AZIONE DIRETTA: varie dal mondo

 da informa-azione.info

Grecia – Anarchici rivendicano attentati contro il PASOK

Gli attacchi incendiari ed esplosivi che hanno preso di mira diverse sedi del partito socialista al potere in Grecia, il Pasok, sono stati rivendicati da un gruppo anarchico.

Il
gruppo, che si è firmato Anarchici di insicurezza e di illegalità
diffusa, spiega che le azioni dirette sono state effettuate al fine di
prevenire probabili futuri attacchi contro gli spazi sociali ed il
popolo che lotta.

Il comunicato, in greco, su: athens.indymedia.org/front.php3?lang=el&article_id=1114892

 

Cile – Attentato esplosivo contro compagnia assicuratrice

fonte: Liberación Total

Un attentato esplosivo ha provocato seri danni alla facciata dell’edificio della compagnia assicuratrice “Chilena Consolidada”, appartenente al gruppo svizzero Zurich, ed ha causato il trauma acustico di una persona.

Il fatto è avvenuto all’alba di questo lunedì nel comune borghesizzato di Providencia. L’esplosione ha provocato gravi danni alle vetrate della compagnia, ha rotto le vetrate di una fermata del Transantiago ed ha causato un trauma acustico ad una persona che si trovava nei paraggi. Il fatto è avvenuto verso le 0.30 di lunedì 21 dicembre ed ha allarmato le persone che abitano nella zona per la forte detonazione, che sarebbe stata
ascoltata fino ad 1 chilometro di distanza.
Sul posto sono giunti gli artificieri del GOPE (grupo de operaciones policiales especiales), in compagnia dello sbirro magistrato Francisco Jacir, per le perizie del caso.
Sempre nella stessa nottata, un falso allarme bomba ha costretto il GOPE ad evacuare uno dei terminal bus più grandi di Santiago, generando caos e frustrazione tra agenti e cittadinanza.

 

Barcellona – Alle fiamme banca e agenzia immobiliare in solidarietà con la rivolta greca

fonte: Klinamen

Solidarietà con la rivolta greca. Bruciata una banca a Barcellona.
In solidarietà con i compagni greci e la loro rivolta, nella notte di
sabato è stata bruciata una banca nel barrio Poble Nou, Barcellona.
Abbiamo
così mostrato la nostra miglior arma solidale, l’azione diretta, verso
i tanti fermati, arrestati e processati in Grecia e in tutte le parti.
Contro questo mondo e le sue catene.

La notte tra i 15 e i 16 dicembre abbiamo attaccato una agenzia
immobiliare all’incrocio tra Toledo e Constituciò, nel barrio di Sants
(Barcellona), in solidarietà con i ribelli greci.

 

Buenos Aires – Bruciato un veicolo di lusso

fonte: Ai Ferri Corti, 22.12.09

All’alba di martedì è stato bruciato un furgone di lusso nel
quartiere borghese di Villa del Parque de la Ciudad di Buenos Aires.
L’azione
è stata realizzata facendo ricorso alle famose molotov, che in un
istante hanno illuminato le nera notte di questa città di cattive arie
governata dall’abominevole flusso delle auto e dei suoi conduttori.
Il
fuoco non solo ha incendiato il mezzo, ma ha avvivato la pratica della
ribellione che tanti compagni stanno esercitando in tutte le parti del
mondo.
Questo è un appello all’azione che ha ricevuto la sua
risposta e speriamo rispondano gli altri compagni che lottano giorno
dopo giorno per la liberazione, per l’anarchia.
Per la distruzione della civilizzazione e di tutti i suoi amici.
Fuoco a tutto quel che ci converte in schiavi.
Anarquistas

Varie di Buon maiale da Pistoia

In questi giorni di consumi e d’indifferenza a pistoia ci sono stati due serate di volantinaggi:

Volantinaggio davanti al Maxmara su globo , campagna lanciata da AIP (associazione animalista) , nel periodo natalizio contro le pellicce, per sensibilizzare i consumatori a non comprare abbigliamento che
contenga inserti di pelliccia, più difficili da individuare che non una
pelliccia intera classica e molto più diffusi.

Mentre la vendita di pellicce intere, capo costoso, sono in
flessione nell’Europa occidentale non solo a causa della crisi, cresce
la proposta e il consumo di pezzi di pelliccia di animali su giacche,
guanti, sciarpe e piumoni, colorata, tinta, rasata per dissimulare la
vera provenienza. Le pellicce sono di visone, procione, chinchillà,
coniglio e altri animali, tenuti in gabbia per mesi per poi essere
uccisi.

