[Firenze] Senza frontiere

una lotta comune

discussione con un anarchico di Bruxelles
Mercoledì 17 novembre alle 18
presso il Trivio dei Tumultuosi
in Borgo Allegri 10r
a Firenze

Dietro l’immagine patinata della società del benessere rantola un intero mondo ormai in decomposizione. Il sorriso ipocrita della pace sociale, che ha garantito decenni di sordida convivenza, si sta tramutando nel ghigno della guerra civile. Le crepe che si cominciano a notare qui in Italia, sono da tempo visibili altrove. In Belgio, ad esempio.
A Bruxelles, sede del Parlamento europeo, le notti nei quartieri sono spesso ravvivate dal fuoco della sommossa. Nella città che ospita il quartier generale della NATO, chi indossa un’uniforme fa quotidianamente da bersaglio ad una disperazione bellicosa. Davanti ai riflettori dei media i signori della Politica e della Guerra hanno un bel pretendere di controllare l’intero pianeta, quando in realtà non governano nemmeno in casa loro.

La rabbia senza sogni, quando non coglie la causa del proprio malessere, produce solo rancore. Così si alimenta quella guerra fra poveri che non verrà arginata da nessun sentimentalismo umanitario, da nessuna politica antirazzista. Ma che può essere contrastata da una lotta contro i veri responsabili della miseria umana, i padroni (i politici e i ricchi) e tutti i loro tirapiedi, che ci costringono tutti
a un’esistenza da trascinare fra desideri avvizziti e bisogni indotti, fra devastazioni ambientali e massacri emozionali.

L’ostilità nei confronti di ogni autorità, animata dalla passione per una piena libertà, può avere innumerevoli occasioni da cogliere.

In Belgio, come in Italia, il governo sta costruendo nuovi centri di reclusione per immigrati clandestini. Contro uno di questi lager, quello di Steenokkerzeel, alle porte di Bruxelles, si è avviata da mesi una lotta che non conosce deleghe, non raccoglie firme, non stringe alleanze strategiche. Una lotta che non dà assistenza alle vittime del razzismo, ma riconosce i carnefici, risale ai loro collaboratori, ne pubblicizza i nomi e le responsabilità e li va a cercare per turbarne il sonno e gli affari. Un piccolo fiammifero che non intende scaldare qualche cuore, ma che va in cerca della polveriera.

 

Filastrocche da divisa

Una delle filastrocche della schifosa retorica dei miseri homunculus in divisa recita più o meno così: “le accuse di copertura dei bravi in camicia nera sono solo storielle, noi colpiamo chi si macchia di reato, indipendentemente dal colore politico” ed a corollario di questa dichiarazione da candide anime solitamente seguono alcuni esempi di arresti da ambo i lati della barricata…mai sfregio fu più palese del “non dire falsa testimonianza” della superstizione cui spesso questi parassiti  faunistici si dicono pii seguaci…Se è pur vero che ogni tanto qualche cranio rasato finisce invischiato nel pantano tribunalesco è facilmente riscontrabile di come solitamente venga ad esso contestato soltanto il reato specifico, ad esempio quello di lesioni personali, tentando sempre o quasi di escludere ogni tipo di movente politico o razziale, quindi un’aggressione subita da un ragazzino diventa un atto teppistico, come l’aggressione al migrante o al “diverso” in genere.

Se si osserva invece l’attenzione particolare rivelata ai “compagni” si nota immediatamente di come i reati associativi e con finalità di terrorismo siano utilizzati con impubere disinvoltura, arrivando addirittura ad inquisire per terrorismo persone ree di aver srotolato uno striscione, evidentemente giudicato “esplosivo”, o di aver attaccato qualche volantino e spruzzato qualche stancil.

Sia chiaro, non è questo un pianto reclamante una più equa ripartizione della repressione, né una prece alle divinità del manganello perche precipitino la loro verga contro i “veri cattivi”, ma la constatazione di quanto la retorica che vuole la “forza pubblica” come elemento di puro mantenimento dell’ordine non sia che altro l’ossuto dito dietro il quale si vuol nascondere una cristallina evidenza: la forza, monopolio dei gruppi di potere in essere non può che appoggiare o simpatizzare chi dell’autoritarismo fa il proprio ideale di convivenza e per chi –reazionario in puro stile ancien régime- si riempie la bocca di vaniloqui anelanti un libero, bello e ribelle futuro fatto di…polizie, repressione, autorità, gerarchia…insomma, coloro che –ligi seguaci del Tomasi di Lampedusa- vogliono cambiare tutto perché nulla cambi…

Sequestrato server di autistici in Norvegia per indagine polizia italiana

da autistici.org – 5 novembre 2010

Oggi pomeriggio la polizia norvegese ha sequestrato per alcune ore il server che tenevamo in Norvegia e ha copiato tutti i dischi per una rogatoria internazionale proveniente dall’Italia. Molto probabilmente l’indagine riguarderà un singolo utente/sito/lista, ma questo non toglie che l’intero contenuto della macchina è stato copiato e che quindi, anche se in forma crittata, ora le vostre password non sono più in mani sicure. Per questo invitiamo caldamente tutti gli utenti di A/I (e non solo quelli che avevano la mailbox sul server norvegese) a cambiare la password della casella di posta e dell’FTP e a farlo fare a tutti quelli che sapete avere una mailbox e/o un sito con A/I.

Per cautela, abbiamo spostato su un’altra macchina tutte le caselle di posta che si trovavano sul server sequestrato: se non avevate scaricato la posta sul vostro computer e la vostra mailbox si trovava su Contumacia, ora la troverete vuota. Nei prossimi due o tre giorni recupereremo tutto il contenuto della vostra posta, ma speriamo che questo incidente serva a ricordarvi con più forza del solito che non è una buona idea lasciare i vostri archivi su un server che non potete controllare: anche se sui nostri server la posta è crittata, infatti, violare un codice di crittazione non è un’impresa da fantascienza.