti alle autorità.
Cariche da parte delle forze antisommossa.


onte: quotidiano di regime
Kathimerini, 13.04.10 – traduzione di Culmine

Ieri, i 6
presunti membri di Lotta Rivoluzionaria
sono stati condotti alla
corte di Atene. I sospettati indossavano giubbotti antiproiettile.
All’esterno
un piccolo gruppo di persone gridava in loro sostegno.
Ieri, mentre i
6 presunti membri del gruppo di guerriglia estremista Lotta
Rivoluzionaria comparivano di fronte al pubblico ministero, gli agenti
dell’unità antiterrorismo della polizia hanno continuato la ricerca di
un
nascondiglio contenente esplosivi e delle armi utilizzate
dall’organizzazione.

I cinque uomini e la donna, di età compresa
tra i 30 ed i 41 anni, sono stati accusati di appartenenza ad un gruppo
terrorista, molteplici tentati omicidi, per via delle esplosioni e dei
colpi d’arma da fuoco in relazione ad una serie di attacchi contro le
forze di polizia ed obiettivi governativi e dell’imprenditoria nel corso
degli ultimi sette anni. Tre
dei sei indagati hanno tempo fino a
domani per preparare la difesa; gli altri tre hanno tempo fino a giovedì
mattina.
Nikos Maziotis, presunto leader del gruppo, è stato
ascoltato mentre diceva che domani non avrebbe dichiarato nulla. "Queste accuse sono motivate
politicamente e per questo noi non ci difenderemo; noi non intendiamo
legittimare questo processo
" questo è quel che il 39enne avrebbe
dichiarato alla corte.

Intanto, delle fonti hanno riferito a
Kathimerini che la polizia dispone di informazioni che collegano altre
10 persone agli attentati ed agli attacchi armati rivendicati da Lotta
Rivoluzionaria. Gli investigatori sono alla ricerca di prove a loro
carico in modo da permettere l’emissione di ulteriori mandati di
cattura.
Pare che sia notevole il materiale da analizzare. Una fonte
della polizia ha affermato che per ora è stato esaminato solo il 10%
degli elementi di prova, raccolti durante le perquisizioni domiciliari
nelle case degli indagati.

La polizia sta anche cercando il
nascondiglio in cui l’organizzazione avrebbe immagazzinato armi ed
esplosivi per gli attacchi. Finora le perquisizioni in una serie di
appartamenti – di cui uno a Nea Filadelfia, nel nord di Atene, dove si
presume che i sospetti s’incontrassero prima di quasi tutti gli attacchi
– hanno permesso il sequestro di computer con gli hard disk contenenti
proclami e schizzi disegnati a mano, ma non armi ed esplosivi. Secondo
le fonti, la polizia ritiene che il deposito di armi si trovi nel
triangolo formato dai distretti ateniesi di Nea Ionia, Nea Filadelfia e
Perissos.

Esperti della scientifica hanno esaminato i fori dei
proiettili sparati da un fucile d’assalto kalashnikov trovati su un
punto remoto alle pendici del monte Hymettusi. Gli investigatori avevano
seguito uno dei sei indagati in quel luogo durante il fine settimana
precedente agli arresti. La polizia ritiene che il gruppo si recasse in
quel luogo per esercitarsi
al tiro.

REPORT DAL CIE DI VIA CORELLI A MILANO – Sciopero della fame!!

Lo sciopero della fame continua, si mantiene e torna ad estendersi.
Questa in estrema sintesi la situazione così come descritto dalla
lettera scritta dai prigionieri in lotta riportata in allegato:

Sezione maschile: 14
Sezione trans: 10
Sezione donne: 10 (lo sciopero tra le donne era stato interrotto dopo
che Ingrid era stata deportata per rappresaglia ma è ripreso nel fine
settimana)

La situazione dentro è ovviamente molto dura. Anche se lo sciopero della
fame è a staffetta si tratta di uno sciopero reale e, soprattutto tra
gli uomini dove ha mantenuto una maggiore costanza, molti prigionieri
hanno perso in media da 5 a 9 kg. Rimangono molto determinati, ma sempre
più deboli fisicamente e hanno bisogno che il sostengo alla loro lotta
cresca, sia a livello di informazione che di appoggio pratico.

Da parte loro i detenuti in lotta hanno deciso di scrivere una lettera
da far girare nel movimento antirazzista e da rivolgere ai media.

Da parte nostra, come sempre cerchiamo di esserne i megafono e
rinnoviamo l’appello, ormai permanente, a dare tutto il sostegno
materiale possibile a questa battaglia, rilanciando con forza la
campagna di consegna di bevande (e frutta) che è giunta ormai alla sua
nona puntata.

comitato antirazzista milanese

 

CARI ITALIANI NOI SIAMO DEI CLANDESTINI

Cari italiani noi siamo dei clandestini, siamo detenuti al CIE di via
Corelli a Milano e stiamo facendo un sciopero della fame dal 03/03/2010
perché i tempi di detenzione per identificare le persone sono troppo
lunghi. Dovete immaginare chiusi e chiuse per 180 giorni, 24 ore su 24,
senza aver commesso nessun reato e senza nulla da fare per far passare
il tempo. Ma soprattutto, noi clandestini siamo condannati all’ergastolo
senza appello… Dopo 180 gg di CIE ti danno un foglio di via con 5
giorni di tempo per lasciare il territorio italiano e se ti beccano per
strada, rischi il carcere ordinario (da 6 mesi a 1 anno).