Ieri sera invece è stato fatto un volantinaggio stravagante e un pò brillo (compreso cappello da babbo maiale) per le vie del centro di pistoia , con petardi,un euforico slogan(parafrasando "Berlinguer ti voglio bene Film di Bertolucci 1977): "In questa notte buia d’inverno meglio fare BOOM che L’UOMO MODERNO!! COME IN GRECIA!!"

Distribuendo questo volantino: 

 

Lo stato punisce chi non stà in riga sotto il suo giogo . .

 Il sistema capitalista è in crisi ,si anima in una morsa repressiva che colpisce tutti e ovviamente parte dai più poveri.
Leggi xenofobe e razziste sull’immigrazione, nuove leggi repressive, nuovi
LAGER CPT/CIE a misura di migranti, nuove strutture carcerarie oltre
alle già sovraffollate gabbie (per sfruttati),  dove non sempre se ne
esce vivi!

Prigionieri Uccisi nelle celle, come Stefano Cucchi e purtroppo,
molti altri ancora!

Non dimentichiamo Milano, Piazza Fontana, 1969,
 LO STATO UCCIDE e oggi stigamtizza le sue STRAGI,
 mette sullo stesso piano vittima e carnefice,
diffonde confusione nelle menti della gente con la sua ipocrisia
istituzionale, un impasto di un riluttante buonismo "vogliamoci bene" , mentre quotidianamente lo stato/capitale  massacra al lavoro,come in prigione!

Si arriva, poi, alla chiusura delle fabbriche ed ai licenziamenti,
lavoratori sfruttati per una vita intera, usati come fazzoletti sporchi
e gettati via in tronco in mezzo alla strada.
Una vita al servizio del signor capitale, una vita al servizio di un
lavoro che non ti appartiene, una vita in mano ad altri..
.

E cosa fa lo Stato con chi non accetta questa misera esistenza ???

Lo stato ti vuole sottomesso, in riga al centrocommerciale per far
ripartire l’economia, ti vuole zotico e insensibile per poter
sfruttare meglio le masse, sfruttare e linciare le minoranze.

Lo stato, con i suoi organi repressivi  ha
timore di qualsiasi di anomalia alla massa, paura degli indivdui
pensanti,dei dissidenti e degli indomabili.

Lo stato punisce chi non stà in riga sotto il suo giogo . .

Ecco perchè Marco si trova agli arresti domiciliari!

Deportato la sera dell’11
 all’assemblea della coordinazione Antirazzista, perchè è uno
degli Antifascisti e Antiautoritari che non accetta nessun compromesso con
l’istituzione.

L’iconoclasta pistoiese, cappellino verde e occhiali tondi,
 individuo che non ha mai accettato l’ingiustizia dello stato,
 della chiesa e del capitale, mai rassegnato,
 uno spirito disobbediente alle leggi della massa.

Siamo stanchi di subire ,basta servi sinistri e padroni destri!
(o viceversa!)
Riprenderemo tutte le nostre vite!
. . in una presa di coscienza esplossiva!!
Nessuno dei compagni ha dimenticato Marco!
Nessuna Rassegnazione!
x i compagni che detestano giurare su una bandiera!!
un saluto immenso di LIBERTà!

*da chi non fa parte di nessuna stalla

Report dell’azione antifascista a Varsavia – 11 Novembre 2009

Riguardo la manifestazione a Varsavia dei gruppi
neofascisti guidati da “Blocco nazionale radicale” dell’ 11 Novembre il
movimento anarchico e antifascista ha portato avanti una serie di
azioni con il fine di dare una voce decisa ed univoca contro il
fascismo.

Le azioni sono state portate avanti nelle giornate
europee contro il fascismo, le quali sono state una conseguenza della
conferenza antifascista indetta da Siempre Antifascista.

 

L’evento più rilevante di quella giornata è stato
indetto da “Accordo 11 Novembre” : un pacifico appuntamento antifà
all’incrocio delle vie Swietikrzyskiej e Marszaikowskiej.
È iniziato allo ore 13.00 (un’ora prima dall’inizio della marcia
pianificata dai fascisti) che ha radunato circa 300-400 persone. All’
appuntamento sono stati chiamati antifascisti come Alina Cala (Istituto
di Storia Giuridica), Seweryn Blumsztajn (giornalista), Halina
Bortnowska (fondazione diritti dell’uomo).

Era presente gente da tutta la Polonia e anche da altre nazioni.

Poco prima dell’appuntamento la polizia ha creato
un cordone che ha creato non pochi problemi nel raggiungimento e
nell’abbandono della piazza. Nonostante questo il sit-in è andato
avanti con musica e balli, e con la partecipazione di Food Not Bombs.

Ad un certo punto alcuni gruppi di manifestanti
hanno iniziato a dividersi e dirigersi verso via Senatorskiej. Nella
piazza Bankowym è stato appeso un grande striscione con scritto “IL
FASCISMO NON PASSERA’” con una croce celtica e una svastica sbarrate.

 

Appena giunta la notizia che i fascisti avevano
incominciato a marciare, lungo tutta via Senatorskiej si è formato un
blocco di circa 150 persone, purtroppo fin dall’inizio ostacolati dalla
polizia, la quale continuava ad intimare di abbandonare la strada. Il
cordone nonostante ciò ha resistito fino alla decisione degli sbirri di
far spostare la marcia dei nazi in via Nowy Swiat e Krakowskie
Przedmiescie. A quel punto una parte dei manifestanti è corsa verso la
metro per arrivare al centro e li bloccare i fascisti. Le persone che
sono rimaste sono state accerchiate dalla polizia, che ha usato gas
lacrimogeni e manganelli. Venti persone sono state circondate da un
cordone nel parco Saskim per quasi due ore, e trattenute senza saperne
il motivo.

 

Dopo il breve impedimento la marcia dei fascisti è
arrivata all’incrocio delle vie Jerozolimskich e Nowego Swiata dove un
gruppo di 20 antifascisti gli ha tagliato la strada lanciando diversi
oggetti, prima dell’intervento delle guardie che hanno fermato un
manifestante.

 

Giunta l’informazione della deviazione della
marcia, gli antifascisti si sono spostati dalla parte del monumento
Dmowskiego, dove i fasci avrebbero dovuto terminare il corteo.

Quando i nazi sono arrivati al monumento sono
stati protetti dagli sbirri mentre si recavano sul posto sempre più
antifascisti, alcuni dei quali sono stati attaccati da loschi individui
che si sono identificati come agenti in borghese solo dopo avercele
prese di santa ragione.

Bilancio 14 compagni fermati, 7 dei quali
rilasciati il giorno stesso mentre fuori si era radunato un presidio di
solidali, 5 il pomeriggio del giorno dopo e 2 il giorno dopo ancora.

Alcuni dei fermati sono stati accusati di violenza e lesioni a pubblico ufficiale.

 

Da notare che durante l’intera giornata ci sono
state delle simpatiche azioni antifa come l’attacco del corteo, a
piccoli gruppi, anche dopo la sua fine. In una di queste azioni la
polizia ha rincorso gli antifascisti armi in mano, sparando qualche
colpo in aria (!!!)

Per fortuna nessuno è rimasto ferito (apparte ovviamente i neonazi attaccati!).

 

Gli attivisti e le attiviste che hanno partecipato
agli eventi antifa del 11 novembre hanno dovuto avere a che fare con le
manovre repressive, tra l’altro “illegali”, da parte della polizia tra
intimidazioni minacce ed identificazioni.

Riportiamo di seguito un dialogo tra due sbirri
“intercettato” da alcuni antifascisti che venivano scortati alla
stazione di Swretokrzyska

 

Sbirro A: “Ehi senti ma alla fine chi dobbiamo identificare?”

Sbirro B: “Gli anarchici coi capelli colorati o rasati”

 

Questa testimonianza ci fa riflettere sul modo di
pensare degli agenti che hanno guidato le operazioni, che ha portato ad
una situazione assurda dove la polizia per prima cosa ha relegato i
manifestanti in una zona (come dal parco di Saskim) per poi accusarli
di adunata sediziosa in quel luogo. I poliziotti in borghese che
avevano attaccato gli antifascisti senza identificarsi, li hanno poi
accusati di aver attaccato dei funzionari dell’ordine.

Grottesco era anche il motivo per il quale la
polizia ha modificato il percorso dei fascisti, ovvero il presunto
ritrovamento di un oggetto sospetto che si è poi rivelato essere una
busta piena di cartone.

Nonostante ciò gli sbirri non hanno fatto
intervenire gli artificieri ma hanno semplicemente dichiarato loro
stessi che si trattava di cartone.

Sono queste le procedure d’ufficio per un allarme bomba?!!

Una tale tattica ha lo scopo di accusare il
movimento anarchico ed antifascista e pubblicizzare attraverso i media
la propaganda diffamatoria, “Anarchici teppisti, vandali e violenti
contrapposti ai poliziotti difensori della democrazia”.

Allo stesso modo sono stati trattati i trattenuti,
senza poter contattare la famiglia e gli avvocati, senza informazioni
sul motivo del fermo, ed è stato negato l’utilizzo del bagno, il cibo e
l’acqua, insultati con frasi razziste e sessiste e minacciati. Gli
sbirri non hanno nascosto la loro simpatia per i nazi.

 

Anche in quest’occasione gli antifascisti/e hanno
dimostrato con estrema chiarezza che le manifestazioni pubbliche dei
neofascisti non sono tollerate.