Ma in 5 giorni come fai a trovare i soldi per lasciare il territorio
italiano?
In questo periodo di sciopero il cibo che porta la Sodexo fa veramente
schifo; per le persone malate non ci sono medicine; i bagni sono sempre
sporchi e intasati e l’acqua del cesso esce fino al corridoio. Gli
infermieri ci trattano male, allo stesso modo dei poliziotti e della
croce rossa italiana.

E poi ci dicono che siamo clandestini ed è questo che ci spetta… Ci
danno sedativi per stare tranquilli, ma la depressione di chi prende
queste gocce é fortissima; sono tanti che piangono disperati, perché non
capiscono perché devono subire tutto questo. Noi siamo persone, ma loro
non pensano questo e ci umiliano, ridono della nostra situazione, ci
picchiano.

Noi rispondiamo continuando a fare lo sciopero della fame. Fino ad ora
lo abbiamo fatto in più di 80 persone.
Attualmente ci siamo organizzati con uno sciopero a staffetta e siamo in
34 a farlo: 14 della sezione maschile, 10 tra le donne e 10 tra le
trans.

Abbiamo già perso ciascuno dei noi da 5 a 9 kili. Stiamo stufi di questa
vita da clandestini. in tutto questo sciopero non hanno fatto nulla…
noi stiamo lottando ma da soli e abbiamo bisogno che la gente sappia
quello che lo stato fa con noi….

Grecia – Resoconto del processo ai 2 sbirri assassini di Alexis

Resoconto dell’andamento del processo a
due poliziotti per l’omicidio di Alexis, il
giovane la cui brutale uccisione avvenuta il 6 dicembre 2008 ad Exarchia
aveva innescato mesi di rivolte e solidarietà da molte parti del mondo.


fonte: http://www.occupiedlondon.org/blog/

Da
farsa a tragedia e via di nuovo: pochi appunti sul processo in corso
agli assassini di Alexis
Il processo per Epaminondas Korkoneas e
Vassilis Saraliotis, i due sbirri assassini che uccisero Alexandros
Grigoropoulos, sta avendo luogo da metà febbraio nella remota cittadina
di Amfissa. ontano dal caos di Atene, l’avvocato degli sbirri (Kougias),
a quanto pare ampiamente appoggiato dalla corte, sta tentando un
vergognoso insabbiamento dell’omicidio di Alexis.

Innanzitutto
la decisione di tenere il processo così lontano da Atene, giustificata
da motivi di sicurezza, sta causando gravi impedimenti ai testimoni
oculari nel fornire dichiarazioni in tribunale: molti di loro,
trattandosi di amici minorenni di Alexis, sono praticamente
impossibilitati a spostarsi per più giorni da Atene.

E’ nel
frattempo emerso come  Anta Tsormpatzioudi, presunta “testimone oculare
chiave” nella difesa dei poliziotti, abbia volontariamente mentito in
tribunale fornendo false testimonianze. L’accettazione da parte della
corte della sua deposizione originale, ha portato alle dimissioni degli
avvocati della famiglia di Alexis in segno di protesta (il processo sta
continuando con nuovi avvocati).

La deposizione della signora 
Tsormpatzioudi è stata davvero centrale, in quanto utilizzata come
“testimonianza oculare” nella ricostruzione dell’omicidio. Tuttavia, un
ordinanza della corte di rendere pubbliche le conversazioni telefoniche
tra lei e un dirigente della stazione di polizia di Exarchia,  Dimos
Minoudis, ha rivelato come tra i due vi siano state (sebbene lo neghino)
diverse telefonate: la prima a tre ore dalla morte di Alexis e le
successive fino ai giorni della ricostruzione dell’omicidio in
tribunale.

Un amico di Alexis, adesso diciassettenne, che si
trovava al suo fianco quando venne ucciso, si è rifiutato di comparire
in tribunale dichiarando di essere sorvegliato dalla polizia e di temere
per la propria vita, aggiungendo che non ripone alcuna fiducia nello
svolgimento del processo. La corte ha disposto un’ordinanza per il
trasferimento forzato del giovane in tribunale; attualmente si sta
nascondendo.

Nel frattempo, la recente deposizione di un
poliziotto dell’antisommossa contraddice le versioni rilasciate da ogni
singolo altro suo collega, negando che vi fosse una rivolta in atto e
affermando che prima dell’omicidio la situazione era tranquilla.

Il
“processo” continua…

Perugia – Arrestati 3 attivisti del Csoa ex-Mattatoio

Avevamo pubblicato ieri la notizia
di un’aggressione contro una volante della polizia a Perugia
. Dalla
versione tratta dai media sembrava trattarsi di una risposta spontanea e
dionisiaca della folla alla presenza degli agenti, in questo comunicato
se ne da una lettura molto diversa.