Quest’anno hanno partecipato circa 400-500 persone
nelle diverse azioni antifasciste non solo dalla Polonia ma anche dalla
Germania e dalla Repubblica Ceca, azioni più ampie e svariate rispetto
l’anno scorso. E’ chiaro che la gente non teme più questi gruppi di
fascisti e che non intende tollerare le loro ideologie. Le tecniche
antifa si evolvono facendosi più offensive ed è questa la strada da
percorrere.

La manifestazione dei nazi è stato possibile solo
grazie alla massiccia concentrazione di sbirri che è costata molto allo
Stato. Sappiamo bene che le autorità neoliberiste guardano la realtà
solo dal punto di vista economico e dovranno fin da adesso calcolare
quanto spendere l’anno prossimo per aiutare i fascisti. Sig. Tusku,
Sig. Gronkiewicz, siete sicuri che ne vale la pena? Ricordate che
ovunque i fascisti vorranno diffondere le loro idee malate noi saremo
li per infrangere i loro sogni di grandezza…

 

CON TUTTE LE NOSTRE FORZE

NON PASSERRANO

 

AREZZO, Riunione dei fascisti di Casa Pound e il mercenario Franco Nerozzi – ONLUS POPOLI

Giovedì 17 dicembre alle ore 20,30 presso la libreria Spazio Lacerba, in via San Lorentino 51

Alla conferenza intervanno volontari che hanno
partecipato a missioni di solidarietà a sostegno della popolazione,
come l’autore del libro Fabio Franceschini della Onlus Popoli e Alberto
Palladino del Blocco Studentesco.

Per chi non sapesse di cosa si tratta l’Onlus Popoli.

Tra
le notizie che sono recentemente apparse nel forum di Indymedia, c’è
anche una sorta di “inserzione pubblicitaria”, firmata da una non
meglio identificata “Lina”, che tesse le lodi della “Comunità
Solidarista Popoli”, un’associazione che si dedica a portare aiuti
(soprattutto medicinali, in collaborazione con i Farmacisti Senza
Frontiere) ed ha, nei suoi piani di lavoro, la solidarietà con l’etnia
Karen di Birmania e con i Montagnards del Vietnam. Questa associazione,
molto ben vista dal Partito Radicale, fa capo al giornalista veronese
Franco Nerozzi, ed è a questo punto che intendiamo rendere noto, a chi
non lo conoscesse, l’altro volto di questo attivista della
“solidarietà”.