Segue comunicato:

11 / 4 /
2010

Quella che stiamo per raccontare è una storia di ordinaria
follia. Non sappiamo come definire altrimenti quello che è capitato ieri
sera a Lorenzo, Michela e Riccardo, tre attivisti del Centro Sociale Ex
Mattatoio.

I tre si trovavano nella centralissima Piazza IV
Novembre e stavano bevendo una birra insieme ad altre persone, in attesa
di mettersi in macchina per raggiungere Fabriano per assistere al
concerto degli Assalti Frontali, in programma al CSA Fabbri. Tre loschi
individui si sono avvicinati chiedendo loro di esibire i documenti senza
mostrare nessun distintivo. Uno dei ragazzi ha chiesto quale fosse il
motivo del riconoscimento ricevendo come risposta insulti e spintoni.
Gli animi si sono surriscaldati e sul posto sono arrivate due volanti.
Lorenzo, Michela e Riccardo sono stati malmenati, ammanettati e portati
via sulle vetture che partivano a sirene spiegate verso la questura. Nel
frattempo un altro ragazzo, che aveva ripreso l’accaduto con il
videofonino, è stato aggredito da altri poliziotti in borghese.

Per
tutta la notte nessun avvocato e nessun parente aveva ancora potuto
incontrarli e accertarsi delle loro condizioni. L’unica notizia fornita è
stata la convalida del fermo dei tre, con l’accusa di resistenza
aggravata a pubblico ufficiale. Notizia che ha provocato sgomento e
rabbia dei parenti e dei tanti amici/he e compagni/e che nel frattempo
avevano raggiunto la questura.

Una storia che vede la violenza e
la sopraffazione rasentare la follia pura, in cui i vigilanti hanno un
potere di discrezionalità pressochè assoluta. Una storia ordinaria,
simile a tante altre che quotidianamente avvengono nella nostra città e
che hanno come vittime soggetti sfortunatamente invisibili.
Un’ordinarietà figlia del biocontrollo che dilaga nelle nostre
metropoli, nei nostri territori e nelle nostre vite. Un’ordinarietà che
si innesta nel tessuto di una città dove si respira sempre più un clima
"cileno" e dove sembrano avere agibilità solamente massoni, costruttori,
faccendieri e narcotrafficanti. Decine di posti di blocco ogni sera
sulle strade che delimitano il centro storico; poliziotti in borghese,
vigilanti privati e pattuglie a presidiare le piazze e le vie
principali. Perugia puzza di deserto. Un deserto che mira ad entrare
nelle nostre esistenze per saccheggiarle e svuotarle.

Vogliamo la
libertà immediata per Lorenzo, Michela e Riccardo, "sangue del nostro
sangue".

Vogliamo una città altra, e la costruiremo con la forza
delle nostre  lotte e delle nostre passioni e con la potenza che la
nostra indipendenza riesce a sprigionare, sempre e ovunque.

Domani
mattina alle ore 10,30 si terrà, presso  l’atrio del Comune, in Via dei
Priori, una conferenza stampa pubblica, in cui verrà denunciata alla
stampa ed alla città intera il gravissimo episodio accaduto.

Csoa
Ex Mattatoio

CommonsLaB Perugia

Collettivo Femminista
Sommosse Perugia

[FI] Manifestazione (A) – cronaca di TVL(pennivendoli della questura!)

MANIFESTAZIONE
ANARCHICI A FIRENZE: DIMOSTRANTI
ANCHE DA PISTOIA

Un corteo non autorizzato nel pomeriggio ha
attraversato il centro di Firenze. "Circa 150(Molti
di più – strunzt)
esponenti anarchici –
spiega una nota della questura – si sono radunati senza preavviso in
piazza della Repubblica, raggiungendo piazza Santa Croce". Lungo il
percorso, aggiunge la nota, i manifestanti hanno danneggiato con vernice
nera alcuni sportelli bancomat e affisso sui muri dei consolati greco e
spagnolo manifesti con offese (cruda verità)
ad esponenti della magistratura
fiorentina e all’ex assessore comunale Graziano Cioni (figli’e’Bucchin).
I
manifestanti, continua la nota, oltre che da Firenze erano provenienti
dalle province di Pisa, Prato, Bolzano, Roma, Trento, Bologna, Genova e
Pistoia, "In testa al corteo – continua la nota – è stato esposto uno
striscione recante la scritta “terrorista è lo stato, mentre in coda e
stato esposto uno striscione con la scritta ‘chi semina paura raccoglie
collera’". Alcuni partecipanti, conclude la nota, "hanno danneggiato gli
impianti di videosorveglianza di istituti di credito e di esercizi
commerciali. Personale della digos ha identificato 20 anarchici, tra cui
promotori dell’iniziativa e
alcuni responsabili dei danneggiamenti.
Tutti saranno denunciati(ma vafaann’culo)

 W l’anarchia!