Franco Nerozzi, oggi giornalista di guerra
free-lance, nei primi anni ‘90 era giornalista e reporter della Rai;
tra i vari servizi fu inviato durante la guerra in Afghanistan. Nel
1993 entrò in contatto con la sua concittadina Nidia Cernecca, esule
istriana, che si era convinta che il responsabile della morte di suo
padre Giuseppe, ucciso nel settembre 1943 durante la jacquerie
istriana, fosse Ivan Motika. Nerozzi, stando a quanto racconta la
stessa Cernecca , si mostrò interessato e disponibile ad intervistare
Motika per un servizio sul TG Sette, ed accompagnare Cernecca che
voleva incontrare l’anziano dirigente. Il 17/3/93 Nerozzi si recò
quindi a Zagabria per intervistare Motika, assieme ad un operatore.
Motika acconsentì a farli entrare in casa a condizione che non fossero
fatte riprese, ma l’operatore le fece ugualmente, di nascosto. Nidia
Cernecca si trovava in quei giorni in Slovenia per lavoro ed il giorno
dopo Nerozzi le fece vedere le riprese. Due giorni dopo la donna andò
assieme a Nerozzi ed all’operatore Capuozzo, sempre con la telecamera
nascosta, all’ospizio di Rovigno per incontrare un certo Tomissich,
allora novantenne e cieco, per interrogarlo.
Se tutto questo
corrisponde al vero, non ci sembra che Nerozzi abbia tenuto un
comportamento professionalmente corretto nei confronti delle persone
che è andato ad intervistare in collaborazione con Cernecca.
Nel
2001 Nerozzi fondò la ONLUS “Popoli”, che individuò come prima
popolazione da “aiutare” quella dei Karen, abitanti sulle montagne
della Birmania orientale, al confine con la Thailandia, in lotta contro
il governo di Rangoon. Sul quotidiano triestino “Trieste Oggi”,
leggiamo che < “Popoli” ha sposato la causa del movimento di
liberazione dei Karen >, che si oppongono al governo di Rangoon e
che < agendo in collaborazione con l’organizzazione “Farmacisti
senza frontiere” >, portavano gli aiuti < direttamente ai
soggetti bisognosi, recandosi nella regione dalla confinante Thailandia
>, cioè attraversando illegalmente il confine birmano .
Nello
stesso anno furono organizzate tre “missioni”, alla terza delle quali
parteciparono anche altri due giornalisti, ambedue reporters di guerra:
Monica Maggioni, della RAI e Gian Micalessin, che aveva fondato negli
anni ’80, assieme a due altri ex militanti del Fronte della gioventù
triestino (Almerigo Grilz, poi deceduto in Mozambico mentre faceva da
cronista ai guerriglieri antigovernativi finanziati dal Sudafrica, e
Fausto Biloslavo), i quali realizzarono poi un servizio messo in onda
tra gli “speciali” del TG1 dal titolo “Medici in prima linea”.
Nel
dicembre 2002 invece Nerozzi salì agli onori delle cronache perché il
suo nome era tra quelli coinvolti nelle indagini condotte dalle Procure
di Verona e di Torre Annunziata su un sospetto traffico di “mercenari”
(alcuni anche triestini), finiti in un giro di mercanti d’armi e di
armati da mandare in varie parti “calde” del mondo a destabilizzare – o
ristabilire l’ordine, a seconda del committente dell’incarico – in zone
come le isole Comore, ma anche la Bosnia, il Ruanda, la Birmania. Si
ventilò dunque il sospetto che l’attività “umanitaria” e
“solidaristica” di Nerozzi fosse servita come copertura per altre
attività illecite.
L’inchiesta era nata < quasi per caso >,
come spiegò il PM veronese Guido Papalia ai giornalisti, in seguito
alle indagini su alcune scritte antisemite comparse a Verona. Da
intercettazioni telefoniche erano emersi dei contatti tra Nerozzi e
l’anziano ex “mercenario” francese Bob Denard, che aveva combattuto in
Congo e che era stato ritenuto dagli investigatori interessato a
portare a termine un golpe nelle isole Comore perché vi aveva investito
capitali ingenti in un progetto turistico, che il governo in carica gli
avrebbe impedito di portare avanti.
Nerozzi aveva conosciuto Denard
nel corso della sua attività di reporter di guerra, il che non provava
alcuna sua “collaborazione” con le presunte attività illegali del
francese. L’inchiesta si chiuse con la richiesta di rinvio a giudizio
da parte della Procura per Nerozzi e per altri indagati. Nel maggio
2005 davanti al GIP veronese < il triestino Fabio Leva (…) ha
patteggiato una pena a un anno e dieci mesi di reclusione. Ha
patteggiato la stessa pena anche il giornalista (…) Franco Nerozzi
>, leggiamo sul “Piccolo” (6/5/05).
Mentre era ancora indagato,
nell’ottobre del 2003, Nerozzi partecipò a Trieste ad un convegno
organizzato dall’Associazione “Novecento”, il cui portavoce, Angelo
Lippi, militante di destra in gioventù, nel ‘92 si era candidato nella
“Lega delle leghe”, fondata dal più noto Stefano Delle Chiaie (uno
degli esponenti di spicco della strategia della tensione), che nel
corso della campagna elettorale aveva sbandierato orgogliosamente il
fatto di essere riuscita ad accomunare nelle proprie fila, oltre a
persone chiaramente di destra anche fuoriusciti della sinistra. Nel
corso di questo convegno, dedicato ai “crimini” dei “regimi comunisti”,
dove erano relatori oltre a Lippi e Nerozzi, anche due degli allora
candidati alle suppletive per la Camera: la radicale Christina Sponza e
Renzo Codarin della Casa delle liberta, Nerozzi, tanto per mettere
subito le cose in chiaro, si è autodefinito < bieco e delirante
anticomunista >.
Noi non abbiamo alcuna intenzione di entrare nel
merito dell’attività di Nerozzi, non siamo certo in grado di stabilire
se la sua è solo un’innocente attività di aiuto alle popolazioni con le
quali ha contatti ed i contatti che ha con persone come Bob Denard sono
del tutto innocenti e nulla hanno a che fare con le presunte attività
illecite di questo, ci limitiamo a prendere atto di quello che è stato
reso noto dalla stampa, quindi per noi Nerozzi è semplicemente un
indagato che ha patteggiato una pena asserendo di essere stato vittima
di un equivoco. Però le sue posizioni politiche non ci piacciono,
quindi riteniamo che, in ambito di associazioni di volontariato e di
aiuto a popolazioni colpite dalla guerra, ce ne siamo molte altre alle
quali si possa dare una mano, dato che i loro rappresentanti non si
presentano come “biechi e deliranti”, non importa di quale colore
politico.

Ancora il caso della Onlus POPOLI: I mercenari del XXI secolo vere multinazionali
Al
giorno d’oggi nel mondo ci sono oggi almeno cinquanta conflitti fra
stati o all’interno di stati, in entrambi i casi per svariati motivi
politici, territoriali, etnici ecc.. è facile trovare a fianco di uno o
di ambedue i contendenti dei gruppi di soldati mercenari; ossia del
personale bellico che non appartiene allo schieramento cui si affianca
durante i conflitto, ma che invece, è stato ingaggiato da questa
fazione dietro pagamento il più delle volte di laute somme di denaro.

L’attività
mercenaria è senza dubbio il secondo dei mestieri più antichi al mondo,
il fenomeno è vecchio come la guerra. E fin dai tempi antichi nella
storia dei conflitti militari civili ed internazionali, si è fatto
ricorso spesso a truppe non regolari, assoldate per rispondere a
necessità contingenti e in seguito scaricate una volta terminata
l’esigenza bellica. Del resto la stessa etimologia della parola
“soldato” lo lascia intuire. Anche se di seguito per indicare chi
forniva i propri servigi bellici a pagamento si è utilizzato il termine
mercenario, dal latino mercenarium, che deriva da merces-ìdis “mercede,
paga”, cioè chi presta la propria opera a pagamento.

http://www.nuovaalabarda.org/leggi-articolo-a_proposito…7.php

http://charminggiulia.spaces.live.com/Blog/cns

Aggiornamenti Bologna – Corteo antifascista, arrestati 3 compagni

da emiliaromagna.indymedia.org
Alle 19 di sabato un nutrito gruppo di antifascisti si è trovato in via
Riva Reno nei pressi della sede di Forza Nuova per contrastare
l’iniziativa di un concerto fascista organizzato nel centro di Bologna
e per provocazione proprio il 12 dicembre, a 40 anni dalla Strage di
Piazza Fontana e dall’uccisione di Pinelli nei locali della questura di
Milano. La polizia e i carabinieri, in tenuta antisommossa e con un
numero esagerato di camionette, schierati come se dovessero presidiare
la zona rossa del G8 difendevano i loro amici che intanto facevano il
saluto romano ben protetti e sicuri di non essere raggiunti. Quando è
arrivata la notizia che il concerto non lo avrebbero più fatto, un
gruppo si è spostato nelle vie del centro per dire alla città che non
può essere accettata così senza fiatare la presenza di queste merde. In
via Marconi il corteo è stato attaccato dagli sbirri che nel frattempo
avevano ricevuto rinforzi. Tre compagni sono stati buttati a terra e
ammanettati. Poi è iniziata una caccia all’uomo che è arrivata fino in
via Indipendenza dove altri quattro sono stati fermati. Tutti e sette
sono stati portati in questura dove i quattro modenesi, fermati in via
Indipendenza, sono stati rilasciati dopo qualche ora, mentre Nicu,
Robbi e Andrea sono stati arrestati con l’accusa di lesioni e
resistenza. Un presidio solidale è stato improvvisato sotto i locali
della questura. Lunedì ci sarà o l’udienza di convalida degli arresti o
il processo per direttissima, si riservano di dirlo entro domenica sera
(poverini si vede che devono pensarci stanotte con calma dopo le botte
che hanno dato).
Solidarietà agli arrestati
Morte ai fascisti e ai loro amici in divisa

Bologna – Rassegna stampa e indirizzi compagni arrestati

Non si hanno notizie nuove al momento sulla situazione dei compagni
arrestati sabato 12 dicembre a bologna durante una manifestazione
antifascista.
Sono detenuti al transito della Dozza in attesa della convalida o del processo per direttissima.
per telegrammi e lettere
Roman Nicusor

Nadalini Roberto


Vaccari Andrea


casa circondariale Dozza


via del Gomito 2


40127 bologna



Da il Corriere di Bologna, domenica 13 dicembre 2009
I disordini- Cariche, manganellate e inseguimenti da via Indipendenza a
via Riva Reno
NATALE IN CENTRO, FRA SHOPPING E SCONTRI
SASSI SULLA POLIZIA, ARRESTATI TRE ANARCHICI
Tafferugli alla manifestazione contro i “nazi”: sette i fermati
In un sabato sera freddo, ma brulicante di persone, il centro di Bologna ha vissuto ieri dei brutti momenti. La gente in strada si è trovata ad assistere, sbigottita e spaventata, a una guerriglia tra anarchici e forze
dell’ordine. Inseguimenti, lanci di petardi e sassi, cariche, manganellate.
Da una parte i ragazzi “in nero” dall’altra le divise. Il tutto in un arco spazio-temporale ampio: da via Riva di Reno a via Indipendeza, dalle 20 alle 21 circa. Alla fine, poco dopo le 21 in vicolo Ariosto (laterale di via Indipendenza), i carabinieri hanno acciuffato gli ultimi anarchici. Sono sette in tutto i fermati, tra cui una donna. Ma alla fine soltanto tre vengono arrestati: frequentano il circolo di via San Vitale Fuoriluogo, ormai noto alle cronache, e tra loro c’è anche Roman Nicusor, romeno di 29 anni, tornato in libertà soltanto 10 giorni fa.
Ma partiamo dal principio. Ieri, a quarant’anni dalla strage di piazza Fontana, gli anarchici si erano dati appuntamento alle sette di sera all’incrocio tra via Riva Reno e piazza Azzarita. “Sgomberiamo i fascisti”, era l’appello alla mobilitazione che girava in rete da giorni. Cento metri più in là, nel club Anni ’80 di via Riva Reno, il partito di estrema destra Forza Nuova aveva organizzato il concerto del gruppo skin di destra Nessuna Resa. Una “provocazione fascista” per gli anarchici. Ed ecco dunque un copione già visto mille volte: i neri da una parte, i rossi dall’altra e nel mezzo la polizia. Tantissima: decine di agenti e carabinieri a tenere lontani i due gruppi. Al presidio in piazza Azzarita non hanno risposto solo i promotori (gli anarchici, appunto), ma anche alcune decine di persone che, cinque ore prima, avevano preso parte al corteo indetto dall’Assemblea Antifascista Permanente, una manifestazione pacifica ed autorizzata partita da porta Lame e finita allo stadio. A due passi dai militanti di estrema destra, dunque, c’erano circa 200 persone molto arrabbiate.
All’inizio soltanto cori contro “i fascisti”, poi, dopo una mezz’oretta, il primo lancio di petardi verso la polizia da parte di una quindicina di ragazzi con i volti nascosti da sciarpe e caschi e armati di bastoni. Poi, all’improvviso, un centinaio di persone si sono staccate incamminandosi verso via Marconi, ma prima, alcuni di loro hanno rubato una cariola da un cantiere e l’hanno riempita di sanpietrini. È con questi sassi che hanno danneggiato la vetrina di una banca in via Riva Reno, altri sono stati lanciati contro la Cariparma di via Marconi. Ma è al confine tra la zona aperta al traffico e la T che la situzione è degenerata: qui le forze dell’ordine hanno caricato i manifestanti, per un lancio di oggetti, sostiene la questura. La carica è stata violenta e la risposta anche: da una parte volavano manganellate, dall’altra sassi. Tre ragazzi sono stati bloccati e ammanettati a terra, davanti allo sguardo allibito dei passanti.
Sono i tre anarchici per cui, più tardi, verrà formalizzato l’arresto. Ma non è finita qui. Le forze dell’ordine provano ad acciuffarne altri. Li inseguono lungo via Ugo Bassi, ma ormai la maggior parte dei manifestanti si è dispersa nelle viuzze laterali. In piazza Nettuno la polizia blocca il traffico mentre i carabinieri, più avanti, in vicolo Ariosto, ne fermano altri quattro. E il centro torna quello di sempre.
Intanto, al club Anni ’80 di via Riva Reno, i “Nessuna Resa” hanno tenuto come da programma il loro concerto. I “fascisti” non hanno fatto una piega, nonostante quello che una ragazza ha detto al megafono prima che il presidio si sciogliesse e cioè che il concerto era stato rinviato.
 
Bologna – Udienza di convalida degli arresti del 12 dicembre
È stato confermato il carcere per Nicu e per Robbi. Andrea invece è ai
domiciliari. I capi d’imputazione sono: resistenza aggravata, lesioni
aggravate, danneggiamento aggravato, manifestazione non autorizzata e
lancio di oggetti pericolosi. Robbi è riuscito a far arrivare un
messaggio attraverso un compagno di cella uscito oggi di prigione. Era
con Andrea e stanno bene, il morale è alto invece Nicu non sono
riusciti a vederlo.
I compagni e le compagne degli arrestati

nuove esplosive notizie

Gorizia – Un pacco bomba al Cie di Gradisca

fonte il giornale

Un pacco esplosivo è stato recapitato ieri in serata nella sede del
Cie (Centro Identificazione Espulsione) di Gradisca d’Isonzo, in
provincia di Gorizia. Il pacco – da quanto si è riusciti a sapere in un
primo momento – è stato preso in consegna dal direttore della struttura
che, insospettito dall’oggetto, è riuscito fortunatamente a disfarsene
prima di uno scoppio. La deflagrazione non ha causato alcun ferito.
Delle indagini si stanno occupando le forze dell’ordine locali che oggi
– sempre stando a quanto trapelato finora – parteciperanno a una
riunione convocata dal Prefetto di Gorizia. Durante l’incontro in
programma gli inquirenti e gli agenti esamineranno il fatto e
valuteranno la situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica.

Milano – Ordigno alla bocconi

fonte: repubblica

Un pacco bomba è esploso, solo parzialmente, all’università Bocconi
di Milano. Un difetto nella costruzione ha fatto esplodere solo
l’innesco di un ordigno costruito con un tubo riempito da due
chilogrammi di dinamite, viti e bulloni e regolato da un timer. Era
stato abbandonato all’interno di una nicchia in uno dei corridoi tra
l’edifico di Via Sarfatti e la scuola di Management dell’ateneo. […]

Una lettera della Fai, la Federazione anarchica informale, ha
rivendicato l’attentato. In un volantino depositato questo pomeriggio
nella cassetta della posta della redazione milanese del quotidiano Libero […]

 

Firenze – Azione anarchica in centro, 11 denunce

(ANSA)-
FIRENZE, 16 DIC – Denunciate 11 persone per il blitz a Firenze con lo
spargimento di liquido maleodorante davanti alle vetrine nelle vie
eleganti del centro. Gli agenti hanno individuato i manifestanti mentre
erano ancora in centro. Si tratta di persone di eta’ compresa fra i 18
e i 30 anni appartenenti all’area anarchica. Sono scattate denunce per
manifestazione non preavvisata e di deturpamento e imbrattamento di
cose altrui. Il cattivo odore e’ tuttora persistente nella zona.

Bologna:Restano in carcere due dei tre anarchici arrestati sabato ser

Bologna, 15 dic. (Adnkronos) – Restano in carcere due dei tre anarchici
arrestati sabato sera a Bologna durante una manifestazione per i 40
anni della strage di piazza Fontana. Il gip Bruno Perla ha infatti
accolto le richieste del pm Giampiero Nascimbeni che aveva chiesto la
custodia in carcere per il romeno 29enne Roman Nicusor e il modenese
30enne Roberto Nadalini, entrambi gia’ noti alle forze dell’ordine. Lo
stesso magistrato aveva chiesto, e ottenuto, gli arresti domiciliari
per il modenese 19enne incensurato Andrea Vaccari. I tre devono
rispondere di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni finalizzate alla
resistenza e danneggiamento aggravato.

Genova, all’università si studia l’omocidio degli sbirri

da ilgiornale.it
 
(…) Tra questi anche i «Tear me down», che sul loro stesso sito si definiscono «Collettivo hardcore militante» e che quando si esibiscono fanno andare in delirio il loro pubblico con canzoni tipo «Più sbirri morti», oppure «La gioia della rivolta» o «10, 100, 1000 Acca Larentia», il cui testo non fa certo riferimento alla donna che salvò e fece crescere Romolo e Remo, bensì inneggia alla strage brigatista che nel 1978 portò all’assassinio di tre giovani appena usciti da una sede del Fronte della Gioventù. «Feccia nazista/ porco fascista/ bastardo squadrista/ sei il primo della lista», sono gli edificanti versi che cantano. O, dedicati ai poliziotti: «Vili senza onore, codardi in uniforme/ vi abbiamo riservato un posto sottoterra/ una sprangata in fronte/ non ve la toglie nessuno». E a proposito della strage di Acca Larentia, si ripromettono: «Cancro di destra fuori dal quartiere/ col sangue puliremo le camice nere.
Questi e altri testi peggiori sono risuonati ieri nei locali dell’Università. «Sarebbe di sconcertante gravità se le Autorità accademiche avessero imprudentemente autorizzato l’esibizione di un gruppo musicale con un pedigree canoro così criminale ed inquietante – interviene il consigliere regionale del Pdl Gianni Plinio che ha segnalato quanto stava accadendo alla questura – Un conto è il diritto alla libera espresione, altra cosa è l’esaltare la strage di avversari politici e di servitori dello Stato che quotidianamente si sacrificano per la sicurezza dei cittadini». Ma che i «Tear me down» non si limitino a cantare certi principi lo confermano le notizie pubblicate sul loro sito, come nel giorno in cui apparve «finalmente una buona notizia: al nostro cantante Massimo sono stati concessi gli arresti domiciliari (sebbene con condanna di primo grado)». Il cantante Massimo era stato arrestato da Digos e Ros in un’operazione per associazione sovversiva. E gli stessi «Tear me down» chiedono sostegno al loro compagno «come già accaduto durante la sua precedente carcerazione». Perché la loro risposta alla legge è l’augurio «che il fuoco sia talmente intenso da divorare mura e sbarre». Concetti suonati all’Università. E Genova assiste. Senza battere ciglio.